domenica 27 luglio 2008

La grande corsa all’oro degli inceneritori

E’ apparso sull’ultimo numero dell’Espresso un articolo, piuttosto romanzato, sul signor Cerroni, il vecchietto di 84 anni che gestisce in regime di assoluto monopolio i rifiuti della Regione Lazio.

All’ombra dei rifiuti, il signor Cerroni ha costruito un impero “da oltre due miliardi di euro”, “con un fatturato di 800 milioni l’anno”.

Nell’articolo si sostiene che il signor Cerroni, forte della minaccia di chiusura della discarica di Malagrotta, di fatto condizionerebbe anche il Presidente del Consiglio Berlusconi.

Figuriamoci il povero presidente Marrazzo (un presidente con la p minuscola) che, come riporta l’ANSA del 15 luglio 2008, è costretto ad andare a Malagrotta “a fari spenti” e con il cappello in mano a fare i conti con il potentissimo Cerroni.

In fondo, come cita l’articolo dell’Espresso, il signor Cerroni è “un personaggio con il quale i politici romani fanno i conti silenziosamente dal 1975”.

Tranquillo Pietro (detto Piero), quando perderai le prossime elezioni il signor Cerroni potrà sempre trovarti una ricollocazione. Così, infatti, è solito fare il Cerroni con gli ex presidenti della Regione Lazio (da un articolo pubblicato nel novembre 2004 sul sito www.lavocedellago.it/n31/pag6.htm apprendiamo, infatti, che Bruno Landi, ex Presidente della Regione Lazio del PSI, era diventato il factotum del signor Cerroni).

L’Espresso ci informa anche che il signor Cerroni starebbe per rilevare l’impianto di Colleferro dal consorzio GAIA. In questo modo il suo monopolio sarebbe totale.

L’Espresso, inoltre, riporta che “secondo stime che circolano a Roma, il suo gruppo sta investendo oltre un miliardo e mezzo di euro nei termovalorizzatori e punta a poter trattare il quintuplo del CDR oggi prodotto nel Lazio”.

Non sappiamo dove il settimanale abbia raccolto tali stime. E’ molto strano, però, il concetto di investimento: lo Stato Italiano mette i soldi, Cerroni li intasca e questo a Roma (come a Brescia) si chiama investimento???

Purtroppo il romanzetto dell’Espresso nulla ci spiega sulla grande corsa all’oro dei nuovi inceneritori e nulla ci dice in proposito dei fondi pubblici che stanno per arrivare al signor Cerroni: 150 milioni di euro per l’inceneritore di Malagrotta e 400 milioni di euro per l’inceneritore di Albano.

Per arrivare al miliardo e mezzo citato nell’articolo, i “Cerroni Boys” staranno già pensando ad altri inceneritori da disseminare in tutta la Regione Lazio?

Per partecipare a pieno titolo alla grande corsa all’oro degli inceneritori, non poteva, inoltre, mancare tra le decine di società del signor Cerroni “una società che opera a Brescia” (L’Espresso).

L’unico timido appunto del settimanale L’Espresso è riservato alla raccolta differenziata: “Certo, si potrebbe osservare che se nel Lazio la raccolta differenziata rimane a livelli da ridere (più o meno il 15%) una qualche responsabilità l’avrà anche il Cerroni”.

Il settimanale l’Espresso riporta, infine, la solita barzelletta del signor Cerroni: “Applico tariffe tra le più economiche d’Italia grazie alle quali Roma ha risparmiato negli anni oltre un miliardo”.

Stupisce che i giornalisti di un settimanale così autorevole non abbiano il minimo di senso critico e, in questo caso, un po’ di senso del ridicolo.

Bastava leggere l’analisi dell’ufficio studi di Mediobanca per la fondazione Civicum di Milano.

Dove la raccolta differenziata è più efficiente, anche le tasche dei cittadini risultano più alleggerite da tasse e spese per lo smaltimento dei rifiuti. Quindi, riciclare fa bene, e non soltanto all’ambiente.

Nei comuni che differenziano almeno il 30%, il costo medio per cittadino è di 120 euro l’anno.

A Roma e Napoli, dove la spesa pro capite è rispettivamente di 157 e 185 euro, la percentuale di rifiuti differenziati scende rispettivamente al 18,6% e al 10,2%.

Ci sono tuttavia altri fattori da prendere in considerazione: l’Ama di Roma e l’Asia di Napoli non detengono la proprietà delle rispettive discariche comunali, ma sono costrette a pagare per il deposito dei rifiuti, incrementando ulteriormente i costi.

Lì dove la raccolta differenziata raggiunge percentuali accettabili, viceversa, lo smaltimento non rappresenta più un costo ma un’opportunità, poiché i materiali riciclabili possono essere venduti a operatori di terzi.

Dove la compagnia è più efficiente, insomma, anche la raccolta differenziata è migliore, e viceversa.

Un circolo virtuoso che si rispecchia, oltre che in un risparmio per i cittadini, anche nei risultati delle società prese in esame dall’analisi: nel 2006, l’Ama ha chiuso un bilancio con una perdita di 7 milioni di euro e l’Asia era in rosso di quasi 30 milioni, laddove l’Amsa di Milano ha registrato utili per 3 milioni di euro.

Quanto ci costa, quindi, garantire le rendite di posizione e le enormi fortune del signor Cerroni???

venerdì 18 luglio 2008

Siamo tutti di San Vittore

Sul Piano Cerroni/Marrazzo sono riportate le quantità di rifiuti che andranno bruciate nei prossimi anni a San Vittore.

Ma, dov’è San Vittore?

San Vittore non ha nulla a che vedere con il famoso carcere milanese; è un paesino di 2.000 abitanti, vicino Cassino, in cui è stato collocato uno degli inceneritori che bruciano i rifiuti nel Lazio.

In questi giorni l’inceneritore di San Vittore, tanto caro a Marrazzo, è andato in fumo.

Pubblichiamo il post di Gianluca Pistore, un ragazzo di 15 anni di Cassino, che ci informa dell’accaduto.

La tecnologia, sicuramente spacciata per sicurissima dai Cerroni Boys (Marrazzo, Di Carlo, Robilotta e Fontana), ha fallito miseramente.

E’ curioso che l’incidente sia accaduto negli stessi giorni in cui i Cerroni Boys della Sinistra Arcobaleno, affiggevano numerosi manifesti nel centro di Roma per annunciare che l’emergenza rifiuti nel Lazio era finalmente finita e che la raccolta differenziata, sulla carta del misero “Piano Marrazzo”, avrebbe raggiunto livelli eccezionali nei prossimi 5 anni (i piani quinquennali del PCUS erano più seri, almeno sapevano contare correttamente il numero di anni!!!).

La vergogna non ha limite e, in questi giorni, i Cerroni Boys del PDL (Robilotta, De Lillo, Celori) saranno invece a Torvajanica per disquisire sulla necessità di una “Maggiore attenzione al territorio” (quanta ipocrisia da parte degli amanti degli inceneritori).

Il post di Gianluca

"Dal post di domenica abbiamo appreso che nel nostro meraviglioso paese (SanVittore) l'oggetto che riesce ad annullare i principi di conservazione della massa e che riesce a valorizzare gli scambi di energia (da sempre in passivo) si è incendiato.

Sto parlando degli inceneritori ed in particolare dell'inceneritore di San Vittore del Lazio. Ci sono importanti aggiornamenti sull'accaduto, o meglio, sui danni. Ma prima voglio rassicurarvi perché alcune autorità, l'ACEA e l'ARPA, giurano che non ci sono danni all'ambiente.

Però qualcosa succede: infatti sembra che alcuni cittadini di San Vittore che abitano a poca distanza dall'inceneritore, - soprannominato affettuosamente "il Mostro" - da quando la nube di fumo prodotta dall'incendio ha invaso le loro case, stiano andando in ospedale o dal proprio medico a causa di problemi di respirazione. Ad alcuni si è abbassata la voce, altri non riescono a spegnere una candela con il soffio. I medici diagnosticano delle bronchiti e le curano come tali.

Chi si è rivolto al sindaco - massimo garante della salute pubblica nel territorio - si è sentito consigliare di chiudere le finestre e di non respirare il fumo nero. La domanda: perché le particelle le vedo e sono nere? Sorge spontanea, però meglio tacere.

I cittadini di San Vittore mi dicevano che non è giusto il fatto che loro paghino gli interessi di un impianto che va a beneficio della collettività. Affermano questo perché credono che gli inquinanti emessi rimangano fermi, statici, e che l'inceneritore sia un bene per noi paesi limitrofi e per tutta la regione che ne beneficia a spese dei circa 2500 abitanti di San Vittore.

Personalmente, se può risollevare il morale di qualche sanvittorese, anche io che non abito lì ho una bronchite (diagnosticata ieri), sono stato riempito di medicine ed ho dolori al petto."

di Gianluca Pistore, 15 anni, Cassino
www.gianlucapistore.com


Tutti i Cerroni Boys a San Vittore

Dopo aver letto il post di Gianluca, tutti i Cerroni Boys (di destra e di sinistra) andrebbero mandati a San Vittore (...scegliete voi se preferite il carcere milanese oppure il paesino vicino Cassino!!!).

martedì 15 luglio 2008

Comincia a crollare il muro di omertà sugli inceneritori

La potentissima lobby di Brescia comincia a perdere colpi.

Sempre più numerosi sono i commenti e le prese di posizione contro gli inceneritori.

Riportiamo in questo articolo la posizione della FAO, l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura, che raccomanda la diminuzione delle fonti di diossina.

“Le diossine sono sottoprodotti indesiderati della produzione di sostanze chimiche e dei processi di combustione.
I principali imputati sono gli inceneritori di rifiuti solidi urbani e di altri tipi di rifiuti.
Il suolo viene contaminato dai fumi liberati nell'aria.
In questo modo la diossina raggiunge gli esseri umani direttamente e indirettamente, dopo aver contaminato acque reflue, i fanghi di terreni agricoli e i pascoli.
A causa della onnipresenza di diossine nell'ambiente, tutte le persone sono sottoposte ad un'esposizione di un certo livello di diossine.
Di qui la raccomandazione a diminuire le fonti di diossina”.

Parallelamente la logica dell'incenerimento viene bocciata senza riserve da Ennio Italico Noviello, primo ricercatore dell'area ricerca del Cnr di Roma: "l'impianto di Brescia sta inquinando l'intera Lombardia. A Brescia non c'é un solo allevamento di bovini che sia senza diossina".

Il problema inceneritori/diossina non riguarda solo gli abitanti di Malagrotta a Roma o quelli di Roncigliano ad Albano.

La politica degli inceneritori è una grave minaccia alla salute e alla vita di tutti i cittadini del Lazio.

Nell’assecondare le logiche affaristiche del signor Cerroni e della lobby di Brescia, la classe politica romana (Marrazzo, Veltroni, Alemanno, Zingaretti, Robilotta, Fontana, De Lillo, ecc.) ha assunto una gravissima responsabilità che avrà conseguenze devastanti sulla salute e sulla vita dei cittadini di Roma, dei Castelli Romani e del Lazio.

L’inceneritore di Brescia
sta inquinando l’intera Lombardia
Comunicato ANSA

Una logica, quella dell'incenerimento, che viene bocciata senza riserve da Ennio Italico Noviello, primo ricercatore dell'area ricerca del Cnr di Roma.
"L'incenerimento trasforma i rifiuti da solidi in aeroformi, marestano tossici e nocivi - ha detto Noviello - E, infatti, in Giappone, unodei primi paesi a utilizzare questa tecnologia, stanno rapidamente facendomarcia indietro".
Poi, lancia ancora un altro allarme.
Secondo Noviello "Brescia avrebbe proposto di vendere l'intero impianto alla Campania". "L'ho saputo proprio stamattina - ha spiegato Noviello in un incontro a Napoli - La proposta era di cederlo per 25 milioni di euro, cioé meno di quanto serve per completare quello di Acerra”.
Una proposta "giustificata dal fatto che quell'impianto sta inquinando l'intera Lombardia. A Brescia non c'é un solo allevamento di bovini che sia senza diossina
Brescia è il punto più inquinato del mondo, basta guardare il satellite".



Anche la FAO contro gli inceneritori

Dall'inserto SALUTE di Repubblica (01-05-2008), il resoconto di uno studio sulle diossine (cause, conseguenze e origini) fatto dalla Fao, l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura.

Gli alimenti, soprattutto quelli lattiero-caseari ma anche la carne, il pesce e i frutti di mare rappresentano oltre il 90% dei veicoli di contaminazione da diossina. Lo rende noto uno studio realizzato dalla Fao, l'ente dell'Onu che si occupa di alimenti ed agricoltura, che si conclude esortando i Paesi a fare maggiori sforzi per ridurre l'esposizione minima delle popolazioni a questo sottoprodotto della combustione della plastica.
Lo studio "Diossine nella catena alimentare: la prevenzione e il controllo della contaminazione", diffuso pochi giorni fa, indaga i rischi e le conseguenze dell'esposizione alla diossina. Dei 419 tipi di composti diossina-correlati identificati, lo studio chiarisce che 30 hanno una tossicità significativa e preoccupante. La più pericolosa risulta la TCDD.
Sono inquinanti persistenti, che resistono alla degradazione fisico-chimica e biologica e rimangono nell'ambiente per lunghi periodi di tempo. Entrati negli organismi biologici, compresi gli esseri umani, si accumulano nei tessuti grassi.
"Particolare attenzione deve essere prestata", spiega Daniela Battaglia, esperta Fao di produzione animale, "alle ripercussioni sui neonati attraverso il latte materno perché sono molto più vulnerabili all'azione della diossina".
Lo studio Fao sottolinea che le diossine, oltre ad essere cancerogene, causano una grande varietà di effetti tossici per le persone e per gli animali. I sistemi endocrino, riproduttivo e dello sviluppo sono tra i più vulnerabili alla diossina. L'esposizione causa patologie del fegato, della milza, del timo, del sistema endocrino, lesioni cutanee e, in casi estremi, la morte. Gli effetti sulla salute possono essere osservati anni dopo l'iniziale esposizione.
Quanto al potenziale cancerogeno, il rischio è stato osservato per tutti i tumori, senza alcuna specifica di cancro predominante.
Le diossine sono sottoprodotti indesiderati della produzione di sostanze chimiche e dei processi di combustione.
"I principali imputati", si legge nel documento, "sono gli inceneritori di rifiuti solidi urbani e di altri tipi di rifiuti. Il suolo viene contaminato dai fumi liberati nell'aria. In questo modo la diossina raggiunge gli esseri umani direttamente e indirettamente, dopo aver contaminato acque reflue, i fanghi di terreni agricoli e i pascoli. A causa della onnipresenza di diossine nell'ambiente, tutte le persone sono sottoposte ad un'esposizione di un certo livello di diossine. Di qui la raccomandazione a diminuire le fonti di diossina”.

giovedì 10 luglio 2008

Cerroni, Er Monnezza!!!

Chi è Cerroni?

Il Sole 24 Ore lo definisce “il monopolista nella gestione dei rifiuti”, “l’uomo che detta legge da 60 anni”.
Lui ama farsi chiamare “l’avvocato”, un Sindaco dei Castelli Romani l’ha definito “il boss”, noi lo chiameremo più semplicemente “il signor Cerroni” (dopo aver letto l’articolo e aver ammirato la sua immensa competenza meriterebbe il soprannome “Er Monnezza”).
Il signor Cerroni controlla la gestione dei rifiuti nel Lazio con “un contenitore di oltre 50 società, un fatturato stimato per il 2005 attorno ai 700 milioni di euro” (Il Sole 24 Ore).
Cerroni è anche proprietario dell’emittente televisiva Romauno, la televisione dalla quale Marrazzo, senza pudore e senza vergogna, ha annunciato il nuovo piano regionale dei rifiuti, scritto da e per il signor Cerroni.

Quanto ci costa il signor Cerroni?

L’anomala situazione di totale monopolio in cui opera il signor Cerroni nel Lazio è misurabile dai cittadini sulla base dell’aumento vertiginoso delle tasse sui rifiuti degli ultimi anni.

L’audizione alla Commissione Parlamentare

Il signor Cerroni non ama la ribalta, ma il 28 settembre 2004 non ha resistito al fascino di un’audizione parlamentare, per cui oggi abbiamo a disposizione un documento prezioso che ci illumina sul competente pensiero del più grande esperto dei rifiuti del Lazio, “l’uomo che con i rifiuti ci ha saputo fare”.

Totò ha venduto la Fontana di Trevi ai turisti.
Cerroni ha venduto un Central Park ai parlamentari.

“Noi, comunque a Massimina abbiamo proposto di realizzare un Central Park, echeggiando il famoso Central Park di New York, che tutti conosciamo e che è stato realizzato dove era la vecchia discarica di Manhattan. È un servizio che noi vogliamo rendere” (Cerroni, seduta parlamentare del 28 settembre 2004).

Dopo 4 anni dalla famosa audizione parlamentare, tutti possiamo ammirare a Roma il famoso Central Park dove era la vecchia discarica di Malagrotta.
Questo è il servizio che Cerroni voleva rendere al Paese e alla città di Roma.
Al posto del Central Park, il signor Cerroni ha realizzato, a spese dello Stato e per la modica cifra di 150 milioni di euro, rubati dalle tasche dei cittadini e delle imprese con i CIP6, l’inceneritore di Malagrotta, tecnologia all’avanguardia “Thermoselect”, come quello di Karlsruhe in Germania.


Le ultime parole famose del signor Cerroni:
l’impianto Thermoselect di Karlsruhe è all’avanguardia.

“Abbiamo girato il mondo, dalla Finlandia al Giappone, alla America e via dicendo. Per quanto riguarda l'Europa, il paese che è all'avanguardia è la Finlandia, dove c'è la Thermoselect, e la Germania, con quello di Karlsruhe ed altri impianti” (Cerroni, seduta parlamentare del 28 settembre 2004).

Lo sapevate che il gassificatore in costruzione a Malagrotta si basa sulla tecnologia Thermoselect (chiamata anche Thermodefect dalla stampa tedesca) e che in Germania l’impianto di Karlsruhe ha dovuto chiudere un impianto analogo per problemi operativi che hanno comportato fughe di gas tossico e pericolo di esplosione incrinature nel cemento della camera ad alte temperature provocate dalla corrosione e dal calore, e perdite di liquido da un bacino di sedimentazione che conteneva acque di scolo contaminate da cianuro?

Al momento in cui la società proprietaria EnBW decise di chiudere l'impianto nel 2004, le perdite di gestione ammontavano a 400 milioni di euro.

Tutta la vicenda ha occupato i giornali locali per anni.

Alcuni titoli:
"Il miracolo che non funziona" (Der Spiegel, 25.9.2000);
"La magia della miracolosa arma della spazzatura svanisce..." (Die Tageszeitung, 28.8.2001);
"Lo scetticismo degli oppositori della città di Hanau si dimostra giusto : la fornace Thermoselect di Karlsruhe sta per chiudere definitivamente" (Frankfurter Rundschau, 29.7.2003);
"Nessun futuro per Thermoselect" (Frankfurter Allgemeine Zeitung, 3.3.2004);
"La fine di Thermoselect" (Frankfurter Allgemeine Zeitung, 5.3.2004);
"La fine del miracolo delle spazzature a Karlsruhe" (Die Tageszeitung, 11.3.2004).

Tutti questi articoli sono stati pubblicati prima dell’audizione alla Commissione parlamentare: il signor Cerroni gira il mondo ma non legge evidentemente i giornali.

Ma la cosa ancora più grave è che l'impianto proposto dal signor Cerroni per Roma è basato sulla tecnologia Thermoselect ed è praticamente identico a quello di Karlsruhe.

Come fa lo Stato Italiano a sperperare centinaia di milioni di euro su una tecnologia che ha miseramente fallito in Germania?

Cerroni è il nuovo Nerone:
con le ceneri dei rifiuti costruirò le strade.

“Mi è stato anche chiesto che ne sarà dei residui della gassificazione. Noi pensiamo di trasformare i residui della combustione addirittura in mattoni, magari utilizzandoli nella costruzione di strade. Questo residuo, che rappresenta dal 7,50 al 8 per cento, è assolutamente innocuo e può essere utilizzato” (Cerroni, seduta parlamentare del 28 settembre 2004).

Qualcuno fermi il nuovo Nerone: i residui dell’incenerimento sono considerati rifiuti tossici e nocivi, sono molto pericolosi e vanno smaltiti in apposite discariche.


Una domanda sorge spontanea: i componenti della Commissione parlamentare dormivano durante l’audizione?

Concludiamo riprendendo le parole del prof. Paul Connett che fotografa molto bene in un suo commento la situazione:

“Ritengo che i cittadini di Roma abbiano il diritto di sapere che la salute e la protezione dell'ambiente è responsabilità del governo della città, non responsabilità di Manlio Cerroni. La preoccupazione fondamentale di quest'uomo sembra essere quella di fare tutto ciò che è in suo potere per aumentare le sue enormi fortune a spese dell'ambiente, della salute pubblica e del valore immobiliare dei beni di coloro che hanno avuto la cattiva sorte di vivere in un'area che subisce l'impatto delle sue operazioni”.

sabato 5 luglio 2008

Robilotta sull’orlo di una crisi di nervi

Continua l’attacco dei Cerroni Boys al Sindaco di Albano, reo di aver sostenuto le tesi della popolazione di Albano contro l’inceneritore di Roncigliano.

A guidare l’attacco a Mattei è il solito Robilotta, che dichiara: “Non ho fatto come quei politici che di fronte ai cittadini dicono che sono contrari all’impianto e poi nelle segrete stanze o di notte dicono di si”.

Robilotta poi attacca Marrazzo che, ormai impegnato nella nuova trasmissione “Mi manda Cerroni”, ha brillato per trasparenza, ascolto dei cittadini e gestione democratica della cosa pubblica. In merito Robilotta dichiara: “Il presidente della Regione, nella sua qualità di Commissario, a Dicembre firma l’autorizzazione all’impianto senza dire niente a nessuno e secreta gli atti”.

Robilotta, ormai sull’orlo di una crisi di nervi, attacca anche il direttore del giornale “Cinque giorni” affermando che “diversamente da quanto dichiarato dal direttore del giornale, io non ho cambiato idea sull’utilità dell’impianto”.

Robilotta detta anche la linea dei Cerroni Boys: “Una classe dirigente degna di questo nome affronta i cittadini e spiega le ragioni del Si che sono prevalenti rispetto alle ragioni del No, spiega che inquina di più la discarica che l’impianto di termovalorizzazione, che l’emergenza è alle porte, che chi si carica di un interesse più generale ha diritto ad un ristoro.”

E infine l’ultima profezia di Robilotta: “Sono convinto che la maggioranza silenziosa non la pensa come la minoranza che protesta”.

Sono solo queste le ragioni del si?

Emergenza: nella Regione Lazio non c’è alcuna emergenza alle porte.

Discarica: gli inceneritori non sono alternativi alle discariche. L’inceneritore ha bisogno di una discarica per le ceneri, considerate rifiuto speciale e altamente pericoloso. Solo la raccolta differenziata elimina le discariche e gli inceneritori.

Ristoro: Chi si carica di un interesse più generale ha diritto ad un ristoro? Basta chiedere ai cittadini di Roncigliano e a quelli di Malagrotta, che per decenni si sono caricati di un interesse generale quale ristoro hanno ottenuto: oltre alle discariche di Cerroni anche gli inceneritori di Cerroni.

Maggioranza silenziosa: “Se compito dei primi cittadini è l’ascolto delle comunità locali e se sindaco e consiglio si sono dichiarati contrari al gassificatore, forse è perché percepiscono che la maggioranza silenziosa di Albano non la pensa proprio come l’On. Robilotta” Longo, Direttore di Cinque.

La maggioranza silenziosa, che vede aumentare ogni anno la tassa sui rifiuti, ha capito che quei soldi non servono a smaltire in modo moderno, economico ed efficiente i rifiuti, ma servono invece per generare, in regime di assoluto monopolio, centinaia di milioni di euro di utili per le oltre 50 imprese del signor Cerroni (vedi articolo apparso su “Il Sole 24 Ore” del 25 giugno 2008).

La maggioranza silenziosa, che paga il 7% di sovratassa su ogni bolletta della luce, ha capito che l’inceneritore di Albano serve solo per far accaparrare a Cerroni i fondi dei CIP 6. Altri 400 milioni di euro prelevati dalle fallimentari casse dello Stato Italiano per aumentare gli utili delle oltre 50 imprese del signor Cerroni.

La maggioranza silenziosa, che vorrebbe eliminare le discariche e gli inceneritori, ha capito che la raccolta differenziata viene bloccata nel Lazio dai Cerroni Boys.

La maggioranza silenziosa ha capito che nella Regione Lazio non esiste una classe dirigente degna di questo nome, ma solo dei Cerroni Boys.

giovedì 3 luglio 2008

NIMBY di tutto il mondo: unitevi!!!





Marrazzo alle elezioni regionali l’aveva promesso: un altro modo.
Una regione di tutti, nessuno escluso.
Il sito di Marrazzo è però in fase di aggiornamento.

Dopo le interviste a “RomaUno”, la televisione di Cerroni, Marrazzo ha ritenuto opportuno cambiare televisione e al dossier di Teleroma 56 ha dichiarato: «Se ho firmato il decreto autorizzativo per l'impianto di Albano ritengo che ci siano le condizioni che mi consentono di dire che la valutazione di impatto ambientale verrà data e avrà un suo profilo».
Marrazzo afferma di aver firmato il decreto autorizzativo per l’inceneritore di Albano (il documento rimane misteriosamente segreto) calpestando:
- il voto contrario del Consiglio Regionale;
- la Valutazione di Impatto Ambientale redatta dagli uffici della Regione Lazio,
- la Valutazione di Impatto Ambientale della Provincia di Roma,
- il parere contrario del Parco dei Castelli Romani,
- gli Ordini del Giorno espressi dai Consigli Comunali di Albano Laziale, di Pomezia e di Ariccia;
- la volonta delle popolazioni dei Castelli Romani.
Veramente un altro modo di governare!!!!
Veramente una regione di tutti, nessuno escluso.
Sulle proteste dei cittadini di Albano, Marrazzo ha dichiarato: «Io mi aspetto il N.I.M.B.Y. ad Albano, è nella logica democratica. Io andrò a spiegare alle popolazioni che garantiremo la difesa dell'ambiente e della salute oltre che la protezione di quell'area. Mi aspetto anche le proteste delle istituzioni locali ma il Sindaco di Albano deve spiegare perchè prima aveva una posizione e ora ne ha una diversa».

Mancava nella brutta storia dell’inceneritore lo scontro istituzionale tra il Presidente della Regione Lazio e il Sindaco di Albano.

La linea era già stata dettata dal Richelier della Regione Lazio, il Consigliere Robilotta, che il 24 giugno 2008 aveva dichiarato al Messaggero.it «meglio le contestazioni di chi su Albano dice di “sì” durante la notte e di “no” durante il giorno».

Robilotta e Marrazzo stanno già pensando come sospendere anche il Sindaco di Albano, reo di essersi schierato, con tutto il Consiglio Comunale, a sostegno della popolazione contro l’inceneritore?

La domanda è inquitante!
Di fronte a tanta arroganza, lanciamo un appello: N.Y.M.B.Y di tutto il mondo, unitevi!!!

Appuntamento il 17/18/19/20 luglio 2008 all’iniziativa organizzata da NO FLY, NO TURBOGAS, NO INCENERITORE: 4 giorni di campeggio a 10 min dal mare con dibattiti, proiezioni, concerti e musica al Presidio No-Turbogas di Aprilia: per discutere, per informarsi, per continuare a lottare contro i Cerroni, i Marrazzo e i Robilotta, per ribadire che l'ambiente non è una merce e che la nostra salute non è in vendita.

PS – Abbiamo in esclusiva il logo del nuovo sito di Marrazzo.