sabato 25 dicembre 2010

Le fontane dei Castelli Romani danno … arsenico!!!

Pubblichiamo una lettera inviata da Acea al comune di Velletri con allegate analisi.

La lettera è da leggere perchè pare che Acea si sia accorta, solo il 10 dicembre 2010, che in alcune scuole materne di Velletri l'acqua fornita ai bambini, anche con meno di tre anni, conteneva arsenico oltre i 10 mg/L e in un caso addirittura sopra a 20.

C'è da chiedersi per quanti anni sia andata così.

Il gestore Acea era tenuto a controllare sistematicamente e capillarmente le acque anche negli anni passati e ne doveva informare il Sindaco e la ASL di competenza.

Sarebbe interessante sapere se l'ha mai fatto dal momento che non poteva ignorare che i bambini delle scuole materne non erano soggetti a deroghe!!!

Sarebbe anche interessante sapere se ASL e primo cittadino abbiano provveduto ad informare, come era loro tassativo dovere, i cittadini.

E’ evidente che ACEA ha giocato con la salute dei bambini e dei cittadini, complici le autorità locali che non hanno mai esercitato seriamente la loro funzione di controllo.

Visto che le Istituzioni (Regione, Provincia, Comuni, ASL, ACEA) non ci informano, pubblichiamo le analisi sui comuni dei Castelli Romani predisposte dai comitati e dalle associazioni.

La presenza di arsenico nelle acque è drammatica!!!

Non solo a Velletri, ma anche a Genzano, Lanuvio, Ardea, Albano, Lariano, Cisterna la presenza di arsenico supera i limiti di legge!!!

Una volta le fontane dei Castelli Romani davano il vino. Oggi con ACEA danno l’arsenico.

Quali provvedimenti intendono prendere l’Assessore Regionale all’Ambiente (Marco Mattei), l’Amministratore Delegato di ACEA (Marco Staderini), i Sindaci e le ASL dei Castelli Romani?

I cittadini non possono tollerare altre incapacità, altre omissioni, altre deroghe, altre illegalità.

venerdì 17 dicembre 2010

MALAGROTTA SALUTA ALBANO CHE HA VINTO IL RICORSO AL T.A,R. CONTRO IL PROGETTO DEL GASSIFICATORE

La notizia della vittoria legale degli amici di Albano contro il progetto di costruzione del secondo gassificatore del Lazio mi ha raggiunto a Parigi, dove mi trovo da qualche giorno. Ma più che in francese la notizia merita un commento… in lingua inglese, direi, cioè una vera e propria “STANDING OVATION”: tutti in piedi ad applaudire, come si fa in questi casi, in modo da rendere l’onore che si merita a questo atto di giustizia.

Ciao,
Sergio

WWF: IL TAR LAZIO BLOCCA L' INCENERITORE DI ALBANO

Comunicato del WWF

La nostra Associazione esprime immensa soddisfazione per la bocciatura al Tar Lazio dell'iter seguito da Regione Lazio e Coema con sentenza n. 36740 emessa dalla prima sezione del Tar proprio di ieri, con cui si sancisce l'illegittimità dell'iter adottato dopo il 25 marzo 2008 per il rilascio del parere della valutazione d'impatto ambientale. Un parere dapprima negativo e poi divenuto improvvisamente positivo, in riferimento alla realizzazione del progetto presentato dal COEMA, (composto da AMA, ACEA, Pontinia Ambiente s.r.l.) sul quale il WWF aveva sin dall'inizio espresso forte contrarietà attraverso le osservazioni all'epoca presentate e con ancor più determinazione nell'intervento ad adiuvandum nel processo amministrativo, a sostegno ed integrazione delle tesi corrette avanzate dai comitati di Albano nel ricorso principale.

"Una vicenda quella dell'impianto di Albano, che pone un punto fermo al concetto di buon governo del territorio e di trasparenza amministrativa - dichiara Vanessa Ranieri presidente WWF Lazio - I Giudici Amministrativi con questa sentenza ci hanno finalmente riportato in Europa, da parte nostra annunciamo invece un esposto alla Corte dei Conti al fine di chiedere una verifica sulla correttezza tecnico contabile degli atti oggi annullati che hanno indubbiamente prodotto un danno erariale e che dovrà essere risarcito da chi evidentemente ha presumibilmente violato la legge".

"Determinante è stato il fronte unico - conclude Ranieri che ha assistito come avvocato nel processo il WWF e i Comuni intervenuti - che i comitati di Albano, WWF e i Comuni di Albano Laziale, Genzano di Roma, Lanuvio, Pomezia, Ardea, Rocca di Papa, Ariccia e Castel Gandolfo hanno fatto nei confronti di un progetto che altro non è che il frutto di un'impostazione errata della gestione del ciclo dei rifiuti. Che questo sia il primo passo per il riconoscimento da parte di tutta la classe politica e delle Amministrazioni dell'esigenza di cambiare rotta, non investendo su incenerimento e discariche, ma su una corretta applicazione dei principi comunitari in tema dei rifiuti: prevenzione, riduzione, riuso, riciclo e corretto avviamento a filiera. Queste sono le uniche parole d'ordine che riconosciamo".

Evvai, finalmente una cosa buona!

Da Amicoqua - aperiodico indipendente per i Municipi 2, 3, 4 e 5, un po’ di nord est di Roma

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Una splendida vittoria

Dall'Associazione TerraSociale di Genzano di Roma

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Complimenti! Grande risultato

Ma la risposta del Sindaco di Roma è emblematica: assolutamento non si fermano.

E anche se rivincete al CdS, questo al massimo cambiano la scelta del sito.

A mio parere, ci sono gli estremi per mettere "l'assicurazione" affinchè non vadano avanti co "ste mmerde" di impianti: utilizzerei la sentenza del TAR per citare per danni Presidente della regione e sindaci.

Ciao e auguroni da Jesi (anche per Natale, ovviamente)

MASSIMO GIANANGELI
Comitato Tutela Salute e Ambiente della Vallesina

giovedì 16 dicembre 2010

Il Tar boccia l'inceneritore di Albano"Incomprensibile ok dato da Marrazzo"

Da "Il corriere della Sera" del 16 dicembre 2010

Accolto il ricorso del «No Inc» e di 8 sindaci dei Castelli Romani: cancellati permessi firmati da ex governatore

ROMA - Un’autorizzazione arrivata dalla giunta Marrazzo fuori tempo massimo. E con carenti istruttorie sulla qualità dell’aria e sull’uso dell’acqua. L’ inceneritore di Albano è stato bocciato anche dal Tar del Lazio, dopo che la Asl dei Castelli romani aveva espresso pesanti perplessità riguardo il progetto che metterebbe a rischio le falde. Il Tribunale amministrativo ha accolto il ricorso presentato dal coordinamento « No inc» e da 8 sindaci, quelli di Castel Gandolfo, Lanuvio, Ariccia, Ardea, Albano, Genzano, Rocca di Papa e Pomezia. Il Tar ha cancellato, in sostanza, i due permessi firmati dalla giunta Marrazzo che concedevano il «semaforo verde» alla realizzazione dell’impianto destinato alla produzione di energia elettrica bruciando il cdr - rifiuti raccolti tramite la differenziata – proveniente dai cassonetti di Roma e Fiumicino.

AUTORIZZAZIONE «INCOMPRENSIBILE» - Pesantissimi, i rilievi dei giudici. In sintesi: la Regione ha «autorizzato l’avvio dei lavori di cantierizzazione in una data, nell’ottobre 2008, – si legge nella sentenza - in cui però erano ormai scaduti i poteri straordinari in materia ambientale attribuiti al Presidente della Regione». Insomma non si poteva firmare la fondamentale valutazione di impatto ambientale , arrivata tortuosamente in extremis una seconda volta, per superare le perplessità di un primo documento analogo che aveva invece bocciato il progetto. Addirittura, i giudici scrivono di «non comprendere su quali basi normative il Presidente della Regione Lazio abbia ritenuto di rilasciare siffatta, atipica, autorizzazione provvisoria».

CARENZE SU STUDIO ARIA E ACQUA - Dal confronto tra la prima «Via» che boccia l’ inceneritore e la seconda «fuorilegge» che secondo la Regione lo promuove emergono, secondo i giudici, le «carenze» nel monitoraggio sulla qualità dell’ aria. Inoltre la società chiamata a costruire l’impianto – il consorzio Coema, di cui fanno parte Ama, Acea e il re delle discariche laziali Cerroni - «non spiega le modalità con cui realizza l’abbattimento delle polveri totali e degli ossidi di azoto». Manca, infine, «l’analisi tecnico – scientifica del progetto in rapporto all’utilizzo della risorsa idrica».

IMPOVERIMENTO DELLE FALDE – Le perplessità dei magistrati amministrativi nascono da quanto espresso in una relazione del Dipartimento di prevenzione della Asl dei Castelli, preoccupato perché l’abbondante uso di acqua da parte dell’inceneritore, oltre a depauperare le falde già indebolite potrebbe aumentare la concentrazione di arsenico, il problema che in questi sta esplodendo in tutto il Lazio con le conseguenti ordinanze di chiusura dei rubinetti.

ALEMANNO: FAREMO RICORSO - Ad annunciare l’esito della sentenza del Tar è stato mercoledì 15 dicembre il sindaco di Roma Alemanno , che ha annunciato « il ricorso al Consiglio di Stato» anche se il pronunciamento «indebolisce fortemente la soluzione Albano e rilancia il problema di progettare e individuare nuovi impianti». Il sindaco ha poi chiarito le possibili soluzioni alternative: «Le aree individuate non dovranno essere necessariamente due ma anche una sola con impianti di maggiore potenzialità». E ha concluso infine sulla priorità per Roma: «Il problema più immediato è l'alternativa a Malagrotta».

Il TAR del Lazio da un grande esempio di giustizia e boccia l’inceneritore di Albano

Finalmente una notizia splendida !!!!!

Il TAR del Lazio ha bocciato l’inceneritore più grande del mondo, l’inceneritore di Albano, l’inceneritore voluto da Cerroni e dai suoi boys, l’inceneritore della vergogna, l’inceneritore senza gara d’appalto, l’inceneritore voluto dai Sindaci dei Castelli Romani (Marco Mattei in testa, che da Sindaco di Albano è stato promosso da Cerroni e dalla Polverini ad Assessore all’Ambiente della Regione Lazio).

Il TAR del Lazio accoglie il ricorso e annulla la valutazione di impatto ambientale, prot. n. 177177 dell’ 8.10.2008, l’autorizzazione integrata ambientale, prot. n. B3694 del 13.8.2009, l’ordinanza del Presidente della Regione Lazio n. 3 del 22.10.2008.

Di fatto, il TAR del Lazio annulla tutti i provvedimenti di Marrazzo, il Presidente della Regione Lazio sotto ricatto per i noti filmati pornografici.

Un’intera popolazione si è indignata per le gravissime irregolarità, sopprusi e scandali che hanno accompagnato questa bruttissima vicenda.

Un sentito ringraziamento va all’impegno del Coordinamento contro l’inceneritore di Albano, dei comitati locali, dei numerosi cittadini che si sono battuti per la difesa del territorio e per dare una speranza al futuro dei Castelli Romani.

Una menzione speciale va a Daniele Castri, che ha seguito in modo encomiabile il ricorso al TAR.

Leggi la sentenza edl TAR che boccia l'inceneritore di Albano.