sabato 22 marzo 2008

Anche il Campidoglio si schiera con i comitati civici

da "Il tempo" di Emanuele Romaggioli

Inquinamento: via dal centro di Pavona il traffico pesante
Il Campidoglio si schiera a favore di comitati di Pavona.

Dopo gli incontri sull'emergenza «smog», l'assessore Calamante scrive a Piero Ambrosi, assessore alla viabilità della Provincia.
Nella sua missiva, Calamante rilancia la proposta avanzata dai comitati: vietare il traffico pesante nel centro di Pavona.

Una soluzione che la stessa Provincia aveva «sposato» in attesa della soluzione del nodo del sottopasso.
«L'asse viario di Pavona - scrive l'assessore capitolino alla mobilità - che congiuntamente alla via del Mare costituisce un asse di collegamento tra via Ardeatina e via Nettunense, è interessato da flussi di traffico importanti del tutto incompatibili con la presenza di un passaggio a livello per l'intersezione della linea Roma-Velletri. Ritengo che per attenuare il problema nell'immediato si possa prendere in considerazione la possibilità di interdire al traffico pesante via del Mare (che attraversa il centro di Pavon ndr) e via della Stazione di Pavona, con esclusione per quest'ultima del primo tratto da via Ardeatina, vista la presenza di una piccola zona industriale».
Secondo l'assessore Calamante, l'alternativa alla via del Mare è l'utilizzazione «dell'asse di via Valle Caia - via della cancelleria».
Il decongestionamento di Pavona, del resto, era stato condiviso anche dai Sindaci di Albano di Castel Gandolfo.
Ma a distanza di tempo i comitati tornano a chiedere risposte.
«Le rilevazioni effettuate dalla Provincia di Roma nel 2005 nell'ambito del progetto Piena - spiegano i comitati - avevano già confermato che a Pavona il livello di inquinamento atmosferico era arrivato a livelli allarmanti».
Altro problema è l'inquinamento acustico.
«I cittadini di Pavona che abitano sulla Via del Mare - spiega Danilo Ballanti, coordinatore dei comitati locali - sono costretti a convivere da anni con l'inquinamento acustico, visto che non riescono a sentire la televisione o a dormire tranquillamente la notte».
La questione, dunque, torna ad infiammare il dibattito civico, già particolarmente infuocato dalla questione del sottopasso.

domenica 16 marzo 2008

Il video del corteo del 15 marzo 2008

I Castelli in piazza contro l'inceneritore

Da "Il Tempo"
Emanuele Romaggioli

Dopo le assemblee di Pavona e Cecchina, ieri pomeriggio il coordinamento anti-inceneritore ha chiamato all'appello tutte le forze democratiche dei Castelli Romani. Un vero e proprio «woodstock» di comitati ambientalisti che hanno sfilato lungo le vie di Albano insieme ai cittadini.

Tanti i j'accuse lanciati contro «l'ecomostro», che ha comunque il merito di aver finalmente coalizzato i Castelli Romani, azzerando le distinzioni di «campanile».«Quella che stiamo conducendo è una battaglia di civiltà - spiega Marcello Scarponi, tra i fondatori del coordinamento contro l'inceneritore - chiediamo politiche di riciclo dei rifiuti, le uniche davvero sostenibili e rispettose della salute e dell'ambiente».

L'area destinata ad ospitare l'inceneritore è quella di Roncigliano, già vessata da una discarica ormai quasi trentennale. Secondo le stime del coordinamento, l'inceneritore dei Castelli è progettato per «bruciare 227mila tonnellate di Cdr quando ai Castelli se ne producono circa 80mila. La rimanenza arriverà da Roma e da tutto il centrosud».

Dopo la partenza da Piazza Mazzini, il corteo si è snodato lungo via Cavour, scandendo slogan emblematici: «mondezza bruciata, aria avvelenata». Invettive dure come pietre accompagnate da musica e bandiere al vento.

Secondo gli organizzatori, i partecipanti erano circa mille. Secondo le forze dell'ordine seicento.

«Un grande successo di partecipazione - spiega Claudio Fiorani, dirigente della sinistra Arcobaleno - chiediamo ora a tutte le forze politiche di prendere una posizione chiara sull'inceneritore, smettendola di dar vita a dichiarazioni neutre ed interlocutorie».

Molti i comitati intervenuti al corteo, tra cui quelli di Aprilia e Ciampino. «La grande affluenza - spiega Fabio Papa, responsabile del Wwf Castelli - dimostra che i cittadini chiedono una gestione del territorio puntata al riciclo e non sugli inceneritori».C'era anche la senatrice De Pretis, tra le promotrici della legge contro i famosi finanziamenti Cip-6. Il progetto dell'inceneritore di Albano attende ora la valutazione di impatto ambientale, prorogata di 60 giorni per vagliare le accurate osservazioni presentate contro il progetto.

«La massiccia partecipazione - commenta Danilo Ballanti, coordinatore dei comitati di Pavona - dimostra che la popolazione non è disposta a svendere il territorio alle lobby degli inceneritori e del cemento».

Secondo gli organizzatori, il gassificatore «condannerà a morte» i Castelli anche da punto di vista idrogeologico. «Il progetto prevede un megaimpianto di 52 megawatt - spiega Andrea Mollica, membro del coordinamento - su un'area di 27mila e 500 metri quadrati.Un ecomostro che andrà ad emungere 42 metri cubi di acqua al giorno per 6 giorni. Con la crisi idrica che vive il bacino dei Castelli sarà praticamente la fine».

Il prossimo appuntamento sarà alla Regione, dove i cittadini chiederanno a Marrazzo di assumere una posizione netta».

Le foto della Manifestazione del 15 marzo 2008

http://dazebaonline.myjalbum.net/ALBANO%20LAZIALE/
































I mille del fronte del NO

Dalla prima pagina del giornale "Nuovo Castelli Oggi"

Al corteo hanno partecipato politici, comitati cittadini e amientalisti

Inceneritore: maxi protesta ieri ad Albano

Il fronte del "no" all'inceneritore ieri ha attraversato in lungo e in largo la cittadina castellana.

Sinistra Arcobaleno, comitati cittadini, politici, semplici curiosi, ambientalisti e perfino i comitatai "No-Fly" di Ciampino.

Mille secondo una prima stima, ma c'è chi giura che erano molti di più.

Un unico grido echeggiava ieri: "Non vogliamo diventare la pattumiera di Roma".

Il prossimo appuntamento è fissato alla Regione per conoscere le intenzioni della Pisana.

Contro l’inceneritore un’altra protesta lungo la Via Appia

Da "Il Messaggero"
di Enrico Valentini

La mobilitazione contro il progetto di costruzione di un inceneritore dei rifiuti nella discarica di Albano ha richiamato, ieri, lungo la Via Appia, centinaia di persone provenienti da tutto il circondario.
La quarta manifestazione indetta dal coordinamento “No Inc” non ha richiamato però quella folla di gente che ci si aspettava visto il continuo e crescente malumore che serpeggia tra i Castelli e le vicine cittadine pontine.
Il solito balletto di cifre sul numero di partecipanti registra per l’appuntamento di Albano un dato che oscilla tra i cinquecento (secondo gli organizzatori) a poco più di duecento i manifestanti che hanno sciamato ordinatamente per le vie del centro storico.
Oltre gli attivisti riuniti nel coordinamento No In cerno presenti i contestatori della centrale Turbogas di Aprilia e il popolo No Fly proveniente da Marino e Ciampino.
Scarsa la presenza dei politici (tenutisi prudentemente alla larga in concomitanza del periodo preelettorale), ad eccezione della sinistra radicale contestata a sua volta da molti cittadini per l’ambigua posizione sull’inceneritore tenuta all’interno della giunta regionale del Lazio.
Al corteo, infatti, erano presenti l’attuale Assessore di Rifondazione Alessandra Tibaldi, esponenti di Verdi Arcobaleno che non battevano ciglio agli slogan, anche velenosi, lanciati contro il Presidente della Regione Piero Marrazzo.
Ai tanti dubbi sull’ipotesi inceneritore si aggiungeva così l’ulteriore confusione derivante dai favorevoli e dai contrari presenti all’interno della stessa giunta regionale, mentre la maggioranza silenziosa dei cittadini resta ancora alla finestra in attesa che qualcuno decida del suo futuro.

mercoledì 12 marzo 2008

SOTTO TERRA IL TRENO

Da "Il Tempo"
di Emanuele Romaggioli

Si riaccende il dibattito sul "sottopasso" di Pavona. Dopo le iniziative lanciate dai comitati locali, a tornare sull’argomento è Enrico Luciani, presidente della commissione mobilità della Regione Lazio.
Impegnato in prima linea nella soluzione del problema, Luciani ha inviato una missiva agli assessori regionali Astorre e Dalia, invitando i due amministratori a riconsiderare immediatamente l’ipotesi dell’interramento dei binari.
Un dibattito interistituzionale destinato a rilanciare la proposta dei residenti di Pavona, decisamente contrari alla realizzazione del sottopasso stradale.

"Il comportamento dei cittadini di questa comunità – si legge nella missiva del presidente Luciani - è stato quanto mai partecipativo ed esemplare. Riuniti in comitato, hanno motivato il loro dissenso per un progetto che ha un forte impatto urbanistico, proponendo una soluzione alternativa redatta da uno studio di ingegneria qualificato nella materia, e già accreditato presso le stesse Ferrovie".

Il comitato "sottoterra il treno", presieduto da Danilo Ballanti, da troppo tempo è in attesa di una risposta chiara e precisa sulla questione del sottopasso.

Consapevole di ciò, Luciani sollecita l’intervento dell’assessore ai lavori pubblici Astorre e dell’assessore alla mobilità Dalia. "Resto in attesa che da parte dei rispettivi assessorati – conclude Luciani - venga promosso un tavolo tecnico che predisponga risposte conclusive sulla questione oggi divenuta annosa per la quale si rischia di dissipare finanziamenti già stanziati e oggi non utilizzati".

sabato 8 marzo 2008

Nuova mobilitazione del popolo anti-inceneritore

Articolo di "Castelli Oggi" del 4 marzo 2008
di Emanuele Romaggioli

Dopo l’assemblea pubblica di Pavona, domenica mattina il coordinamento ambientalista è tornato in piazza per sensibilizzare la popolazione contro l’ecomostro.
Quattro le città coinvolte: Albano, Ariccia, Genzano e Lanuvio. Una protesta senza distinzioni di che ha fatto incetta di consensi. Tantissime le firme raccolte nei gazebo informativi.

"La mobilitazione sta continuando su ogni fronte – spiega Claudio Fiorani, dirigente della sinistra Arcobaleno – e siamo tornati in piazza per sensibilizzare la cittadinanza dei Castelli. L’assemblea di Pavona è stata un successo di partecipazione, ed ora ci prepariamo al grande corteo di sabato 15 marzo ad Albano".

Danilo Ballanti, coordinatore dei comitati di Pavona, pone l’accento sui rischi del progetto.
"L’impianto è destinato a bruciare 227mila tonnellate di Cdr quando ai Castelli se ne producono circa 80mila – spiega Ballanti - Le altre arriveranno da Roma o da Napoli, probabilmente attraverso la linea ferroviaria di Santa Palomba. Non troviamo giusto che Mattei e Marrazzo decidano il nostro futuro. Non vogliamo diventare la discarica del centro-sud".

La protesta, dunque, promette scintille. E fra due settimane il popolo è chiamato a mostrare ancora una volta i muscoli. La sinistra Arcobaleno regionale, intanto, sembra pronta alla crisi di giunta se passerà il progetto di Albano. Si attende ora l’esito della valutazione di impatto ambientale.

"Il gassificatore di Albano- si legge in una nota diffusa dal coordinamento contro l’inceneritore – oltre a magiare i rifiuti Cdr avrà bisogno (lo dice il progetto) di almeno 10mila tonnellate di carbon coke l’anno. Saranno emessi nell’aria circostante, oltre alle nanoparticelle, 740 metri cubi di ossidi di carbonio, 1270 metri cubi di anidride solforosa, 4500 metri cubi di ossidi di azoto, 112 milligrammi di diossine l’anno. Le diossine degradano dopo decenni, quindi per forza di cose si accumuleranno nel territorio circostante, sull’erba, sulle olive, sulle viti delle zone Doc dei Colli Albani, arrivando fino a noi".

Il coordinamento contro l’inceneritore è anche sul web all’indirizzo: www.noinceneritorealbano.it

sabato 1 marzo 2008

Inceneritore Si allarga la protesta

Il Tempo 29/02/2008
Emanuele Romaggioli

Pavona si scaglia contro l'inceneritore. I comitati locali, guidati da Danilo Ballanti, hanno chiamato all'appello tutte le forze civiche del territorio, confluite in una mega-assemblea all'oratorio Arcobaleno. Tanta la carne al fuoco, a cominciare dall'inquinamento atmosferico generato dal paventato ecomostro.

«Pavona è la città più vicina all'inceneritore - si legge nella nota dei comitati - non vogliamo diventare la discarica di rifiuti del Lazio e della Campania. Perché i signori dell'inceneritore hanno acquistato decine di ettari di terreno a Roncigliano? La nostra soluzione è la raccolta differenziata. Vogliamo lanciare da subito il compostaggio domestico». Contro l'ecomostro il comitato ha lanciato una petizione on-line e iniziative civiche di varia natura. Si comincerà domenica con il volantinaggio ad Albano, Lanuvio, Genzano ed Ariccia. Un mero «aperitivo» in vista del piatto forte previsto il 15 marzo: un grande corteo che invaderà le vie di Albano.

venerdì 29 febbraio 2008

Inceneritore: proteste e tensione

Articolo de "Il Messaggero" (28 febbraio 2008)
di ENRICO VALENTINI

Tanti cittadini alla manifestazione di Pavona.
Un segnale preoccupante: i cassonetti bruciati.
Albano, la mobilitazione si è estesa da Marino e Santa Palomba.

Conta sempre più adesioni il fronte della protesta contro il progetto di costruzione di un termovalorizzatore nella discarica di via Roncigliano, all’estrema periferia di Albano.
L’altro ieri, il terzo appuntamento del tour di mobilitazione indetto dal “Coordinamento contro l’inceneritore” ha registrato a Pavona una grande partecipazione di cittadini provenienti da tutto il circondario, esteso ormai da Marino a Santa Palomba.
Di pari passo, sale la tensione di quello che in pochi mesi è diventato il popolo dei No Inc, confluito nel coordinamento di una trentina tra associazioni ambientaliste, movimenti e comitati dei Castelli Romani.
Dopo le prime rumorose proteste, l’altro ieri a fare la voce grossa sono stati soprattutto i residenti, gli agricoltori e i piccoli imprenditori che temono fortemente le ricadute negative in
termini di qualità della vita e per il proseguo di molte attività economiche.
Si fa largo la proposta di indire un referendum che faccia esprimere i cittadini interessati dal progetto, per il quale presto si avvierà una raccolta di firme a supporto della richiesta.
Contestati aspramente, il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo e il sindaco di Albano Marco Mattei, individuati come i principali responsabili della confusione che ruota intorno ad un progetto dato da molti per scontato ma conosciuto nei contenuti solo da pochissime persone.
Delusione anche per la mancata partecipazione all’assemblea degli amministratori locali dei Castelli, invito raccolto solo dal vice sindaco di Ciampino Enzo Lavagnini.
«Marrazzo e Mattei - dice Danilo Ballanti, presidente di un comitato di Pavona - non possono decidere da soli del futuro di decine di migliaia di persone. Il mistero che aleggia intorno al progetto e la mancanza di risposte inquieta e preoccupa un numero sempre maggiore di cittadini».
Una protesta dagli sviluppi imprevedibili che esclude - tengono a precisare dal coordinamento - ripercussioni per l’ordine pubblico, nonostante alcuni segnali preoccupanti degli ultimi giorni come i cassonetti bruciati alla periferia di Albano e le automobili in sosta che ostacolano sempre più spesso il passaggio dei camion dei rifiuti su via Roncigliano.
Alla Pisana invece continua il botta e risposta tra gli esponenti politici regionali favorevoli e contrari al termovalorizzatore.
«Il mistero di Albano - annuncia sicuro il consigliere regionale Donato Robilotta - è stato svelato. Marrazzo ha autorizzato a fine dicembre la costruzione dell’impianto ed ha avviato la valutazione di impatto ambientale».
Smentisce categoricamente, invece, l’assessore regionale all’Ambiente Filiberto Zaratti che ribadisce solo l’avvio della procedura di valutazione ancora in corso d’istruttoria.
«Per quanto mi riguarda - sottolinea Zaratti - allo stato attuale è certa soltanto la votazione del consiglio regionale che ha bocciato l’ipotesi di costruire il termovalorizzatore ad Albano».

mercoledì 20 febbraio 2008

Assemblea a Pavona

NO ALL’INCENERITORE
Vogliono bruciare il nostro futuro

Un ecomostro in grado di trattare 227mila tonnellate di rifiuti all’anno, che emette nell’aria nanoparticelle, diossine, ossido di carbonio e di azoto, anitride solforosa. Le diossine degradano dopo decenni, si accumuleranno nel territorio circostante, sull’erba, sulle olive, sulle viti delle zone a D.O.C. Colli Albani e arriveranno a noi.
Pavona è la città più vicina all’inceneritore.
Perché i signori della discarica (Cerroni-AMA-ACEA) hanno acquistato decine di ettari di terreno a Roncigliano?
Non vogliamo diventare la discarica dei rifiuti del Lazio e della Campania.
Qual è il futuro che Marrazzo e Mattei stanno preparando per Roncigliano, per Pavona, per Albano, per i Castelli Romani?
La soluzione è rappresentata dalla raccolta differenziata.
Vogliamo lanciare da subito il compostaggio domestico.
NO alla discarica! NO all’inceneritore!

ASSEMBLEA PUBBLICA
MERCOLEDÌ 27 FEBBRAIO
ALLE ORE 20,30
Tendone dell’oratorio Arcobaleno
in Via Pescara a PAVONA

Partecipano con le presentazioni tecniche il WWF e Greenpeace.
Organizzano:
Coordinamento contro l’inceneritore di Albano (www.noinceneritorealbano.it)
Comitato “Sotto terra il treno, non i cittadini”
Comitato di quartiere “PavonaUNO” (www.pavonauno.it)
Pro Loco Pavona di Castel Gandolfo
Comitato “Salute e ambiente” di Via Massimetta

domenica 3 febbraio 2008

La città protesta contro l’inceneritore



A palazzo Savelli di Albano
Emanuele Romaggioli

L’inceneritore condannerà a morte i Castelli Romani”. Parole dure quelle proferite dal popolo anti-inceneritore, riunito ieri ad Albano. I cittadini hanno invaso Palazzo Savelli con argomenti affilati come rasoi. Tantissima la carne al fuoco, a cominciare dal fabbisogno idrico del paventato ecomostro, destinato a sovraccaricare, come se non bastasse, la falda idrica “colabrodo” dei Castelli.
“Il progetto prevede un megaimpianto di 52 megawatt – spiega Andrea Mollica, tra i fondatori del coordinamento anti-inceneritore di Albano – su un’area di 27mila e 500 metri quadrati. Un eco-mostro che andrà ad emungere 42 metri cubi di acqua al giorno per sei giorni, in regime ordinario. Con la crisi idrica che vive il bacino dei Castelli sarà praticamente la fine. L’impianto, inoltre, sarà destinato a bruciare immondizia del centro sud, dato che si presta a bruciare 227mila tonnellate di Cdr l’anno quando nel bacino dei Castelli se ne producono 80mila”.
Di alto tasso tecnico l’intervento del Wwf. “A Colli Aniene la raccolta differenziata porta a porta – spiega Fabio Papa, responsabile Wwf castelli – ha condotto a una percentuale di differenziata del 63%”.
I comitati di Pavona lanciano l’iniziativa del compostaggio domestico. “Sarà un’operazione in sinergia con le associazioni ambientaliste – spiega Danilo Ballanti – se gli amministratori non sono capaci di avviare tali politiche dobbiamo per forza fare le cose da soli”.
03/02/2008

sabato 2 febbraio 2008

Fischi per l’inceneritore

Dal giornale "Castelli Oggi"

Albano – Gremita ieri la sala consigliare di Palazzo Savelli. Nessuno vuole l’ecomostro
Un coro di «no» da parte dei comitati e degli ambientalisti

di Emanuele Romaggioli

Quattrocento milioni di ragioni per dire no all’inceneritore di Albano. Una cosa per ogni euro del suo costo. Lo hanno gridato ad alta voce i cittadini riuniti a Palazzo Savelli, invaso ieri dal popolo anti-inceneritore.
“Il progetto prevede un megaimpianto di 52 megawatt – spiega Andrea Mollica, tra i fondatori del coordinamento anti-inceneritore – con 3 linee su un’area di 27mila e 500 metri quadrati. Un eco-mostro che andrà ad emungere 42 metri cubi di acqua al giorno per sei giorni, in regime ordinario. Con la crisi idrica che vive il bacino dei Castelli sarà praticamente la condanna a morte. L’impianto, inoltre, sarà destinato a bruciare immondizia del centro sud, dato che si presta a bruciare 227mila tonnellate di Cdr l’anno quando nel bacino dei Castelli se ne producono 80mila tonnellate. E in previsione di un innalzamento della raccolta differenziata la cosa lascia molto, molto da pensare”.
Di alto tasso tecnico l’intervento del Wwf. “E’ la stessa Comunità europea a precisare che la valorizzazione dei materiali va preferita alle operazioni di valorizzazione energetica – spiega Fabio Papa del Wwf – l’inceneritore non è un impianto in liena con la sostenibilità ambientale, perché non elimina la dipendenza dalle discariche, crea meno posti di lavoro rispetto alla raccolta differenziata porta a porta, e attraverso il riciclaggio si risparmia più energia di quanta se ne produca con l’incenenrimento. A Colli Aniene il “porta a porta” ha condotto a una percentuale di differenziata del 63%. E’ l’unica via possibile, con una annessa campagna di sensibilizzazione”.
Dettagliato e preciso anche l’intervento di Gino Del Ferraro di Greenpeace: “Le persone favorevoli agli inceneritori si dividono in due tipi: che parla senza sapere la materia e chi ricava lucro da una tecnologia che produce morte. Secondo le stime l’inceneritore di Albano Laziale costerà 400 milioni di euro finanziati attraverso la bolletta dell’ENEL.”
Il comitato di Pavona “Sottoterra il treno, non i cittadini” lancia un’importante iniziativa.
“Come comitati – spiega Danilo Ballanti – lanceremo un’iniziativa pubblica a Pavona per avviare il compostaggio domestico, come viene fatto in alcune zone di Roma. Sarà un’operazione in sinergia con le associazioni ambientaliste. Se gli amministratori non sono capaci di avviare tali politiche sul territorio dobbiamo per forza di cose sostituirci a loro”.

All’assemblea, moderata da Claudio Fiorani del coordinamento anti-inceneritore, è intervenuto anche l’assessore regionale all’ambiente Filiberto Zaratti e il consigliere regioanle dei Verdi Fontana.

03/02/2008

martedì 29 gennaio 2008

Una boccata d'ossigeno da 400 milioni di euro

MATTEI, MARRAZZO E GASBARRA
UNITI IN UN DISEGNO SCELLERATO CONTRO PAVONA?

Per mesi i cittadini e i comitati si sono battuti
contro lo scempio dei sottopassi stradali e
per affermare un serio ed importante progetto
di riqualificazione e di valorizzazione di Pavona
attraverso l’interramento della linea ferroviaria.

Per mesi ci siamo impegnati per reperire i fondi necessari
per l’interramento della linea ferroviaria,
con riunioni in Regione, incontri alla Provincia,
contatti con rappresentanti del Governo e con parlamentari,
e tutti ci hanno detto che il problema era reperire i finanziamenti
(solo 20 milioni di euro).

Le istituzioni (Mattei, Marrazzo, Gasbarra)
non hanno risposto alla richiesta di un Paese intero
che chiede un progetto nuovo per Pavona.

Le stesse istituzioni (Mattei, Marrazzo, Gasbarra)
ci vogliono adesso convincere che il nostro territorio
ha bisogno di un inceneritore a Roncigliano,
a pochi passi dalla città di Pavona.

A cosa serve un inceneritore?

A bruciare i nostri rifiuti?

No, senza raccolta differenziata un inceneritore non serve a nulla.
I giornali riportano che “il combustibile per inceneritori prodotto
dalla discarica di Cecchina è di qualità talmente bassa
da essere rifiutato dagli inceneritori di Colleferro
(i quali bruciano rifiuti dal Piemonte e dalla Toscana)”.

Il comune di Albano Laziale
è uno dei comuni più arretrati d’Italia
nella raccolta differenziata dei rifiuti.

Per agevolare i “signori” delle discariche
il Comune di Albano Laziale nulla ha fatto
per la raccolta differenziata dei rifiuti.

Ma allora a cosa serve un inceneritore?

Ad ottenere i fondi del CIP 6 (valutabili intorno a 400 milioni di euro in otto anni).

400 milioni di euro saranno pure una bella boccata d’ossigeno per Mattei, Marrazzo e Gasbarra,
ma quale sarà la qualità dell’aria che respireremo noi?

Pavona si ribella all’idea di diventare la discarica della Regione Lazio
e rilancia il progetto di interramento della linea ferroviaria
per riqualificare e valorizzare per davvero la città e il territorio.

domenica 6 gennaio 2008

Sottopasso, battaglia col Comune

Il Messaggero

Pavona

I comitati dei cittadini di Pavona contrari ai sottopassi stradali, tornano a polemizzare duramente con il Comune di Albano a seguito della decisione di indire la gara di appalto per l’esecuzione dei lavori. «Il sindaco e il consiglio comunale - denunciano i rappresentanti dei due comitati Pavona Uno e Sotto terra il treno, non i cittadini - calpestano la volontà dei residenti e rischiano di affossare definitivamente il progetto di interramento della linea ferroviaria».
Forti di migliaia di adesioni ottenute dai residenti, i comitati dopo aver bloccato l’iniziale progetto per un più utile interramento della linea Roma-Velletri con la realizzazione del sottopassaggio ferroviario, avevano ottenuto il sostegno anche da molti rappresentanti istituzionali della Regione, della Provincia e dai Comuni interessati dall’opera.
La decisione del consiglio comunale di Albano - motivata dal sindaco Marco Mattei con la necessità di evitare la perdita degli oltre nove milioni di euro finanziati dai fondi Tav - riaccende così una protesta che i comitati preannunciano più “calda” e rumorosa delle precedenti.

E.Val.