martedì 15 luglio 2008

Comincia a crollare il muro di omertà sugli inceneritori

La potentissima lobby di Brescia comincia a perdere colpi.

Sempre più numerosi sono i commenti e le prese di posizione contro gli inceneritori.

Riportiamo in questo articolo la posizione della FAO, l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura, che raccomanda la diminuzione delle fonti di diossina.

“Le diossine sono sottoprodotti indesiderati della produzione di sostanze chimiche e dei processi di combustione.
I principali imputati sono gli inceneritori di rifiuti solidi urbani e di altri tipi di rifiuti.
Il suolo viene contaminato dai fumi liberati nell'aria.
In questo modo la diossina raggiunge gli esseri umani direttamente e indirettamente, dopo aver contaminato acque reflue, i fanghi di terreni agricoli e i pascoli.
A causa della onnipresenza di diossine nell'ambiente, tutte le persone sono sottoposte ad un'esposizione di un certo livello di diossine.
Di qui la raccomandazione a diminuire le fonti di diossina”.

Parallelamente la logica dell'incenerimento viene bocciata senza riserve da Ennio Italico Noviello, primo ricercatore dell'area ricerca del Cnr di Roma: "l'impianto di Brescia sta inquinando l'intera Lombardia. A Brescia non c'é un solo allevamento di bovini che sia senza diossina".

Il problema inceneritori/diossina non riguarda solo gli abitanti di Malagrotta a Roma o quelli di Roncigliano ad Albano.

La politica degli inceneritori è una grave minaccia alla salute e alla vita di tutti i cittadini del Lazio.

Nell’assecondare le logiche affaristiche del signor Cerroni e della lobby di Brescia, la classe politica romana (Marrazzo, Veltroni, Alemanno, Zingaretti, Robilotta, Fontana, De Lillo, ecc.) ha assunto una gravissima responsabilità che avrà conseguenze devastanti sulla salute e sulla vita dei cittadini di Roma, dei Castelli Romani e del Lazio.

L’inceneritore di Brescia
sta inquinando l’intera Lombardia
Comunicato ANSA

Una logica, quella dell'incenerimento, che viene bocciata senza riserve da Ennio Italico Noviello, primo ricercatore dell'area ricerca del Cnr di Roma.
"L'incenerimento trasforma i rifiuti da solidi in aeroformi, marestano tossici e nocivi - ha detto Noviello - E, infatti, in Giappone, unodei primi paesi a utilizzare questa tecnologia, stanno rapidamente facendomarcia indietro".
Poi, lancia ancora un altro allarme.
Secondo Noviello "Brescia avrebbe proposto di vendere l'intero impianto alla Campania". "L'ho saputo proprio stamattina - ha spiegato Noviello in un incontro a Napoli - La proposta era di cederlo per 25 milioni di euro, cioé meno di quanto serve per completare quello di Acerra”.
Una proposta "giustificata dal fatto che quell'impianto sta inquinando l'intera Lombardia. A Brescia non c'é un solo allevamento di bovini che sia senza diossina
Brescia è il punto più inquinato del mondo, basta guardare il satellite".



Anche la FAO contro gli inceneritori

Dall'inserto SALUTE di Repubblica (01-05-2008), il resoconto di uno studio sulle diossine (cause, conseguenze e origini) fatto dalla Fao, l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura.

Gli alimenti, soprattutto quelli lattiero-caseari ma anche la carne, il pesce e i frutti di mare rappresentano oltre il 90% dei veicoli di contaminazione da diossina. Lo rende noto uno studio realizzato dalla Fao, l'ente dell'Onu che si occupa di alimenti ed agricoltura, che si conclude esortando i Paesi a fare maggiori sforzi per ridurre l'esposizione minima delle popolazioni a questo sottoprodotto della combustione della plastica.
Lo studio "Diossine nella catena alimentare: la prevenzione e il controllo della contaminazione", diffuso pochi giorni fa, indaga i rischi e le conseguenze dell'esposizione alla diossina. Dei 419 tipi di composti diossina-correlati identificati, lo studio chiarisce che 30 hanno una tossicità significativa e preoccupante. La più pericolosa risulta la TCDD.
Sono inquinanti persistenti, che resistono alla degradazione fisico-chimica e biologica e rimangono nell'ambiente per lunghi periodi di tempo. Entrati negli organismi biologici, compresi gli esseri umani, si accumulano nei tessuti grassi.
"Particolare attenzione deve essere prestata", spiega Daniela Battaglia, esperta Fao di produzione animale, "alle ripercussioni sui neonati attraverso il latte materno perché sono molto più vulnerabili all'azione della diossina".
Lo studio Fao sottolinea che le diossine, oltre ad essere cancerogene, causano una grande varietà di effetti tossici per le persone e per gli animali. I sistemi endocrino, riproduttivo e dello sviluppo sono tra i più vulnerabili alla diossina. L'esposizione causa patologie del fegato, della milza, del timo, del sistema endocrino, lesioni cutanee e, in casi estremi, la morte. Gli effetti sulla salute possono essere osservati anni dopo l'iniziale esposizione.
Quanto al potenziale cancerogeno, il rischio è stato osservato per tutti i tumori, senza alcuna specifica di cancro predominante.
Le diossine sono sottoprodotti indesiderati della produzione di sostanze chimiche e dei processi di combustione.
"I principali imputati", si legge nel documento, "sono gli inceneritori di rifiuti solidi urbani e di altri tipi di rifiuti. Il suolo viene contaminato dai fumi liberati nell'aria. In questo modo la diossina raggiunge gli esseri umani direttamente e indirettamente, dopo aver contaminato acque reflue, i fanghi di terreni agricoli e i pascoli. A causa della onnipresenza di diossine nell'ambiente, tutte le persone sono sottoposte ad un'esposizione di un certo livello di diossine. Di qui la raccomandazione a diminuire le fonti di diossina”.

1 commento:

Anonimo ha detto...

FINALMENTE!!