VIVERE NELLA DISCARICA (terza puntata)
Nell’ultimo articolo pubblicato sul blog abbiamo denunciato i gravissimi episodi sanitari che stanno verificandosi intorno alla discarica di Albano.
Nei primi mesi dell'anno due coppie di giovani che
abitano a Roncigliano, vicino la discarica, hanno dovuto interrompere la
gravidanza entro il sesto mese a seguito di diagnosi prenatale di gravi
malformazioni congenite.
Come evidenziato dallo studio epidemiologico sugli effetti delle discariche in Campania (“Trattamento dei rifiuti in Campania: impatto sulla salute umana. Messa a punto di indicatori sintetici di pericolosità e di esposizione ai rifiuti”), predisposto dall'Istituto Superiore di Sanità, dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, l’elevata incidenza di malformazioni congenite è un preciso indicatore di presenza di rifiuti tossici e nocivi altamente inquinanti.
Qualificati esperti di onco-ematologia ci hanno assicurato che è possibile
dedurre dal tipo di malformazione congenita il tipo di rifiuto tossico e nocivo
presente nella discarica.
In questi giorni ci sono arrivate decine di
segnalazioni anche dalla zona di Ardea vicino alla discarica in merito ad
altissime incidenze di interruzioni di gravidanza, sia in seguito di diagnosi
prenatale di gravi malformazioni congenite sia per gravidanze extrauterine.
Invitiamo le persone che vivono nella discarica di Albano denunciare con
forza questa forma di violenza della discarica, che lede pesantemente il
diritto alla vita, a raccogliere le cartelle cliniche e tutta la documentazione
medica da sottoporre all’attenzione dei nostri esperti di onco-ematologia e a
prendere contatti con i comitati.
Costringere 2.381 persone (uomini e donne, anziani e … 313 bambini) a vivere
entro il raggio di un chilometro dalla discarica di Albano è un crimine,
soprattutto perché la legge regionale del 2002 prevede per le discariche una
distanza minima di 1.000 metri dalle abitazioni.
Le donne subiscono in
modo particolare questa pesante violenza!!!
Infatti, dallo studio epidemiologico sugli effetti della discarica di Albano, predisposto dalla USL RM-E, emerge che la discarica di Albano provoca anche un aumento della mortalità femminile del 20%.
Cosa fare di fronte a questi gravi problemi sanitari?
Quali iniziative intende prendere il Sindaco di Albano, Nicola Marini, massima autorità sanitaria del Comune a difesa degli abitanti del territorio, dopo che ha nascosto per mesi ai cittadini e ai comitati le autorizzazioni regionali del VII invaso della discarica, facendo scadere i tempi per il ricorso al TAR?
Quali iniziative intende prendere l'Assessore Regionale all'Ambiente e allo Sviluppo Sostenibile, Marco Mattei, che come ex-Sindaco del Comune di Albano Laziale si è qualificato per la sua richiesta alla Regione Lazio “dell’inceneritore più grande del mondo”, come ama definirlo il signor Cerroni?
Quali iniziative intende prendere il Ministro dell'Ambiente Corrado Clini, che in televisione afferma con convinzione che le discariche sono sicure?
Di fronte a questi episodi sanitari gravissimi è doveroso richiedere la chiusura immediata della discarica di Albano e la predisposizione di un serio e completo studio epidemiologico, coinvolgendo l'Istituto Superiore di Sanità, l’Organizzazione Mondiale della Sanità e il Consiglio Nazionale delle Ricerche.
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