venerdì 29 febbraio 2008

Inceneritore: proteste e tensione

Articolo de "Il Messaggero" (28 febbraio 2008)
di ENRICO VALENTINI

Tanti cittadini alla manifestazione di Pavona.
Un segnale preoccupante: i cassonetti bruciati.
Albano, la mobilitazione si è estesa da Marino e Santa Palomba.

Conta sempre più adesioni il fronte della protesta contro il progetto di costruzione di un termovalorizzatore nella discarica di via Roncigliano, all’estrema periferia di Albano.
L’altro ieri, il terzo appuntamento del tour di mobilitazione indetto dal “Coordinamento contro l’inceneritore” ha registrato a Pavona una grande partecipazione di cittadini provenienti da tutto il circondario, esteso ormai da Marino a Santa Palomba.
Di pari passo, sale la tensione di quello che in pochi mesi è diventato il popolo dei No Inc, confluito nel coordinamento di una trentina tra associazioni ambientaliste, movimenti e comitati dei Castelli Romani.
Dopo le prime rumorose proteste, l’altro ieri a fare la voce grossa sono stati soprattutto i residenti, gli agricoltori e i piccoli imprenditori che temono fortemente le ricadute negative in
termini di qualità della vita e per il proseguo di molte attività economiche.
Si fa largo la proposta di indire un referendum che faccia esprimere i cittadini interessati dal progetto, per il quale presto si avvierà una raccolta di firme a supporto della richiesta.
Contestati aspramente, il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo e il sindaco di Albano Marco Mattei, individuati come i principali responsabili della confusione che ruota intorno ad un progetto dato da molti per scontato ma conosciuto nei contenuti solo da pochissime persone.
Delusione anche per la mancata partecipazione all’assemblea degli amministratori locali dei Castelli, invito raccolto solo dal vice sindaco di Ciampino Enzo Lavagnini.
«Marrazzo e Mattei - dice Danilo Ballanti, presidente di un comitato di Pavona - non possono decidere da soli del futuro di decine di migliaia di persone. Il mistero che aleggia intorno al progetto e la mancanza di risposte inquieta e preoccupa un numero sempre maggiore di cittadini».
Una protesta dagli sviluppi imprevedibili che esclude - tengono a precisare dal coordinamento - ripercussioni per l’ordine pubblico, nonostante alcuni segnali preoccupanti degli ultimi giorni come i cassonetti bruciati alla periferia di Albano e le automobili in sosta che ostacolano sempre più spesso il passaggio dei camion dei rifiuti su via Roncigliano.
Alla Pisana invece continua il botta e risposta tra gli esponenti politici regionali favorevoli e contrari al termovalorizzatore.
«Il mistero di Albano - annuncia sicuro il consigliere regionale Donato Robilotta - è stato svelato. Marrazzo ha autorizzato a fine dicembre la costruzione dell’impianto ed ha avviato la valutazione di impatto ambientale».
Smentisce categoricamente, invece, l’assessore regionale all’Ambiente Filiberto Zaratti che ribadisce solo l’avvio della procedura di valutazione ancora in corso d’istruttoria.
«Per quanto mi riguarda - sottolinea Zaratti - allo stato attuale è certa soltanto la votazione del consiglio regionale che ha bocciato l’ipotesi di costruire il termovalorizzatore ad Albano».

mercoledì 20 febbraio 2008

Assemblea a Pavona

NO ALL’INCENERITORE
Vogliono bruciare il nostro futuro

Un ecomostro in grado di trattare 227mila tonnellate di rifiuti all’anno, che emette nell’aria nanoparticelle, diossine, ossido di carbonio e di azoto, anitride solforosa. Le diossine degradano dopo decenni, si accumuleranno nel territorio circostante, sull’erba, sulle olive, sulle viti delle zone a D.O.C. Colli Albani e arriveranno a noi.
Pavona è la città più vicina all’inceneritore.
Perché i signori della discarica (Cerroni-AMA-ACEA) hanno acquistato decine di ettari di terreno a Roncigliano?
Non vogliamo diventare la discarica dei rifiuti del Lazio e della Campania.
Qual è il futuro che Marrazzo e Mattei stanno preparando per Roncigliano, per Pavona, per Albano, per i Castelli Romani?
La soluzione è rappresentata dalla raccolta differenziata.
Vogliamo lanciare da subito il compostaggio domestico.
NO alla discarica! NO all’inceneritore!

ASSEMBLEA PUBBLICA
MERCOLEDÌ 27 FEBBRAIO
ALLE ORE 20,30
Tendone dell’oratorio Arcobaleno
in Via Pescara a PAVONA

Partecipano con le presentazioni tecniche il WWF e Greenpeace.
Organizzano:
Coordinamento contro l’inceneritore di Albano (www.noinceneritorealbano.it)
Comitato “Sotto terra il treno, non i cittadini”
Comitato di quartiere “PavonaUNO” (www.pavonauno.it)
Pro Loco Pavona di Castel Gandolfo
Comitato “Salute e ambiente” di Via Massimetta

domenica 3 febbraio 2008

La città protesta contro l’inceneritore



A palazzo Savelli di Albano
Emanuele Romaggioli

L’inceneritore condannerà a morte i Castelli Romani”. Parole dure quelle proferite dal popolo anti-inceneritore, riunito ieri ad Albano. I cittadini hanno invaso Palazzo Savelli con argomenti affilati come rasoi. Tantissima la carne al fuoco, a cominciare dal fabbisogno idrico del paventato ecomostro, destinato a sovraccaricare, come se non bastasse, la falda idrica “colabrodo” dei Castelli.
“Il progetto prevede un megaimpianto di 52 megawatt – spiega Andrea Mollica, tra i fondatori del coordinamento anti-inceneritore di Albano – su un’area di 27mila e 500 metri quadrati. Un eco-mostro che andrà ad emungere 42 metri cubi di acqua al giorno per sei giorni, in regime ordinario. Con la crisi idrica che vive il bacino dei Castelli sarà praticamente la fine. L’impianto, inoltre, sarà destinato a bruciare immondizia del centro sud, dato che si presta a bruciare 227mila tonnellate di Cdr l’anno quando nel bacino dei Castelli se ne producono 80mila”.
Di alto tasso tecnico l’intervento del Wwf. “A Colli Aniene la raccolta differenziata porta a porta – spiega Fabio Papa, responsabile Wwf castelli – ha condotto a una percentuale di differenziata del 63%”.
I comitati di Pavona lanciano l’iniziativa del compostaggio domestico. “Sarà un’operazione in sinergia con le associazioni ambientaliste – spiega Danilo Ballanti – se gli amministratori non sono capaci di avviare tali politiche dobbiamo per forza fare le cose da soli”.
03/02/2008

sabato 2 febbraio 2008

Fischi per l’inceneritore

Dal giornale "Castelli Oggi"

Albano – Gremita ieri la sala consigliare di Palazzo Savelli. Nessuno vuole l’ecomostro
Un coro di «no» da parte dei comitati e degli ambientalisti

di Emanuele Romaggioli

Quattrocento milioni di ragioni per dire no all’inceneritore di Albano. Una cosa per ogni euro del suo costo. Lo hanno gridato ad alta voce i cittadini riuniti a Palazzo Savelli, invaso ieri dal popolo anti-inceneritore.
“Il progetto prevede un megaimpianto di 52 megawatt – spiega Andrea Mollica, tra i fondatori del coordinamento anti-inceneritore – con 3 linee su un’area di 27mila e 500 metri quadrati. Un eco-mostro che andrà ad emungere 42 metri cubi di acqua al giorno per sei giorni, in regime ordinario. Con la crisi idrica che vive il bacino dei Castelli sarà praticamente la condanna a morte. L’impianto, inoltre, sarà destinato a bruciare immondizia del centro sud, dato che si presta a bruciare 227mila tonnellate di Cdr l’anno quando nel bacino dei Castelli se ne producono 80mila tonnellate. E in previsione di un innalzamento della raccolta differenziata la cosa lascia molto, molto da pensare”.
Di alto tasso tecnico l’intervento del Wwf. “E’ la stessa Comunità europea a precisare che la valorizzazione dei materiali va preferita alle operazioni di valorizzazione energetica – spiega Fabio Papa del Wwf – l’inceneritore non è un impianto in liena con la sostenibilità ambientale, perché non elimina la dipendenza dalle discariche, crea meno posti di lavoro rispetto alla raccolta differenziata porta a porta, e attraverso il riciclaggio si risparmia più energia di quanta se ne produca con l’incenenrimento. A Colli Aniene il “porta a porta” ha condotto a una percentuale di differenziata del 63%. E’ l’unica via possibile, con una annessa campagna di sensibilizzazione”.
Dettagliato e preciso anche l’intervento di Gino Del Ferraro di Greenpeace: “Le persone favorevoli agli inceneritori si dividono in due tipi: che parla senza sapere la materia e chi ricava lucro da una tecnologia che produce morte. Secondo le stime l’inceneritore di Albano Laziale costerà 400 milioni di euro finanziati attraverso la bolletta dell’ENEL.”
Il comitato di Pavona “Sottoterra il treno, non i cittadini” lancia un’importante iniziativa.
“Come comitati – spiega Danilo Ballanti – lanceremo un’iniziativa pubblica a Pavona per avviare il compostaggio domestico, come viene fatto in alcune zone di Roma. Sarà un’operazione in sinergia con le associazioni ambientaliste. Se gli amministratori non sono capaci di avviare tali politiche sul territorio dobbiamo per forza di cose sostituirci a loro”.

All’assemblea, moderata da Claudio Fiorani del coordinamento anti-inceneritore, è intervenuto anche l’assessore regionale all’ambiente Filiberto Zaratti e il consigliere regioanle dei Verdi Fontana.

03/02/2008