Tratto da "Il Sole 24 Ore"
del 14 aprile 2009
....la simbiosi totale abbraccia i vertici passati (e presenti) di AMA con Manlio Cerroni, il re dei rifiuti romani e titolare della discarica di Malagrotta.
Un monumento (di scarti) alla miopia politica nella gestione dei rifiuti in questo Paese. Malagrotta è da 22 anni l’unica valvola di sfogo dell’immondizia della città. Un totem alto come una collina e largo 160 campi da calcio a sei chilometri in linea d’aria dal Vaticano.
Qui sono accumulati anno su anno, proroga su proroga, ben 32 milioni di tonnellate di spazzatura interrata e sepolta. Quei 32 milioni sono l’equivalente della produzione italiana di rifiuti in un anno. Peccato che solo a Roma finiscano tutti in un’unica immensa discarica che tra l’altro non è di proprietà del Comune.
Non sono bastati così tanti anni per capire che questa scelta univoca è foriera di sventure per il futuro. Quel monumento all’insipienza rimarrà lì in eterno.
Chi ci ha guadagnato? Non Roma, ma l’83enne avvocato Cerroni sì.
In oltre 20 anni ha incassato olter 1,7 milioni di euro. La sua società non ha debiti con le banche e ha capitale accumulato, utile su utile, per 170 milioni di euro.
Ora partiranno gli inceneritori (sempre di Cerroni) che produrranno elettricità da vendere sul mercato. Un altro affare per il “re” dei rifiuti romani.
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