martedì 28 aprile 2009

Dopo lo scandalo di Albano, Marrazzo perde Rifondazione

Dopo lo scandalo della Conferenza dei Servizi sull'inceneritore di Albano, Marrazzo perde i primi pezzi della sua fragile ed inconsistente maggioranza.

Marrazzo continuerà a difendere gli interessi di Cerroni???

A quale prezzo per l'ambiente, per la salute dei cittadini, per la democrazia???

Quale patto lega Marrazzo, Di Carlo e Cerroni????


COMUNICATO STAMPA REGIONE. PRC ESCE DALLA MAGGIORANZA

“Rifondazione lascia la maggioranza di governo della Regione Lazio”. La decisione è stata presa ieri sera all’unanimità dal Comitato politico regionale e comunicata oggi nel corso di una conferenza stampa dalla segretaria regionale del Prc Loredana Fraleone e dal capogruppo alla Pisana Ivano Peduzzi.

“Una decisione – ha spiegato Fraleone - su cui la condivisione del partito è stata totale, fondata su ragioni oggettive. Abbiamo assistito a un progressivo allontanamento del presidente Marrazzo da quelli che erano gli impegni programmatici e nell’ultima fase a una vera e propria rottura. Basta pensare al ticket sanitario, che inizialmente era stato abolito e che ora è stato reintrodotto e persino aumentato rispetto a quello di Storace, e al caso emblematico dell’inceneritore di Albano a cui la Regione ha dato il via libera nella Conferenza dei servizi della settimana scorsa. Ma così facendo Marrazzo non ha rotto solo con noi, ha rotto anche con la cittadinanza. Il suo livello di compromissione con i poteri forti è tale che non crediamo si spezzerà da qui a un anno. Certo, tutto è possibile. Ma se la situazione resta questa non potremo condividere una eventuale sua ricandidatura. Questo per noi è un elemento di coerenza”.

“Gli impegni che erano stati presi in campagna elettorale - ha aggiunto Fraleone - sono diventati carta straccia. Il caso dell’inceneritore di Albano e della turbogas di Aprilia la dicono lunga su come vengono affrontate le questioni di carattere ambientale e persino industriale. La crisi che viviamo impone scelte alternative e politiche ambientali che creino una nuova concezione dello sviluppo e nuova occupazione. Nel Lazio, assistiamo a una deriva privatistica che impoverisce una serie di attività strategiche che potrebbero rispondere alla crisi. Marrazzo mostra un’incapacità di cogliere questi nodi e una subalternità rispetto alle politiche nazionali che consegnano al mercato settori importanti”.

“Da mesi – ha proseguito Peduzzi - chiediamo un confronto sul programma di fine legislatura ma non abbiamo ricevuto da Marrazzo nessuna apertura. Si sancisce così la volontà di fare a meno del partito della Rifondazione comunista”.

Poi tornando sulle prossime regionali ha aggiunto: “La presentazione di Marrazzo come candidato significherebbe che il Pd intende consegnare la Regione al centrodestra. Se, invece, la scelta cadrà su un candidato diverso vorrà dire che il quadro sta cambiando e a quel punto valuteremo il da farsi. Oggi alla Regione siamo in un clima berlusconiano. E’ più di un anno e mezzo che non si fa una riunione di maggioranza e si prendono decisioni oligarchiche da parte di una Giunta monocolore. Siamo allo svuotamento delle istituzioni democratiche e del ruolo costituzionale degli enti locali”.

Roma, 28 aprile 2009

venerdì 24 aprile 2009

Più forte il PD, più forte CERRONI



Scarica e diffondi.

E' iniziata la campagna per le elezioni europee 2009 e anche noi abbiamo preparato il primo manifesto sull'inceneritore di Albano.

La Regione Lazio (Marrazzo) e la Provincia di Roma (Zingaretti) hanno deciso nella Conferenza dei Servizi di dare l'Autorizzazione di Impatto Ambientale all'inceneritore più grande del mondo, come AMA definirlo Cerroni.

Contro tutto e contro tutti.

Contro il parere della popolazione.

Contro il parere di 6 consigli comunali (anche Lanuvio ha votato la mozione contro l'inceneritore di Albano).

Contro il parere della ASL di Albano, che ha messo in evidenza l'emergenza idrica che vive il territorio (8 comuni dei Castelli Romani sono in deroga rispetto alle normative nazionali sulle acque) e l'emergenza sanitaria connessa con un eccezionale aumento della mortalità per tumori.

Invece di difendere il diritto alla salute degli abitanti dei Castelli Romani, Marrazzo e Zingaretti hanno scelto di servire Cerroni.

"Il Lazio è la nuova Gomorra!" ha titolato il settimanale L'Espresso.

La Corte dei Conti ha denunciato che nel Lazio "l’emergenza è stata disposta unicamente allo scopo di determinare la sospensione dell’applicazione delle normative di settore, limitare gli obblighi di concertazione ed il principio di ripartizione delle competenze".

"Suscita notevoli perplessità e preoccupazione, per la palese violazione delle direttive comunitarie e nazionali sulla concorrenza, che" (Corte dei Conti) "per l’impianto di gassificazione di Malagrotta sarebbero intervenuti atti amministrativi di assegnazione dei lavori di costruzione e di esercizio nell’ambito di una non meglio chiarita procedura di affidamento diretto" (Dipartimento della Protezione Civile).

Anche per l'inceneritore di Albano non c'è stata alcuna gara, nazionale o internazionale. Tutto è stato deciso con l'accordo della coda alla vaccinara.

Inoltre, come ha rilevato il Consiglio di Stato, si è creato il rischio di consolidare la sovrapposizione di un sistema amministrativo e di gestione alternativo a quello ordinario con l’effetto “di estromettere completamente i Comuni e quindi le comunità che esprime la Amministrazione di livello locale dalla gestione di
significativi aspetti della vita delle comunità medesime
”.

Siamo, quindi, alla sospensione delle regole democratiche.

Le responsabilità di Marrazzo e di Zingaretti sono gravissime.

Non ci sono regole nella Regione Lazio: vale solo la Legge di Cerroni.

E' ora che il popolo dia una severa lezione al partito dei Cerroni Boys (il PD) alle prossime elezioni europee (e poi alle regionali).

Di fronte a questa grave emergenza democratica, chiediamo agli alleati (Sinistra e Di Pietro) di prendere una posizione chiara di rottura delle alleanze con il PD di Cerroni.

Scarica e diffondi.

mercoledì 22 aprile 2009

E' rivolta contro l'ok all'inceneritore

Albano, uniti comuni e comitati
dal Messaggero del 22 aprile 2009
di Bruno Valentini

Pioggia di contestazioni per il nulla osta all'inceneritore di Albano. Le bordate più pesanti contro la Regione Lazio giungono dai comitati cittadini, una quarantina, in gran parte raccolti nel coordinamento "NO INC".

"Siamo alla sospensione delle regole democratiche - attacca Danilo Ballanti, del comitato di Pavona - Si è deciso un progetto folle nonostante la netta opposizione di molti Comuni".
Intanto il coordinamento "NO INC" ha già manifestato l'intenzione di rivolgersi al TAR.

"Oltre all'inceneritore si allarga la discarica con un settimo invaso - spiega Claudio Fiorani dal coordinamento - Il parere della ASL è stato ignorato in spregio alle norme di legge. La Regione potrà ribaltare tutti i pareri contrari ma non riuscirà a fermare la volontà dei cittadini".

Il Sindaco di Castel Gandolfo Maurizio Colacchi riporta la vicenda sul piano politico: "Dopo il rilascio dell'autorizzazione occorre valutare con i comuni limitrofi e ai cittadini la situazione che si va delineando, in contraddizione con il volere popolare e le determinazioni di molti consigli".

Durissimo il commento dell'assessore all'ambiente di Albano Domenico Roma: "La Regione ha peccato ancora una volta di arroganza, approvando un piano che non tiene conto delle esigenze di un territorio popoloso quanto una medio grande provincia italiana".

Oggi è convocato il consiglio regionale. Per il segretario laziale di Rifondazione Loredana Fraleone l'ok della Pisana "crea un ulteriore scollamento della giunta Marrazzo dalle comunità locali e compromette i rapporti di maggioranza".

Polemico anche Enrico Fontana, capogruppo de La Sinistra: "Non si può realizzare questo impianto contro tutto e tutti".

lunedì 20 aprile 2009

20 Aprile 2009: vince la legge di Cerroni

Tutto è andato secondo copione.

Cerroni ha dettato il copione e la Conferenza dei Servizi si è adeguata ai suoi voleri, approvando il settimo invaso della discarica e l'inceneritore di Albano.

Siamo ormai alla sospensione delle regole democratiche nella Regione Lazio, il tutto alla vigilia del 25 Aprile.

Marrazzo ha finito per distruggere quello che rimaneva della sua squallida e misera figura.

Il vero Presidente dei Cerroni Boys è Di Carlo.

Peccato che a cena con Cerroni non sia andato solo Di Carlo, ma centinaia di consiglieri comunali, provinciali e regionali, oltre che deputati, senatori, sindaci, portaborse e cassieri dei partiti.

Abbiamo i nomi di due consiglieri comunali di Albano.

E' ora di ripulire le istituzioni di questa gentaglia, di chiedere coerenza a TUTTI i partiti e a TUTTI i consiglieri (comunali, provinciali e regionali).

E' ora di denunciare, pubblicamente e alla Procura della Repubblica, i drammi che la gente vive nelle proprie case (le statistiche che Messineo ha fatto vedere all'Espresso).

Ci sono arrivate decine di email, raccontano i drammi che vivono le famiglie di Pavona (e così di Albano, Cecchina e Roncigliano).

Purtroppo alcune forze politiche, per mantenere qualche inutile poltronica, non hanno il coraggio di lasciare da solo Marrazzo e i suoi intrallazzi con Cerroni & co.

Abbiamo visto in questi giorni il manifesto del PD di Castel Gandolfo, poverini. Si attiveranno in tutte le sedi per evitare la costruzione dell'inceneritore di Albano.

Il popolo li spazzerà tutti via, perchè assolutamente inutili ed insignificanti!!!!

Ho visto in questo fine settimana il piano dei rifiuti della Regione Lombardia: 3.000 pagine.

Il piano Marrazzo è un misero piano di sole 15 paginette a servizio di Cerroni.

In Lombardia, le scuole, quelle elementari, quelle materne, gli asili nido, non possono stare in un raggio inferiore ai 1.000 metri da una discarica.

E, invece, nel Lazio, ad Albano, questo è possibile!!!!!!!!!!!

E nessun consigliere (regionale, provinciale, comunale) dice nulla. Si informa. Protesta.

Vale la legge Cerroni (la puzza della discarica si sente solo fino a 25 metri).

Dopo il 20 aprile 2009 nulla rimarrà come prima.

domenica 19 aprile 2009

La Regione Lazio ridotta al ridicolo!!!

Il 20 aprile 2009 si dovrebbe tenere la farsa della Conferenza dei Servizi per dare l’AIA (Autorizzazione di Impatto Ambientale) all’inceneritore di Albano.

La data si colloca nell’ambito della settimana delle celebrazioni del 25 Aprile, la Festa della Liberazione.

Ma cosa succederà alla Conferenza dei Servizi del 20 aprile 2009?

Sarà la data storica della liberazione dall’inceneritore di Cerroni oppure sarà il giorno della vergogna, in cui tutte le regole del vivere democratico saranno calpestate?

La ASL di Albano ha detto di NO: il territorio ha già problemi gravissimi (emergenza idrica, inquinamento delle acque e dell’aria, mortalità troppo elevata per tumori).

I Consigli Comunali di Albano, Ariccia, Ardea, Castel Gandolfo e Pomezia hanno votato all’unanimità mozioni contro l’inceneritore di Albano.

La popolazione dei Castelli Romani non vuole sul proprio territorio l’inceneritore più grande del mondo, come AMA definirlo Cerroni.

Ad ogni iniziativa contro l’inceneritore accorrono centinaia di cittadini.

Venerdì sera, la sala conferenze del Centro Anziani di Pavona non è riuscita a contenere la straordinaria partecipazione al convegno del Prof. Montanari. Decine di persone hanno dovuto seguire l’evento all’esterno.

Sabato pomeriggio, la piazza di Genzano è stata riempita da tantissimi cittadini per protestare contro il Sindaco e il Consiglio Comunale di Genzano, che hanno bocciato la mozione contro l’inceneritore di Albano. Una volta Genzano era un modello per i Castelli Romani. Oggi Genzano è la vergogna dei Castelli Romani. Prossimamente il modello Genzano farà la stessa fine del modello Roma!!!

Tutti sono contrari, tranne Cerroni e Marrazzo che stanno organizzando la farsa del 20 aprile.

Ci avevano detto che l’inceneritore avrebbe eliminato la discarica, invece il 20 Marrazzo ci vuole regalare, oltre l’inceneritore, anche una discarica (il settimo invaso).

Quale deve essere la distanza di una discarica di rifiuti non pericolosi?

Il piano Marrazzo dei rifiuti del Lazio, scritto su misura per i terreni di Cerroni, prevede una distanza di 200 metri dal punto di scarico dei rifiuti.

Nella Regione Lombardia, dove Cerroni non ha terreni, la musica cambia: la distanza minima delle “discariche di rifiuti non pericolosi putrescibili” è pari a 500 metri e la distanza si misura dalla recinzione dell’impianto.

Inoltre, sempre in Lombardia, esiste una distanza minima da funzioni sensibili (strutture scolastiche, asili, ospedali, case di riposo) di 1.000 metri.

Applicando la legislazione della Regione Lombardia, Cerroni non potrebbe neanche chiedere l’ampliamento della discarica di Roncigliano. Ci sono, infatti, case a pochi metri dalla recinzione dell’impianto e, cosa ancora più grave, la scuola elementare, la scuola materna e l’asilo nido di Roncigliano sono ad una distanza inferiore ai 1.000 metri dalla recinzione dell’impianto.

Ma, purtroppo non siamo in Lombardia, ma nel Lazio di Cerroni e Marrazzo.

Dobbiamo stare tranquilli in quanto, come ha sottolineato in un atto ufficiale il Direttore del Dipartimento Territorio della Regione Lazio, Cerroni ha stimato che la distanza di ricaduta delle emissioni odorigene è risultata pari a 25 metri e, inoltre, sempre il signor Cerroni si è impegnato ad adottare in fase di costruzione e di esercizio i seguenti accorgimenti operativi:
- innaffiamento di frequente delle superfici carrabili in terra battuta;
- installazione, lungo il perimetro dell’area interessata dal VII invaso, di impianto di spruzzo di deodorante in modo da abbattere eventuali emissioni di cattivi odori non preventivati.

Già immaginiamo la scena alla discarica di Roncigliano: Marrazzo (il Presidente dei Cerroni Boys) intento ad innaffiare la pista di atterraggio in terra battuta, Mattei (il Sindaco che di notte dice di SI e di giorno dice di NO) che spruzza deodoranti, Di Carlo che cucina la coda alla vaccinara, mentre Cerroni atterra con il suo elicottero.

Ci chiediamo se le istituzioni possono essere ridotte in questo stato “ridicolo” senza che nessun Consigliere Regionale senta il dovere, a ridosso del 25 aprile, di dire BASTA a questo insulto della Costituzione.

Agli abitanti della zona della discarica consigliamo di rifarsi alla Legislazione Regionale della Lombardia e di chiedere il risarcimento danni (“nel caso di abitazioni sparse poste a distanza inferiore a quelle sopra indicate, dovrà essere effettuata una specifica verifica degli impatti aggiuntiva, che preveda la messa in opera di eventuali misure di compensazione specifiche”).

sabato 18 aprile 2009

“CONFERENZA DEI SERVIZI BOCCI INCENERITORE DI ALBANO”

Riceviamo e pubblichiamo il COMUNICATO STAMPA del PRC
Roma, 18 aprile 2009

“La Conferenza dei servizi convocata per lunedì prossimo 20 aprile bocci definitivamente il progetto dell’inceneritore di Albano”.

A chiederlo in una nota congiunta il capogruppo del Prc alla Pisana, Ivano Peduzzi, e il capogruppo al comune di Albano, Mario Rapisardi.

“Dopo i giudizi contrari dei comuni dei Castelli e della Asl Rm H - aggiungono i due esponenti di Rifondazione - il sì all’impianto sarebbe una violazione della volontà dei cittadini e delle comunità locali: una vera e propria forzatura antidemocratica. Diventa perciò necessario che il presidente Marrazzo ritiri il suo Piano dei rifiuti riportando la discussione in Consiglio regionale per trovare soluzioni che diano risposte concrete al problema ma salvaguardando il territorio e la salute dei cittadini.

Ricordiamo che da tempo Rifondazione comunista ha posto la questione dei rifiuti tra le priorità di un pacchetto programmatico per un patto di fine legislatura: un’accelerazione unilaterale comprometterebbe inevitabilmente i rapporti politici all’interno della maggioranza”.

Eccezionale partecipazione alla conferenza del Prof. Montanari


La sala conferenze del centro anziani di Pavona non è riuscita a contenere l’eccezionale partecipazione di cittadini alla conferenza con il Prof. Montanari.

La conferenza ha fornito l’opportunità di uno straordinario viaggio nel mondo delle nano particelle tra inquinamento, patologie e interessi politici e finanziari.

Il nostro corpo assorbe dall’aria che respiriamo come dai cibi che ingeriamo, diverse tipologie di elementi, minuscole polveri che, riconosciute estranee dal corpo, provocano reazioni infiammatorie importanti, talvolta origine di gravi patologie.

Dopo la conferenza risulta molto più chiaro quanto riportato dall’Espresso in merito ai documenti prodotti dalla ASL di Albano: “gli epidemiologi hanno osservato un eccesso di mortalità negli uomini superiore al 50 per cento sia per le malattie respiratorie che per quelle polmonari croniche, e un aumento del 60 per cento per le malattie dell'apparato genito-urinario. Ad Albano ci sono troppi tumori alla vescica e al sistema linfatico, mentre le donne muoiono più che nel resto della regione. A causa di malattie cardiovascolari, ischemiche, malattie respiratorie e malattie dell'apparato genito-urinario. Da togliere il fiato anche le statistiche sulle persone ricoverate, con eccessi significativi osservati per le malattie dell'apparato respiratorio, in particolare per la Bcpo (la bronco pneumopatia cronica ostruttiva, ndr) e le malattie dell'apparato genitourinario".

Troppi veleni in circolazione per consentire nuove emissioni.

Il Prof. Montanari ha sottolineato che l’installazione di un inceneritore sul territorio di Albano non avrebbe un effetto aggiuntivo, bensì un effetto moltiplicativo sulle gravi patologie rilevate dalla ASL.

Albano, quindi, è oggi in piena emergenza sanitaria e l’autorizzazione di un inceneritore, anzi dell’inceneritore più grande del mondo, come AMA definirlo il signor Cerroni, sarebbe una scelta gravissima.

L’inceneritore di Cerroni non è compatibile con il nostro territorio.

Anzi, nessun inceneritore è compatibile con il nostro ambiente!!!

LUCIANI: NON CI SONO CONDIZIONI PER INCENERITORE DI ALBANO

“Sulla realizzazione dell’inceneritore ad Albano si sta forzando la mano, quando invece le condizioni necessarie per pensare alla sua costruzione non ci sono” Così in una nota Enrico Luciani, Consigliere della Sinistra alla Regione Lazio.

“Ricordo che la realizzazione dell’inceneritore era stata condizionata dal Consiglio regionale (nelle Linee Guida del Piano Rifiuti) in primo luogo al raggiungimento del 50% di Raccolta differenziata entro il 2012 e in secondo luogo alla realizzazione dell’impiantistica di base funzionale alla corretta selezione del materiale da bruciare (cdr).”

“Allo stato attuale- prosegue Luciani- è ancora troppo presto per valutare se vi sarà la crescita della raccolta differenziata, mentre siamo sicuri che i Comuni del comprensorio non siano stati attrezzati con l’impiantistica necessaria. E’ quindi auspicabile che la Conferenza dei Servizi, prevista per il 20 aprile prossimo, bocci l’ipotesi dell’inceneritore ad Albano proprio per evitare che si possa ripetere quanto accaduto a Colleferro, dove è emerso con chiarezza quanto dannoso possa essere un impianto che brucia materiale non adeguato e a norma di legge.

“Come Sinistra quindi manifestiamo la nostra solidarietà ai Comuni che hanno espresso la loro contrarietà al progetto e ai numerosi cittadini organizzati in comitati. Noi siamo per puntare ad una massiccia raccolta differenziata, unica via per una politica di valorizzazione dei rifiuti.”

Enrico Luciani
Consigliere della Sinistra
Regione Lazio

mercoledì 15 aprile 2009

Anche "Il Sole 24 Ore" accusa Marrazzo di miopia politica

Tratto da "Il Sole 24 Ore"
del 14 aprile 2009

....la simbiosi totale abbraccia i vertici passati (e presenti) di AMA con Manlio Cerroni, il re dei rifiuti romani e titolare della discarica di Malagrotta.

Un monumento (di scarti) alla miopia politica nella gestione dei rifiuti in questo Paese. Malagrotta è da 22 anni l’unica valvola di sfogo dell’immondizia della città. Un totem alto come una collina e largo 160 campi da calcio a sei chilometri in linea d’aria dal Vaticano.

Qui sono accumulati anno su anno, proroga su proroga, ben 32 milioni di tonnellate di spazzatura interrata e sepolta. Quei 32 milioni sono l’equivalente della produzione italiana di rifiuti in un anno. Peccato che solo a Roma finiscano tutti in un’unica immensa discarica che tra l’altro non è di proprietà del Comune.

Non sono bastati così tanti anni per capire che questa scelta univoca è foriera di sventure per il futuro. Quel monumento all’insipienza rimarrà lì in eterno.

Chi ci ha guadagnato? Non Roma, ma l’83enne avvocato Cerroni sì.
In oltre 20 anni ha incassato olter 1,7 milioni di euro. La sua società non ha debiti con le banche e ha capitale accumulato, utile su utile, per 170 milioni di euro.

Ora partiranno gli inceneritori (sempre di Cerroni) che produrranno elettricità da vendere sul mercato. Un altro affare per il “re” dei rifiuti romani.

Leggi tutto l'articolo.

martedì 14 aprile 2009

Anche l'Unità abbandona Marrazzo

Dopo le allarmanti inchieste del settimale "L'Espresso" e del giornale "Il caffè", scende in campo "L'Unità" per bacchettare il Presidente dei Cerroni Boys Marrazzo.

Tre pagine dell'Unità dedicate alla battaglia che "oltre 50 comitati nel Lazio combattono per l'eco-smaltimento".

Una giornataccia per il signor Cerroni, quando ha letto il titolo dell'Unità: "Da Albano a Colleferro no agli impianti dei veleni".

Di Carlo, invece, deve essere andato su tutte le furie appena ha letto sull'Unità: "Il problema-rifiuti, incancrenito a Napoli, tra poco si presenterà in tutta la sua tragicità anche a Roma a causa di due incomprensibili decisioni politiche. La prima riguarda la scelta delle aree dove realizzare gli impianti e la seconda consiste nell'enorme quantità di denaro pubblico promesso a chi costruisce inceneritori in sostituzione di una più opportuna raccolta differenziata."

E, come conclude l'Unità, il prossimo appuntamento contro gli inceneritori è a Pavona venerdì 17 aprile alle ore 20 presso il centro anziani (partecipa il Prof. Stefano Montanari).

Leggi tutta l'inchiesta dell'Unità.

lunedì 13 aprile 2009

NO all'inceneritore. Troppa alta la mortalità per le esalazioni di RADON


Intervento del Geologo Antonio Di Lisa

E’ da tempo che seguo con interesse, purtroppo dall’esterno, le iniziative del comitato contro la realizzazione dell’inceneritore di Roncigliano.

Ritengo a questo punto sia utile introdurre nel dibattito le ricerche e le esperienze frutto di anni di lavoro, da parte mia e del dott. Voltaggio del CNR (attualmente IGAG Istituto di Geologia e Geoingegneria), svolte nel territorio dei Colli Albani ed in particolare nella Solfatara di Pomezia.

Riassumo in sintesi ed allego anche i riferimenti bibliografici delle principali pubblicazioni scientifiche e delle presentazioni a convegni nazionali ed internazionali.

L’apparato vulcanico dei Colli Albani per la comunità scientifica, seppure è considerato un vulcano non più attivo, è oggetto di numerose ricerche sotto l’aspetto geologico, sismico e soprattutto geochimico e vulcanologico.

Rivestono particolare interesse le aree dei siti esalativi (zone di emissione di fluidi vulcanici quali anidride carbonica, acido solfidrico, radon) come la Solfatara di Pomezia, Cava dei Selci nel territorio di Ciampino-Marino, Bagni di Tivoli, Tor Caldara (Anzio) ed altri minori.

Queste aree nel termine tecnico-scientifico sono denominate “discharge” cioè discariche naturali di gas, ossia punti nei quali l’attività post-magmatica si manifesta ancora con notevole intensità con le conseguenti implicazioni negative quando nelle vicinanze vi è la presenza dell’uomo (basti ricordare uno tra tutti per ciò che è avvenuto a Cava dei Selci qualche anno fa in relazione all’improvvisa emissione di anidride carbonica dal sottosuolo).

Oltre all’emissione di anidride carbonica occorre segnalare le grandi quantità di acido solfidrico e di radon (gas radioattivo), quest’ultimo in quantità davvero eccezionali, che si riversano nell’aria da questi siti.

Pur in presenza di una legislazione europea e nazionale circa la prevenzione della popolazione da questo gas pericolosissimo, gli organi regionali deputati all’elaborazione della Carta delle aree a rischio a tutt’oggi non hanno ancora provveduto.

Per ricollegarmi al parere negativo espresso dalla ASL RMH vorrei rimandare chi legge alla sintesi di uno studio “ecologico-epidemiologico”, ripeto ecologico, non essendo chi scrive un medico, presentato nel 1998 ad un convegno a Cambridge (vedi allegato).

Una parte di questo lavoro si è cimentato nella raccolta dei dati ISTAT_USL del triennio 1980-82 (appunto quando le ASL si chiamavano ancora USL) circa la mortalità della popolazione del Lazio per malattie all’apparto respiratorio.

I dati raccolti sono stati distribuiti nel contesto geografico e geologico regionale evidenziando una correlazione altamente significativa tra la mortalità ed i terreni della copertura vulcanica del Lazio.

Questi siti sono pertanto dei “ventilatori naturali” che immettono nell’atmosfera una grande quantità di gas nocivi.

In conclusione qualsiasi decisione in merito alla realizzazione di impianti , o più in generale di pianificazione urbanistica sul territorio ricadente nell’area dei Colli Albani, deve essere approfonditamente ed opportunamente valutata per evitare di esporre la popolazione ad un rischio troppo elevato.

BIBLIOGRAFIA:

1. Voltaggio M., Di Lisa G.A., Voltaggio S. : “The Volcano of the Alban Hills : its social influence from the pre-roman age to present” Meeting on Quaternary Volcanism and its climatic and societal impacts : forcings and feedbacks – Godwin Institute for Quaternary Research, pag. 27. Cambridge 29-30 Settembre 1998

2. Di Lisa G.A., Voltaggio M., Voltaggio S. : “La Solforata di Pomezia: un’area associata ad un elevato rischio geoc himico” – FIST – GEOITALIA 1999 – 2° Forum Italiano di Scienze della Terra. PLINIUS n. 22, 148-150 - Bellaria 20-23 settembre 1999.

3. Voltaggio M., Di Lisa G.A., Voltaggio S.: “Studio dei disequilibri radioattivi della serie dell’uranio in un’area di manifestazioni gassose (Solforata di Pomezia, Colli Albani): Implicazioni per il rischio vulcanico e geochimico” – FIST – GEOITALIA 1999 – 2° Forum Italiano di Scienze della Terra. PLINIUS n. 22, 376-377 - Bellaria 20-23 Settembre 1999.

4. Voltaggio M., Di Lisa G.A., Voltaggio S. (2001): “U-series disequilibrium study on a gaseous discharge (Solforata of Pomezia, Alban Hills, Italy) : implications for volcanic and geochemical risk” Applied Geochemistry Vol. 16 pagg. 57-72

5. G.A. Di Lisa, S. Voltaggio, M. Voltaggio : Metodologia geochimica per l’individuazione delle aree ad elevati flussi di radon20dal suolo: esempio di applicazione nel Comune di Pomezia (Roma, Colli Albani). Pubblicato sugli Atti del Convegno dell’Istituto Scientifico Europeo - ARPA Piemonte “Problemi e tecniche di misura degli agenti fisici in campo ambientale” – Ivrea 3-5 aprile 2001

6. Voltaggio M. :”Impatto ambientale di emanazioni gassose naturali” Accademia dei Lincei – Roma - 2003

Il coordinamento presenta un esposto alla Polizia Municipale

Da "Castelli Oggi"
di Emanuele Romaggioli

Cortei e carte bollate. Prosegue così la battaglia del coordinamento contro l’inceneritore di Albano. Dopo la grande manifestazione di metà marzo, i “No-Inc” passano dalla piazza alla penna, presentando un esposto alla Polizia Municipale contro il cantiere del Co.e.ma: la cordata imprenditoriale a capo del progetto. L’area dove sorgerà il nuovo impianto – Roncigliano - è stata recintata già da diverso tempo, e il coordinamento sollecita la Municipale di Albano ad effettuare i debiti controlli nella zona.

“Il Sindaco stesso – spiega Claudio Fiorani, tra i membri più attivi del coordinamento - ci ha assicurato che nei prossimi giorni i vigili urbani verificheranno la regolarità dei lavori sul sito e qualora fosse reale il timore che gli stessi riguardino opere non conformi allo strumento urbanistico, provvederanno al sequestro del cantiere. A valle del dibattimento presso il Tar –prosegue - e nonostante non siano stati ancora sospesi i lavori a causa della fase commissariale ed emergenziale in cui si trovava la regione, e del bollino di urgenza con cui è stato classificato l'impianto in sede di approvazione, l'intero iter procedurale ed amministrativo con cui si sono ottenute le approvazioni oltre che risultare vergognoso sarebbe pesantemente illegittimo".

Fiorani denuncia la fuga in avanti del Coema per ottenere i famosi Cip-6: finanziamenti pubblici agli inceneritori pagati direttamente dai cittadini. "E' evidente che i lavori avviati dal Coema sul sito dove dovrebbe sorgere l'impianto sono stati strumentalmente avviati prima dell'autorizzazione integrata ambientale al solo scopo di intercettare impropriamente i finanziamenti pubblici".

La battaglia legale prosegue anche nelle aule del Tar del Lazio, dove il Wwf, il coordinamento e il Comune di Albano hanno fatto fronte comune nel ricorso contro il Coema.

Fiorani lancia un appello finale a Marrazzo: “Chiediamo al presidente Marrazzo di porre fine a tutto questo, di prendere atto che le istituzioni che lui rappresenta sono vittima di un colossale ricatto a scapito della salute e della qualità della vita dei cittadini e di intervenire perché la correttezza formale, la questione morale e la legalità siano ristabilite".

sabato 11 aprile 2009

Si allarga lo scandalo della gestione dei rifiuti nel Lazio

Dopo “L’Espresso” è la volta del giornale “Il Caffè”.

I titoli dell’ultima inchiesta de “Il Caffè” sono molto allarmanti:

Un rapporto rileva ad Albano malattie e morti oltre la media regionale.
E il Lazio finisce su L’Espresso. Peggio della Campania
Inceneritore, la Asl avverte: troppi malati
Tra ecomafie, impianti dannosi e complicità politiche, così ci si ammala.
A rischio Doc e agricoltura

La redazione del giornale “Il Caffè” aggiunge inquietanti dettagli sugli affari del signor Cerroni che di seguito pubblichiamo:

RIFIUTI DAI TRENI DELLA ROMA-NAPOLI?
Di fatto, nostre fonti, parlano di una trattativa del re dell'immondizia, Manlio Cerroni, per acquistare 15 ettari di terreno nella zona dove vuol fare l'inceneritore, in territorio di Ardea, vicino ai binari della Roma-Napoli. Se così fosse, l'intera area potrebbe diventare un “polo” dell'immondizia che calamiterebbe magari anche via treno vagonate di rifiuti da fuori regione.

“Il Caffè” evidenzia, infine, che la notizia della bocciatura della ASL “era già in possesso della Regione, da mesi. Ma l’hanno trovata e rilevata dei cittadini. Lo scopre la gente. Gli enti tutti zitti.”

“Il Caffè”, inoltre, riporta un ampio servizio sul convegno tenutosi a Pavona il 4 aprile 2009 in cui si è discusso dell’Alternativa sana al SISTEMA CERRONI.

Sul blog pubblichiamo il testo integrale degli articoli citati:

Di fronte a questo scandalo i cittadini continuano le azioni di informazione di lotta contro l’inceneritore di Albano.

Il prossimo appuntamento è previsto per venerdì 17 aprile 2009 alle ore 20 nel Centro Anziani di Pavona per una conferenza del Prof. Stefano Montanari.

Sabato 18 aprile 2009 alle ore 16 presidio di protesta a Genzano contro le decisioni scellerate del Sindaco e del Consiglio Comunale che hanno bocciato la mozione contro l’inceneritore di Albano.

venerdì 3 aprile 2009

La fine di Marrazzo, Presidente dei Cerroni Boys

Pubblichiamo l'ultimo articolo dell'Espresso sull'inceneritore di Albano.
Ci sono le agghiaccianti rivelazioni della ASL di Albano, che denuncia il fortissimo aumento delle mortalità per l'inquinamento ambientale.
Di fronte al fallimento del suo scellerato e delinquenziale piano rifiuti, Marrazzo non trova niente di meglio che attaccare i cittadini di Pavona, di Cecchina, di Albano e dei Casteli Romani che stanno lottando da mesi per difendere il proprio territorio e il proprio futuro.
Con le ultime dichiarazioni sull'Espresso Marrazzo chiude in modo vergognoso la sua misera carriera politica di Presidente dei Cerroni Boys.

Roma sepolta da una montagna di spazzatura
da L'Espresso

di Emiliano Fittipaldi

Le discariche piene. L'inceneritore bloccato dalla Asl. Le sostanze tossiche smaltite illegalmente. Le malattie in aumento. E il piano Marrazzo per il Lazio che rischia di saltare. Con effetti disastrosi.

Quando alla Regione hanno letto il documento-choc inviato dalla Asl, in molti si sono messi le mani nei capelli. Due paginette, dal contenuto agghiacciante, rischiano infatti di far saltare il Piano rifiuti del Lazio e far scivolare la capitale e le provincie tutte in una crisi simile a quella della Campania.

Il rapporto sostiene che ad Albano Laziale, paesone di 40 mila anime alle porte di Roma, le morti e i ricoveri ospedalieri per alcune gravi patologie toccano livelli record. Proprio ad Albano dovrebbe sorgere il nuovo gassificatore (progettato per bruciare 160 mila tonnellate di rifiuti l'anno) previsto dal piano che ha permesso al Lazio, lo scorso giugno, di uscire dal commissariamento dopo dieci anni di emergenza.

Il programma punta anche a un allargamento della grande discarica ormai satura. Ma il parere conclusivo dell'Asl Roma H è negativo, su tutta la linea. "Si dà atto", spiega il direttore Agostino Messineo, "che l'impianto tratterà unicamente Cdr. Tuttavia la possibilità che accadano evenienze "diverse" non appare, evidentemente, pura utopia. E l'ipotesi probabilistica che accadano situazioni critiche va considerata comunque sotto un profilo delle cautele da adottare in tema di opportuna distanza dalle abitazioni".

Il professore, finito nelle indagini sulle cliniche degli Angelucci, snocciola le tabelle di un recentissimo studio sulla salute della popolazione residente in città, che "L'espresso" ha potuto consultare.

Senza fare riferimento a esposizioni specifiche (ma più che la discarica, è al traffico caotico dell'Appia che guardano gli esperti), gli epidemiologi hanno osservato un eccesso di mortalità negli uomini superiore al 50 per cento sia per le malattie respiratorie che per quelle polmonari croniche, e un aumento del 60 per cento per le malattie dell'apparato genito-urinario. "Tali eccessi", si legge nel rapporto, "sono statisticamente significativi ". Non solo. Nel paese ci sono troppi tumori alla vescica e al sistema linfatico, mentre le donne muoiono più che nel resto della regione. A causa "di malattie cardiovascolari, ischemiche, malattie respiratorie e malattie dell'apparato genito- urinario".

Da togliere il fiato anche le statistiche sulle persone ricoverate, con "eccessi significativi osservati per le malattie dell'apparato respiratorio, in particolare per la Bcpo (la bronco pneumopatia cronica ostruttiva, ndr) e le malattie dell'apparato genitourinario".

Il gassificatore non s'ha da fare, la conclusione.

Troppi veleni in circolazione per consentire nuove emissioni. Secondo la Asl deve vincere il principio di precauzione, poiché i dati scientifici possono essere anche insufficienti, inconcludenti o incerti, ma la "valutazione scientifica indica possibili effetti inaccettabili e incoerenti".

Piero Marrazzo, governatore con delega ai rifiuti, ammette di essere molto preoccupato.

"Massima priorità alla salute dei cittadini e alla difesa del territorio. Ma aggiungo che senza Albano il piano rischia di saltare. La regione può cadere in un'emergenza grave. Capisco le critiche e le rimostranze degli ambientalisti, ma non vorrei che ci fossero in campo altri interessi che mirano a far saltare tutto. Un nuovo caso Napoli? Non sarei così tranchant, però i timori sono tanti: senza il gassificatore di Albano bisognerà correre rapidamente ai ripari".

Intanto il presidente ha già chiesto all'Arpa e agli epidemiologi della Asl E una nuova valutazione che possa rendere "inoffensiva" quella di Messineo, considerata priva di motivazioni "congrue".

Per ottenere comunque l'autorizzazione integrata ambientale necessaria a realizzare l'impianto. Traffici criminali. La battaglia della monnezza è solo agli inizi. Nel Lazio si giocano due partite parallele. Una sanitaria, l'altra politica ed economica.

Lo scandalo di Colleferro, l'inceneritore dove, secondo i pm di Velletri e i carabinieri del Noe, si bruciavano anche rifiuti tossici per produrre più elettricità, è solo la punta di un iceberg dalle dimensioni gigantesche.

Nemmeno fossimo a Gomorra, le forze dell'ordine negli ultimi mesi hanno trovato migliaia di tonnellate di sostanze tossiche in discariche non autorizzate, mentre in quasi tutte le procure regionali sono aperte indagini su traffico illecito di rifiuti e contaminazione ambientale.

A Malagrotta, ad Amatrice, nel Frusinate, a Viterbo, a Rieti.

Sempre più spesso si registrano infiltrazioni della criminalità organizzata. Acqua, falde, aria e terra sono, in alcune zone, completamente compromesse.

Tanto che dopo le indagini sugli abitanti della Valle del Sacco e quelli di Albano il dipartimento di epidemiologia darà il via a un monitoraggio a tappeto nei luoghi vicino a discariche, termovalorizzatori e altri impianti di trasformazione della spazzatura.

Alla ricerca di eventuali malformazioni, malattie e andamenti strani della mortalità degli abitanti.

"Ma non facciamo allarmismi, è un progetto nato due anni fa improntato alla trasparenza", dice il direttore del dipartimento di epidemiologia Carlo Perucci, impegnato anche per la valutazione dell'impatto del discusso termovalorizzatore di Acerra: "A tutt'oggi non c'è nessuna evidenza tra rifiuti, inceneritori e patologie. Ci sono alcuni sospetti su rari sarcomi e alcuni linfomi. Nel Lazio il problema numero uno è il traffico e, in certi casi, la gestione criminale dei rifiuti: oltre ai controlli sulla salute, dobbiamo essere sicuri su quello che arriva in discarica e negli inceneritori".

(02 aprile 2009)