sabato 27 dicembre 2008

La profezia dell’Espresso:“Se un domani il parlamento italiano cambiasse la legge, allora gli investimenti di Cerroni avrebbero molto, ma molto senso"

Il 31 luglio 2008 il settimanale “L’Espresso” pubblicava un breve ma significativo articolo sulla gestione dei rifiuti nella regione Lazio che è bene ricordare.


“Il piano da un miliardo di euro varato dalla Regione prevede di arrivare nel giro di cinque anni ad avere quattro impianti: due ci sono già e sono quelli di Colleferro e di San Vittore, il terzo è in costruzione a Malagrotta e l’ultimo dovrebbe sorgere ad Albano sui terreni di Cerroni. Cerroni starebbe anche per rilevare, insieme ad altri soci, l’impianto di Colleferro della Gaia. Secondo stime che circolano a Roma, significa che il suo gruppo sta investendo oltre un miliardo e mezzo di euro nei termovalorizzatori e punta a poter trattare almeno il quintuplo del “Cdr” oggi prodotto nel Lazio. Perché così tanto? Il modello sarebbe quello della Germania, dove i termovalorizzatori bruciano praticamente tutto, salvo i rifiuti speciali, e non solo il “Cdr”. Se un domani il parlamento italiano cambiasse la legge, allora gli investimenti di Cerroni avrebbero molto, ma molto senso.

La profezia dell’Espresso si è, purtroppo, avverata.

Con la conversione in legge del Decreto sull'emergenza rifiuti si estende il meccanismo Cip6 per tutti gli impianti di incenerimento del paese.

Il 22 dicembre 2008, il Senato ha approvato, in via definitiva, con 139 voti favorevoli, 101 contrari ed una astensione il decreto sull’emergenza rifiuti.

Il decreto riconferma il meccanismo Cip6, cioè l’acquisto da parte del GSE (Gestore dei servizi elettrici) dell’elettricità prodotta da certi tipi di impianti (“a fonti rinnovabili o assimilate”) a una tariffa maggiorata.

L’Italia continuerà a incentivare, come se fossero rinnovabili, fonti che non lo sono.

Il tutto è finanziato con un prelievo dalle bollette degli utenti, le famiglie e le imprese italiane.

In particolare, l'articolo 9 del decreto legge modifica la Finanziaria 2008.

Non solo le Regioni dell’emergenza potranno costruire nuovi inceneritori incentivati, ma il regime agevolato Cip6 verrà riconosciuto a tutti gli impianti in costruzione o entrati in esercizio prima del 31 dicembre 2008.

E non solo Cip6, ma a tutti i termovalorizzatori d’Italia è riconosciuto anche l’accesso al meccanismo dei certificati verdi per il 51% dell’elettricità prodotta.

Il decreto sull’emergenza rifiuti, inoltre, non fa alcuna distinzione tra gli impianti che bruciano solamente la frazione secca e quelli che invece usano il rifiuto “talquale” compresa, cioè, la frazione organica.

Tutti gli inceneritori di rifiuti, quindi, potranno usufruire dell’estensione degli incentivi statali destinati in origine alle energie rinnovabili.

Tutto ciò in netto contrasto con le indicazioni in materia dell'Unione Europea che nel 2005 aveva avviato una procedura d’infrazione proprio per questo motivo.

Ricordiamo, in proposito, la denuncia che abbiamo già inviato alla Direzione della Concorrenza della Commissione Europea (Una denuncia alla Commissione Europea contro i CIP6 dedicata al Prof. Paul Connett).

Quanto costeranno gli incentivi che il nuovo decreto ha esteso?

Il decreto produrrà un aggravio dei costi dell’energia elettrica per le famiglie e le imprese italiane per circa 2 miliardi di euro.

Secondo quanto reso noto dalla Direzione Generale per l’Energia e le Risorse Minerarie, 1,6 dei 2 miliardi di euro di spesa aggiuntiva saranno destinati alle regioni del Sud Italia. In particolare, 1,4 miliardi di euro andranno a finanziare gli inceneritori siciliani. A questa somma vanno poi aggiunti 1,9 miliardi di euro che il Governo ha già destinato agli inceneritori campani (Acerra, Santa Maria La Fossa, Napoli e Salerno).

Questo provvedimento colpisce pesantemente le famiglie e le imprese italiane in un periodo di grave crisi economica e finanziaria.

Il tutto per accontentare la lobby degli inceneritori (Marcegaglia, Cerroni & co.).

Per le imprese italiane, che già pagano il costo dell’elettricità più alto d’Europa (vedi il grafico), sarà un colpo durissimo.















Come evidenziato dal Centro Studi della Confindustria nella pubblicazione “Scenari economici” n. 4 di dicembre 2008 “le imprese italiane soffrono maggiormente del caro-energia. Le piccole imprese, in particolar modo, sono le più danneggiate anche in termini di competitività internazionale. I prezzi per l’energia elettrica sono superiori del 16,6% a quelli della Germania e addirittura del 54,1% a quelli della Francia”.

Appesantendo i costi dell’energia elettrica il governo pensa di aiutare le imprese italiane ad uscire dalla crisi e ad essere più competitive sul piano internazionale?

Aumentando i costi delle bollette elettriche il governo pensa di aiutare le famiglie italiane ad incentivare i consumi?

“Se un domani il parlamento italiano cambiasse la legge, allora gli investimenti di Cerroni avrebbero molto, ma molto senso.”

In sintesi: il Paese diventa sempre più povero, mentre Cerroni sempre più ricco!!!

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