giovedì 31 maggio 2012

Un’altissima incidenza di interruzioni di gravidanza vicino la discarica di Albano



VIVERE NELLA DISCARICA (terza puntata)

Nell’ultimo articolo pubblicato sul blog abbiamo denunciato i gravissimi episodi sanitari che stanno verificandosi intorno alla discarica di Albano.

Nei primi mesi dell'anno due coppie di giovani che abitano a Roncigliano, vicino la discarica, hanno dovuto interrompere la gravidanza entro il sesto mese a seguito di diagnosi prenatale di gravi malformazioni congenite.

Come evidenziato dallo studio epidemiologico sugli effetti delle discariche in Campania (“Trattamento dei rifiuti in Campania: impatto sulla salute umana. Messa a punto di indicatori sintetici di pericolosità e di esposizione ai rifiuti”), predisposto dall'Istituto Superiore di Sanità, dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, l’elevata incidenza di malformazioni congenite è un preciso indicatore di presenza di rifiuti tossici e nocivi altamente inquinanti.

Qualificati esperti di onco-ematologia ci hanno assicurato che è possibile dedurre dal tipo di malformazione congenita il tipo di rifiuto tossico e nocivo presente nella discarica.

In questi giorni ci sono arrivate decine di segnalazioni anche dalla zona di Ardea vicino alla discarica in merito ad altissime incidenze di interruzioni di gravidanza, sia in seguito di diagnosi prenatale di gravi malformazioni congenite sia per gravidanze extrauterine.

Invitiamo le persone che vivono nella discarica di Albano denunciare con forza questa forma di violenza della discarica, che lede pesantemente il diritto alla vita, a raccogliere le cartelle cliniche e tutta la documentazione medica da sottoporre all’attenzione dei nostri esperti di onco-ematologia e a prendere contatti con i comitati.
  
Costringere 2.381 persone (uomini e donne, anziani e … 313 bambini) a vivere entro il raggio di un chilometro dalla discarica di Albano è un crimine, soprattutto perché la legge regionale del 2002 prevede per le discariche una distanza minima di 1.000 metri dalle abitazioni.

Le donne subiscono in modo particolare questa pesante violenza!!!

Infatti, dallo studio epidemiologico sugli effetti della discarica di Albano, predisposto dalla USL RM-E, emerge che la discarica di Albano provoca anche un aumento della mortalità femminile del 20%.


Cosa fare di fronte a questi gravi problemi sanitari?

Quali iniziative intende prendere il Sindaco di Albano, Nicola Marini, massima autorità sanitaria del Comune a difesa degli abitanti del territorio, dopo che ha nascosto per mesi ai cittadini e ai comitati le autorizzazioni regionali del VII invaso della discarica, facendo scadere i tempi per il ricorso al TAR?

Quali iniziative intende prendere l'Assessore Regionale all'Ambiente e allo Sviluppo Sostenibile,
 Marco Mattei, che come ex-Sindaco del Comune di Albano Laziale si è qualificato per la sua richiesta alla Regione Lazio “dell’inceneritore più grande del mondo”, come ama definirlo il signor Cerroni?

Quali iniziative intende prendere il Ministro dell'Ambiente
 Corrado Clini, che in televisione afferma con convinzione che le discariche sono sicure?

Di fronte a questi episodi sanitari gravissimi è doveroso richiedere la chiusura immediata della discarica di Albano e la predisposizione di un serio e completo studio epidemiologico, coinvolgendo l'Istituto Superiore di Sanità, l’Organizzazione Mondiale della Sanità e il Consiglio Nazionale delle Ricerche.

venerdì 25 maggio 2012

La discarica di Albano è la causa di gravi malformazioni congenite?


VIVERE NELLA DISCARICA (seconda puntata)

Gravissimi stanno diventando gli effetti sanitari della discarica di Albano sulla vita delle persone.

Per decenni migliaia di persone hanno vissuto a pochi metri dalla discarica.

A Roncigliano 2.381 persone (uomini e donne, anziani e … 313 bambini) vivono entro il raggio di un chilometro dalla discarica.

La legge regionale del 2002 prevede per le discariche una distanza minima di 1.000 metri dalle abitazioni.

Prima gli invasi I, II e III autorizzati dal Consiglio Comunale di Albano Laziale, poi gli invasi IV, V, VI, VII autorizzati dalla Regione Lazio.

Va evidenziato che molti consiglieri comunali che hanno autorizzato gli invasi I, II e III siedono ancora nel Consiglio o nella Giunta del Comune di Albano e sono alla sesta, settima, ottava, nona, decima legislatura (questo argomento sarà oggetto di un prossimo articolo sul blog).

In questi giorni, siamo venuti a conoscenza di episodi sanitari gravissimi.

Nei primi mesi dell'anno due coppie di giovani che abitano a Roncigliano, vicino la discarica, hanno dovuto interrompere la gravidanza entro il sesto mese a seguito di diagnosi prenatale di gravi malformazioni congenite.

Lo studio epidemiologico sugli effetti delle discariche in Campania (“Trattamento dei rifiuti in Campania: impatto sulla salute umana. Messa a punto di indicatori sintetici di pericolosità e di esposizione ai rifiuti”), predisposto dall'Istituto Superiore di Sanità, dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, sono stati analizzati sia i dati di mortalità sia le incidenze delle malformazioni congenite.

Nello studio epidemiologico sugli effetti delle discariche in Campania, i casi di malformazioni congenite sono stati rilevati tra:
·        - le interruzioni volontarie di gravidanza a seguito di diagnosi prenatale di malformazioni congenite fino alla 24° settimana di età gestionale;
      - le morti fetali dalla 20° settimana di gestazione (nati morti);
·        - i nati vivi in cui le malformazioni congenite vengono accertate alla nascita o in periodo post-natale. 

Invece, lo studio epidemiologico sugli effetti della discarica di Albano, predisposto dalla USL RM-E, analizza solo i dati della mortalità (da cui emerge che la discarica di Albano provoca un aumento della mortalità femminile del 20%), mentre manca invece completamente l’analisi delle malformazioni congenite.

Perchè questa gravissima omissione nello studio epidemiologico sulla discarica di Albano predisposto dalla USL RM-E (la stessa USL che ha dato parere favorevole sia per l’inceneritore sia per il VII invaso della discarica di Albano)?

Cosa si vuole nascondere?

Quali iniziative intende prendere il Sindaco di Albano, Nicola Marini, massima autorità sanitaria del Comune a difesa degli abitanti del territorio, dopo che ha nascosto per mesi ai cittadini e ai comitati le autorizzazioni regionali del VII invaso della discarica, facendo scadere i tempi per il ricorso al TAR?

Quali iniziative intende prendere l'Assessore Regionale all'Ambiente e allo Sviluppo Sostenibile, Marco Mattei, che come ex-Sindaco del Comune di Albano Laziale si è qualificato per la sua richiesta alla Regione Lazio “dell’inceneritore più grande del mondo”, come ama definirlo il signor Cerroni?

Quali iniziative intende prendere il Ministro dell'Ambiente Corrado Clini, che in televisione afferma con convinzione che le discariche sono sicure?

Di fronte a questi episodi sanitari gravissimi è doveroso richiedere la chiusura immediata della discarica di Albano e la predisposizione di un serio e completo studio epidemiologico, coinvolgendo l'Istituto Superiore di Sanità, l’Organizzazione Mondiale della Sanità e il Consiglio Nazionale delle Ricerche.

martedì 22 maggio 2012

Risultati allarmanti dello studio epidemiologico sulla discarica di Albano: il rischio di mortalità per le donne è più alto del 20%

VIVERE NELLA DISCARICA DI ALBANO (Prima puntata)

Il 29 gennaio 2010 il Dipartimento Territorio della Regione Lazio ha trasmesso alla Provincia di Roma, ai Sindaci di Albano Laziale e di Ardea, al COEMA e all’ARPA, la “Valutazione Epidemiologica dello stato di salute della popolazione residente nelle vicinanze della discarica sita in Albano”.

La discarica è situata a Roncigliano, una località del comune di Albano Laziale, ed è in funzione dagli inizi degli anni ’80.

Lo studio epidemiologico inizia con la seguente considerazione: “Le conoscenze epidemiologiche ad oggi disponibili, ancorchè non conclusive, fanno ritenere che il conferimento in discariche controllate, costruite e condotte in accordo alla normativa nazionale e comunitaria, non comporti un rischio per l’ambiente e per la salute delle popolazioni insediate nelle vicinanze dello stabilimento”.

La premessa è rassicurante, ma non si adatta assolutamente alla discarica di Cerroni a Roncigliano, che è illegale in quanto non rispetta la legge regionale in tema di distanza dalle abitazioni.

La legge regionale del 2002, infatti, prevede per le discariche una distanza minima di 1.000 metri dalle abitazioni.

A Roncigliano, invece, 2.381 persone (uomini e donne, anziani e … 313 bambini) vivono entro il raggio di un chilometro dalla discarica.

Avete capito bene: 2.381 persone vivono nel raggio di un chilometro dalla discarica.

E’ come se tutti gli abitanti del comune di Nemi vivessero in un raggio di un chilometro dalla discarica: praticamente tutti gli abitanti di un piccolo comune vivono dentro una discarica.

Ma cosa comporta vivere dentro una discarica????

Nello studio epidemiologico, predisposto dalla famosa ASL RM-E, sono stati georeferenziate tutte le famiglie dei Comuni di Albano, Aprilia, Ardea, Ariccia e Pomezia.

L’imponente studio epidemiologico ha analizzato i dati di 309.413 persone, classificate a seconda della distanza dalla discarica (0-1, 1-2, 2-3, 3-5 km).

E’ stato analizzato un indicatore socio-economico (SES) in modo da rappresentare le diverse dimensioni dello svantaggio sociale.

Lo studio epidemiologico ha fotografato un livello socio-economico molto basso nelle immediate vicinanze della discarica (entro il famoso chilometro).

Per i soggetti deceduti è stata recuperata l’informazione sulla causa di morte facendo uso del Registro Nominativo delle Cause di Morte della Regione Lazio.

Lo studio epidemiologico afferma che “non ha evidenziato la presenza di una associazione tra la distanza dell’impianto e la mortalità totale e causa specifica”.

Nel caso degli uomini, “per la mortalità generale non si evidenziano sostanziali differenze legate alla distanza dalla discarica. A parità di età e di condizione socio-economica, il gruppo di residenti nelle immediate vicinanze della discarica (0-1 km) mostra una mortalità che non si discosta (Rischi Relativi=0,99) da quella del gruppo di riferimento (3-5 km)”.

Nel caso delle donne, invece, nonostante le formali rassicurazioni dello studio epidemiologico, emerge dalle tabelle pubblicate un problema molto grave: a parità di età e di condizione socio-economica, il gruppo delle residenti nelle immediate vicinanze della discarica (0-1 km) mostra una mortalità superiore del 20% (Rischi Relativi =1,20) rispetto a quella del gruppo di riferimento (3-5 km).

In sintesi, vivere dentro una discarica provoca un incremento della mortalità femminile del 20%.

Sono le donne che vivono maggiormente la famiglia, la casa e il territorio.

Le donne sono le vittime della illegalità della discarica di Roncigliano, che opera dal lontano 1980 a ridosso delle abitazioni.

Le donne sono le vittime delle decisioni del Consiglio Comunale di Albano Laziale, che negli anni ’80 ha autorizzato per tre volte gli invasi della discarica di Roncigliano (invaso I, II, III).

Le donne sono le vittime delle decisioni della Regione Lazio, che nell’ultimo decennio ha autorizzato per ulteriori tre volte gli invasi della discarica di Roncigliano (invaso IV, V, VI).

Le donne sono le vittime delle decisioni della Polverini, Presidente della Regione Lazio, che nell’ultimo anno ha autorizzato l’aumento delle quote degli invasi IV e V della discarica di Roncigliano.

Alcune domane sorgono spontanee:
- Le autorità competenti hanno per caso letto lo studio epidemiologico?
- Perché la legge regionale sulla distanza delle discariche non viene applicata?
- Perché gli interessi del signor Cerroni hanno la precedenza rispetto alle condizioni di vita di migliaia di persone?

Appuntamento alla seconda puntata.

domenica 20 maggio 2012

La nostra denuncia dei CIP6 alla Commissione UE crea ansia alla lobby degli inceneritori

Gli articoli pubblicati sub blog del comitato "Sotto terra il treno" per denunciare il finanziamento degli inceneritori tramite i CIP6 stanno creando l'ansia tra la lobby degli inceneritori.

40 miliardi di euro sperperati dall'Italia con il silenzio di Mario Monti e della Commissione UE.

Tra i numerosi accessi al blog, va evidenziato quello della Presidenza del Consiglio dei Ministri (martedì alle ore 13.44).

Mario Monti e la Commissione Europea devono infatti spiegare agli italiani perche' le regole della concorrenza devono valere solo per i tassisti e per le farmacie, mentre miliardi e miliardi di euro di soldi pubblici sono bruciati illegalmente negli inceneritori.

La notizia della nostra denuncia alla Commissione Europea della illegalita' dei Cip6 ha messo in ansia la lobby degli inceneritori.

In particolare, L'AMA, che con il signor Cerroni e con ACEA vuole costruire l'inceneritore di Albano, mercoledi e' risultato il piu' assiduo lettore del nostro blog con ben quattro accessi da diverse postazioni della societa' (ore 7.53, poi alle ore 9.39, poi di nuovo alle ore 9.44, infine alle ore 10.36).

ACEA, l'altro socio pubblico nell'affare di Cerroni, accede al nostro blog quotidianamente verso le ore 9. E' una presenza quotidiana che ci accompagna da anni e che merita un nostro articolo sulla svendita di questo importante patrimonio pubblico ai privati.

Cerroni, AMA e ACEA vogliono costruire l'inceneritore piu' grande del mondo ad Albano senza una regolare gara pubblica.
Su questo importantissimo punto, nulla dice la sentenza del Consiglio di Stato.
La sentenza il Consiglio di Stato si e' invece soffermata sulle modifiche tecniche al sistema di raffreddamento, ricordardoci che l'inceneritore piu' grande del mondo (dice Cerroni che) funzionera' con un sistema di raffreddamento ad aria che utilizza solo acque piovane (???).

In ogni caso, l'inceneritore di Albano e' un affare per Cerroni, AMA e ACEA solo se il finanziamento dei CIP6 viene confermato anche per i prossimi 30 anni.

Ma l'Italia puo' ancora permettersi questi scandalosi livelli di sperpero delle risorse pubbliche?

giovedì 17 maggio 2012

L’inceneritore di Albano ha bisogno del treno


Il Consiglio di Stato ha bocciato il ricorso dei comitati contro l’inceneritore di Albano.

Leggendo attentamente la sentenza del Consiglio di Stato emerge un dettaglio inquietante: “Fondata è l’eccezione di tardività degli interventi dei comuni in primo grado”.

In sostanza, l’intervento dei Comuni (Albano Laziale, Rocca di Papa, Castel Gandolfo, Lanuvio, Ariccia, Ardea, Genzano di Roma, Pomezia) è stato tardivo e, quindi, assolutamente inutile.

Abbiamo, di fatto, assistito ad una grande sceneggiata (una burlesque) dei Sindaci dei Comuni dei Castelli Romani che, a parole di giorno, si dicono contro l’inceneritore ma, nei fatti di notte, stanno lavorando per preparare tutte le infrastrutture utili al funzionamento dell’inceneritore.

L’inceneritore di Albano ha bisogno di una discarica!!!
Infatti, i rifiuti dei Castelli Romani vanno separati tra il cdr (combustibile da rifiuti per l’inceneritore) e gli altri rifiuti (da portare nella discarica).

Il Sindaco Marini e la Giunta di Albano hanno permesso al signor Cerroni di realizzare tranquillamente il settimo invaso della discarica di Roncigliano, nascondendo ai cittadini e ai comitati le autorizzazioni regionali. In questo modo, hanno fatto scadere i tempi (questa è una loro grande capacità) ed i comitati non hanno potuto presentare un ricorso al TAR entro i termini previsti dalla legge. Il sindaco Marini e la Giunta di Albano hanno dimostrato in questa vicenda una grande disonestà morale.

L’inceneritore di Albano ha bisogno di una linea ferroviaria!!!
I rifiuti dei Castelli Romani non sono assolutamente sufficienti per alimentare l’inceneritore di Albano.
Per questo motivo, il signor Cerroni ha chiesto da anni di utilizzare la linea ferroviaria Roma-Velletri e di poter disporre di una stazione merci privata a Cancelliera.

C’è un solo problema: sulla linea Roma-Cancelliera dovranno transitare centinaia di treni merci carichi di monnezza e, quindi, vanno eliminati tutti i passaggi a livello presenti sulla linea ferroviaria (Casabianca, Santa Maria delle Mole, Pavona e Cancelliera).

Il progetto presentato da RFI di sottopasso stradale a Cancelliera è già stato approvato dai Comuni di Albano Laziale e di Ariccia. Anche il sottopasso stradale di Casabianca è stato già approvato dal Comune di Ciampino.

L’unico problema al progetto dell’inceneritore più grande del mondo, come ama definirlo il signor Cerroni, è rappresentato dal passaggio a livello al centro di Pavona. Di fronte ad un progetto devastante, i cittadini hanno organizzato da anni una forte protesta che ha indotto il Consiglio Comunale di Albano a bocciare l’indecente progetto di RFI.

Bisongerà attivare la massima vigilanza democratica perché nei prossimi giorni il sindaco Marini di Albano oppure l’assessore provinciale Amalia Colaceci oppure qualche altro Cerroni Boy potrebbero riproporre progetti devastanti di sottopassi stradali su Pavona con l’obiettivo di garantire all’inceneritore più grande del mondo l’arrivo indisturbato dei rifiuti su rotaia.

In sintesi, i Sindaci e i rappresentanti delle istituzioni di giorno si dicono contro l’inceneritore, ma stanno preparando di notte e con omertà tutte le infrastrutture (discarica e ferrovia) a supporto dell’inceneritore più grande del mondo, come ama definirlo il signor Cerroni.

La cosa grave è che questi pessimi e omertosi rappresentanti delle istituzioni partecipano impunemente ai cortei contro l’inceneritore, che a causa della presenza di questi personaggi rischiano di diventare delle inutili passerelle.

martedì 15 maggio 2012

Fermiamo i CIP6 per evitare il default del Paese Italia

La borsa perde quotidianamente valore, Moody's declassa 26 banche italiane, lo spread è a quota 430, la benzina è a livelli record, l'inflazione è al 3,3% e i beni di acquisto di maggiore frequenza sono saliti del 4,7%.

Siamo di fronte alla più pesante crisi economica dal dopoguerra. 

Bankitalia certifica un sensibile calo delle entrate fiscali nel primo trimestre del 2012: nel solo mese di marzo gli incassi presentano una riduzione del 3,61% rispetto allo stesso mese dell'anno scorso.

Vola il debito publico che a marzo raggiunge il record storico di 1.946 miliardi di euro.

Tra pochi giorni pagheremo una salatissima IMU, anche sulla prima casa, e ad ottobre subiremo l'aumento di due punti dell'IVA.

In questo quadro disastroso, l'Italia è l'unico paese al mondo che sperpera ingenti risorse pubbliche per finanziare gli inceneritori con i CIP6. 

Con i CIP6 abbiamo addirittura superato la Grecia nello sperpero del denaro pubblico. 

Mentre in Grecia avevano istituito il vitalizio per le figlie zitelle dei dipendenti pubblici, in Italia i governi di centrodestra e di centrosinistra hanno bruciato, ad oggi, 40 miliardi di euro negli inceneritori.

Di fronte a questi sperperi di cui ha goduto la classe imprenditoriale (in primis la Mercegaglia), sperperi che Napolitano, Monti, Giarda e Bondi fanno finta di non vedere, è purtroppo facile prevedere la fine fallimentare che farà l'Italia.

Fermiamo i CIP6, fermiamo gli inceneritori, fermiamo il default del Paese Italia.

lunedì 14 maggio 2012

Lo sperpero dei CIP6 nel silenzio di Mario Monti e della Commissione UE


Il CIP6 ci è costato, nel silenzio della Commissione UE, 40 miliardi di euro (Massimo Lucchetti, il Corriere della Sera, 21-12-2011).

Il 22 novembre 2008 abbiamo presentato una denuncia alla Direzione Generale della Concorrenza della Commissione Europea. La denuncia è sempre aperta presso la Commissione Europea con il seguente numero di pratica, “SA.32048 - CIP 6 support scheme for energies assimilated to renewables”, ma si trascina nel silenzio della Commissione stessa.

Ironia della sorte, il Presidente del Consiglio Mario Monti nel 1999 è stato Commissario Europeo con delega alla Concorrenza.

Mario Monti sa bene che l’Italia è l’unico Paese europeo che finanzia con ingenti fondi pubblici il settore dei “termovalorizzatori” attraverso i fondi cosiddetti “CIP6”.

Mario Monti sa bene che il finanziamento degli inceneritori con i CIP6 costituisce una violazione delle direttive europee in materia. In conseguenza di detta violazione la Commissione Europea si è già espressa, in data 20 novembre 2003, in merito alla distorsione della normativa comunitaria in Italia in riferimento all'inclusione della parte non biodegradabile dei rifiuti quale fonte di energia rinnovabile.

Mario Monti sa bene che il finanziamento pubblico italiano al settore dei “termovalorizzatori” rappresenta una palese distorsione della concorrenza all’interno dell’Unione Europea, che rende inefficienti i mercati e lede alla competitività dell’economia italiana ed europea.

Questa è purtroppo l’indecente politica del Governo Monti:
·        - per i cittadini: un aumento disumano di tasse ed imposte;
·        - per il Paese: una fase pesantissima di recessione e forti tensioni sociali;
·        - per gli inceneritori: il mantenimento dello sperpero di risorse pubbliche con i CIP6.

Quanti miliardi di euro ci costerà, nel silenzio di Mario Monti e della Commissione UE, la lobby degli inceneritori ????