venerdì 14 agosto 2009

Dopo l’incendio alla discarica di Valle Caia (Pomezia), Marrazzo deve riscrivere il Piano dei Rifiuti con i Cittadini

Ricordo ancora la telefonata disperata di Simone di Ardea: c’era stato un incidente pericolosissimo alla discarica di amianto di Valle Caia, un pericoloso incendio, il suo amico Stefano era gravissimo da giorni in camera iperbarica, ma nessun giornale e nessun sito osavano parlare del grave evento.

Abbiamo denunciato con Simone la gravità della situazione sul blog con le email delle persone più coraggiose (leggi l’articolo: Disastro ambientale: brucia la discarica di amianto a Valle Gaia).

Avevano ragione Simone, Patrizia, Luca, Mario: la situazione della discarica di amianto di Valle Gaia era veramente grave.

E pensare che nella riunione con il Coordinamento contro l’inceneritore di Albano, Marrazzo, in data 23 giugno 2009, aveva assicurato che: “Se emergeranno cose nuove rispetto a quanto già esaminato nell’iter amministrativo, le autorizzazioni potranno essere ridiscusse”.

Dopo le bacchettate di Catricalà alla gestione rifiuti di Marrazzo (poca concorrenza, distorsioni il cui effetto è, da un lato, il peggioramento del servizio offerto e, dall'altro, un maggior costo del servizio stesso), l'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha chiesto ed auspicato un nuovo piano regionale di gestione dei rifiuti che possa veder applicati i “principi concorrenziali''.

L’intervento dell’Autorità non è una cosa nuova?

Cosa aspetta Marrazzo per riscrivere il Piano regionale Rifiuti?

Dopo l’intervento pronunciato da Marrazzo nella Commissione Consigliare Ambiente in data 29 ottobre 2008 (“…il Lazio presenta da oltre 10 anni una situazione di mercato stabile, con società ed imprenditori facilmente individuabili, sia pubblici che privati, che hanno avviato programmi di investimento importanti e che, fino ad ora, hanno dato garanzia sia per il servizio reso che per le azioni poste in essere per garantire la salvaguardia dell’ambiente.”), Marrazzo è stato miseramente smentito dalla Magistratura:
- l’inceneritore di Malagrotta è stato sequestrato dalla magistratura,
- il responsabile della discarica di Malagrotta è stato condannato ad un anno di carcere per aver smaltito in discarica rifiuti pericolosi come i fanghi di depurazione provenienti dall’ACEA,
- 13 persone, tra cui dirigenti dell’AMA, sono state arrestate per le gravi irregolarità verificatesi nell’inceneritore di Colleferro.

A queste società ed imprenditori (Cerroni, AMA, ACEA), inquisite dalla magistratura per gravi irregolarità nella salvaguardia dell’ambiente, Marrazzo vuole affidare, rigorosamente a trattativa privata, l’inceneritore di Albano.

E’ importante ricordare che il Pubblico Ministero Dott. Giuseppe CORASANITI ha emesso un ennesimo provvedimento a carico di Rando (quale responsabile della Discarica di Malagrotta) “perché in assenza di autorizzazione effettuava miscelazione di rifiuti non consentita (Fanghi provenienti dagli impianti di depurazione delle acque reflue ACEA di Roma)”. L’udienza già è fissata per il 2 Febbraio 2010.

Dopo l’intervento della Magistratura, il 2 febbraio 2010 la Regione Lazio si costituirà come parte offesa dai Cerroni Boys?

Gli interventi della Magistratura non sono una cosa nuova?

Cosa aspetta Marrazzo per riscrivere il Piano regionale Rifiuti?

Marrazzo ha, anche, dichiarato nella riunione con il Coordinamento contro l’inceneritore di Albano, in data 23 giugno 2009, che lui si fida dei suoi uffici (“gli uffici di cui mi fido”, ha sottolineato Marrazzo, avranno l’incarico di rispondere al documento “Le 26 ragioni dell’opposizione al progetto di inceneritore di Albano (in sintesi)” presentato dal Coordinamento).


Dopo l’incendio della discarica di amianto di Valle Gaia, la magistratura ha aperto un’inchiesta che coinvolgerebbe 40 indagati e che ha portato all'esecuzione di 9 misure cautelari. Tra gli arrestati: i titolari della discarica di Pomezia e dirigenti della Commissione tecnico scientifica della Regione Lazio.

Ormai cominciano gli arresti dei funzionari pubblici della Regione Lazio!!!

Gli arresti di funzionari della Regione Lazio non sono una cosa nuova?

Cosa aspetta Marrazzo per riscrivere il Piano regionale Rifiuti?

Perché Marrazzo si fida dei suoi funzionari corrotti e non dei cittadini???
Dopo l’intervento della Magistratura e dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, chi altro dovrà intervenire?

Di seguito viene riportata una breve rassegna stampa sulle conseguenze dell’incendio della discarica di amianto di Valle Caia.

La Rassegna Stampa
sull’incendio della discarica di amianto di Valle Caia

AGI - 7 agosto 2009
RIFIUTI: SCOPERTO A ROMA TRAFFICO AMIANTO E GIRO MAZZETTE
(AGI) - Roma, 7 ago. - I carabinieri del NOE di Roma, nelle prime ore della mattina, hanno dato esecuzione a 9 misure cautelari personali (un'ordinanza in carcere, cinque ai domiciliari e tre agli obblighi di dimora nel comune di residenza) emesse dal GIP presso il Tribunale di Velletri. Il reato contestato e' il traffico illecito di rifiuti speciali pericolosi contenenti amianto in forma friabile, altamente cancerogeno, provenienti principalmente dal sito di bonifica di interesse nazionale di Milazzo (ME) e da altre parti d'Italia e inviati presso la discarica di Pomezia, idonea a ricevere esclusivamente amianto compatto. La condotta illecita di produttori, intermediari e smaltitori di tali rifiuti veniva agevolata attraverso azioni di corruzione e di concussione poste in essere dai titolari della discarica e da funzionari pubblici.

http://www.agi.it/roma/notizie/200908070823-cro-rrm0004-rifiuti_scoperto_a_roma_traffico_amianto_e_giro_mazzette

CorriereDellaSera.it – Cronaca di Roma - 7 agosto 2009
AMBIENTE - Traffico di amianto e altri rifiuti pericolosi carichi vietati nella discarica di Pomezia
Operazione dei carabinieri: sei arresti, 40 indagati, ai domiciliari tre funzionari della Regione Lazio
Un vasto traffico di rifiuti pericolosi, contenenti amianto e provenienti principalmente dalla fabbrica ex Nova Sace - sito nazionale sottoposto a bonifica - di Milazzo, nel Messinese, è stato stroncato dai carabinieri che hanno rinvenuto la pericolosa sostanza cancerogena nella discarica di Pomezia, a sud di Roma. La discarica è omologata per ricevere amianto compatto, ma quello rinvenuto è pericoloso amianto in forma friabile: con un alto rischio di dispersione nell'aria e, quindi, di inquinamento che minaccerebbe la salute degli abitanti della zona. L'inchiesta, che coinvolgerebbe 40 indagati, ha portato all'esecuzione di 9 misure cautelari. Tra gli arrestati: i titolari della discarica di Pomezia e dirigenti della Commissione tecnico scientifica della Regione Lazio.
MAZZETTE PER SMALTIRE - All'alba di venerdì 7, i carabinieri del Nucleo operativo ecologico (Noe) di Roma hanno eseguito i provvedimenti emessi dal Gip presso il Tribunale di Velletri: un'ordine di custodia cautelare in carcere, 5 arresti domiciliari e 3 indagati agli obblighi di dimora nel comune di residenza. Il sistema di smaltimenti illeciti coinvolgeva produttori, intermediari e gestori di discariche speciali con un giro di mazzette. Contestati anche i reati di corruzione e concussione. Nell'operazione sarebbero coinvolti tre funzionari della Regione.

http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/09_agosto_7/amianto_pomezia_arresti-1601643675994.shtml


IL Tempo.IT - 8 agosto 2009
Rifiuti e mazzette, nove nei guai
Roma, scandalo sull'amianto
Una discarica di Pomezia avrebbe ricevuto abusivamente tonnellate di amianto dalla Sicilia grazie a una vasta rete di corrotti e corruttori. Provvedimenti anche per due tecnici Enea e un dirigente regionale.
Finiva a Pomezia l'amianto della fabbrica della morte. Corruttori e corrotti, dalla ex Sacelit di San Filippo del Mela, nel Messinese, avrebbero fatto finire migliaia di tonnellate di rifiuto nocivo nell'invaso in via Val di Caia, dieci metri dopo un ruscello, tra vigneti, ulivi, distese di grano e lo stand di frutta e verdura di Coldiretti e Legambiente. La discarica poteva accogliere amianto compatto, invece ha ingoiato "big bag", grandi celle di materiale friabile. E tutto per un maledetto trucco che dopo due anni di indagine procura di Velletri e carabinieri del Noe di Roma sostengono sia stato messo in piedi da nove persone. Altre 45 sono indagate.
Le ipotesi di reato più gravi pesano su segretarie, funzionari della Regione Lazio, proprietari di discariche, esperti di bonifiche, intermediari dei rifiuti e ingegneri Enea, quelli che dovevano essere i garanti della Scienza e che invece sarebbero «passati al nemico» in cambio di contratti di consulenza e quote societarie. Con l'accusa a vario titolo di traffico illecito di rifiuti, ieri all'alba gli uomini del Noe, diretti da capitano Pietro Rajola Pescarini, hanno portato in carcere Paolo Petricca, Marina Pinzari e Vittorio Rizzo, rispettivamente funzionario del Commissario straordinario per la gestione emergenza rifiuti del Lazio, proprietaria della Ecologia srl titolare della discarica di Pomezia, e ingegnere dell'Enea (Ente per nuove tecnologie, energia e ambiente) nonché membro del Comitato tecnico scientifico nominato dal Consiglio dei ministri e composto da otto membri.
Ai domiciliari: Claudio De Cecco, Aniello Bonaiuto, Silvana Mattei ed Elide Ragni. Che sono: anche lui ingegnere Enea e del Comitato scientifico, titolare della società di intermediazione Atet, amministratrice della Ecologia e la sua segretaria.
Obbligo di non abbondare la dimora nelle ore notturne invece per Paolo Andreini, Maria Laura e Rodolfo Stella e Nestore Coseglia. Nell'ordine: legale rappresentante della Bonifiche ambientali srl, direttrice e legale rappresentante della Covecom, e cotitolare della Atet. Dal 1958 al '93 l'ex Sacelit ha sfornato lastre, tubi e contenitori a base di amianto. Poi indietro tutta. Le fibre del minerale uccidono, l'industria produce morte. Il 5 giugno si è contata la novantanovesima vittima. Bisogna disintossicare l'area.
Due società del Nord, Covecom e Bonifiche ambientali, trattano il terreno avvelenato. La discarica di Pomezia è l'unica del Centrosud che possa accogliere l'amianto, ma solo compatto, ovvero impastato con cemento o resine. Quello della ex Sacelit invece è friabile. Il pm Giuseppe Travaglini e il gip Cristiana Macchiusi, che ha firmato le richieste di ordinanza, non hanno dubbi: Covecom e Bonifiche ambientali hanno «ceduto un ingente quantitativo di rifiuti, a mezzo della intermediazione della Atet, alla Ecologica srl (a Pomezia, ndr) che non era autorizzata a riceverli». Gli intermediari hanno «ricevuto l'amianto e si sono incaricati di conferirli alla discarica della Ecologia», che quindi ha «ricevuto i rifiuti abusivi». L'introito per tutti è milionario.
In questa storiaccia, però, il ruolo decisivo gli inquirenti lo attribuiscono a due insospettabili: gli ingegneri dell'Enea Vittorio Rizzo e Claudio De Cecco. In particolare sarebbe il primo a tessere la trama. Sua moglie Rosa Maria Privitera è dell'Avvocatura della Regione Lazio. È lui a chiamare il funzionario regionale Petricca (destinatario di una mazzetta di 5 mila euro), insieme concordano il da farsi, e poi è sempre lui che chiama la Ecologia per dare disposizioni. Il rapporto tra Rizzo ed Ecologia sarebbe quando la srl chiede alla Regione di passare da invaso che riceve calcinacci ad amianto compatto.
Il decreto fu approvato il 7 marzo 2006. Con una "postilla" però: «Rizzo - scrive il Gip - stipulava prima del rilascio tre contratti di consulenza (168 mila euro tra il novembre 2006 e l'aprile 2008, ndr) e diveniva socio della Pinholding, mentre De Cecco di fatto veniva nominto direttore tecnico della discarica». L'indagine non è ancora chiusa.

http://iltempo.ilsole24ore.com/2009/08/08/1056831-roma_scandalo_sull_amianto.shtml



IL Tempo.IT - 9 agosto 2009
Intercettazioni
«Mandami via fax la lista dei documenti»
Ruota su tre persone lo scandalo dell'amianto friabile a Pomezia. Sono i due ingegneri Enea, Vittorio Rizzo e Claudio De Cecco, e il funzionario dell'ufficio del Commissario per i rifiuti della Regione Lazio, Paolo Petricca.
Rizzo e Petricca dovrebbero essere i controllori, invece pare si accordino sulle cose che la società della discarica deve fare per non incappare in irregolarità.
Ecco una conversazione telefonica del 12 marzo 2008.
Petricca: «Sii...».
Rizzo: «A che ti serve?».
Petricca: «A che mi serve?».
Rizzo: «Mmm...».
Petricca: «Ehhh... è venuto... i carabinieri, siccome non ce l'ho, c'è la giù Luca, penso, però, adesso non posso accedere agli atti di Luca... Dicono che devono acquisire questi atti per conto della procura».
Rizzo: «Di dove?».
Petricca: «Di Velletri».
Rizzo: «Ma su di noi?».
Petricca: «Sì, sì. Vogliono verificare il piano di adeguamento».
Rizzo: «Mo' te lo faccio mandare».
Petricca: «Eh, hai capito. Tanto non ci sono problemi».
Rizzo: «Tu che gli ha chiesto, che ti hanno detto altro?».
Petricca: «Niente, niente».
Rizzo: «Quante volte sono venuti?».
Petricca: «Guarda, ultimamente erano venuti, hanno acquisito roba, non solo di voi... su tante altre... compresa voi...».
Rizzo: «Mi fai la lista della roba che ti hanno chiesto?».
Petricca: «C'ho la lettera qua».
Rizzo: «Me la mandi per fax».
Petricca: «Eh...».
Rizzo: «Altrimenti la dai a Elide». Elide Ragni è la segretaria della Ecologia srl, propietaria della discarica di Pomezia.

http://iltempo.ilsole24ore.com/roma/2009/08/09/1057184-mandami_lista_documenti.shtml


IL Tempo.IT - 8 agosto 2009
«E adesso la Pisana si costituisca parte civile»
«L'amianto non può rappresentare ancora un pericolo per la salute dei cittadini. Quanto compiuto dagli organi competenti dimostra l'attenzione che si deve riservare alla tutela della salute dei cittadini e ai controlli che debbono essere eseguiti in ogni discarica per il controllo della legalità». Così Piergiorgio Benevenuti, responsabile delle relazioni istituzionali e coordinatore del movimento ecologista europeo FareAmbiente per il Lazio, ha commentato la maxi operazione del Noe di Roma. Secondo il capogruppo del Lazio di Sinistra e Libertà, Enrico Fontana, invece, la Regione, oltre a costituirsi parte civile, dovrebbe chiarire le modalità che hanno permesso di aggirare le norme che regolano lo smaltimento dei rifiuti. «Ancora una volta il Governo lascia deluse le legittime attese dei lavoratori marittimi esposti all'amianto» ha dichiarato l'esponente del Pd Ettore Rosato, commentando la direttiva del 14 luglio con cui il ministro Sacconi specifica le «procedure di accertamento dell'esposizione all'amianto per il settore marittimo. Il ministro ha in larga parte ribadito lo stato di fatto, dal momento che la direttiva è destinata a risolvere solo i casi in cui il lavoratore marittimo si trovi impossibilitato a ottenere il curriculum da aziende cessate o fallite».

http://iltempo.ilsole24ore.com/roma/2009/08/08/1056830-adesso_pisana_costituisca_parte_civile.shtml



IL Tempo.IT - 9 agosto 2009
Montano le proteste degli abitanti delle zone vicine al deposito di scorie
E adesso a Pomezia è rivolta
I residenti: «L'invaso va subito bonificato e poi chiuso per sempre»
Sabatino Mele POMEZIA Questa volta i cittadini dei quartieri di Santa Procula e di Valle Caia, che vivono a ridosso del sito di stoccaggio dell'amianto, non ci stanno e vogliono che la discarica venga prima bonificata e poi definitivamente chiusa. L'Amministrazione comunale di Pomezia deve attuare le sentenze che prevedono la recinzione di una parte del sito. «Agli inizi degli anni '90 - ha detto Pietro Pili residente nel quartiere di Santa Procula - abbiamo preso anche le botte dalle forze dell'ordine quando protestavamo contro l'apertura della discarica. Insieme all'attuale sindaco di Roma, Gianni Alemanno, al consigliere regionale del Pdl, Luigi Celori, all'ex vicesindaco di Pomezia, Antonio Di Carlo (all'epoca esponente del Pci) eravamo tutti d'accordo a manifestare contro l'inizio dell'attività della discarica di Valle Caia. Il Comune - continua - in varie occasioni, si è opposto all'apertura della discarica, ma puntualmente le cose sono andate diversamente perché le autorizzazioni arrivavano lo stesso. Oggi siamo nuovamente in fase di emergenza perché le preoccupazioni che avevamo allora, sono accresciute dal fatto che in questo sito venga smaltito amianto. Come abbiamo detto in passato siamo contrari a questo tipo di interventi perché una delle aree agricole più importanti del territorio comunale è stata notevolmente compromessa». «Oggi è stato toccato veramente il fondo - ha detto Francesco, anche lui residente a Santa Procula, ma che ha chiesto l'anonimato - Sono anni che viviamo nel più assoluto abbandono, una delle aree più belle del territorio, dove tra l'altro sono presenti numerose industrie, ma è veramente difficile accettare quella discarica. Oggi, come non mai in passato, ci sentiamo veramente presi in giro dalle istituzioni. Tutti ci avevano dato garanzie sulla correttezza per lo smaltimento dell'amianto ed invece a che cosa assistiamo all'ennesimo sequestro del sito, come già avvenuto qualche anno fa. Siamo stufi di questa condizione». «La discarica di Valle Caia è una vera bomba - ha detto Massimo Iacobelli, residente a Santa Procula - La Regione Lazio da anni ha stanziato dei finanziamenti per la bonifica del sito, ma fino ad oggi di questo progetto non si è fatto nulla. Il disagio dei cittadini nel corso degli anni è cresciuto notevolmente, ma d'altro canto anche le autorizzazioni che sono state date alla società per lo smaltimento prima degli inerti e poi dell'amianto, hanno portato all'emergenza ambientale che viviamo sulla nostra pelle. Il Comune di Pomezia deve intervenire drasticamente per salvaguardare questa parte del territorio».

http://iltempo.ilsole24ore.com/roma/2009/08/09/1057182-adesso_pomezia_rivolta.shtml

1 commento:

melusina82 ha detto...

Il mio blog è nato con un intento turistico, ma ben pochi turisti vorranno venire in un luogo malsano, con aria irrespirabile: l'inceneritore di Albano non si deve fare!

(Ma i cittadini devono inziiare a comprare in maniera consapevole...)