mercoledì 25 marzo 2009

I progetti di AMA (Alemanno) e Cerroni su Albano

La nuova gestione dell'AMA, targata Alemanno, comincia a delineare una propria posizione sulla gestione dei rifiuti di Roma.

La gestione attuale è riportata nella prima slide predisposta dall'AMA.

L'AMA scrive che "AMA si trova in una situazione di completa dipendenza da terzi nello smaltimento finale; i costi esterni di trattamento e smaltimento ammontano su base annua a circa 110 milioni di euro".

La raccolta differenziata è ferma al 19%.

1.250.000 tonnellate di rifiuti indifferenziati finiscono direttamente nella discarica di Malagrotta (proprietà: Cerroni) .

Una parte dei rifiuti indifferenziati viene trattata per produrre 75.000 tonnellate di CDR che viene bruciato nell'inceneritore di Colleferro (gestione GAIA) e 115.000 tonnellate sono scarti da trattamento e finiscono nella discarica di Malagrotta (sempre di Cerroni).















Nella situazione attuale Cerroni detiene, nella sostanza, il monopolio dello smaltimento dei rifiuti romani.

La gestione Alemanno dell'AMA vorrebbe smarcarsi da questa figura ingombrante e, allora, si diletta nel disegnare il futuro con la seconda slide riportata nell'articolo.

Per la raccolta differenziata viene posto un obiettivo scarso del 30%.

L'obiettivo principale diventa la produzione di CDR da bruciare nel termovalorizzatore di Albano e nelle centrali elettriche dell'ENEL (di Civitavecchia).

Sparisce nel piano AMA la discarica di Malagrotta, da sostituire con un'altra discarica di proprietà AMA (forse Allumiere).








In sintesi, la nuova linea dell'AMA è semplice: portare i rifiuti di Roma fuori dal comune di Roma (Albano, Allumiere, Civitavecchia).

Va anche ricordato che l'AMA è in società con Cerroni ed ACEA per la costruzione dell'inceneritore di Albano (per essere più precisi Cerroni è in società con AMA e ACEA).

Dalla presentazione AMA emerge un dato molto allarmante: l'inceneritore di Albano, l'inceneritore più grande del mondo come ama definirlo Cerroni, servirà solo per bruciare i rifiuti di Roma.

Che fine faranno i Castelli Romani?

Un motivo in più per combattere lo scandalo dell'inceneritore di Albano.

Cresce la mobilitazione .....

lunedì 23 marzo 2009

Anche la rete racconta la straordinaria manifestazione del 21 marzo

Castelli Romani: ancora e sempre "No Inc", cresce la mobilitazione
(Albano Laziale - Attualità) - C'erano quelli del Coordinamento "No Inc", i Verdi, quelli del No Fly, No Turbogas, Rifondazione Comunista, Sinistra Critica, Gli Amici di Beppe Grillo, le associazioni cittadine, i comitati di quartiere e molte altre sigle. Ma c'era anche Gabriele, Massimo, Fabio, Simona e Valentina: tutti studenti universitari. Anna con i suoi due figli, Andrea e Camilla. C'era davvero tanta gente in piazza ad Albano sabato scorso per manifestare pacificamente contro la costruzione dell'inceneritore di Roncigliano. Per gli organizzatori «circa 1500» o «poco più di 600» come dice la questura. Ma non sono i numeri "a contare", è anche la qualità. Per la prima volta, da due anni a questa parte, sono aumentati. Cresce sempre di più la mobilitazione. Molta più gente si informa, si arrabbia, visto che la decisione sembra imminente salvo deroghe e sospensioni all'ultimo momento della Conferenza dei Servizi.
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http://www.castellinews.it/index.asp?id=3293&act=v&20090323


Albano Laziale. Contro l'inceneritore centinaia in piazza
ALBANO LAZIALE - Contro la realizzazione dell'inceneritore di Albano Laziale oggi sono nuovamente scesi in piazza centinaia di persone. Il lungo corteo, al quale hanno aderito il Coordinamento promotore, le associazioni ambientaliste, i partiti politici come Rifondazione e i verdi, ha attraversato il centro storico della cittadina dei Castelli Romani per ribadire il forte dissenso nei confronti di questo impianto che non risolverà il problema dei rifiuti.
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http://www.dazebao.org/news/index.php?option=com_content&view=article&id=3899:albano-laziale-contro-linceneritore-centinaia-in-piazza&catid=43:11-ottobre&Itemid=328


Albano, Castelli Romani “No Inc”
Sabato scorso i Castelli romani sono scesi di nuovo in piazza contro l’inceneritore di rifiuti urbani proposto da Ama-Acea-Cerroni ad Albano [Roma]. Un’ipotesi bocciata dalla Asl e dai consigli comunali di Albano, Ariccia, Pomezia e Ardea, che insieme ad altri comuni devono già fronteggiare la grave crisi idrica e l’emergenza igienico-sanitaria dovuta alla presenza fuori limite dell’arsenico nelle acque. Il prossimo 27 marzo è la volta del consiglio comunale di Castel Gandolfo a votare la mozione contro l’inceneritore, seguirà Lanuvio.
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http://www.9online.it/blog_emergenzarifiuti/2009/03/23/albano-castelli-romani-no-inc/

domenica 22 marzo 2009

Mille in corteo contro l’inceneritore

Cresce la mobilitazione del no al termovalorizzatore.
Contestato il Comune di Genzano. Rinvenuti bastoni vicino al corteo
Da Albano ad Ariccia con i comitati anche famiglie, giovani e tanti agricoltori

Da “Il Messaggero” del 22 marzo 2009
di Enrico Valentini

Cresce la mobilitazione dei cittadini e delle associazioni castellane contro la realizzazione dell’ inceneritore di Albano dove ieri all’appuntamento con il corteo di protesta indetto dal coordinamento “NO INC” hanno partecipato oltre mille persone (poco più della metà, invece, per la questura).

Senza dubbio rispetto alle ultime, analoghe manifestazioni, il corteo di ieri ha registrato un deciso aumento dei partecipanti e si è visto anche una maggiore partecipazione di famiglie, giovani e studenti provenienti dai Castelli e dalle cittadine del litorale a Sud di Roma.

Anche gli imprenditori hanno iniziato a far sentire la loro voce. Soprattutto gli agricoltori, ben visibili in testa al corteo dietro ad un significativo trattore, supportati anche dai colleghi provenienti dalle campagne di Velletri e dalla Provincia di Latina.

Tutti contro l’inceneritore. Tutti molto arrabbiati e ben determinati nel far sentire il loro netto dissenso da un’operazione che “non tutela i cittadini – gridavano a squarciagola quelli dei comitati – ma solo gli investimenti di gruppi di potere finanziario e politico”.

Man mano che dal raduno di Albano nella centralissima Piazza Mazzini si dispiegava il corteo, la fiumana di manifestanti si ingrossava a dismisura. Tanto che le forze dell’ordine sono state costrette ad autorizzare il prosieguo del corteo verso Ariccia anziché deviarlo, come stabilito prima della partenza, verso la parte alta del centro storico di Albano.

In realtà il coordinamento “NO INC” avrebbe voluto proseguire fin sotto il municipio di Genzano, accusato di essere l’unico comune ad aver acconsentito all’impianto di Albano. E la politica, una volta tanto, ha lasciato spazio alla dialettica popolare, entrando si nel corteo da sinistra e da destra – seppur quasi tutti precisando di partecipare a titolo personale – ma restando assolutamente ai margini della manifestazione e soprattutto dell’accesa polemica che di volta in volta – nei quattro chilometri che distanziano Albano da Ariccia – ha preso di mira il noto imprenditore della filiera dello smaltimento dei rifiuti regionali, Manlio Cerroni, il Presidente della Regione Piero Marrazzo e politici regionali di centro sinistra e centro destra (dall’Assessore regionale Di Carlo all’Assessore provinciale Amalia Colaceci) fino al forte gruppo dei DS genzanesi.

Rifondazione sfilava, invece, con i principali referenti locali e con il capogruppo alla Pisana Ivano Peduzzi che mercoledì riusciva a rimandare in extremis la programmata Conferenza dei Servizi convocata per rilasciare l’autorizzazione ambientale all’impianto di Via Roncigliano.
“Abbiamo chiesto al Presidente Marrazzo – dichiara Peduzzi – di assumere una posizione chiara sull’impianto”.

La manifestazione, proseguita senza alcun problema – tranne il rinvenimento di una decina di spranghe e bastoni in una traversa del corso di Albano da derubricare secondo i manifestanti in manici di scopa di riserva per i cartelli – fino alla Piazza centrale di Ariccia terminava poco prima delle 20 con gli ultimi interventi dei comitati “NO INC”.

Prossimo appuntamento a Pavona, il 4 aprile con alcuni imprenditori che illustreranno la positiva esperienza dell’impianto di recupero trevigiano di Vedelago, unica soluzione secondo il popolo dei “NO INC”, per trasformare i rifiuti da problema ad autentica risorsa.

Il coro di NO all’inceneritore

Albano, anche i trattori in piazza
Peduzzi (PRC): Marrazzo revochi le autorizzazioni
Si alza il coro del NO all’inceneritore di Roncigliano

Da "Nuovo Castelli Oggi" 22 marzo 2009
di Emanuele Romaggioli

Il freddo non ferma il popolo anti-inceneritore. Dopo le assemblee pubbliche di Cecchina ed Ariccia, il coordinamento è tornato in piazza per protestare contro l’impianto previsto a Roncigliano. E questa volta con delle novità.

Alle bandiere stavolta infatti si sono uniti i trattori del CRA: comitati agricoli riuniti. La posizione degli agricoltori è chiarissima. “Siamo scesi in campo perché l’inceneritore, oltre alle conclamate ripercussioni sulla salute, produrrà un grave danno all’agricoltura del territorio – spiega Fabio Caponecchi, membro del direttivo CRA di Latina – Saranno fortemente pregiudicate le colture Igp, Dop e Doc del territorio. E’ la stessa Unione Europea a dircelo. Non possiamo permettere tutto ciò. Ai Castelli ci sono prodotti di qualità legati alla coltura ortofrutticola, uliveti, piantagioni di kiwi. Che fine faranno?”

Partito da Piazza Mazzini, il corteo dei “500” è giunto fino ad Ariccia scandendo slogan duri come pietre. Tantissimi i comitati e le forze civiche che hanno aderito alla manifestazione: il Wwf, i no-fly di Ciampino, i no turbogas di Aprilia, Legambiente ad altre associazioni ecologiste.

Al corteo – così come aveva annunciato – ha preso parte il capogruppo regionale di Rifondazione Ivano Peduzzi, che ha lanciato un nuovo monito a Marrazzo. “Noi chiediamo che venga revocata l’autorizzazione all’inceneritore – spiega Peduzzi – sia per questioni idrogeologiche sia per ragioni culturali. Realizzare un inceneritore rappresenta il fallimento della politica della raccolta differenziata, del riciclo e della riduzione dei rifiuti, spalancando le porte alle logiche del business”.

La domanda è d’obbligo, dunque: se l’inceneritore “passerà” uscirete dalla maggioranza? “Stiamo predisponendo una situazione di fine legislatura con Marrazzo su alcuni punti chiave: uno di questi è la politica energetica. E’ previsto un incontro imminente con la maggioranza – aggiunge Peduzzi – per discutere e ridefinire una serie di attriti. Se ci riterremo soddisfatti continueremo l’esperienza di giunta, altrimenti usciremo dalla coalizione”.

Una scelta chiara che non lascia margini di improvvisazione, forse una ulteriore garanzia per chi crede e va avanti sulla strada del NO.

sabato 21 marzo 2009

I Castelli Romani scendono in piazza contro l’inceneritore di Albano

Otto comuni dei Castelli Romani sono oltre i limiti e continuano l’erogazione solo perché hanno ricevuto una deroga dalla Regione, ma nell’acqua fornita c'è una concentrazione di arsenico, floruri e vanadio superiore alla norma.

Sono Ciampino, Albano, Ariccia, Genzano, Castel Gandolfo, Lariano, Lanuvio e Velletri. E numerosi altri centri dei Castelli Romani sono di poco sotto il limite consentito.

Il provvedimento ha valore di tre anni e non sarà rinnovato, sicché per molti si avvicina la scadenza.

E’ una corsa contro il tempo delle istituzioni per risolvere il problema delle acque all'arsenico ai Castelli: le autorità deputate al controllo della qualità delle acque si riuniscono almeno cinque volte al mese per approvare interventi di bonifica e di potabilizzazione.

«Abbiamo ragioni per pensare che negli anni precedenti la situazione fosse peggiore e potrebbero esserci stati danni alle persone per effetto delle elevate concentrazioni» ha affermato il professor Augusto Messineo, direttore del Dipartimento prevenzione Asl, al giornale “Il Messaggero”.

E’ in questo grave contesto di crisi idrica e di emergenza igienico-sanitaria che Cerroni e i suoi boys (Marrazzo, Di Carlo, Robilotta, Alemanno) vogliono piazzare un inceneritore che consuma 228.000 tonnellate di acqua l’anno.

Eppure la ASL di Albano aveva messo in guardia Marrazzo: “l’inceneritore è incompatibile con il mantenimento di una situazione igienica adeguata al territorio”.

I Consigli Comunali di Albano Laziale, Ariccia, Pomezia e Ardea hanno votato all’unanimità ordini del giorno contro l’inceneritore.

Il 27 marzo sarà la volta del Consiglio Comunale di Castel Gandolfo.

Poi si riunirà il Consiglio Comunale di Lanuvio.

Anche i Presidenti delle Circoscrizioni di Cecchina e di Pavona hanno aderito alla manifestazione del 21 marzo.

La protesta e l’indignazione si allargano di giorno in giorno, anche a seguito dello scandalo dell’inceneritore di Colleferro.

Marrazzo ha gravissime responsabilità politiche.

Il 29 ottobre 2008 Marrazzo, accompagnato dal suo assessore Di Carlo, dichiarava alla Commissione Ambiente della Regione Lazio: “Il Lazio presenta da oltre 10 anni una situazione di mercato stabile con società ed imprenditori facilmente individuabili, sia pubblici che privati, che hanno dato garanzia di affidabilità sia per il servizio reso che per le azioni poste in essere per garantire la salvaguardia dell’ambiente”.

Dopo queste dichiarazioni “irresponsabili”, è successo di tutto:
· l’inceneritore di Malagrotta è stato sequestrato dalla magistratura,
· il responsabile della discarica di Malagrotta è stato condannato ad un anno di carcere per aver smaltito in discarica rifiuti pericolosi come i fanghi di depurazione provenienti dall’ACEA,
· 13 persone, tra cui dirigenti dell’AMA, sono state arrestate per le gravi irregolarità verificatesi nell’inceneritore di Colleferro.

A queste società ed imprenditori “molto affidabili per garantire la salvaguardia dell’ambiente” (Cerroni, AMA, ACEA) Marrazzo ha affidato, a trattativa privata, l’inceneritore di Albano.

E’ il “patto della coda alla vaccinara”, ampiamente documentato dalla trasmissione Report di RaiTre.

Del “patto” fa parte anche il PD di Genzano, che ha dato ordini precisi al suo Sindaco e ai suoi consiglieri comunali di bocciare la mozione contro l’inceneritore di Albano. Una pagina vergognosa della storia di Genzano: svendere il proprio territorio a Cerroni per un “piatto di lenticchie” (qualche tecnico e qualche dittarella per i lavori dell’inceneritore).

Contro questo schifo, la popolazione dei Castelli Romani sarà di nuovo in piazza sabato 21 marzo alle ore 15,30 ad Albano.

Sarà la partecipazione dei cittadini a sconfiggere questo “oscuro” sistema di potere e a riaffermare le regole della democrazia.

mercoledì 18 marzo 2009

RIFIUTI, ALBANO. PRC: “REVOCARE CONFERENZA DEI SERVIZI”

Riceviamo e con grande soddisfazione pubblichiamo!!!

COMUNICATO STAMPA
Roma, 18 marzo 2009

RIFIUTI, ALBANO. PRC: “REVOCARE CONFERENZA DEI SERVIZI”

“La conferenza dei servizi convocata domani per valutare l’autorizzazione di impatto ambientale per l’inceneritore di Albano va revocata”. A chiederlo sono il capogruppo del Prc alla Regione, Ivano Peduzzi, e il capogruppo del Prc in Consiglio comunale di Albano, Mario Rapisardi, secondo i quali: “senza la partecipazione di tutti i comuni dei Castelli romani che sarebbero investiti dagli effetti devastanti dell’impianto la conferenza non può aver luogo”.

“In un momento come questo, in cui cresce tra la popolazione la preoccupazione per le conseguenze sul piano sanitario e ambientale di un eventuale inceneritore - dicono Peduzzi e Rapisardi – si tenta un blitz escludendo da ogni decisione alcuni comuni come Ariccia e Pomezia che hanno già espresso un giudizio fortemente negativo sul mega-impianto di Albano, mentre Castel Gandolfo si prepara a farlo con un consiglio comunale straordinario convocato per il 27 marzo. Non tenere conto di queste posizioni – aggiungono - sarebbe un errore: la gente non vuole l’inceneritore. Perciò, è da rifiutare ogni decisione verticistica che non prenda in considerazione la protesta sempre più forte che avanza nei territori, sia a livello istituzionale che con la mobilitazione popolare.

In questo contesto, Rifondazione comunista ha posto il ‘no’ all’impianto tra i punti ‘irrinunciabili’ per un patto di fine legislatura con Marrazzo e aderisce alla manifestazione organizzata dal Comitato contro l’inceneritore che si terrà sabato, 21 marzo, ad Albano”.

La Conferenza dei servizi è illegittima!!!!

Domani 19 marzo 2009 si riunirà la Conferenza dei Servizi per valutare l’Autorizzazione di Impatto Ambientale per l’inceneritore di Albano.

Sono invitati a decidere la Regione Lazio, la Provincia di Roma, i Comuni di Albano Laziale e di Ardea, la ASL RMH.

I Consigli comunali di Albano Laziale e di Ardea hanno votato all’unanimità ordini del giorno contro l’inceneritore di Albano.

Anche i Consigli comunali di Ariccia e Pomezia, confinanti con l’inceneritore di Cerroni-AMA-ACEA, si sono espressi all’unanimità contro il mega-impianto.

La novità degli ultimi giorni è rappresentata dal giudizio fortemente negativo della ASL che pone al centro del parere espresso la gravissima crisi idrica dei Castelli Romani.

Una situazione destinata a precipitare con la realizzazione di un impianto “dal fabbisogno idrico di 218mila metri cubi di acqua ogni anno”.

L’inceneritore è “incompatibile con il mantenimento di una situazione igienica adeguata per il territorio […] affetto da gravissime carenze idriche al punto da condizionarne la nomina di un commissario per l’emergenza idrica. Occorre anche tener presente che l’acqua utilizzabile – prosegue il documento – è comunque oggetto di una deroga regionale in ordine alla presenza di metalli, ed è evidente che tale condizione concorrerebbe, in caso di maggior utilizzo della risorsa idrica, ad un ipotetico peggioramento della presenza percentuale di sostanze nocive”.
La gravità della crisi idrica riguarda tutti i comuni dei Castelli Romani che, quindi, hanno il diritto di partecipare e di decidere rispetto al proprio futuro.

La preoccupazione cresce sia nella popolazione sia nelle istituzioni.

Il Comune di Castel Gandolfo, che vede peggiorare quotidianamente la situazione del lago, ha già indetto per il 27 marzo 2009 una riunione del Consiglio Comunale per discutere una mozione contro l’inceneritore di Albano.

Chiediamo espressamente che oltre ai Comuni di Albano e Ardea partecipino alla conferenza dei servizi anche gli altri Comuni dei Castelli Romani (Castel Gandolfo, Pomezia, Ariccia, ecc.) in quanto territori destinati ad essere investiti dalle polveri sottili e dagli effetti disastrosi sulla situazione igienica-sanitaria.

sabato 14 marzo 2009

L’Asl boccia l’inceneritore di Albano

L'inchiesta del giornale "Il caffè" apre scenari inquetanti sulle connessioni tra la politica e l'affare dell'inceneritore di Albano.

L’azienda sanitaria dà parere negativo: incompatibile.
Qualche boss politico traccheggia, i cittadini resistono.
I sanitari avvertono: coinvolgete pure il Sindaco di Ardea.
E allora perchè non pure Pomezia e Ariccia?

Pomezia e Ariccia, attaccate ad Albano, hanno votato contro l'inceneritore in Consiglio Comunale.
Alla Conferenza dei Servizi che decide l'autorizzazione ambientale Ardea partecipa.. Perché loro no?

Il Presidente del Consiglio Comunale di Pomezia: «Devono coinvolgere tutti»

Il Sindaco di Ariccia: «Chiederò di essere ascoltato!»

L’inceneritore scotta sempre di più a Genzano
Molti Comuni hanno già votato contro, ma non Genzano.
Il Sindaco: mi pare impossibile che l’Asl abbia dato parere negativo

Leggi l'inchiesta del giornale "Il caffè".

giovedì 12 marzo 2009

L’inceneritore bocciato dalla Asl

Il parere espresso dal Dipartimento prevenzione ambientale.
Marrazzo: “Possibile la revoca dell’autorizzazione”
“No” a causa della carenza idrica e della denzità abitativa della zona

Da “Il Messaggero” del 12 marzo 2009
di Enrico Valentini

Il dipartimento prevenzione ambientale della Asl dei Castelli sbarra la strada al progetto del quarto inceneritore rifiuti previsto ad Albano. A due mesi dall’avvio dei cantieri della discarica di Roncigliano, l’azienda sanitaria ha bloccato la costruzione dell’inceneritore rendendo pubbliche le motivazioni che hanno indotto a fornire un parere negativo sul procedimento per il rilascio dell’autorizzazione integrata ambientale necessaria all’apertura dell’impianto.

Due i punti critici del progetto che, a parere dei tecnici Asl, rendono “incompatibile” l’impianto con il territorio circostante: la grave carenza idirca patita dal territorio castellano e la notevole densità abitativa in tutta l’area vicino all’inceneritore (al confine con i comuni di Albano, Ardea, Pomezia ed Ariccia).

“La messa in esercizio dell’impianto – si legge nel documento della Asl a firma del direttore del Dipartimento di prevenzione, Agostino Messineo - richiederebbe un consumo annuale annuo di oltre 223.000 mila metric cubi di acqua. Una quantità assolutamente incompatibile con il mantenimento di una condizione igienica adeguata del territorio. Occorre tener presente che il territorio è affetto da gravissime carenze idriche al punto da condizionarne la nomina di un Commissario per l’Emergenza Idrica ed occorre anche tener presente che l’acqua utilizzabile è comunque oggetto di una deroga regionale in ordine alla presenza di metalli.Nemmeno l’potizzata escavazione di un pozzo dedicato – continua il parere della Asl - o l’attivazione di vasche di raccolta dell’acqua piovana risolverebbe i numerosi problemi legati al maggiore utilizzo delle risorse idriche”.

Il circostanziato studio, firmato anche dal direttore del servizio Igiene pubblica Sonatella Varrenti, riporta così al punto di partenza il contestatissimo progetto dell’impianto di via Roncigliano che solo sul finire dello scorso anno è stato sbloccato facendo prevalere le ragioni della Regione, fortemente preoccupata per la situazione di stallo del piano di smaltimento dei rifiuti.

E sul parere negativo della Asl ieri, secondo notizie di agenzia, è intervenuto in prima persona anche il presidente della Regione, rispondendo ad un ascoltatore di un’emitettente radiofonica romana:

"Se esiste un problema idrico l'impianto non può rimanere - ha dichiarato Marrazzo - se l'autorizzazione è stata concessa senza tenere conto del problema di carenza dell'acqua dovrà essere revocata e i tecnici che hanno affermato il contrario dovranno assumersi le loro responsabilità. Senza le necessarie risorse idriche risulta evidente che l’impianto non può entrare in funzione”.

In attesa della conferenza dei servizi tra Regione, Provincia, Asl e comuni di Albano e Ardea, già convocata per il 19 marzo, la notizia del parere negativo della Asl fa esultare il coordinamento delle decine di comitati dei Castelli e dei cittadini contrari all’inceneritore impegnati ad organizzare sabato due assemblee ad Ariccia e a Cecchina, mentre il 21 è prevista una manifestazione di protesta lungo la via Appia, tra Albano e Genzano.

domenica 8 marzo 2009

L’ASL RmH boccia l’inceneritore

Parere negativo dell’azienda sanitaria sull’autorizzazione ambientale
A pesare sulla valutazione la grave carenza idrica dei Castelli Romani
“Incompatibile col mantenimento di una condizione igienica adeguata”
Da “Il Tempo” dell’8 marzo 2009
di Emanuele Romaggioli

L’Asl RmH boccia l’inceneritore di Albano per gli effetti che potrebbe avere sulla condizione igienica dei castelli. Dopo un accurato studio territoriale, il dipartimento prevenzione dell’azienda sanitaria ha stilato una valutazione nagativa per “l’autorizzazione integrata ambientale” all’impianto.

A pesare sul giudizio dell’Asl è la gravissima crisi idrica dei Castelli, costretti già adesso ad utilizzare l’acqua della zona del Pertuso. Una situazione destinata a precipitare con la realizzazione di un impianto “dal fabbisogno idrico di 218mila metri cubi di acqua ogni anno”. Il dato emerge dallo studio dell’Asl RmH, secondo cui lo scenario post-impianto sarebbe “incompatibile – si legge nel documento – con il mantenimento di una situazione igienica adeguata per il territorio […] affetto da gravissime carenze idriche al punto da condizionarne la nomina di un commissario per l’emergenza idrica. Occorre anche tener presente che l’acqua utilizzabile – prosegue il documento – è comunque oggetto di una deroga regionale in ordine alla presenza di metalli, ed è evidente che tale condizione concorrerebbe, in caso di maggior utilizzo della risorsa idrica, ad un ipotetico peggioramento della presenza percentuale di sostanze nocive”.

L’Asl boccia anche l’ipotesi della realizzazione di un pozzo a servizio dell’inceneritore, mettendo in guardia inoltre sulle emissioni di polveri sottili nelle zone urbanizzate. Si attende ora la conferenza dei servizi fissata per il 19 marzo in Regione.

“Chiediamo espressamente che oltre ai Comuni di Albano e Ardea partecipino alla conferenza dei servizi anche i Comuni di Pomezia ed Ariccia – spiega Danilo Ballanti del coordinamento contro l’inceneritore – in quanto territori destinati ad essere investiti con grande incidenza dalle polveri”.

sabato 7 marzo 2009

Anche l’Azienda USL Roma H dice NO all’inceneritore di Albano

Le sorprese per i Cerroni Boys non finiscono mai.

Il Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda USL Roma H ha fornito parere NEGATIVO in merito all’Autorizzazione Integrata Ambientale per l’inceneritore di Albano.

Di seguito riportiamo le gravissime accuse della USL di Albano contro il grande affare dell’inceneritore di Albano, sponsorizzato dal signor Cerroni con la complicità dei suoi Boys (Di Carlo, Marrazzo e Alemanno).

“La messa in esercizio dell’impianto in località Cecchina potrebbe determinare la necessità di un approvigionameno di acqua pari a 28 metri cubi ora per le tre linee di gassificazione con un consumo annuale minimo di 218.000 mc/anno.

Ora, poiché tale quantità di acqua (o anche poco più che una limitata frazione di essa) sarebbe incompatibile con il mantenimento di una condizione igienica adeguata del territorio, sarebbe importante definire in modo il più possibile certo quanta parte del risparmio idrico sia ipotizzata dalla proposta di spostare il carico termico sui circuiti ad aria (e quanto eventuale inquinamento acustico ne deriverebbe).

E’ infatti da notare che il territorio è affetto da gravissime carenze idriche al punto da condizionarne la nomina di un Commissario per l’Emergenza Idrica ed occorre anche tener presente che l’acqua utilizzabile è comunque oggetto di una deroga regionale in ordine alla presenza di metalli.

Ed è evidente che tale condizione concorrerebbe, in caso di maggiore utilizzo della risorsa idrica, ad un ipotetico peggioramento della presenza percentuale di sostanze nocive.

Né peraltro tale condizione potrebbe verosimilmente ritenersi mutata nel caso in cui si intenda provvedere con la escavazione di un pozzo dedicato o anche nel caso in cui si intenda attivare una riserva idrica di acqua piovana (es. per circa 10.000 mc) in considerazione della tipologia delle precipitazioni atmosferiche nella zona e dei periodi siccitosi ricorrenti”.

Si deve confermare quanto già espresso in ordine alle distanze sia per quanto riguarda le emissioni odorigene sia per quanto riguarda le zone urbanizzate interessate dalla possibile ricaduta delle polveri (Massimetta, Cancelliera, Villafranca, Quarto Palazzo, Villaggio Ardeatino, Valle Gaia)”.

Di fronte a questo scempio ambientale, certificato dalla USL locale, la posizione del Consiglio Comunale di Genzano, che ha bocciato la mozione contro l’inceneritore di Albano, è gravissima.

In particolare, il PD di Genzano, già grande sostenitore dell’Assessore Di Carlo, diventa il garante sul territorio degli affari di Cerroni, fornendo la sua corte di tecnici per la direzione dei lavori dell’inceneritore.

Il grande affare dell’inceneritore di Albano è iniziato, ma questa classe politica che sostiene le proposte indecenti di Cerroni contro il nostro territorio verrà spazzata via.