Il documento presentato da Marrazzo il 24 giugno 2008 al Consiglio della Regione Lazio può essere definito un “Piano dei rifiuti”?
Sicuramente no.
Il cosiddetto piano dei rifiuti, preparato da Marrazzo e dai suoi consulenti in mesi di duro lavoro, si compone di sole 24 paginette (di cui una pagina di copertina, una pagina per l’indice, due pagine di premessa, quattro pagine con visto, viste, visti, ecc.).
Per vedere un vero Piano dei Rifiuti, potete andare, ad esempio, sul sito ufficiale della Regione Lombardia.
Il piano dei rifiuti di Marrazzo & Cerroni contiene una serie di tabelline excel con diversi errori di calcolo, frutto sicuramente delle continue e ripetute modifiche al documento.
Il documento è stato scritto con l’obiettivo di dimostrare che è necessario un quarto impianto di incenerimento. Non un impianto qualsiasi (Latina, Viterbo o Fiumicino), ma proprio l’impianto di incenerimento di Cerroni localizzato ad Albano.
Per motivare la necessità di un nuovo impianto di incenerimento, dovremmo produrre talmente tanto CDR che, secondo Marrazzo ed i suoi consulenti, nel bienno 2009-2010 ben 376mila tonnellate di CDR “potranno essere avviate a co-combustione, previa sottoscrizione di appositi accordi di programma, presso impianti tecnologicamente idonei presenti sul territorio regionale o stoccate in aree idonee”.
Finalmente anche la Regione Lazio, come la Campania, già dal prossimo anno potrà stoccare le ecoballe in apposite aree.
Molto probabilmente, Marrazzo già pensa di fornire alle banche tale ricchezza a garanzia delle voragini di bilancio della Regione Lazio e del Comune di Roma.
Nel cosiddetto piano dei rifiuti, Marrazzo non ci dice, però, dove Cerroni potrebbe stoccare le migliaia di ecoballe.
L’importante compito verrà molto probabilmente affidato al fido Di Carlo, in qualità di nuovo Assessore Regionale ai Rifiuti.
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