Articolo de "Il Messaggero" (28 febbraio 2008)
di ENRICO VALENTINI
Tanti cittadini alla manifestazione di Pavona.
Un segnale preoccupante: i cassonetti bruciati.
Albano, la mobilitazione si è estesa da Marino e Santa Palomba.
Conta sempre più adesioni il fronte della protesta contro il progetto di costruzione di un termovalorizzatore nella discarica di via Roncigliano, all’estrema periferia di Albano.
L’altro ieri, il terzo appuntamento del tour di mobilitazione indetto dal “Coordinamento contro l’inceneritore” ha registrato a Pavona una grande partecipazione di cittadini provenienti da tutto il circondario, esteso ormai da Marino a Santa Palomba.
Di pari passo, sale la tensione di quello che in pochi mesi è diventato il popolo dei No Inc, confluito nel coordinamento di una trentina tra associazioni ambientaliste, movimenti e comitati dei Castelli Romani.
Dopo le prime rumorose proteste, l’altro ieri a fare la voce grossa sono stati soprattutto i residenti, gli agricoltori e i piccoli imprenditori che temono fortemente le ricadute negative in
termini di qualità della vita e per il proseguo di molte attività economiche.
Si fa largo la proposta di indire un referendum che faccia esprimere i cittadini interessati dal progetto, per il quale presto si avvierà una raccolta di firme a supporto della richiesta.
Contestati aspramente, il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo e il sindaco di Albano Marco Mattei, individuati come i principali responsabili della confusione che ruota intorno ad un progetto dato da molti per scontato ma conosciuto nei contenuti solo da pochissime persone.
Delusione anche per la mancata partecipazione all’assemblea degli amministratori locali dei Castelli, invito raccolto solo dal vice sindaco di Ciampino Enzo Lavagnini.
«Marrazzo e Mattei - dice Danilo Ballanti, presidente di un comitato di Pavona - non possono decidere da soli del futuro di decine di migliaia di persone. Il mistero che aleggia intorno al progetto e la mancanza di risposte inquieta e preoccupa un numero sempre maggiore di cittadini».
Una protesta dagli sviluppi imprevedibili che esclude - tengono a precisare dal coordinamento - ripercussioni per l’ordine pubblico, nonostante alcuni segnali preoccupanti degli ultimi giorni come i cassonetti bruciati alla periferia di Albano e le automobili in sosta che ostacolano sempre più spesso il passaggio dei camion dei rifiuti su via Roncigliano.
Alla Pisana invece continua il botta e risposta tra gli esponenti politici regionali favorevoli e contrari al termovalorizzatore.
«Il mistero di Albano - annuncia sicuro il consigliere regionale Donato Robilotta - è stato svelato. Marrazzo ha autorizzato a fine dicembre la costruzione dell’impianto ed ha avviato la valutazione di impatto ambientale».
Smentisce categoricamente, invece, l’assessore regionale all’Ambiente Filiberto Zaratti che ribadisce solo l’avvio della procedura di valutazione ancora in corso d’istruttoria.
«Per quanto mi riguarda - sottolinea Zaratti - allo stato attuale è certa soltanto la votazione del consiglio regionale che ha bocciato l’ipotesi di costruire il termovalorizzatore ad Albano».
Tweet
Nessun commento:
Posta un commento