sabato 8 novembre 2008

Lasciate un obolo a Cerroni & Marrazzo


Il fallimento della gestione Marrazzo

Il 29 ottobre 2008 si è riunita la Commissione Consiliare Ambiente della Regione Lazio per discutere la “Relazione sullo stato di attuazione degli interventi e azioni richiamate nel decreto commissariale n. 24 del 24 giugno 2008”.

Nella relazione è riportato il fallimento della gestione commissariale di Marrazzo:

“Allo stato attuale l’esposizione debitoria dei comuni nei confronti dei gestori, sia pubblici che privati, sta assumendo dimensioni rilevanti, quantificabili in circa 200 milioni di euro e il trend in atto porta a pensare che, a breve, tali cifre subiranno una notevole crescita”.

Le ultime parole famose riportate nella relazione:

“…il Lazio presenta da oltre 10 anni una situazione di mercato stabile, con società ed imprenditori facilmente individuabili, sia pubblici che privati, che hanno avviato programmi di investimento importanti e che, fino ad ora, hanno dato garanzia sia per il servizio reso che per le azioni poste in essere per garantire la salvaguardia dell’ambiente.”

Una situazione di mercato stabile?

La frase è gravissima perché dimostra che è stato pianificato in questi 10 anni di proteggere il monopolio di Cerroni e non è stato consentito ad altri operatori di effettuare una sana concorrenza nel settore, in modo da calmierare le tariffe.

In particolare, citiamo il nuovo impianto di Colleferro, tipo Vedelago, in grado di trattare 50.000 tonnellate di rifiuti, senza discariche e senza inceneritori, fermo da mesi in attesa delle autorizzazioni provinciali e regionali.

Quanti altri impianti tipo Vedelago sono insabbiati dalla Provincia di Roma e dalla Regione Lazio perché turbano una situazione di mercato stabile?

Cerroni garanzia per la salvaguardia dell’ambiente?

Il 3 novembre 2008 il giudice Francesco Patrone ha condannato la Cerroni & co. per "mala gestio" della discarica di Malagrotta ad una sanzione di anni 1 di arresto.

Questa è la terza condanna penale subita dall'amministratore unico della discarica di Malagrotta.Il processo doveva stabilire se era corretto smaltire in discarica rifiuti pericolosi, in particolare il percolato (il risultato della liscivazione e putrefazione dei rifiuti) ed i fanghi di depurazione provenienti dall'ACEA.

Marrazzo, invece, si fida di Cerroni & co. e gli affida, a trattativa privata, l'inceneritore di Albano.

Chi ha pagato l’inceneritore di Malagrotta?

Cerroni pensa di essere un benefattore!!!
Marrazzo dice che i privati, cioè Cerroni, hanno avviato investimenti importanti!!!
I comuni per gestire i rifiuti vedono esplodere i loro debiti a breve, che sono arrivati a 200 milioni di euro!!!

Cosa lega questi eventi?

Il filo che lega questi eventi è rappresentato dall’inceneritore di Malagrotta.

Cerroni decide nel 2004 di costruire l’inceneritore a Malagrotta.
Le istituzioni, come sempre, lo assecondano.
Ma per costruire un inceneritore ci vogliono i soldi, tanti soldi.
Allora Cerroni, che gestisce i rifiuti nel Lazio in regime di assoluto monopolio, decide di finanziare l’inceneritore con un forte aumento delle tariffe sui rifiuti.

Ciò ha comportato in questi anni:
- il raddoppio delle imposte sui rifiuti per tutti i cittadini e le imprese;
- il raddoppio dei ricavi per le società di Cerroni;
- il raddoppio dei debiti a breve dei comuni.

Chi ci guadagna e chi ci perde dalla politica degli inceneritori?

I cittadini sostengono il peso delle scelte scellerate di Marrazzo e sono costretti a pagare bollette salatissime.
I comuni sono maggiormente esposti e ricattabili sul piano finanziario, senza risorse per lanciare la raccolta differenziata.
L’unico che ci guadagna è Cerroni, che effettua un imponente investimento a spese dei cittadini ed usufruirà per otto anni dei contributi statali dei Cip6.

Complimenti a Marrazzo che, come scrive il Sole 24 Ore, ha “fortemente voluto l’inceneritore di Malagrotta per chiudere il ciclo dei rifiuti”.

Lo sperpero dei Cip6

Tutto il mondo è fortemente preoccupato per la gravissima crisi economica e finanziaria che grava sulle imprese e sulle famiglie, e invece l’Assessore Regionale Di Carlo, che per Cerroni è come un figlio, dichiara in data 5 novembre 2008 al Sole 24 Ore: “il mio auspicio è che il gassificatore di Albano a questo punto rientri negli impianti in regola per usufruire degli incentivi statali (il cosiddetto Cip6)”.

Sui CIP6 ha le idee chiare anche il signor Cerroni che al compiante giornale della Mercegaglia dichiara: “Faccio presente che in entrambi i casi (inceneritore di Malagrotta e di Albano) non ci sono stati, né ci saranno, contributi statali per l’investimento. Il beneficio del cosiddetto Cip6 si verificherà con la produzione continua di energia elettrica, per un periodo di otto anni, e consisterà in un incentivo aggiuntivo sul prezzo dell’energia elettrica immessa in rete, oggi pari a 0,1228 euro/kwh: l’incentivo si riverbera sull’economicità della tariffa a carico dei cittadini”.

In Italia il Governo taglia i fondi per la formazione, la scuola, la ricerca e l’università, mentre lo stato sperpera 2.216 milioni di euro in contributi statali, denominati Cip 6, per finanziare gli inceneritori (fonte: Memoria per l’audizione presso la X Commissione attività produttive, commercio e turismo della Camera dei deputati - Roma, 30 ottobre 2003).

Il Piano Regionale dei rifiuti va rivisto alla luce della crisi economica

La gravissima crisi economica e finanziaria ha effetti pesantissimi sui bilanci e sui consumi delle imprese e delle famiglie.

Alla luce di questa crisi va completamente riscritto il Piano regionale dei rifiuti, elaborato in modo fallimentare da Marrazzo.

L’aumento previsionale dei rifiuti rappresenta, di fronte alla crisi in atto, pura fantasia.

La contrazione dei consumi connessa con la crisi economica e la possibilità di aprire il mercato ad altri operatori rendono, di fatto, inutile l’inceneritore di Albano.

Chi pagherà, poi, l’inutile inceneritore di Albano?
I cittadini e le imprese con altri aumenti sulle già salatissime tasse sui rifiuti?
I comuni saranno costretti ad una maggiore esposizione debitoria, in un momento di crisi finanziaria?

Di fronte a questo inquietante scenario, le forze politiche, i consiglieri regionali, i Sindaci, , la stampa, i giornali, le televisioni, le forze sociali e culturali della città di Roma e della Regione Lazio rimangono in ossequioso silenzio.

Lasciate un obolo a Cerroni

Un ultimo appunto per quanti andranno il 13 novembre 2008 all’inaugurazione dell’inceneritore di Malagrotta.

Lasciate un obolo a Cerroni: la sua società che gestisce la discarica di Malagrotta, la COLARI, ha dichiarato per il 2007, a fronte di ricavi per quasi 90 milioni di euro, un misero utile netto di 2.863 euro!!!

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