sabato 27 dicembre 2008

La profezia dell’Espresso:“Se un domani il parlamento italiano cambiasse la legge, allora gli investimenti di Cerroni avrebbero molto, ma molto senso"

Il 31 luglio 2008 il settimanale “L’Espresso” pubblicava un breve ma significativo articolo sulla gestione dei rifiuti nella regione Lazio che è bene ricordare.


“Il piano da un miliardo di euro varato dalla Regione prevede di arrivare nel giro di cinque anni ad avere quattro impianti: due ci sono già e sono quelli di Colleferro e di San Vittore, il terzo è in costruzione a Malagrotta e l’ultimo dovrebbe sorgere ad Albano sui terreni di Cerroni. Cerroni starebbe anche per rilevare, insieme ad altri soci, l’impianto di Colleferro della Gaia. Secondo stime che circolano a Roma, significa che il suo gruppo sta investendo oltre un miliardo e mezzo di euro nei termovalorizzatori e punta a poter trattare almeno il quintuplo del “Cdr” oggi prodotto nel Lazio. Perché così tanto? Il modello sarebbe quello della Germania, dove i termovalorizzatori bruciano praticamente tutto, salvo i rifiuti speciali, e non solo il “Cdr”. Se un domani il parlamento italiano cambiasse la legge, allora gli investimenti di Cerroni avrebbero molto, ma molto senso.

La profezia dell’Espresso si è, purtroppo, avverata.

Con la conversione in legge del Decreto sull'emergenza rifiuti si estende il meccanismo Cip6 per tutti gli impianti di incenerimento del paese.

Il 22 dicembre 2008, il Senato ha approvato, in via definitiva, con 139 voti favorevoli, 101 contrari ed una astensione il decreto sull’emergenza rifiuti.

Il decreto riconferma il meccanismo Cip6, cioè l’acquisto da parte del GSE (Gestore dei servizi elettrici) dell’elettricità prodotta da certi tipi di impianti (“a fonti rinnovabili o assimilate”) a una tariffa maggiorata.

L’Italia continuerà a incentivare, come se fossero rinnovabili, fonti che non lo sono.

Il tutto è finanziato con un prelievo dalle bollette degli utenti, le famiglie e le imprese italiane.

In particolare, l'articolo 9 del decreto legge modifica la Finanziaria 2008.

Non solo le Regioni dell’emergenza potranno costruire nuovi inceneritori incentivati, ma il regime agevolato Cip6 verrà riconosciuto a tutti gli impianti in costruzione o entrati in esercizio prima del 31 dicembre 2008.

E non solo Cip6, ma a tutti i termovalorizzatori d’Italia è riconosciuto anche l’accesso al meccanismo dei certificati verdi per il 51% dell’elettricità prodotta.

Il decreto sull’emergenza rifiuti, inoltre, non fa alcuna distinzione tra gli impianti che bruciano solamente la frazione secca e quelli che invece usano il rifiuto “talquale” compresa, cioè, la frazione organica.

Tutti gli inceneritori di rifiuti, quindi, potranno usufruire dell’estensione degli incentivi statali destinati in origine alle energie rinnovabili.

Tutto ciò in netto contrasto con le indicazioni in materia dell'Unione Europea che nel 2005 aveva avviato una procedura d’infrazione proprio per questo motivo.

Ricordiamo, in proposito, la denuncia che abbiamo già inviato alla Direzione della Concorrenza della Commissione Europea (Una denuncia alla Commissione Europea contro i CIP6 dedicata al Prof. Paul Connett).

Quanto costeranno gli incentivi che il nuovo decreto ha esteso?

Il decreto produrrà un aggravio dei costi dell’energia elettrica per le famiglie e le imprese italiane per circa 2 miliardi di euro.

Secondo quanto reso noto dalla Direzione Generale per l’Energia e le Risorse Minerarie, 1,6 dei 2 miliardi di euro di spesa aggiuntiva saranno destinati alle regioni del Sud Italia. In particolare, 1,4 miliardi di euro andranno a finanziare gli inceneritori siciliani. A questa somma vanno poi aggiunti 1,9 miliardi di euro che il Governo ha già destinato agli inceneritori campani (Acerra, Santa Maria La Fossa, Napoli e Salerno).

Questo provvedimento colpisce pesantemente le famiglie e le imprese italiane in un periodo di grave crisi economica e finanziaria.

Il tutto per accontentare la lobby degli inceneritori (Marcegaglia, Cerroni & co.).

Per le imprese italiane, che già pagano il costo dell’elettricità più alto d’Europa (vedi il grafico), sarà un colpo durissimo.















Come evidenziato dal Centro Studi della Confindustria nella pubblicazione “Scenari economici” n. 4 di dicembre 2008 “le imprese italiane soffrono maggiormente del caro-energia. Le piccole imprese, in particolar modo, sono le più danneggiate anche in termini di competitività internazionale. I prezzi per l’energia elettrica sono superiori del 16,6% a quelli della Germania e addirittura del 54,1% a quelli della Francia”.

Appesantendo i costi dell’energia elettrica il governo pensa di aiutare le imprese italiane ad uscire dalla crisi e ad essere più competitive sul piano internazionale?

Aumentando i costi delle bollette elettriche il governo pensa di aiutare le famiglie italiane ad incentivare i consumi?

“Se un domani il parlamento italiano cambiasse la legge, allora gli investimenti di Cerroni avrebbero molto, ma molto senso.”

In sintesi: il Paese diventa sempre più povero, mentre Cerroni sempre più ricco!!!

venerdì 26 dicembre 2008

Alemanno chiede a Marrazzo di non usare la tecnologia dell’inceneritore di Albano

A livello nazionale, i governi e il parlamento sono intervenuti più volte per regolamentare le modalità della raccolta differenziata, fissando gli obiettivi da raggiungere.

Il Decreto Legislativo 22/97 originariamente prevedeva il raggiungimento del 15% di raccolta differenziata per il 1999 e del 35% per il 2003, successivamente posticipato al 2006 dal Decreto Legislativo 152/06 (con obiettivi del 45% e 65%, da conseguirsi, rispettivamente, entro la fine del 2008 ed del 2012).

La legge finanziaria 2007 (legge n. 296 del 27 dicembre 2006) ha introdotto obiettivi ancora più elevati e pari a 40% per il 2007, 50% per il 2009 e 60% per il 2011 (vedi Tabella 1).







Con il Piano Regionale, presentato il 24 giugno 2008, Marrazzo aveva già fortemente ridotto gli obiettivi di raccolta differenziata, riducendoli al 50% per il 2011.

Nell’articolo Marrazzo sbaglia i conti: l’inceneritore di Albano non è necessario” avevamo già dimostrato che il raggiungimento dell’obiettivo del 60% di raccolta differenziata rendeva inutile l’inceneritore di Cerroni ad Albano.

Nell’incontro del 22 dicembre 2008, Marrazzo e Alemanno hanno siglato un accordo per ridurre ulteriormente gli obiettivi della raccolta differenziata, scendendo al 40% nel lontanissimo 2013.

All’incontro hanno partecipato anche gli Assessori all’Ambiente della Regione Lazio, Filippo Zaratti, e del Comune di Roma, Fabio De Lillo.

Obiettivo dichiarato: far posto al quinto inceneritore della Regione Lazio.

In merito, il Corriere della Sera del 23 dicembre 2008 riporta che “Comune e Regione sembrano molto distanti, secondo quanto trapelato, sul quinto impianto per bruciare rifiuti: Alemanno lo vorrebbe a capitale completamente pubblico e chiede a Marrazzo di non usare la tecnologia del gassificatore per il quarto impianto programmato ad Albano”.

Se Alemanno ha tutti questi dubbi sulla tecnologia dell’inceneritore di Albano, per quale motivo non interviene sulle sue società (AMA e ACEA), soci di maggioranza (si fa per dire) nell’affare con Cerroni?

Quali informazioni tecniche “riservate” ha in possesso Alemanno che lo portano a chiedere, per il quinto inceneritore, di escludere Cerroni e di non usare la tecnologia del quarto impianto programmato ad Albano?

Se Alemanno è così preoccupato sulla tecnologia dell’inceneritore di Albano, perché manda nottetempo il suo assessore De Lillo, in qualità di senatore, a cercare di convincere i cittadini di Albano che l’inceneritore di Cerroni rappresenta una grande opportunità?

L’inceneritore di Cerroni doveva rappresentare un’opportunità per i cittadini di Albano?

Intanto, i cittadini di Albano dovranno spendere 250.000 euro (decisione del Consiglio Comunale) per finanziare una prima ricerca dell’Istituto Superiore di Sanità sugli effetti della discarica di Cerroni e per monitorare il nuovo inceneritore di Cerroni-AMA-ACEA.

Questo è uno dei primi costi che ricadranno sulla popolazione di Albano e dei Castelli Romani e che chiederemo, come risarcimento danni, a Cerroni, AMA, ACEA, Marrazzo, Alemanno, Zaratti e De Lillo.



sabato 20 dicembre 2008

A Roma la questione morale si chiama Cerroni!

Anche Augello (PDL) si è finalmente accorto che a Roma c’è una situazione anomala e ha dichiarato: “Sono 10 anni che, nel settore dei rifiuti, a Roma non c’è nulla di normale”. E poi aggiunge: “Il problema è come sia possibile essersi assunti la responsabilità di un rapporto così squilibrato in favore del principale imprenditore del settore (ndr: il signor Cerroni)”.

Sulla base di questo ragionamento il Sindaco di Roma Alemanno ha detto di NO alla nuova discarica di Monti dell’Ortaccio (sempre a Malagrotta, sempre sui terreni di proprietà del signor Cerroni).

La nota dell’ufficio stampa del Sindaco di Roma spiega che “la motivazione di questa scelta deriva dall’inaccettabilità di aprire una nuova discarica nella stessa zona di Malagrotta e in un’area di proprietà dello stesso imprenditore Manlio Cerroni, che già gestisce l’impianto attuale”.

Per ritorsione, il signor Cerroni ha presentato il conto al Campidoglio: due anni di arretrati, 135 milioni di euro non pagati, 35 dei quali vanno versati subito perché altrimenti “nessuna assicurazione può essere data sul trattamento dei rifiuti”.

Il tutto è contenuto in una delle sue solite letterine.

“Non sappiamo, signor Sindaco, fino a quanto possa durare questa situazione che ci vede in uno stato di incertezza circa l’attuazione dei nostri programmi per il futuro e al tempo stesso creditori dell’Amministrazione per miliardi di lire. Se un giorno, anche non lontano, il servizio di smaltimento dei rifiuti (che a Roma, la sola città al mondo, ha risolto completamente ed egregiamente il problema) dovesse andare a “rotoli” si sappia fin d’ora a chi addebitare la responsabilità”. Così scriveva Cerroni al Sindaco di Roma il 23 gennaio 1976.

Si, sono più di 30 anni che il signor Cerroni ricatta e minaccia il Sindaco (di turno) di Roma.

Il signor Cerroni rappresenta la vera questione morale della capitale.

Il PD, Rutelli, Veltroni, Di Carlo portano una gravissima responsabilità.

E Alemanno che fa?

Il Sindaco Alemanno (PDL) vuole mettersi in affari con Cerroni costruendo, con la società mista Cerroni-AMA-ACEA ideata da Di Carlo (PD), l’inceneritore di Albano sui terreni di Cerroni e su un progetto di Cerroni.

I politici romani (tutti) continuano ad affidare la gestione dei rifiuti al solito monopolista, quello che 30 anni fa scriveva che Roma era “la sola città al mondo che ha risolto completamente ed egregiamente il problema”.

Dopo 30 anni di discariche, Albano e Malagrotta (“la più grande discarica del mondo”), oggi ci propongono gli inceneritori, Malagrotta e Albano (“il più grande inceneritore del mondo”, come AMA definirlo Cerroni), il tutto al fine di “risolvere completamente ed egregiamente il problema”.

… e Alemanno già pensa al quinto inceneritore.

Ma dove troveranno tutto questo CDR (Combustibile Da Rifiuti)?

Semplice.

Bisogna far fallire la raccolta differenziata (troppo complicata, troppo costosa, troppo difficile).

Bisogna insabbiare le autorizzazioni per gli impianti alternativi all’incenerimento (l’impianto di Colleferro tipo Vedelago, in grado di trattare 50.000 tonnellate di rifiuti, aspetta da mesi le autorizzazioni dalla Provincia di Roma).

L’impianto di Colleferro, tipo Vedelago, è molto pericoloso per i Cerroni Boys: toglie 50.000 tonnellate di rifiuti, frazione secca, agli inceneritori.

Stiamo parlando di 50 milioni di euro di CIP6 persi dalle Cerroni SPA!!!!

SI, il signor Cerroni rappresenta la vera questione morale della capitale.

giovedì 18 dicembre 2008

Inceneritori, diossine e danni ambientali

Ad Albano arriva l’Istituto Superiore di Sanità

Il Comune di Albano Laziale attiva un monitoraggio ambientale in collaborazione con l'Istituto Superiore di Sanità.

“L'investimento di 250mila euro – ha spiegato Mattei Sindaco di Albano a http://www.castellinews.it/ – servirà a mettere in atto un monitoraggio ambientale che riguarderà le zone interessate dall'edificazione del gassificatore. Il capillare programma prevede il rilievo dei fattori di rischio attuali e futuri, nel caso prendesse corpo la realizzazione di questo impianto sul nostro territorio”.
Per il medico Mattei riportiamo i comunicati stampa del Comitato Direttivo di Medicina Democratica su “Inceneritori e diossine negli alimenti” e del Coordinamento Nazionale dei Comitati dei Medici per l’Ambiente e la Salute “La valutazione parziale del danno causata dall’incenerimento dei rifiuti”.

Questo è solo l’inizio del calvario per Roncigliano, Pavona, Cecchina, Albano e tutti i Castelli Romani.

Inceneritori e diossine negli alimenti
Da dove viene la diossina nella carne? Ci dicono dai mangimi.

E nei mangimi come ci arriva? Solo, "accidentalmente" da olii contaminati?

E gli animali contaminati dove vanno a finire?

Chi ci assicura che non diventeranno nuovi mangimi direttamente o ancor più con l'incenerimento?

La notizia che anchequesta volta non è stata data nella vicenda dei "maiali (e non solo) alla diossina" è che la diossina proviene per la maggior parte dall'incenerimento di rifiuti urbani, ospedalieri ed industriali.

Da qui la follia di volere costruire nuovi inceneritori ed ampliare quelli esistenti con la inevitabile conseguenza di aumentare la diossina che va afinire nei nostri piatti.

Medicina Democratica ribadisce la sua assoluta contrarietà a questi impiantinocivi, costosi ed assolutamente inutili.

Medicina Democratica denuncia, inoltre, come pericoloso il consumo dialimenti di qualsiasi tipo già contaminati essendo la diossina uncontaminante persistente che si accumula nei viventi.

In particolare non esiste una esposizione "accettabile" alle diossine o ad altri inquinanti cancerogeni al di sotto della quale non vi sia rischio perle persone.

Il Comitato Direttivo di Medicina Democratica
Firenze 14 dicembre 2008
http://www.medicinademocratica.org/


La valutazione parziale del danno causata dall’incenerimento dei rifiuti

Innanzi tutto si parla di valutazione parziale perché per danni di particolare importanza quali quelli genetici e neuro comportamentali, una causa-effetto è molto difficile da determinare per il numero estremamente elevato di agenti chimici responsabili e la loro possibile interferenza nel provocare una patologia.

Rabl, Spadaro e Zougnaib, ricercatori della famosa Ecole des Mines di Parigi, hanno recentemente pubblicato sulla nota rivista internazionale Waste Management & Research un articolo dal titolo “Environmental impacts and costs of solid waste: a comparison of landfill and incineration”.

Lo studio, effettuato da autori di particolare rilievo ed esperienza, ha cercato di determinare i costi per la società, in termini economici, per tonnellata di rifiuti smaltiti attraverso sia il loro incenerimento che lo smaltimento in discarica.

Gli autori per la loro valutazione del danno hanno utilizzato tutta l’esperienza racchiusa nei risultati del progetto ExterneE della Commissione Europea.

Negli ultimi 20 anni c’è stato un notevole progresso nell’analisi dei costi per i danni ambientali ed alla salute provocati dalle emissioni di inquinanti causata, in particolare, dalla produzione di energia.

Il progetto della Commissione Europea ExterneE European Research Network ha coinvolto 50 centri di ricerca in oltre 20 paesi e, attraverso studi di particolare rilievo scientifico quali lo “European Environment and Health Strategy”, lo “Environmental Technologies Action Plan” ed il “Clean Air for Europe” (CAFÉ) programme, ha prodotto una metodologia che è diventata il metodo di riferimento per la valutazione del danno da inquinamento.

Nello studio gli autori francesi hanno rilevato che, se si escludono le spese per la produzione di gas serra quali la CO2 (ExternE 19 € per tonnellata di gas), la CH4 e gli N2O, oltre il 95 % dei costi esterni è causato da danni alla salute, in particolare dalla mortalità. La morbilità, soprattutto la bronchite cronica, l’asma bronchiale, i giorni di lavoro persi, i ricoveri ospedalieri ecc., rappresentano circa un terzo dei costi del danno da polveri PM10, NOx ed SO2.

Secondo i risultati della ricerca LA COMBUSTIONE DI UNA TONNELLATA DI RIFIUTI, IN TERMINI DI DANNI ALLA SALUTE ED ALL’AMBIENTE, ARRIVA A COSTARE 21.2 euro.

Questi costi per ogni tonnellata di rifiuti bruciati possono scendere paradossalmente fino a 4.5 euro se compensati con il recupero di energia, calore e materiali. Tuttavia, il caro prezzo per la mortalità e la morbilità rimane invariato.

Oltre ai danni dell’effetto serra, l’aumento della CO2, causando l’incremento sia della temperatura che del vapore acqueo, fa salire i livelli dell'ozono terrestre. Quest'ultimo compromette la funzionalità polmonare, irrita le vie respiratorie e sembra essere la chiave dell’aumento delle morti per cause cardiovascolari durante le ondate di calore (Occup Environ Med 2007).

Ad ogni aumento di un grado Celsius di temperatura corrispondono circa 1000 decessi per inquinamento e 20 – 30 nuovi casi di cancro. Il 40 % di queste morti è causata dall'ozono, mentre il resto è probabilmente causato dalle polveri sottili che aumenterebbero in seguito alla capacità della CO2 di aumentarne la stabilità, l'umidità ed i feedback biogenici (Geophysical Research Letters, 2008).

L’INCENERIMENTO ANNUO DI 400.000 TONNELLATE DI RIFIUTI POTREBBE COMPORTARE UNA SPESA PER I DANNI ALLA SALUTE ED ALL’AMBIENTE DI OLTRE 8.000.000 DI EURO. DOPO 20 ANNI DI ATTIVITÀ, I COSTI POTREBBERO ESSERE PARI A 160.000.000 DI EURO.

L0 SMALTIMENTO DI UNA TONNELLATA DI RIFIUTI IN DISCARICA, IN TERMINI DI DANNI ALLA SALUTE ED ALL’AMBIENTE, ARRIVA A COSTARE 12.8 EURO.

Adesso che, anche se in modo parziale, si può scientificamente valutare il danno causato dalla combustione dei rifiuti, a fronte di valide alternative che non provocano impatti sanitari ma che, anzi, possono creare numerosi, nuovi posti di lavoro, la popolazione deve iniziare ad intraprendere percorsi legali aventi come scopo sia la richiesta di risarcimento che l’obbligo per tutti i comuni italiani di intraprendere un percorso virtuoso della gestione dei rifiuti.

Dr. Giovanni Ghirga
Portavoce del
Coordinamento Nazionale dei Comitati dei Medici per l’Ambiente e la Salute (Lazio)

domenica 14 dicembre 2008

Il patto scellerato tra Di Carlo e Cerroni

Sabato 13 dicembre 2008 si è tenuto nella sede della Provincia di Roma un convegno organizzato dalla campagna pubblica “Non bruciamoci il futuro” cui ha partecipato la signora Poli, responsabile dell’impianto di riciclo di Vedelago.


Il convegno ha avuto il pregio di demolire le tesi dei Cerroni Boys (Marrazzo, Di Carlo, Fontana, Robilotta, ecc.), strenui sostenitori degli inceneritori e degli enormi affari del signor Cerroni.

Uno degli elementi di maggiore interesse emersi dal convegno è stata la valutazione economica delle diverse modalità di smaltimento dei rifiuti.
L’impianto di Vedelago prevede un basso investimento inziale (solo 5 milioni di euro), tre tipologie di entrate (i Ricavi da conferimento, i Contributi CONAI per il riciclo degli imballaggi, i Ricavi da vendita dei materiali riciclati) e una sola voce di uscita, i costi di lavorazione dei materiali.
Per una discarica, invece, le entrate si limitano ai Ricavi da conferimento, mentre nelle voci di uscita vanno considerati i Costi di allestimento, i Costi di gestione, i Costi di post-esercizio, i Costi di bonifica e, infine, i Costi ambientali e sociali. Va anche segnalato che, conferendo i rifiuti ad una discarica, i comuni perdono i contributi CONAI sul riciclo degli imballaggi.
Gli inceneritori, infine, richiedono un elevato investimento iniziale (circa 200 milioni di euro), le entrate sono costituite dai Ricavi da conferimento e dai Contributi CIP6, nei costi vanno ricompresi i Costi di gestione, i Costi di discarica per le ceneri, i Costi di bonifica, i Costi ambientali e sociali. Va segnalato che, conferendo i rifiuti ad un inceneritore, i comuni perdono i contributi CONAI sul riciclo degli imballaggi.

Il confronto tra le diverse soluzioni mostra che per i comuni (quindi, per noi cittadini) la soluzione più vantaggiosa sul piano economico è rappresentata dall’impianto tipo Vedelago, sia per il basso investimento iniziale (5 milioni di euro), sia perché possono ridursi i costi del conferimento (cioè le imposte sui rifiuti) grazie ai contributi CONAI e ai ricavi derivanti dalla vendita dei materiali riciclati.

Un inceneritore, invece, richiede un forte investimento iniziale (circa 200 milioni di euro), una discarica speciale per smaltire le ceneri ed alti costi sociali e ambientali.
Perché Di Carlo, Marrazzo, Robilotta e Fontana hanno scelto la soluzione più costosa per i cittadini del Lazio, anteponendo gli interessi di Cerroni a quelli della collettività che rappresentano?
I cittadini di Roma e del Lazio si sono già accorti che la costruzione dell’inceneritore di Malagrotta ha comportato in questi anni il raddoppio delle imposte pagate per lo smaltimento dei rifiuti.

Quanto ci costerà inoltre la costruzione dell’inceneritore di Albano?

Va anche considerato che, dato l’elevato investimento iniziale, i piani di ammortamento degli inceneritori sono di almeno 30 anni.

Questo significa che il patto scellerato tra Di Carlo e Cerroni costituisce una pesante ipoteca sui Castelli Romani per i prossimi decenni!!!


Ancora bloccato l’impianto di riciclo di Colleferro, tipo Vedelago
Di Carlo ha affermato che a Roma c’è solo Cerroni perché gli altri imprenditori non fanno proposte.

E’ falso. A Colleferro è stato costruito ed è pronto per entrare in funzione un impianto, tipo Vedelago, in grado di trattare 50.000 tonnellate di rifiuti differenziati l’anno. Le autorizzazioni per l’inizio delle attività sono insabbiate da mesi alla Provincia di Roma.

Morale: per Cerroni si fanno carte false, mentre per gli altri imprenditori si bloccano le autorizzazioni!!!

Il punto della situazione sugli inceritori nel Lazio
Sul Piano Regionale presentato da Marrazzo il 24 giugno 2008 non c’è l’impianto di riciclo di Colleferro, ma solo inceneritori (San Vittore, Colleferro, Malagrotta e Albano).

Facciamo il punto della situazione degli inceneritori.

Il famoso inceneritore di Malagrotta è ancora sotto sequestro da parte della magistratura.
Il Coordinamento contro l’inceneritore di Albano ha presentato un ricorso al TAR contro la Valutazione di Impatto Ambientale “alla vaccinara” (prima era negativa, poi con l’incarico a Di Carlo è stata taroccata ed è diventata positiva).

Proseguono, inoltre, le indagini della Guardia di Finanza sull’inceneritore di Colleferro.
In merito, dal giornale “Il caffè” riprendiamo le seguenti notizie:

“I carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Roma stanno lavorando sulla gravissima ipotesi per cui il Combustibile da Rifiuti (CDR) era in realtà solo spazzatura impacchettata.
Sullo sfondo, una fitta rete di complicità di funzionari e amministratori pubblici, locali e regionali. Uno scenario simile a quello che portò all’emergenza rifiuti in Campania.
I due inceneritori di Colleferro targati Gaia che dovrebbero bruciare combustibile da rifiuti (CDR) avrebbero la patente scaduta. Oltre ai dubbi su cosa effettivamente bruciassero, la Regione Lazio non avrebbe ancora rinnovato le autorizzazioni.
Il Nucleo Ecologico di Roma ha trovato inoltre almeno altre due irregolarità: l’assenza di un sistema elettronico di rilevamento dei fumi, che permette di intervenire in caso di emissione di rifiuti tossici, e la presenza di un filtro industriale proveniente dalla Campania, pronto per essere bruciato”.

…e pensare che Marrazzo ci ha messo anche la faccia
Questa è la fotografia della situazione indecente della gestione dei rifiuti nella Regione Lazio.

La raccolta differenziata viene appositamente insabbiata per dare spazio a Cerroni e agli inceneritori, mentre Marrazzo sperpera quasi un miliardo di euro per mettere il suo faccione da presentatore televisivo su tutti i muri della regione.

Ci vuole proprio una bella faccia tosta!!!!

venerdì 12 dicembre 2008

Quel maledetto sottopasso ferroviario

L’11 dicembre 2008 un violento nubifragio ha colpito Roma e provincia. Il bilancio è di un morto. Una donna è rimasta intrappolata in un'auto sommersa da acqua e fango in un sottopasso ferroviario a Monterotondo.















A recuperare il corpo i vigili del fuoco insieme ai sommozzatori dopo una segnalazione giunta verso le 6.30 alla centrale operativa del comando provinciale di Roma. L'auto era sommersa da circa 4 metri d'acqua. Il cadavere è stato trovato sul sedile di dietro dove, probabilmente, la donna si era spostata per cercare di salvarsi.

L'ultima telefonata per chiedere aiuto. L'ex marito ha raccontato che la donna aveva chiamato con il cellulare una collega per avvertirla che era rimasta bloccata e che l'acqua stava entrando nell'auto. Poi, in pochi secondi la tragedia. Gli abitanti della zona fanno sapere che non è la prima volta che il sottopassaggio si allaga.

Sequestrato il sottopasso. Chiuso e posto sotto sequestro dai carabinieri il sottopassaggio ferroviario.

Aperto fascicolo per omicidio colposo dalla procura di Tivoli. Gli inquirenti intendono capire ora le cause dell'allagamento del sottopassaggio, se per problemi strutturali o legati alla manutenzione, oppure per il maltempo.

Il sottopasso di Monterotondo è uguale a quello proposto da RFI per Pavona. Quando i cittadini di Pavona hanno cominciato la loro battaglia contro il sottopasso stradale sulla Via del Mare, al centro del paese, i tecnici delle ferrovie rispondevano che il sottopasso di Pavona sarebbe stato uguale a quello di Monterotondo.

Alcuni di noi sono anche andati a Monterotondo e i cittadini incontrati hanno denunciato che il sottopasso si allagava in continuazione.

















Chi porta la grave responsabilità di questo omicidio colposo?
La responsabilità morale è di RFI che propone opere inutili, costose, scellerate e pericolose.
L’allagamento di quel maledetto sottopasso ferroviario poteva causare anche una strage.

Continueranno il Sindaco e il Consiglio Comunale di Albano Laziale ad insistere con il sottopasso su Via Pian Savelli????

domenica 7 dicembre 2008

Manifestazione sotto la sede della Regione

Segnalazione articolo su CastelliNews.it
Il "No" all'inceneritore di Albano arriva fino alla Pisana


Una “Social Card” per il signor Cerroni

Nonostante la pioggia incessante , grande manifestazione dei comitati che rappresentano le vertenze territoriali (No turbogas di Aprilia, No Fly di Ciampino, No Inceneritore di Albano, il comitato di Malagotta, No corridoio, Non bruciamoci il futuro e tanti altri) il 5 dicembre 2008 alla Regione Lazio.

Grandi assenti Marrazzo e la sua Giunta.

Spariti, dissolti, scomparsi, svaniti, dileguati, dissolti, fuggiti, nascosti...

... non c’è aggettivo che renda lo stato inqualificabile dello squallore in cui versa ormai la Giunta regionale.

“Un Giunta alla vaccinara”, citava uno striscione, che ha paura di confrontarsi con “i movimenti all’arrabbiata”.

Sparito Marrazzo, il presentatore televisivo che voleva fare il Presidente della Regione Lazio (Pippo Baudo ha avuto la serietà di non presentarsi alle elezioni regionali in Sicilia).

Spariti gli “inutili” assessori della Sinistra Arcobaleno, che dopo aver votato il Piano regionale dei rifiuti (un piano che fa gli “interessi dei soliti noti”, come ha dichiarato l’Assessore Regionale al Bilancio Luigi Nieri) non sa più dove andarsi a nascondere.

Sparito anche l’Assessore Di Carlo, che in due mesi di delega ai rifiuti è riuscito solo a taroccare la Valutazione di Impatto Ambientale sull’inceneritore di Albano.

Un esempio di vergognosa sottomissione ai desiderata del signor Cerroni.

Citiamo alcune prescrizioni per Cerroni contenute nella nuova ed illegale Valutazione di Impatto Ambientale, che dimostrano l’inettitudine e l’inefficienza degli uffici regionali (altro che fannulloni, come direbbe il Ministro Brunetta):
- tutte le strade ed i piazzali dovranno essere adeguatamente pavimentate;
- dovrà essere garantita la raccolta e la depurazione delle acque di prima pioggia;
- dovranno essere effettuati interventi di piantumazione perimetrale e sistemazione a verde, i quali dovranno essere condotti raccordandosi coerentemente a tutte le aree costituenti il complesso impiantistico, attraverso l’utilizzo delle tecniche di ingegneria naturalistica nonché di essenze arbustive ed arboree in accordo con le caratteristiche vegetazionali dei luoghi.

Cerroni vuol mettere un inceneritore che produde diossina, inquina l’ambiente (l’aria, la terra, le acque), distrugge le produzioni dei vini doc dei Castelli, minaccia la salute dei cittadini, e i burocrati fannulloni della regione si preoccupano della pavimentazione dei piazzali, della depurazione delle acque di prima pioggia e delle siepi da installare nel perimetro della zona???

Si, questa Giunta Regionale è proprio alla vaccinara!!!!!!

Le popolazioni “arrabbiate” della Regione Lazio la spazzeranno via alle prossime elezioni !!!

ULTIM’ORA
Ancora insabbiate, da parte dei Cerroni Boys della Regione Lazio e della Provincia di Roma, le autorizzazioni per l’impianto di Colleferro, tipo Vedelago, pronto da mesi per differenziare 50.000 tonnellate annue di rifiuti, senza incenerire. (... e poi Di Carlo si lamenta che Cerroni ha il monopolio perchè gli altri imprenditori non presentano i progetti !?!?!).

Al signor Cerroni, oltre ai 550 milioni di euro di finanziamenti pubblici CIP6 per gli inceneritori di Malagrotta ed Albano, verrà anche consegnata una “Social Card”, in quanto la società che gestisce la discarica di Malagrotta (la Colari Spa) ha dichiarato, a fronte di 90 milioni di euro di ricavi, 2.583 euro di utile netto. La “Social Card” porterà gli autografi di Marrazzo, Alemanno e Di Carlo. Anche l’Assessore Nieri, che si è spesso occupato di politiche sociali, firmerà la speciale “Social Card” del signor Cerroni.

venerdì 5 dicembre 2008

Di Carlo, Cerroni e 'a coda alla vaccinara

Lettera di Lucia 'a panacca

Quanno succedino certe freche, e comme fa’ a statte zitta?

Sentète chesta: ‘mpo’ de giorni fa stevo a spettà ch’apreva ‘a bottega de pane sul corso de Albano.

A ‘u certu puntu, te vedo Di Carlo l’assessuore alla monnezza, ribbadizzatu “u figliu de Cerroni”, che steva a fa combinella con Matteu ‘u sindacu, chillu che de giorno dice de “NO” e de notte dice de “SI”. C’era pure Marrazzu e Robilottu, tutti Cerroni Boys.

Allora ho fatto faccia e gnò ditto: “Aè, ma che è ‘ssu ridunacciu? Congressu de vorpi, stragge de galline, eh?”

‘Chiappa e mme risponne ‘u sindicu de Albano: “A Lucì, stemo a spettà Cerroni. Tenemo da ì a Roma a vede certa robba de ‘nceneritore, ‘a valutazione de impattu ambientale. A Lucì, voi venì co noi?”

Semo montati sopra a ‘n elicotteru de lusso e se ne semo iti.

Arrivati a Roma, semo iti a magna al ristorante co’ 5 ‘ngegneri de a Regione.

Stavamo a magna ‘u piattu de coda alla vaccinara, quanno Cerroni ha ditto:

“L’ultima coda alla vaccinara, magna che te rimagna, m’ha cominciato a bullì ‘a panza come ‘na pila de facioli de ‘a regina.

Pè fortuna che, dopo ‘n quarticellu d’ora de scoregge vestite come ‘na briscola, so’ ito liscio e ho cominciato a pià sonno.

Sarà statu ‘u stommicacciu, ma ho cominciato subbito ‘a fa’ tutti sogni strunzi!

Prima me so’ sognato ‘a manifestaziò de ‘o coordinamento contro l’inceneritore de Albano (issi so proprio ‘na rottura de cojoni).

Poi … che ‘a magistratura chiudeva ‘a discarica de Malagrotta e d’Albano.

Dopo … che i pompieri spegnevano ‘u ‘nceneritore de Malagrotta.

Sta bbotta m’hanno fatto ‘u malocchiu, ‘u contrumalocchiu, ‘a macumba e sett’otto fatture!”

Chillu scemotto dell’assessuore ha ditto: “Tranquillo pà: coi sordi de’ CIP6, altro che sta coda alla vaccinara!”

Stretta la foglia, larga la via, qua sfregnino i sordi e chi paga è: LUCIA!!!

mercoledì 3 dicembre 2008


giovedì 27 novembre 2008

Dopo Report nulla sarà come prima

Complimenti a Report.

Dopo la trasmissione nulla sarà come prima.

Anche se Report ha detto solo il 10% della verità sulla gestione dei rifiuti nel Lazio, il primo 10% ha avuto effetti esplosivi.

E’ la prima volta che un servizio giornalistico non trasmette un senso di reverenza nei confronti del signor Cerroni

Dopo una miriade di articoli “ridicoli” su Cerroni pubblicati su “Il sole 24 ore”, su “L’espresso”, su “Left”, finalmente un servizio “serio” come quello di Report.

Di seguito riportiamo, però, alcuni consigli per le prossime trasmissioni di Report.

Mister 2.583 euro

Questo è l’utile netto dichiarato dalla COLARI Spa del signor Cerroni.

La società che gestisce la discarica di Malagrotta ha dichiarato nel 2007, a fronte di ricavi per 90 milioni di euro, un misero utile netto di 2.583 euro.

Come ha riportato il servizio di Report, il signor Cerroni si sposta in elicottero, ma dichiara nei bilanci un utile netto inferiore a quello di un comune “stracciarolo”.

Peccato che il redditometro predisposto dall’Amministrazione fiscale si basi sulle autovetture e sugli incrementi patrimoniali, ma non preveda gli elicotteri.

Comunque, il povero Cerroni chissà quante code alla vaccinara avrà dovuto pagare alla classe politica romana e bresciana.

L'alternativa italiana agli inceneritori

Finito l’eco sulla coda alla vaccinara dell’Assessore PD Di Carlo, del servizio rimarrà il messaggio che la soluzione per la gestione dei rifiuti sono gli inceneritori.

Tutto quello che non si può riclicare, si può bruciare.

Perchè anche una trasmissione come Report è caduta in questa trappola mediatica, finendo per sponsorizzare la potente lobby di Brescia?

Cara Report, l’alternativa agli inceneritori di Cerroni non sono gli inceneritori di Berlino!!!

Ogni inceneritore ha bisogno di una discarica a monte, per la selezione del CDR (Combustibile da Rifiuti), e di una discarica a valle (per le ceneri, rifiuto speciale e pericoloso).

Come afferma il Prof. Paul Connett: “L’incenerimento è costosissimo, pericoloso, non sostenibile, non necessario, e non crea posti di lavoro. E’ stupido e rovina la vita. Anche se gli inceneritori fossero sicuri, non saranno mai intelligenti. Non potrai mai riavere l’energia impiegata per fare una bottiglia, una scatoletta bruciandola. Se fanno l’inceneritore ad Albano o a Latina, fra 25 anni sarete alle stesso punto di adesso, avrete un mucchio di ceneri residue (una tonnellata ogni 3 tonnellate di rifiuti bruciati, oltre a quelle volatili delle ciminiere)”.

Cara Report, dovremmo bruciare tonnellate di CDR (le ecoballe di carta e plastica, come si è visto nel servizio) per ottenere tonnellate di rifiuti speciali e pericolosi, da stoccare in discariche speciali?

L’incenerimento è una cosa è semplicemente folle!!!

Dopo la trasmissione ho finalmente capito il motivo per cui i Cerroni Boys della Provincia di Roma e della Regione Lazio stanno insabbiato le autorizzazioni per il nuovo impianto di Colleferro, modello Vedelago.

Bisogna eliminare ogni possibile alternativa, in modo cha anche le trasmissioni come Report non abbiano un’alternativa credibile da confrontare con gli inceneritori!!!

E se gli impianti tipo Vedelago fossero 5, andrebbe completamente rivisto il piano regionale dei
rifiuti.

La coda alla vaccinara

Di Carlo è uno dei principali artefici del fallimento della gestione dei rifiuti nel Lazio.

La raccolta differenziata non è mai decollata, l’AMA è ridotta al fallimento, i comuni hanno accumulato un debito da oltre 200 milioni di euro con Cerroni, i cittadini di Roma e del Lazio pagano tariffe salatissime per i rifiuti e .. Di Carlo si dimette per un piatto di coda alla vaccinara?!?!?

La cosa non può finire in burla.

Siete tutti invitati il 5 dicembre 2008 a protestare sotto la Presidenza della Regione Lazio per chiedere la riscrittura del Piano regionale dei rifiuti, in modo che non favorisca “i soliti noti”, come affermato dall’Assessore Nieri.

Ci sarà coda alla vaccinara per tutti!!!!!!!!!

PS – Pare, sembra, si dice che il Presidente dei Cerroni Boys, tale Marrazzo, alla riconsegna della delega ai rifiuti da parte di Di Carlo abbia esclamato: “Non ci sono problemi. Tanto il lavoro sporco per l’inceneritore di Albano è stato già fatto!!!!”

domenica 23 novembre 2008

Una denuncia alla Commissione Europea contro i CIP6 dedicata al Prof. Paul Connett

Le vicende di questi giorni dimostrano che in Italia l’affare della gestione dei rifiuti è fortemente condizionato dagli ingenti finanziamenti pubblici in gioco.

In tema di inceneritori nel Lazio, le vicende di questi mesi sono state molto preoccupanti:
- l’incidente all’inceneritore di San Vittore (estate 2008);
- il sequestro dell’inceneritore di Malagrotta (addirittura l’impianto antincendio non era in regola);
- l’indagine della Guardia di Finanza sull’inceneritore di Colleferro;
- la nuova VIA per l’inceneritore di Albano (questa volta positiva per Cerroni) contro la volontà della popolazione dei Castelli Romani.

Per fermare questo sperpero di denaro pubblico, ci siamo rivolti direttamente alla Direzione generale Concorrenza , Protocollo Aiuti di Stato, della Commissione Europea.

Il testo della denuncia è riportato nel sito, nella sezione "Per l'Italia che guarda".

Invitiamo tutti i cittadini e le associazioni a replicare la denuncia, inviandola via email al seguente indirizzo stateaidgreffe@ec.europa.eu

Questa denuncia è stata ispirata dal Prof. Paul Connett, di cui riportiamo i brani più salienti di una bellissima intervista rilasciata al giornale “Il caffè”.

Le sue parole spiegano nel modo migliore i motivi della denuncia contro i finanziamenti agli inceneritori.

“Quando ci sono persone d’affari molto potenti, che possono corrompere il sistema politico, arrivano situazioni molto negative, da dinosauri, come gli inceneritori, anche se gli danno un nome elegante come “gassificatore” o “termovalorizzatori”. Li fanno passare per modalità di recupero delle risorse. In realtà sono sistemi per la distruzione delle risorse. Ma dove la corruzione non è il fattore decisivo, più di 2.000 comuni in Italia hanno adottao la raccolta “porta a porta”: separano gli scarti e li mettono dentro diversi contenitori accanto all’uscio di casa. E passano a ritirarli per poi riciclarli….”

“Politici e uomini d’affari insistono sull’incenerimento perché è una soluzione pigra, una macchina magica che “risolve” tutto e poi perché quando si costruisce un inceneritore è come un maialino, tutti ci mangiano. Negli anni ’90 il governo italiano ha introdotto un aiuto finanziario, nato per le fonti rinnovabili, ma poi esteso a questi impianti. Dovete liberarvi di mafie e corruzione”.

Ognuno dovrebbe diventare un “Nimby”! Tutti dovrebbero fare come qui ad Albano e proteggere il proprio territorio. Il problema è quando le persone se ne fregano perché il “giardino” è di qualcun altro. Reagire a una cosa pessima quando stanno minacciando la tua salute, i tuoi figli, il valore della tua proprietà, è una cosa giusta. Occorre trasformare la rabbia in organizzazione tra le persone e “porta a porta”, per migliorare. Bisogna reagire!”

“Vi spiego le due leggi dell’inquinamento. La prima legge: il livello di inquinamento aumenta in rapporto proporzionale a quanto cresce il livello di corruzione. Seconda legge: il livello di inquinamento diminuisce in rapporto a quanto aumenta il livello di partecipazione pubblica. C’è bisogno della gente per mettere in ordine il sistema politico e l’ambiente. Abbiamo bisogno di politici onesti ed una responsabilità industriale a monte per produrre meno rifiuti; la gente gli deve dire “se non possiamo riusarli, riciclarli, trasformarli in concime, quei prodotti non dovete più fabbricarli”. Ma soprattutto serve un buon governo politico che prema sull’industria insieme alla comunità. Altrimenti il pianeta collasserà!”

giovedì 20 novembre 2008

Gli ordini di Cerroni sul PRG di Albano

Il 5 aprile 2008 abbiamo pubblicato sul nostro sito la notizia che il Comune di Albano Laziale stava approvando una gigantesca variante al Piano Regolatore Generale, trasformando i terreni di Cerroni da zona agricola a zona artigianale.

A seguito della ferma e decisa protesta del Coordinamento contro l’inceneritore, il Consiglio Comunale di Albano Laziale ha approvato all’unanimità, nella seduta del 5 giugno 2008, un importante ordine del giorno che vincola i progettisti del nuovo PRG a mantenere la destinazione ad uso agricolo per i terreni di Roncigliano (pare 75 ettari) acquistati da Cerroni & co. per costruire l’inceneritore più grande del mondo.

In quella seduta del Consiglio Comunale, il Sindaco Mattei ha affermato di essere stato sempre contrario all’inceneritore e ha sottolineato che qualche mistificatore aveva maliziosamente stravolto la realtà.

Il 24 luglio 2008, il Consiglio Comunale ha votato la variante generale al Piano Regolatore Generale confermando l’impegno a preservare, per i terreni di Cerroni, l’attuale destinazione agricola (E2), invece che artigianale (D4).

In questa vicenda oscura, una domanda era rimasta senza risposta:
perché qualcuno voleva cambiare la destinazione d’uso dei terreni di Cerroni?

Il mistero è stato svelato dalla Valutazione di Impatto Ambientale della Regione Lazio, redatta in data 8 ottobre 2008, che in merito ai terreni di Cerroni riporta:
“L’area interessata dall’intervento risulta ubicata nel Comune di Albano Laziale ed è prevista nel PRG vigente come “zona E Agricola”. Essa è adiacente ad un’area destinata a “Zona D – Sottozona D1” di proprietà della Pontina Ambiente Srl.
In considerazione di ciò, la Pontina Ambiente Srl ha avviato le procedure affinchè il Comune di Albano Laziale estendesse la zona “D” all’area dell’impianto proposto, con la redazione della variante generale al PRG”.

Non sappiamo con esattezza quali procedure abbia avviato il signor Cerroni per trasformare decine di ettari di terreno da agricolo ad artigianale. Possiamo solo immaginarle!!!

Un dubbio però andrebbe chiarito:
il Sindaco Mattei ha dichiarato il falso davanti a tutto il Consiglio Comunale di Albano?
Oppure la nuova Valutazione di Impatto Ambientale della Regione Lazio riporta pedissequamente gli ordini del signor Cerroni?

Un altro oscuro capitolo della ignobile vicenda dell’inceneritore di Albano.

mercoledì 12 novembre 2008

L'11 novembre dei Cerroni Boys

SEQUESTRATO L’INCENERITORE DI MALAGROTTA,
CONDANNATA LA CERRONI spa PER LA DISCARICA DI MALAGROTTA,
OPERAZIONE DELLA GUARDIA DI FINANZA SULL’INCENERITORE DI COLLEFERRO


Tutto è iniziato il 29 ottobre 2008.

Il presidente dei Cerroni Boys, Marrazzo, si è presentato alla Commissione Consiliare Ambiente della Regione Lazio per illustrare la “Relazione sullo stato di attuazione degli interventi e azioni richiamate nel decreto commissariale n. 24 del 24 giugno 2008”.

Una relazione veramente istruttiva, curata nei minimi dettagli dall’Assessore Di Carlo, che per Cerroni è come un figlio.

Marrazzo prima ha sottolineato gli importanti risultati raggiunti:

“Allo stato attuale l’esposizione debitoria dei comuni nei confronti dei gestori, sia pubblici che privati, sta assumendo dimensioni rilevanti, quantificabili in circa 200 milioni di euro e il trend in atto porta a pensare che, a breve, tali cifre subiranno una notevole crescita”

.…poi ha concluso ringraziando Cerroni & co.:

“…il Lazio presenta da oltre 10 anni una situazione di mercato stabile, con società ed imprenditori facilmente individuabili, sia pubblici che privati, che hanno avviato programmi di investimento importanti e che, fino ad ora, hanno dato garanzia sia per il servizio reso che per le azioni poste in essere per garantire la salvaguardia dell’ambiente.”

Appena Marrazzo finiva il suo illuminato intervento, le agenzie di stampa diffondevano le prime verità sulle società e sugli imprenditori che hanno dato così tante garanzie a Marrazzo.

Il comando provinciale della Guardia di Finanza di Roma, su delega della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Velletri, ha eseguito un'attività investigativa nei confronti del gruppo societario riconducibile al consorzio Gaia Spa, la società che gestisce l’inceneritore di Colleferro, finalizzata alla ricostruzione delle cause del dissesto finanziario evidenziato dal bilancio economico chiuso al 31 dicembre 2005 ed al riscontro di eventuali reati.

Come fa sapere la Guardia di Finanza, sulla base delle risultanze delle indagini, condotte dalle fiamme gialle di Colleferro, l'autorità giudiziaria di Velletri ha emesso avvisi di informazione di garanzia nei confronti di 24 persone per ipotesi di reato tra le quali spiccano quelle di peculato, truffa aggravata, corruzione e bancarotta fraudolenta.

Contestualmente, i militari della Guardia di Finanza hanno proceduto al sequestro di 38 immobili - tra i quali vi sono anche abitazioni di pregio - e delle disponibilità finanziarie nei confronti di 9 persone, sino al valore di 52.300.000 euro. Per tale operazione, denominata ''Cash Cow'', sono stati impiegati, sull'intero territorio nazionale, oltre 250 finanzieri.

Ma dove vive Marrazzo, sulla luna???

Proviamo a rileggere con attenzione la sua relazione:

“…il Lazio presenta da oltre 10 anni una situazione di mercato stabile, con società ed imprenditori facilmente individuabili, sia pubblici che privati, che hanno avviato programmi di investimento importanti e che, fino ad ora, hanno dato garanzia sia per il servizio reso che per le azioni poste in essere per garantire la salvaguardia dell’ambiente.”

A conferma della lucida analisi di Marrazzo, il 3 novembre 2008 il Giudice Francesco Patrone ha condannato per "mala gestio" il responsabile della discarica di Malagrotta, Francesco Rando, alla sanzione di anni uno di arresto.

Il processo doveva stabilire se era corretto smaltire in discarica rifiuti pericolosi, in particolare il percolato (il risultato della liscivazione e putrefazione dei rifiuti) ed i fanghi di depurazione provenienti dall'ACEA.

Questa è la terza condanna penale subita da Cerroni & co.

Ma i guai per i Cerroni Boys non finiscono qui.

L’11 novembre 2008, mentre Marrazzo e Di Carlo stavano già preparando i discorsi per l’inaugurazione dell’inceneritore di Malagrotta, è arrivata l’incredibile notizia.

I Carabinieri del Noe, Nucleo Operativo Ecologico, su ordine della Procura di Roma, hanno proceduto al sequestro preventivo dell'inceneritore di Malagrotta disposto dal gip di Roma.

L'inceneritore è risultato privo della indispensabile 'Certificazione di Prevenzione Incendi', non rispondendo, nel contempo, ad altri requisiti di legge.

Le inadempienze sono state riferite dai carabinieri al Procuratore della Repubblica di Roma e ai titolari del procedimento penale che hanno chiesto in via d'urgenza al gip il sequestro preventivo dell'impianto.

Il gip ha ritenuto che è ''…indubbio ed estremamente inquietante il 'periculum in mora' desumibile dalla natura dell'attività svolta nell'impianto di gassificazione, dai materiali utilizzati per il processo di combustione e dalla presenza nelle immediate vicinanze di siti pericolosi in particolare una raffineria e un deposito di Gpl.

Sussiste, infatti - continua il gip - fondato pericolo che la prosecuzione dell'attuale esercizio dell'impianto e la libera disponibilità di cose pertinenti al reato possa agevolare o protrarre le conseguenze del reato, ovvero - conclude il gip - agevolare la commissione di altri reati, trattandosi di esercizio di impianto in totale carenza dei requisiti di legge''.

Per Manlio Cerroni e Francesco Rando, indagati nell'inchiesta, il procuratore aggiunto Achille Toro e il pubblico ministero Simona Maisto hanno ipotizzato la violazione del decreto legislativo in materia di tutela della salute e della sicurezza pubblica nei luoghi di lavoro.

In particolare, la violazione riguarda l'art. 46 del decreto il quale stabilisce che nei luoghi di lavoro soggetti alle previsioni di questa normativa devono essere adottate misure per prevenire gli incendi e per tutelare l'incolumità dei lavoratori.

Giorni terribili per i Cerroni Boys.

Ma cosa succederà nei prossimi giorni?

I rappresentanti del Wwf hanno chiesto in una conferenza stampa al presidente Marrazzo “chiarezza, trasparenza e assunzione di responsabilità per una nuova pagina della gestione dei rifiuti del Lazio”.

Chiarezza, trasparenza e assunzione di responsabilità?

La scandalosa vicenda dell’inceneritore di Albano è la dimostrazione della ‘mala gestio’ di Marrazzo & co.

Chiarezza? Politici che di giorno dicono di “NO” e di notte dicono di “SI”.

Trasparenza? Atti secretati e chiusi nelle casseforti.

Assunzione di responsabilità? Due valutazioni di impatto ambientale negative cestinate e riscritte illegalmente ad uso e consumo dei “soliti noti”.

Sarà bene che la Magistratura e la Corte dei Conti comincino ad indagare anche sulle illegalità connesse all’iter autorizzativo dell’impianto di Albano, un regalo ai “soliti noti”.

Di fronte a questo inquietante scenario, le forze politiche, i consiglieri regionali, i Sindaci, la stampa, i giornali, le televisioni, le forze sociali e culturali della città di Roma e della Regione Lazio non possono più rimanere in ossequioso silenzio.

Le popolazioni devono riprendere in mano la gestione del proprio territorio, dell’ambiente in cui vivono e del proprio futuro.

sabato 8 novembre 2008

Lasciate un obolo a Cerroni & Marrazzo


Il fallimento della gestione Marrazzo

Il 29 ottobre 2008 si è riunita la Commissione Consiliare Ambiente della Regione Lazio per discutere la “Relazione sullo stato di attuazione degli interventi e azioni richiamate nel decreto commissariale n. 24 del 24 giugno 2008”.

Nella relazione è riportato il fallimento della gestione commissariale di Marrazzo:

“Allo stato attuale l’esposizione debitoria dei comuni nei confronti dei gestori, sia pubblici che privati, sta assumendo dimensioni rilevanti, quantificabili in circa 200 milioni di euro e il trend in atto porta a pensare che, a breve, tali cifre subiranno una notevole crescita”.

Le ultime parole famose riportate nella relazione:

“…il Lazio presenta da oltre 10 anni una situazione di mercato stabile, con società ed imprenditori facilmente individuabili, sia pubblici che privati, che hanno avviato programmi di investimento importanti e che, fino ad ora, hanno dato garanzia sia per il servizio reso che per le azioni poste in essere per garantire la salvaguardia dell’ambiente.”

Una situazione di mercato stabile?

La frase è gravissima perché dimostra che è stato pianificato in questi 10 anni di proteggere il monopolio di Cerroni e non è stato consentito ad altri operatori di effettuare una sana concorrenza nel settore, in modo da calmierare le tariffe.

In particolare, citiamo il nuovo impianto di Colleferro, tipo Vedelago, in grado di trattare 50.000 tonnellate di rifiuti, senza discariche e senza inceneritori, fermo da mesi in attesa delle autorizzazioni provinciali e regionali.

Quanti altri impianti tipo Vedelago sono insabbiati dalla Provincia di Roma e dalla Regione Lazio perché turbano una situazione di mercato stabile?

Cerroni garanzia per la salvaguardia dell’ambiente?

Il 3 novembre 2008 il giudice Francesco Patrone ha condannato la Cerroni & co. per "mala gestio" della discarica di Malagrotta ad una sanzione di anni 1 di arresto.

Questa è la terza condanna penale subita dall'amministratore unico della discarica di Malagrotta.Il processo doveva stabilire se era corretto smaltire in discarica rifiuti pericolosi, in particolare il percolato (il risultato della liscivazione e putrefazione dei rifiuti) ed i fanghi di depurazione provenienti dall'ACEA.

Marrazzo, invece, si fida di Cerroni & co. e gli affida, a trattativa privata, l'inceneritore di Albano.

Chi ha pagato l’inceneritore di Malagrotta?

Cerroni pensa di essere un benefattore!!!
Marrazzo dice che i privati, cioè Cerroni, hanno avviato investimenti importanti!!!
I comuni per gestire i rifiuti vedono esplodere i loro debiti a breve, che sono arrivati a 200 milioni di euro!!!

Cosa lega questi eventi?

Il filo che lega questi eventi è rappresentato dall’inceneritore di Malagrotta.

Cerroni decide nel 2004 di costruire l’inceneritore a Malagrotta.
Le istituzioni, come sempre, lo assecondano.
Ma per costruire un inceneritore ci vogliono i soldi, tanti soldi.
Allora Cerroni, che gestisce i rifiuti nel Lazio in regime di assoluto monopolio, decide di finanziare l’inceneritore con un forte aumento delle tariffe sui rifiuti.

Ciò ha comportato in questi anni:
- il raddoppio delle imposte sui rifiuti per tutti i cittadini e le imprese;
- il raddoppio dei ricavi per le società di Cerroni;
- il raddoppio dei debiti a breve dei comuni.

Chi ci guadagna e chi ci perde dalla politica degli inceneritori?

I cittadini sostengono il peso delle scelte scellerate di Marrazzo e sono costretti a pagare bollette salatissime.
I comuni sono maggiormente esposti e ricattabili sul piano finanziario, senza risorse per lanciare la raccolta differenziata.
L’unico che ci guadagna è Cerroni, che effettua un imponente investimento a spese dei cittadini ed usufruirà per otto anni dei contributi statali dei Cip6.

Complimenti a Marrazzo che, come scrive il Sole 24 Ore, ha “fortemente voluto l’inceneritore di Malagrotta per chiudere il ciclo dei rifiuti”.

Lo sperpero dei Cip6

Tutto il mondo è fortemente preoccupato per la gravissima crisi economica e finanziaria che grava sulle imprese e sulle famiglie, e invece l’Assessore Regionale Di Carlo, che per Cerroni è come un figlio, dichiara in data 5 novembre 2008 al Sole 24 Ore: “il mio auspicio è che il gassificatore di Albano a questo punto rientri negli impianti in regola per usufruire degli incentivi statali (il cosiddetto Cip6)”.

Sui CIP6 ha le idee chiare anche il signor Cerroni che al compiante giornale della Mercegaglia dichiara: “Faccio presente che in entrambi i casi (inceneritore di Malagrotta e di Albano) non ci sono stati, né ci saranno, contributi statali per l’investimento. Il beneficio del cosiddetto Cip6 si verificherà con la produzione continua di energia elettrica, per un periodo di otto anni, e consisterà in un incentivo aggiuntivo sul prezzo dell’energia elettrica immessa in rete, oggi pari a 0,1228 euro/kwh: l’incentivo si riverbera sull’economicità della tariffa a carico dei cittadini”.

In Italia il Governo taglia i fondi per la formazione, la scuola, la ricerca e l’università, mentre lo stato sperpera 2.216 milioni di euro in contributi statali, denominati Cip 6, per finanziare gli inceneritori (fonte: Memoria per l’audizione presso la X Commissione attività produttive, commercio e turismo della Camera dei deputati - Roma, 30 ottobre 2003).

Il Piano Regionale dei rifiuti va rivisto alla luce della crisi economica

La gravissima crisi economica e finanziaria ha effetti pesantissimi sui bilanci e sui consumi delle imprese e delle famiglie.

Alla luce di questa crisi va completamente riscritto il Piano regionale dei rifiuti, elaborato in modo fallimentare da Marrazzo.

L’aumento previsionale dei rifiuti rappresenta, di fronte alla crisi in atto, pura fantasia.

La contrazione dei consumi connessa con la crisi economica e la possibilità di aprire il mercato ad altri operatori rendono, di fatto, inutile l’inceneritore di Albano.

Chi pagherà, poi, l’inutile inceneritore di Albano?
I cittadini e le imprese con altri aumenti sulle già salatissime tasse sui rifiuti?
I comuni saranno costretti ad una maggiore esposizione debitoria, in un momento di crisi finanziaria?

Di fronte a questo inquietante scenario, le forze politiche, i consiglieri regionali, i Sindaci, , la stampa, i giornali, le televisioni, le forze sociali e culturali della città di Roma e della Regione Lazio rimangono in ossequioso silenzio.

Lasciate un obolo a Cerroni

Un ultimo appunto per quanti andranno il 13 novembre 2008 all’inaugurazione dell’inceneritore di Malagrotta.

Lasciate un obolo a Cerroni: la sua società che gestisce la discarica di Malagrotta, la COLARI, ha dichiarato per il 2007, a fronte di ricavi per quasi 90 milioni di euro, un misero utile netto di 2.863 euro!!!

sabato 1 novembre 2008

L’ordine impartito ai Cerroni Boys: insabbiare insabbiare, insabbiare

Le esigenze di Cerroni

Un inceneritore ha bisogno di due discariche:
- una a monte, per raccogliere i rifiuti che non possono diventare CDR (Combustibile Da Rifiuti);
- una a valle, per i rifiuti speciali prodotti dall’inceneritore.

Per ridurre le spese di trasporto, la prima discarica deve stare vicino all’inceneritore e la seconda nelle vicinanze.

Non è un caso che Cerroni sceglie di localizzare gli inceneritori a fianco delle storiche discariche di Malagrotta e di Albano.

Considerando che solo il 30% dei rifiuti diventa CDR e che il 30% del CDR bruciato in un inceneritore diventa cenere, la seconda discarica per rifiuti speciali dovrebbe essere molto più piccola di quella di Malagrotta.

Visto che il signor Cerroni freme per partire con l’inceneritore di Malagrotta per incassare i 150 milioni di euro dallo Stato Italiano, serve con urgenza la seconda discarica, quella per i rifiuti speciali.

Marrazzo e Di Carlo al servizio di Cerroni

Subito il fido Marrazzo va dalla stampa e sentenzia: “A Roma (ndr: a Cerroni) serve una nuova discarica”.

Poi, se ne lava le mani: “E’ il Sindaco Alemanno che ci deve dire dove farla”.

Sugli aspetti tecnici interviene l’Assessore regionale Di Carlo (PD) che dichiara: “Giudico positivamente la proposta (ndr: di Cerroni) di aprire una nuova discarica nella zona chiamata Monti dell’Ortaggio, area che dista circa 3 chilometri dall’attuale discarica di Malagrotta. A conti fatti (ndr: da Cerroni) penso che la nuova discarica dovrebbe essere 20 volte più piccola della vecchia e dovrebbe accogliere circa 3 milioni e mezzo di metri cubi di scarti (ndr: ceneri).”

Marrazzo ha inoltre sentenziato: “Malagrotta si sta per esaurire e comunque, sia bruciando i rifiuti e sia con la raccolta differenziata, c’è sempre una parte dell’immondizia che diventa scarti e dobbiamo trovare i siti dove sistemarla: chi dice il contrario dice il falso”.

A dire la verità, il Piano dei rifiuti presentato a giugno 2008 da Marrazzo al Consiglio Regionale dice il falso. La discarica di Malagrotta è nel piano, ma nessun cenno viene fatto all’esigenza di una nuova discarica per rifiuti speciali da collocare vicino all’inceneritore. Ne consegue che Marrazzo dice il falso.

De Lillo, di giorno a Roma dice di NO ma di sera ad Albano dice di SI

In merito alla nuova discarica, l’Assessore all’Ambiente del Comune di Roma dichiara alla stampa “Questa scelta mi sembra una presa in giro. E' un sito che potrebbe andare bene. Temo si potrebbe riaprire una piaga dove ce n'è un'altra aperta da 30 anni”. Valuteremo altre ipotesi, ci confronteremo con la Regione, ecc.

De Lillo conosce bene la verità; il futuro della discarica di Malagrotta è stato già anticipato nel mese di agosto dal Capo Dipartimento del Comune di Roma: la discarica verrà innalzata di 10 metri e sarà in funzione per altri 15 anni.

Quindi, ne consegue che De Lillo e Alemanno si trovano in una situazione di grande imbarazzo.

Però, mentre di giorno a Roma l’Assessore De Lillo mette in scena i suoi dubbi amletici, di sera il Senatore De Lillo organizza convegni ad Albano per convincere gli abitanti di Albano che l’inceneritore rappresenta un’opportunità .

Che opportunità ci potrà mai essere nel trasformare la Strada dei Vini dei Castelli Romani nella nuova Malagrotta?!?.


Chi conosce bene il territorio sa che Albano sopporta la piaga della discarica di Roncigliano da 30 anni. I cittadini sopportano giorno e notte una puzza nauseante e le acque della falda sono state inquinate dalla discarica.

Il Sindaco di Albano Mattei, famoso perché di giorno dice di No mentre di notte dice di SI, non trova nulla da obbiettare.

Anzi, per il ridicolo convegno consegna la sala del Consiglio Comunale di Albano, in segno di resa a Cerroni e ai suoi Boys.

Intanto, Marrazzo vuole ampliare la discarica di Albano per esaurimento delle volumetrie.

Che nessuno tocchi i rifiuti di Cerroni

Marrazzo fa di tutto per assecondare le esigenze di Cerroni: cestina e falsifica le Valutazioni di Impatto Ambientale, firma atti illegali per gli inceneritori di Cerroni e poi li chiude in cassaforte, ecc.

Mentre le pratiche del Cerroni viaggiano su una "corsia raccomandata", le autorizzazioni per gli altri operatori vengono insabbiate.

E’ il caso, ad esempio, del nuovo impianto di Colleferro, tipo Vedelago, già pronto da molti mesi, ma bloccato in attesa delle autorizzazioni regionali e provinciali.

Tale impianto è in grado di trattare circa 50.000 tonnellate di rifiuti l’anno, non brucia nulla e non ha bisogno di discariche.

Per questo è un gravissimo pericolo che turba i sonni dei Cerroni Boys.

E quanti impianti tipo Vedelago stanno per arrivare nel Lazio? Tre, quattro, cinque?

L’ordine che è stato impartito è: insabbiare, insabbiare, insabbiare!!! ...in tutti i modi!!!

lunedì 27 ottobre 2008

“Pori nui…” - Seconda puntata

Il giorno che Cerroni venne eletto Sindaco di Pisoniano, i suoi concittadini, che lo conoscevano bene, esclamarono: “Pori nui …”.

Correva l’anno 1978 e il signor Cerroni riusciva a piazzare due pagine sul giornale “Il Giorno”.

Nell’articolo sono riportati i materiali che Cerroni già selezionava dai rifiuti: carta, mangine, compost, metalli ferrosi, plastica, vetri, carlurb (oggi denominato Combustibile Da Rifiuti).

Le idee folli del signor Cerroni non iniziano, quindi, con gli inceneritori, ma vengono da molto lontano.

In particolare, è bene evidenziare la qualità del compost pensato e prodotto dal signor Cerroni: “è ottenuto con il BIORAPID, una macchina di nuova concezione che in tempi brevi trasforma la materia organica presente nei rifiuti … le proprietà fertilizzanti del compost potrebbero essere aumentate con un più alto contenuto di azoto, immettendo nel ciclo di trasformazione della materia organica presente nei rifiuti i fanghi degli impianti di depurazione e di digestione dei liquami da fogna, in percentuali che vanno dal 15 al 20%, risolvendo in tal modo egregiamente un altro grave problema.”

Un’idea affascinante, così amava definirla il signor Cerroni.

Obiettivo di Cerroni: “compost per restituire a 125.000 ettari di terreno la materia organica”.

Non sappiamo con esattezza quanto compost, marchio Cerroni, un concentrato micidiale di rifiuti e liquami da fogna, sia stato prodotto e sparso sui terreni di ignari agricoltori.

La fantasia malata del Cerroni non si è fermata al compost.

Perché non produrre dai rifiuti il mangime, “sotto forma di pellets, sfuso o insaccato, con contenuto di proteine per un 12-14% e di grassi per un 8-9%, per allevamento animali prevalentemente bovini”.

Anche in questo caso, l’obiettivo di Cerroni era di produrre “mangime per 65.000 tonnellate annue di carne bovina”.

Non sappiamo con esattezza quanto mangime per bovini, marchio Cerroni, sia stato prodotto dai rifiuti e dato ad ignari allevatori.

La storia di “mucca pazza” dovrebbe aver insegnato che non si scherza con l’ambiente, con la salute e la vita dei cittadini.

Questi i compiaciuti commenti della stampa dell’epoca “…assistendo divertiti alla raccolta dei rifuti, alla cernita, ai lavaggi, al surriscaldamento e infine alla lavorazione di prodotti che gli animali, di cui noi ci nutriamo, mangiano con assoluta noncuranza e di fertilizzanti che noi stessi riassorbiamo, con diletto del palato, attraverso succosi grappoli d’uva o grano o aromatiche ortaglie.”

Gli anni passano, ma la musica non cambia.

Prima il compost e il mangime, oggi gli inceneritori.

E ci saranno sempre tanti Cerroni Boys (un Marrazzo di turno, un figlio come Di Carlo, un amico come Robilotta, un Fontana e un Mattei, che di giorno dicono di NO e di notte dicono di SI) complici del signor Cerroni nei suoi crimini contro l’ambiente.

ULTIM’ORA: Il prossimo 3 novembre dovrebbe terminare il processo del pm Giuseppe Corasaniti sullo smaltimento illecito di rifiuti tossici e speciali nella discarica di Malagrotta.

sabato 25 ottobre 2008

Robin Hood abolirebbe subito la “CIP6 TAX”

Una misura concreta a sostegno delle famiglie e delle imprese contro la crisi economica.

«La crisi economica in atto nel mondo e in Italia può aggravarsi» ulteriormente. L'ha detto il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, autore della Robin Hood Tax, nel corso dell'audizione in commissione Finanze alla Camera, sulle linee programmatiche del suo dicastero .

Di fronte alla crisi economica, diventa prioritario sostenere le imprese e le famiglie abolendo da subito la “CIP6 TAX” sulle bollette elettriche.

La “CIP6 TAX” è stata inizialmente ideata per finanziare le fonti energetiche alternative ma, attraverso l’inserimento nella normativa nazionale della semplice locuzione “e assimilate”, viene oggi prevalentemente utilizzata per sostenere la politica dei “termovalorizzatori”.

Ciò in quanto tali impianti di incenerimento producono anche energia elettrica, sebbene il costo specifico sia ampiamente svantaggioso rispetto a qualsiasi altro sistema di produzione di energia e soprattutto producano ceneri ed emissioni altamente inquinanti con dei costi altissimi per la collettività in termini economici, ambientali e sanitari.

L’Italia è l’unico Paese europeo che finanzia con ingenti fondi pubblici la lobby degli inceneritori attraverso la “CIP6 TAX”.

Tutte le famiglie italiane, le piccole e medie imprese devono pagare sulla bolletta elettrica un “tassa occulta”, un “pizzo” che viene destinato al mantenimento dei privilegi dei pochi proprietari degli inceneritori (Mercegaglia, Cerroni, …), attraverso il finanziamento a fondo perduto di gran parte degli impianti stessi progettati, realizzati e gestiti in proprio dagli stessi soggetti privati che ne conseguono il profitto senza alcun confronto con la popolazione coinvolta.

Secondo l’Autorità per l’Energia e il Gas sulla bolletta elettrica gravano un 8% di oneri impropri.

L’Authority stessa ha sollecitato il Governo e il Parlamento Italiano a intervenire per ridurre gli oneri impropri che gravano sulla bolletta elettrica delle famiglie e delle imprese italiane.

Le nostre imprese sono oberate, quindi, dal costo aggiuntivo della “CIP6 TAX”, un costo che le altre imprese in Europa e nel mondo non hanno (le nostre imprese competono sul mercato globale con un braccio legato).

L’energia in Italia costa di più a causa della politica di finanziamento pubblico degli inceneritori e il paese è meno competitivo.

La stessa Marcegaglia, quando di giorno veste i panni di Presidente della Confindustria, ha dichiarato che è importante sostenere per l’Italia “l’apertura alla concorrenza e all’integrazione internazionale, che devono essere affrontate a viso aperto, rinunciando alle protezioni”.

L’Italia è purtroppo condannata alla bassa crescita (ed oggi ad una gravissima crisi economica), a causa di evidenti cause strutturali, tra cui l’elevato costo dell’energia elettrica.

I finanziamenti pubblici alla lobby degli inceneritori costituiscono un freno alla competitività (una pietra al collo) dell’intera economia italiana sui mercati internazionali.

Se poi vengono conteggiati i danni ambientali in termine di costi per la realizzazione di discariche speciali per le ceneri, per le falde idriche irrimediabilmente inquinate, e soprattutto il costo umano in termine di salute pubblica e di patologie a carico della sanità nazionale, se ne deduce l’assoluta inconsistenza economica della relativa “produzione di energia alternativa”.

Sulla base di queste considerazioni si propone l’immediata abolizione della “CIP6 TAX”.

L’abolizione della “CIP6 TAX” sulle bollette elettriche darebbe una spinta ai consumi delle famiglie, maggiore competitività alle nostre imprese, un taglio allo sperpero di denaro pubblico e maggiore sostenibilità ambientale.

giovedì 23 ottobre 2008

Solo turbogas ed inceneritori? NO, GRAZIE!!!


Ci hanno tolto l'acqua,
ora vogliono inquinare l'aria che respiriamo,
contaminare i nostri terreni con diossina,
distruggere le colture agricole, i vini DOC dei Castelli Romani.

Per il nostro territorio solo Turbogas ed Inceneritori?
NO, GRAZIE!!!

domenica 19 ottobre 2008

“Pori nui…”

Il giorno che Cerroni venne eletto Sindaco di Pisoniano, i suoi concittadini esclamarono: “Pori nui …”.

Cerroni vuole costruire ad Albano il più grande inceneritore del mondo, con l’obiettivo di accaparrarsi 400 milioni di euro di finanziamenti pubblici (i famosi CIP 6).

Il nuovo inceneritore sorgerà proprio nell’ambito della “Strada dei vini dei Castelli Romani”, a ridosso del Parco dei Castelli Romani.

Marrazzo, che ormai viaggia “a fari spenti”, si fa artefice di una violenza inaudita nei confronti della popolazione e del territorio dei Castelli Romani, della sua storia e dei suoi prodotti agricoli.

Il nuovo stile di Marrazzo si chiama “Mi manda Cerroni”
Cerroni ha ripresentato il progetto modificandolo, ma nessuno può accedere agli atti!!!
Marrazzo ha falsificato la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), ma solo Cerroni può fare osservazioni!!!
Marrazzo ha secretato la VIA falsificata nella sua cassaforte, così nessuno può fare ricorso al TAR!!!
Questi atti sono un inquietante esempio di illegalità!!!

Il signor Cerroni vuole fare di Albano e dei Castelli Romani la nuova e più grande Malagrotta.

Oltre alla discarica l’inceneritore … a Roncigliano arriveranno 600.000 tonnellate di rifiuti e solo 200.000 diventeranno CDR (combustibile da rifiuti) per l’inceneritore. 400.000 tonnellate di rifiuti andranno nella discarica, che dovrà essere ampliata a dismisura (il piano regionale nulla dice infatti della destinazione del FOS – Frazione Organica Stabilizzata).

L'Assessore regionale al Bilancio Luigi Nieri ha dichiarato: "Il quarto impianto non serve, e i numeri lo dimostrano. Tra l'altro anche logisticamente non ci siamo, perché è vicino a molte produzioni agricole, che sarebbero compromesse. Come al solito si fanno gli interessi di certi imprenditori".

Cosa farà l’assessore Nieri??? … per un minimo di coerenza!!!
Cosa farà la Sinistra Arcobaleno??? …per dimostrare un minimo di utilità!!!
Cosa farà il Sindaco di Albano??? …che di notte dice di SI e di giorno dice di NO!!!

Nel Lazio la raccolta differenziata non decolla e rimane oggetto di piccoli esperimenti pilota ….
dopo tanti annunci Marrazzo e la Regione non hanno messo un euro per la differenziata,
la Provincia di Roma aspetta i fondi regionali per finanziare i progetti dei Comuni,
i Comuni non presentano i progetti in attesa dei finanziamenti regionali.

“Che nessuno tocchi i rifiuti di Cerroni”
“Necessità che i normali prodotti contenuti nelle immondizie, quali carta, parti edibili, non vengano preventivamente “selezionati” dalle persone addette al servizio perché essi rappresentano una parte notevole del corrispettivo del servizio. Questo negativo fenomeno particolarmente accentuato in questi ultimi tempi, è stato più volte rappresentato verbalmente e per iscritto al servizio di N.U.” (Cerroni, lettera al Sindaco di Roma, 1974)

Che dire di fronte a questo impressionante scenario: “Pori nui …”

sabato 18 ottobre 2008

Grande partecipazione alla manifestazione di Albano

In risposta ai loschi e oscuri affari di Cerroni e Marrazzo
una grande risposta democratica
con la partecipazione di oltre 1.000 persone
al corteo del 18 ottobre 2008 contro l'inceneritore di Albano.

RASSEGNA STAMPA
600 in corteo contro realizzazione gassificatore ad Albano laziale
18 ott 18:51
ALBANO LAZIALE (Roma) - Circa seicento persone hanno sfilato per le vie del centro di Albano Laziale per dire no all'ipotesi, annunciata dal presidente della Regione Piero Marrazzo, della realizzazione di un gassificatore nella localita' di Roncigliano. La manifestazione contro l'inceneritore e' stata promossa dal comitato ''No Inc'', con l'adesione di varie associazioni dei Castelli Romani e dei partiti della Sinistra Arcobaleno. (Agr)
da http://www.corriere.it/ultima_ora/notizie.jsp?id=%7B4226855C-0B4F-4B72-8264-F4941E1E8C37

da www.castellinews.it
600 in corteo contro realizzazione gassificatore Albano
www.castellinews.it/index.asp?id=641&act=v&20081018

Tutti i comitati riuniti chiedono di fermare la costruzione del gassificatore.

«La battaglia, dopo il parere favorevole dello studio di impatto ambientale sul termovalorizzatore di Roncigliano – ha dichiarato Claudio Fiorani segretario dei Verdi di Albano – diventa ancora più difficile». «Nelle prossime settimane – ha detto Danilo Ballanti del Coordinamento contro l'inceneritore – sposteremo la protesta sotto la sede della Regione».

(Albano Laziale - Attualità) - "No" all'inceneritore. Questo lo scopo della manifestazione di sabato 18 ad Albano che è partita alle 16 da piazza Mazzini e si è snodata lungo le vie del centro cittadino.
Circa 600 i manifestanti che, rumorosamente, hanno dichiarato la loro intenzione di continuare nella protesta, ritenendo che la costruzione a Roncigliano dell'impianto causerà un disastro ambientale e comporterà gravissimi danni alla salute dei cittadini.
Tutti i comitati riuniti chiedono di fermare la costruzione del gassificatore, dichiarando che continueranno la lotta, attraverso altre manifestazioni ed incontri.
«Nelle prossime settimane – ha detto Danilo Ballanti rappresentante del coordinamento contro l'inceneritore – sposteremo la protesta sotto la sede della Regione, inutilmente abbiamo chiesto un incontro con il presidente Marrazzo, ma non ha voluto mai incontrarci».
«La battaglia, dopo il parere favorevole dello studio di impatto ambientale sul termovalorizzatore di Roncigliano diventa ancora più difficile – ha detto Claudio Fiorani segretario dei Verdi di Albano – ma noi abbiamo intenzione di continuare a lottare, tra pochi giorni presenteremo un ricorso al Tar».
La manifestazione ha visto la partecipazione anche di comitati di altre città, come Guidonia ed Aprilia: hanno portato la loro solidarietà anche i cittadini dei paesi campani.
La protesta ha vissuto attimi di tensione quando alcuni elementi di estrema destra si sono avvicinati alla manifestazione, il fatto non è degenerato grazie all'intervento tempestivo dalle forze di polizia che controllavano il corteo.

Da NuovoOggiCastelli
In 700 sfilano per dire NO al gassificatore di Roncigliano
I comitati ambientalisti si sono mobilitati in massa per urlare il loro dissenso
Albano contro l'ecomostro
Su uno striscione la scritta: "Benvenuto cancro-valorizzatore"
Hanno sfilato per le vie di Albano "armati" di slogan, fischietti e bandiere al vento.
Un "kit di ordinanza" per ribadire il proprio NO al gassificatore di Roncigliano.
Così, dopo l'assemblea civica di metà settembre, il Coordinamento contro l'inceneritore ha chiamato all'appello tutte le forze democratiche della città.
Un vero e proprio "Woodstock" di comitati ambientalisti che hanno sfilato per le vie di Albano insieme ai cittadini.

Tanti j'accuse vergati su cartelli e striscioni, tra cui "Inceneritore di Roncigliano ci uccide piano piano", "Benvenuto cancro-valorizzatore" e ancora "Veleni e diossine: politiche assassine".
Al corteo hanno preso parte anche l'assessore regionale all'ambiente Filiberto Zaratti e il consigliere Fontana. "Manteniamo ferma la nostra posizione di contrarietà all'impianto - ha detto Zaratti - sia per la localizzazione, visto che i Castelli rappresentano un territorio di qualità dal punto di vista naturalistico ed enogastronomico, sia per ragioni di carattere ecologico. Bisogna insistere sulla raccolta differenziata e sugli interventi intermedi, tra cui il compostaggio". Alle accuse mosse contro i verdi regionali, l'assessore ha replicato precisando che "l'impianto è stato inserito nel Piano rifiuti con i poteri commissariali di Marrazzo nel luglio 2008".

Dopo la partenza da piazza Mazzini, il corteo, composto da circa 700 persone, si è snodato lungo Via Cavour, scandendo slogan emblematici quali "Mondezza bruciata, aria avvelenata". Invettive dure come pietre accompagnate da una ferma contestazione al presidente Marrazzo, accusato dalla popolazione locale di "aver donato un ecomostro ai Castelli". Un pensiero sottoscritto dai verdi locali, che hanno annunciato un ricorso al TAR."Lo stiamo preparando - tuona Claudio Fiorani, segretario dei Verdi di Albano - perchè troviamo assolutamente illegittimo quello che ha fatto Marrazzo. C'è stato un provvedimento "carbonaro" che nessuno conosce. E' più che comprensibile la rabbia dei cittadini per un impianto mastodontico e inutile".

Mollica, coordinatore dei Verdi dei Castelli, rincara la dose spiegando che "nella normativa che regola la VIA non c'è la possibilità di controdeduzioni da parte di chi ha presentato il progetto. Sarebbe assurdo. Se poi è stata aperta una nuova VIA, che fine ha fatto la pubblicità degli atti e la possibilità di fare osservazioni? E soprattutto, dove caspita sta questo presunto nuovo progetto del Coema? Se c'è uno straccio di giustizia in questo Paese, il progetto sarà bloccato".

C'erano anche i comitati di Giudonia, Pavona, Cancelliera e la "Rete napoletana".

giovedì 16 ottobre 2008

Contro l’insulto di Marrazzo, una grande risposta democratica e popolare

La vicenda dell’inceneritore di Albano assume sempre più i contorni di un grave attacco alle regole democratiche.

I cittadini di Albano, come il loro Sindaco, hanno letto oggi su un articolo apparso sul Corriere della Sera che Albano, entro Natale, avrà l’inceneritore.

Spiega l’autorevole quotidiano: “La notizia è trapelata dal più stretto riserbo in cui i vertici della Giunta Marrazzo la volevano tenere, come è avvenuto il 28 dicembre 2007: quel giorno il governatore, in qualità di commissario per l’emergenza rifiuti, firmò la prima autorizzazione dell’impianto. Poi il documento fu custodito in cassaforte, manco fosse il codice d’innesco di un missile nucleare”.

La gestione Marrazzo della vicenda dell’inceneritore di Albano è un insulto alle regole elementari della democrazia e alle istituzioni.

Marrazzo ha calpestato:
- il parere negativo espresso dal Consiglio regionale;
- la Valutazione di impatto ambientale negativa della Regione stessa;
- la Valutazione di impatto ambientale negativa della Provincia di Roma;
- il voto contrario e unanime di tre consigli comunali (Albano, Ariccia e Pomezia);
- la volontà della popolazione dei Castelli Romani.

Il quotidiano aggiunge: “Nei giorni scorsi i tecnici della presidenza della giunta hanno dato parere positivo alla valutazione di impatto ambientale”.

Marrazzo ha, quindi, dovuto falsificare la Valutazione di impatto ambientale, imponendo ai suoi tecnici (chi, con quali competenze???) di accontentare il signor Cerroni.

L’articolo termina con la solita cantilena: “Il rischio di vedere le strade di Roma come quelle di Napoli sembra davvero sempre più lontano”. E qui si percepisce anche che la gola profonda del giornale è il solito signor Cerroni che da 30 anni monopolizza la gestione dei rifiuti a Roma e nel Lazio.

La risposta all’arroganza di Cerroni e Marrazzo sarà una grande mobilitazione popolare, partecipata e democratica per il corteo cittadino del 18 ottobre 2008 ad Albano (ore 16 da Piazza Mazzini).

Va ricordato che, solo alcuni giorni fa, l'Assessore regionale al Bilancio Luigi Nieri ha dichairato: "Il quarto impianto non serve, e i numeri lo dimostrano. Tra l'altro anche logisticamente non ci siamo, perché è vicino a molte produzioni agricole, che sarebbero compromesse. Come al solito si fanno gli interessi di certi imprenditori".

Al Presidente della Regione Lazio chiediamo di dimettersi, per aver offeso le istituzioni che rappresenta, per aver negato ogni incontro e dialogo con i cittadini, per aver anteposto agli interessi generali e del territorio quelli affaristici della lobby del signor Cerroni.

La Regione Lazio non ha bisogno di un presidente che va “a fari spenti” da Cerroni.

Agli Assessori e Consiglieri regionali chiediamo di porre fine a questo scempio istituzionale, dissociandosi pubblicamente dagli interessi di Cerroni e dalle scelte scellerate di Marrazzo.

Ai Sindaci dei Castelli Romani chiediamo di prendere iniziative concrete contro l’inceneritore, quali ad esempio l’esproprio dell’area agricola oggetto degli oscuri interessi del signor Cerroni da destinare a parco archeologico e naturale (l’area fa parte dell’antica Albunea e si trova nell’ambito della Strada dei Vini dei Castelli Romani).

Ai cittadini chiediamo di far sentire la propria voce nella manifestazione del 18 ottobre ad Albano (ore 16 Piazza Mazzini).

Un ultimo appello va alle decine e decine di comitati ed associazioni che si occupano di ambiente e di difesa del proprio territorio a Roma e nel Lazio affinchè partecipino alla manifestazione del 18 ottobre.

La vicenda di Albano non è più una problematica di tipo locale, ma è diventata il simbolo dell’insulto contro il lavoro che quotidianamente i cittadini dedicano alla difesa e allo sviluppo del proprio territorio.

lunedì 13 ottobre 2008

Grande successo dell'assemblea con Paul Connett a Pavona

di Emanuele Romaggioli
Dal giornale "Il Tempo"

"Gli inceneritori sono industrie che si vergognano del proprio nome. Di tanto in tanto, infatti, ne coniano uno nuovo, come termovalorizzatore o gassificatore".

Così Paul Connett ha aperto l’assembla anti-inceneritore di Pavona.

Il "padre" della teoria “ZeroWaste” (rifiuti zero) è stato ospite nella sala del centro anziani, gremita fino all’orlo.

Un grande successo “diplomatico” per il coordinamento contro l’inceneritore, che è riuscito a portare ai Castelli il maggior esperto di rifiuti del mondo.

Connett, Professore alla St. Lawrence University di New York, è il teorico del progetto "rifiuti zero 2020", un obiettivo da raggiungere attraverso un’azione a 360 gradi: raccolta porta a porta, riuso, riciclo, riduzione degli imballaggi, incentivi economici, compostaggio e de-costruzione.

Tutto, dunque, fuorché gli inceneritori, impianti-killer per la salute umana e per l’ecosistema.

"L’inceneritore che si vuole costruire qui ad Albano – ha spiegato Connett - è della stessa tipologia di quello di Karlsruhe, in Germania. Quest’ultimo è durato solo sei anni, poi è stato demolito per tutta una serie di motivi, tra cui fughe di gas nocivo".

Passando agli inceneritori di casa nostra, lo scienziato ha ricordato la bufala dell’impianto di Pietrasanta, (Lucca).

"Sull’inceneritore di Pietrasanta – ha continuato Connett- c’è una indagine in corso perché qualcuno ha manomesso il software dell’impianto, ritoccando per difetto i dati delle emissioni di diossina nell’aria".

Il "guru" del "ZeroWaste" è passato poi all’aspetto medico della questione.

"Gli inceneritori immettono in atmosfera materiali neurotossici, radicali liberi, diossina e furani. La diossina si accumula nel grasso animale e in quello del corpo umano, propagandosi anche ai feti".

Tutto ciò, ha continuato lo scienziato, è causa di "malattie allergiche, asma bronchiale, enfisemi, tumori ed anche possibilità di attacchi di cuore".

Sul progetto di Albano, Connett ha concluso sostenendo che "per quanto riguarda la zona dei Castelli il rischio è ancora maggiore a causa delle montagne, che rendono l’aria più stagnante".

Connett ha portato anche esempi virtuosi sulla "differenziata" in Italia.

"Novara è passata in 18 mesi al 75 per cento di raccolta differenziata".

Soddisfazione per l’esito dell’incontro è stata espressa da Marcello Scarponi, referente dei Verdi per la circoscrizione di Pavona. "La conferenza del Prof Connet ha ribadito l'inutilità e la dannosità degli impianti industriali per l'incenerimento dei rifiuti, proponendo una valida e percorribile alternativa che prevede l'obiettivo dei rifiuti zero per il 2020, ma sopratutto ha posto l'accento sulla necessità di una partecipazione attiva dei cittadini".

Dello stesso avviso anche Danilo Ballanti, esponente di spicco del coordinamento contro l’inceneritore. "Paul Connett ha dimostrato l’assurdità dell’idea alla base degli inceneritori, confermando ancora una volta che questi impianti sono strumenti di morte. E’ stato un grande successo averlo a Pavona. Il prossimo appuntamento sarà il 18 ottobre con un grande corteo cittadino".