lunedì 27 ottobre 2008

“Pori nui…” - Seconda puntata

Il giorno che Cerroni venne eletto Sindaco di Pisoniano, i suoi concittadini, che lo conoscevano bene, esclamarono: “Pori nui …”.

Correva l’anno 1978 e il signor Cerroni riusciva a piazzare due pagine sul giornale “Il Giorno”.

Nell’articolo sono riportati i materiali che Cerroni già selezionava dai rifiuti: carta, mangine, compost, metalli ferrosi, plastica, vetri, carlurb (oggi denominato Combustibile Da Rifiuti).

Le idee folli del signor Cerroni non iniziano, quindi, con gli inceneritori, ma vengono da molto lontano.

In particolare, è bene evidenziare la qualità del compost pensato e prodotto dal signor Cerroni: “è ottenuto con il BIORAPID, una macchina di nuova concezione che in tempi brevi trasforma la materia organica presente nei rifiuti … le proprietà fertilizzanti del compost potrebbero essere aumentate con un più alto contenuto di azoto, immettendo nel ciclo di trasformazione della materia organica presente nei rifiuti i fanghi degli impianti di depurazione e di digestione dei liquami da fogna, in percentuali che vanno dal 15 al 20%, risolvendo in tal modo egregiamente un altro grave problema.”

Un’idea affascinante, così amava definirla il signor Cerroni.

Obiettivo di Cerroni: “compost per restituire a 125.000 ettari di terreno la materia organica”.

Non sappiamo con esattezza quanto compost, marchio Cerroni, un concentrato micidiale di rifiuti e liquami da fogna, sia stato prodotto e sparso sui terreni di ignari agricoltori.

La fantasia malata del Cerroni non si è fermata al compost.

Perché non produrre dai rifiuti il mangime, “sotto forma di pellets, sfuso o insaccato, con contenuto di proteine per un 12-14% e di grassi per un 8-9%, per allevamento animali prevalentemente bovini”.

Anche in questo caso, l’obiettivo di Cerroni era di produrre “mangime per 65.000 tonnellate annue di carne bovina”.

Non sappiamo con esattezza quanto mangime per bovini, marchio Cerroni, sia stato prodotto dai rifiuti e dato ad ignari allevatori.

La storia di “mucca pazza” dovrebbe aver insegnato che non si scherza con l’ambiente, con la salute e la vita dei cittadini.

Questi i compiaciuti commenti della stampa dell’epoca “…assistendo divertiti alla raccolta dei rifuti, alla cernita, ai lavaggi, al surriscaldamento e infine alla lavorazione di prodotti che gli animali, di cui noi ci nutriamo, mangiano con assoluta noncuranza e di fertilizzanti che noi stessi riassorbiamo, con diletto del palato, attraverso succosi grappoli d’uva o grano o aromatiche ortaglie.”

Gli anni passano, ma la musica non cambia.

Prima il compost e il mangime, oggi gli inceneritori.

E ci saranno sempre tanti Cerroni Boys (un Marrazzo di turno, un figlio come Di Carlo, un amico come Robilotta, un Fontana e un Mattei, che di giorno dicono di NO e di notte dicono di SI) complici del signor Cerroni nei suoi crimini contro l’ambiente.

ULTIM’ORA: Il prossimo 3 novembre dovrebbe terminare il processo del pm Giuseppe Corasaniti sullo smaltimento illecito di rifiuti tossici e speciali nella discarica di Malagrotta.

sabato 25 ottobre 2008

Robin Hood abolirebbe subito la “CIP6 TAX”

Una misura concreta a sostegno delle famiglie e delle imprese contro la crisi economica.

«La crisi economica in atto nel mondo e in Italia può aggravarsi» ulteriormente. L'ha detto il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, autore della Robin Hood Tax, nel corso dell'audizione in commissione Finanze alla Camera, sulle linee programmatiche del suo dicastero .

Di fronte alla crisi economica, diventa prioritario sostenere le imprese e le famiglie abolendo da subito la “CIP6 TAX” sulle bollette elettriche.

La “CIP6 TAX” è stata inizialmente ideata per finanziare le fonti energetiche alternative ma, attraverso l’inserimento nella normativa nazionale della semplice locuzione “e assimilate”, viene oggi prevalentemente utilizzata per sostenere la politica dei “termovalorizzatori”.

Ciò in quanto tali impianti di incenerimento producono anche energia elettrica, sebbene il costo specifico sia ampiamente svantaggioso rispetto a qualsiasi altro sistema di produzione di energia e soprattutto producano ceneri ed emissioni altamente inquinanti con dei costi altissimi per la collettività in termini economici, ambientali e sanitari.

L’Italia è l’unico Paese europeo che finanzia con ingenti fondi pubblici la lobby degli inceneritori attraverso la “CIP6 TAX”.

Tutte le famiglie italiane, le piccole e medie imprese devono pagare sulla bolletta elettrica un “tassa occulta”, un “pizzo” che viene destinato al mantenimento dei privilegi dei pochi proprietari degli inceneritori (Mercegaglia, Cerroni, …), attraverso il finanziamento a fondo perduto di gran parte degli impianti stessi progettati, realizzati e gestiti in proprio dagli stessi soggetti privati che ne conseguono il profitto senza alcun confronto con la popolazione coinvolta.

Secondo l’Autorità per l’Energia e il Gas sulla bolletta elettrica gravano un 8% di oneri impropri.

L’Authority stessa ha sollecitato il Governo e il Parlamento Italiano a intervenire per ridurre gli oneri impropri che gravano sulla bolletta elettrica delle famiglie e delle imprese italiane.

Le nostre imprese sono oberate, quindi, dal costo aggiuntivo della “CIP6 TAX”, un costo che le altre imprese in Europa e nel mondo non hanno (le nostre imprese competono sul mercato globale con un braccio legato).

L’energia in Italia costa di più a causa della politica di finanziamento pubblico degli inceneritori e il paese è meno competitivo.

La stessa Marcegaglia, quando di giorno veste i panni di Presidente della Confindustria, ha dichiarato che è importante sostenere per l’Italia “l’apertura alla concorrenza e all’integrazione internazionale, che devono essere affrontate a viso aperto, rinunciando alle protezioni”.

L’Italia è purtroppo condannata alla bassa crescita (ed oggi ad una gravissima crisi economica), a causa di evidenti cause strutturali, tra cui l’elevato costo dell’energia elettrica.

I finanziamenti pubblici alla lobby degli inceneritori costituiscono un freno alla competitività (una pietra al collo) dell’intera economia italiana sui mercati internazionali.

Se poi vengono conteggiati i danni ambientali in termine di costi per la realizzazione di discariche speciali per le ceneri, per le falde idriche irrimediabilmente inquinate, e soprattutto il costo umano in termine di salute pubblica e di patologie a carico della sanità nazionale, se ne deduce l’assoluta inconsistenza economica della relativa “produzione di energia alternativa”.

Sulla base di queste considerazioni si propone l’immediata abolizione della “CIP6 TAX”.

L’abolizione della “CIP6 TAX” sulle bollette elettriche darebbe una spinta ai consumi delle famiglie, maggiore competitività alle nostre imprese, un taglio allo sperpero di denaro pubblico e maggiore sostenibilità ambientale.

giovedì 23 ottobre 2008

Solo turbogas ed inceneritori? NO, GRAZIE!!!


Ci hanno tolto l'acqua,
ora vogliono inquinare l'aria che respiriamo,
contaminare i nostri terreni con diossina,
distruggere le colture agricole, i vini DOC dei Castelli Romani.

Per il nostro territorio solo Turbogas ed Inceneritori?
NO, GRAZIE!!!

domenica 19 ottobre 2008

“Pori nui…”

Il giorno che Cerroni venne eletto Sindaco di Pisoniano, i suoi concittadini esclamarono: “Pori nui …”.

Cerroni vuole costruire ad Albano il più grande inceneritore del mondo, con l’obiettivo di accaparrarsi 400 milioni di euro di finanziamenti pubblici (i famosi CIP 6).

Il nuovo inceneritore sorgerà proprio nell’ambito della “Strada dei vini dei Castelli Romani”, a ridosso del Parco dei Castelli Romani.

Marrazzo, che ormai viaggia “a fari spenti”, si fa artefice di una violenza inaudita nei confronti della popolazione e del territorio dei Castelli Romani, della sua storia e dei suoi prodotti agricoli.

Il nuovo stile di Marrazzo si chiama “Mi manda Cerroni”
Cerroni ha ripresentato il progetto modificandolo, ma nessuno può accedere agli atti!!!
Marrazzo ha falsificato la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), ma solo Cerroni può fare osservazioni!!!
Marrazzo ha secretato la VIA falsificata nella sua cassaforte, così nessuno può fare ricorso al TAR!!!
Questi atti sono un inquietante esempio di illegalità!!!

Il signor Cerroni vuole fare di Albano e dei Castelli Romani la nuova e più grande Malagrotta.

Oltre alla discarica l’inceneritore … a Roncigliano arriveranno 600.000 tonnellate di rifiuti e solo 200.000 diventeranno CDR (combustibile da rifiuti) per l’inceneritore. 400.000 tonnellate di rifiuti andranno nella discarica, che dovrà essere ampliata a dismisura (il piano regionale nulla dice infatti della destinazione del FOS – Frazione Organica Stabilizzata).

L'Assessore regionale al Bilancio Luigi Nieri ha dichiarato: "Il quarto impianto non serve, e i numeri lo dimostrano. Tra l'altro anche logisticamente non ci siamo, perché è vicino a molte produzioni agricole, che sarebbero compromesse. Come al solito si fanno gli interessi di certi imprenditori".

Cosa farà l’assessore Nieri??? … per un minimo di coerenza!!!
Cosa farà la Sinistra Arcobaleno??? …per dimostrare un minimo di utilità!!!
Cosa farà il Sindaco di Albano??? …che di notte dice di SI e di giorno dice di NO!!!

Nel Lazio la raccolta differenziata non decolla e rimane oggetto di piccoli esperimenti pilota ….
dopo tanti annunci Marrazzo e la Regione non hanno messo un euro per la differenziata,
la Provincia di Roma aspetta i fondi regionali per finanziare i progetti dei Comuni,
i Comuni non presentano i progetti in attesa dei finanziamenti regionali.

“Che nessuno tocchi i rifiuti di Cerroni”
“Necessità che i normali prodotti contenuti nelle immondizie, quali carta, parti edibili, non vengano preventivamente “selezionati” dalle persone addette al servizio perché essi rappresentano una parte notevole del corrispettivo del servizio. Questo negativo fenomeno particolarmente accentuato in questi ultimi tempi, è stato più volte rappresentato verbalmente e per iscritto al servizio di N.U.” (Cerroni, lettera al Sindaco di Roma, 1974)

Che dire di fronte a questo impressionante scenario: “Pori nui …”

sabato 18 ottobre 2008

Grande partecipazione alla manifestazione di Albano

In risposta ai loschi e oscuri affari di Cerroni e Marrazzo
una grande risposta democratica
con la partecipazione di oltre 1.000 persone
al corteo del 18 ottobre 2008 contro l'inceneritore di Albano.

RASSEGNA STAMPA
600 in corteo contro realizzazione gassificatore ad Albano laziale
18 ott 18:51
ALBANO LAZIALE (Roma) - Circa seicento persone hanno sfilato per le vie del centro di Albano Laziale per dire no all'ipotesi, annunciata dal presidente della Regione Piero Marrazzo, della realizzazione di un gassificatore nella localita' di Roncigliano. La manifestazione contro l'inceneritore e' stata promossa dal comitato ''No Inc'', con l'adesione di varie associazioni dei Castelli Romani e dei partiti della Sinistra Arcobaleno. (Agr)
da http://www.corriere.it/ultima_ora/notizie.jsp?id=%7B4226855C-0B4F-4B72-8264-F4941E1E8C37

da www.castellinews.it
600 in corteo contro realizzazione gassificatore Albano
www.castellinews.it/index.asp?id=641&act=v&20081018

Tutti i comitati riuniti chiedono di fermare la costruzione del gassificatore.

«La battaglia, dopo il parere favorevole dello studio di impatto ambientale sul termovalorizzatore di Roncigliano – ha dichiarato Claudio Fiorani segretario dei Verdi di Albano – diventa ancora più difficile». «Nelle prossime settimane – ha detto Danilo Ballanti del Coordinamento contro l'inceneritore – sposteremo la protesta sotto la sede della Regione».

(Albano Laziale - Attualità) - "No" all'inceneritore. Questo lo scopo della manifestazione di sabato 18 ad Albano che è partita alle 16 da piazza Mazzini e si è snodata lungo le vie del centro cittadino.
Circa 600 i manifestanti che, rumorosamente, hanno dichiarato la loro intenzione di continuare nella protesta, ritenendo che la costruzione a Roncigliano dell'impianto causerà un disastro ambientale e comporterà gravissimi danni alla salute dei cittadini.
Tutti i comitati riuniti chiedono di fermare la costruzione del gassificatore, dichiarando che continueranno la lotta, attraverso altre manifestazioni ed incontri.
«Nelle prossime settimane – ha detto Danilo Ballanti rappresentante del coordinamento contro l'inceneritore – sposteremo la protesta sotto la sede della Regione, inutilmente abbiamo chiesto un incontro con il presidente Marrazzo, ma non ha voluto mai incontrarci».
«La battaglia, dopo il parere favorevole dello studio di impatto ambientale sul termovalorizzatore di Roncigliano diventa ancora più difficile – ha detto Claudio Fiorani segretario dei Verdi di Albano – ma noi abbiamo intenzione di continuare a lottare, tra pochi giorni presenteremo un ricorso al Tar».
La manifestazione ha visto la partecipazione anche di comitati di altre città, come Guidonia ed Aprilia: hanno portato la loro solidarietà anche i cittadini dei paesi campani.
La protesta ha vissuto attimi di tensione quando alcuni elementi di estrema destra si sono avvicinati alla manifestazione, il fatto non è degenerato grazie all'intervento tempestivo dalle forze di polizia che controllavano il corteo.

Da NuovoOggiCastelli
In 700 sfilano per dire NO al gassificatore di Roncigliano
I comitati ambientalisti si sono mobilitati in massa per urlare il loro dissenso
Albano contro l'ecomostro
Su uno striscione la scritta: "Benvenuto cancro-valorizzatore"
Hanno sfilato per le vie di Albano "armati" di slogan, fischietti e bandiere al vento.
Un "kit di ordinanza" per ribadire il proprio NO al gassificatore di Roncigliano.
Così, dopo l'assemblea civica di metà settembre, il Coordinamento contro l'inceneritore ha chiamato all'appello tutte le forze democratiche della città.
Un vero e proprio "Woodstock" di comitati ambientalisti che hanno sfilato per le vie di Albano insieme ai cittadini.

Tanti j'accuse vergati su cartelli e striscioni, tra cui "Inceneritore di Roncigliano ci uccide piano piano", "Benvenuto cancro-valorizzatore" e ancora "Veleni e diossine: politiche assassine".
Al corteo hanno preso parte anche l'assessore regionale all'ambiente Filiberto Zaratti e il consigliere Fontana. "Manteniamo ferma la nostra posizione di contrarietà all'impianto - ha detto Zaratti - sia per la localizzazione, visto che i Castelli rappresentano un territorio di qualità dal punto di vista naturalistico ed enogastronomico, sia per ragioni di carattere ecologico. Bisogna insistere sulla raccolta differenziata e sugli interventi intermedi, tra cui il compostaggio". Alle accuse mosse contro i verdi regionali, l'assessore ha replicato precisando che "l'impianto è stato inserito nel Piano rifiuti con i poteri commissariali di Marrazzo nel luglio 2008".

Dopo la partenza da piazza Mazzini, il corteo, composto da circa 700 persone, si è snodato lungo Via Cavour, scandendo slogan emblematici quali "Mondezza bruciata, aria avvelenata". Invettive dure come pietre accompagnate da una ferma contestazione al presidente Marrazzo, accusato dalla popolazione locale di "aver donato un ecomostro ai Castelli". Un pensiero sottoscritto dai verdi locali, che hanno annunciato un ricorso al TAR."Lo stiamo preparando - tuona Claudio Fiorani, segretario dei Verdi di Albano - perchè troviamo assolutamente illegittimo quello che ha fatto Marrazzo. C'è stato un provvedimento "carbonaro" che nessuno conosce. E' più che comprensibile la rabbia dei cittadini per un impianto mastodontico e inutile".

Mollica, coordinatore dei Verdi dei Castelli, rincara la dose spiegando che "nella normativa che regola la VIA non c'è la possibilità di controdeduzioni da parte di chi ha presentato il progetto. Sarebbe assurdo. Se poi è stata aperta una nuova VIA, che fine ha fatto la pubblicità degli atti e la possibilità di fare osservazioni? E soprattutto, dove caspita sta questo presunto nuovo progetto del Coema? Se c'è uno straccio di giustizia in questo Paese, il progetto sarà bloccato".

C'erano anche i comitati di Giudonia, Pavona, Cancelliera e la "Rete napoletana".

giovedì 16 ottobre 2008

Contro l’insulto di Marrazzo, una grande risposta democratica e popolare

La vicenda dell’inceneritore di Albano assume sempre più i contorni di un grave attacco alle regole democratiche.

I cittadini di Albano, come il loro Sindaco, hanno letto oggi su un articolo apparso sul Corriere della Sera che Albano, entro Natale, avrà l’inceneritore.

Spiega l’autorevole quotidiano: “La notizia è trapelata dal più stretto riserbo in cui i vertici della Giunta Marrazzo la volevano tenere, come è avvenuto il 28 dicembre 2007: quel giorno il governatore, in qualità di commissario per l’emergenza rifiuti, firmò la prima autorizzazione dell’impianto. Poi il documento fu custodito in cassaforte, manco fosse il codice d’innesco di un missile nucleare”.

La gestione Marrazzo della vicenda dell’inceneritore di Albano è un insulto alle regole elementari della democrazia e alle istituzioni.

Marrazzo ha calpestato:
- il parere negativo espresso dal Consiglio regionale;
- la Valutazione di impatto ambientale negativa della Regione stessa;
- la Valutazione di impatto ambientale negativa della Provincia di Roma;
- il voto contrario e unanime di tre consigli comunali (Albano, Ariccia e Pomezia);
- la volontà della popolazione dei Castelli Romani.

Il quotidiano aggiunge: “Nei giorni scorsi i tecnici della presidenza della giunta hanno dato parere positivo alla valutazione di impatto ambientale”.

Marrazzo ha, quindi, dovuto falsificare la Valutazione di impatto ambientale, imponendo ai suoi tecnici (chi, con quali competenze???) di accontentare il signor Cerroni.

L’articolo termina con la solita cantilena: “Il rischio di vedere le strade di Roma come quelle di Napoli sembra davvero sempre più lontano”. E qui si percepisce anche che la gola profonda del giornale è il solito signor Cerroni che da 30 anni monopolizza la gestione dei rifiuti a Roma e nel Lazio.

La risposta all’arroganza di Cerroni e Marrazzo sarà una grande mobilitazione popolare, partecipata e democratica per il corteo cittadino del 18 ottobre 2008 ad Albano (ore 16 da Piazza Mazzini).

Va ricordato che, solo alcuni giorni fa, l'Assessore regionale al Bilancio Luigi Nieri ha dichairato: "Il quarto impianto non serve, e i numeri lo dimostrano. Tra l'altro anche logisticamente non ci siamo, perché è vicino a molte produzioni agricole, che sarebbero compromesse. Come al solito si fanno gli interessi di certi imprenditori".

Al Presidente della Regione Lazio chiediamo di dimettersi, per aver offeso le istituzioni che rappresenta, per aver negato ogni incontro e dialogo con i cittadini, per aver anteposto agli interessi generali e del territorio quelli affaristici della lobby del signor Cerroni.

La Regione Lazio non ha bisogno di un presidente che va “a fari spenti” da Cerroni.

Agli Assessori e Consiglieri regionali chiediamo di porre fine a questo scempio istituzionale, dissociandosi pubblicamente dagli interessi di Cerroni e dalle scelte scellerate di Marrazzo.

Ai Sindaci dei Castelli Romani chiediamo di prendere iniziative concrete contro l’inceneritore, quali ad esempio l’esproprio dell’area agricola oggetto degli oscuri interessi del signor Cerroni da destinare a parco archeologico e naturale (l’area fa parte dell’antica Albunea e si trova nell’ambito della Strada dei Vini dei Castelli Romani).

Ai cittadini chiediamo di far sentire la propria voce nella manifestazione del 18 ottobre ad Albano (ore 16 Piazza Mazzini).

Un ultimo appello va alle decine e decine di comitati ed associazioni che si occupano di ambiente e di difesa del proprio territorio a Roma e nel Lazio affinchè partecipino alla manifestazione del 18 ottobre.

La vicenda di Albano non è più una problematica di tipo locale, ma è diventata il simbolo dell’insulto contro il lavoro che quotidianamente i cittadini dedicano alla difesa e allo sviluppo del proprio territorio.

lunedì 13 ottobre 2008

Grande successo dell'assemblea con Paul Connett a Pavona

di Emanuele Romaggioli
Dal giornale "Il Tempo"

"Gli inceneritori sono industrie che si vergognano del proprio nome. Di tanto in tanto, infatti, ne coniano uno nuovo, come termovalorizzatore o gassificatore".

Così Paul Connett ha aperto l’assembla anti-inceneritore di Pavona.

Il "padre" della teoria “ZeroWaste” (rifiuti zero) è stato ospite nella sala del centro anziani, gremita fino all’orlo.

Un grande successo “diplomatico” per il coordinamento contro l’inceneritore, che è riuscito a portare ai Castelli il maggior esperto di rifiuti del mondo.

Connett, Professore alla St. Lawrence University di New York, è il teorico del progetto "rifiuti zero 2020", un obiettivo da raggiungere attraverso un’azione a 360 gradi: raccolta porta a porta, riuso, riciclo, riduzione degli imballaggi, incentivi economici, compostaggio e de-costruzione.

Tutto, dunque, fuorché gli inceneritori, impianti-killer per la salute umana e per l’ecosistema.

"L’inceneritore che si vuole costruire qui ad Albano – ha spiegato Connett - è della stessa tipologia di quello di Karlsruhe, in Germania. Quest’ultimo è durato solo sei anni, poi è stato demolito per tutta una serie di motivi, tra cui fughe di gas nocivo".

Passando agli inceneritori di casa nostra, lo scienziato ha ricordato la bufala dell’impianto di Pietrasanta, (Lucca).

"Sull’inceneritore di Pietrasanta – ha continuato Connett- c’è una indagine in corso perché qualcuno ha manomesso il software dell’impianto, ritoccando per difetto i dati delle emissioni di diossina nell’aria".

Il "guru" del "ZeroWaste" è passato poi all’aspetto medico della questione.

"Gli inceneritori immettono in atmosfera materiali neurotossici, radicali liberi, diossina e furani. La diossina si accumula nel grasso animale e in quello del corpo umano, propagandosi anche ai feti".

Tutto ciò, ha continuato lo scienziato, è causa di "malattie allergiche, asma bronchiale, enfisemi, tumori ed anche possibilità di attacchi di cuore".

Sul progetto di Albano, Connett ha concluso sostenendo che "per quanto riguarda la zona dei Castelli il rischio è ancora maggiore a causa delle montagne, che rendono l’aria più stagnante".

Connett ha portato anche esempi virtuosi sulla "differenziata" in Italia.

"Novara è passata in 18 mesi al 75 per cento di raccolta differenziata".

Soddisfazione per l’esito dell’incontro è stata espressa da Marcello Scarponi, referente dei Verdi per la circoscrizione di Pavona. "La conferenza del Prof Connet ha ribadito l'inutilità e la dannosità degli impianti industriali per l'incenerimento dei rifiuti, proponendo una valida e percorribile alternativa che prevede l'obiettivo dei rifiuti zero per il 2020, ma sopratutto ha posto l'accento sulla necessità di una partecipazione attiva dei cittadini".

Dello stesso avviso anche Danilo Ballanti, esponente di spicco del coordinamento contro l’inceneritore. "Paul Connett ha dimostrato l’assurdità dell’idea alla base degli inceneritori, confermando ancora una volta che questi impianti sono strumenti di morte. E’ stato un grande successo averlo a Pavona. Il prossimo appuntamento sarà il 18 ottobre con un grande corteo cittadino".

L’Assessore regionale al Bilancio Luigi Nieri dichiara: “L’inceneritore di Albano non serve”

L’Assessore regionale al Bilancio ha rilasciato una importante dichiarazione a RivistaOnLine (http://www.rivistaonline.com/Rivista/ArticoliPrimoPiano.aspx?id=5257) in data 2 ottobre 2008.

Una scelta inutile secondo l'Assessore regionale al Bilancio Luigi Nieri: "Il quarto impianto non serve, e i numeri lo dimostrano. Tra l'altro anche logisticamente non ci siamo, perché è vicino a molte produzioni agricole, che sarebbero compromesse. Come al solito si fanno gli interessi di certi imprenditori".

La presa di posizione dell’Assessore regionale è pienamente in linea con le argomentazione che il Coordinamento contro l’inceneritore di Albano ha sostenuto con forza in questi mesi.

“Il quarto impianto non serve e i numeri lo dimostrano”

Il Piano regionale dei rifiuti è stato costruito ad arte per dimostrare un presunta esigenza di un quarto inceneritore, guarda caso ad Albano sulle proprietà del signor Cerroni.

Il piano prevede un incremento nella produzione di rifiuti nei prossimi anni, quando invece i dati della Provincia di Roma evidenziano, per il 2007, un calo del 7,67% della produzione pro-capite di rifiuti.

Marrazzo, nel suo splendido isolamento, non si è accorto della pesante crisi economica che grava sul Paese, ed in particolare sulla Regione Lazio?

Marrazzo non si è accorto del calo dei consumi, della crisi che investe le imprese del commercio e del conseguente calo occupazionale?

Il piano rifiuti scritto da Cerroni e firmato da Marrazzo è, quindi, un piano lunare, fuori dal mondo!!!

“Tra l'altro anche logisticamente non ci siamo, perché è vicino a molte produzioni agricole, che sarebbero compromesse.”

L’inceneritore di Albano può distruggere un pezzo importante delle produzioni agricole della Regione Lazio: i vini DOC dei Castelli Romani.

La perdita della denominazione DOC sarebbe una iattura per l’economia della Regione Lazio.

La decisione di Marrazzo è, quindi, di gravità inaudita per il futuro dei Castelli Romani e della Regione Lazio.

“Come al solito si fanno gli interessi di certi imprenditori”

La denuncia dell’Assessore regionale al Bilancio è precisa e coraggiosa.

La gestione dei rifiuti nel Lazio è monopolio esclusivo del signor Cerroni.

Un personaggio ingombrante, che ha ostacolato la raccolta differenziata ed ha costruito sui rifiuti della capitale e della regione una holding economica da 800 milioni di euro l’anno.

Nei progetti del signor Cerroni (avallati da Marrazzo) lo Stato Italiano dovrebbe consegnargli 550 milioni di euro (150 per l’impianto di Malagrotta e 400 per Albano) per costruire inceneritori, tecnologia Termoselect, già miseramente falliti in Germania (Karlsruhe) e in Italia (Fondotoce).

Tutto questo, mentre le famiglie non riescono ad arrivare alla terza settimana del mese.

L’Assessore Luigi Nieri con le sue dichiarazioni restituisce autorevolezza alla Regione Lazio, umiliata dalla fitta schiera dei Cerroni Boys.

L’appuntamento per l’Assessore Luigi Nieri e per tutti cittadini liberi è per sabato 18 ottobre 2008 alle ore 16 al corteo cittadino di Albano: contro gli interessi di certi imprenditori, per la difesa dell’ambiente e del territorio.

sabato 11 ottobre 2008

I PROSSIMI APPUNTAMENTI

























La scienza con la gente contro gli inceneritori

dal giornale "Il caffè"

ALBANO - Il Prof Connett, scienziato di fama mondiale, padre dei "Rifiuti zero" a Pavona: "Non fatevi inquinare dai corrotti"

Prosegue la solidarietà e l'informazione onesta dalla parte dei cittadini dei Castelli che chiedono aria pulita anzichè inceneritori e discariche.

Ad Albano, dopo lo scienziato Stefano Montanari, è arrivato il Prof. Paul Connett a spiegare perchè gli inceneritori non vanno fatti.

Ospite della gente del posto, l'autorevole scienziato il 25 settembre ha incontrato la gente, le famiglie per ascoltare e dare risposte concrete.

Presso il centro anziani di via Roma, l'esperto, famoso nel mondo per la sua strategia "Zero rifiuti", ha chiarito che gli inceneritori sono una follia: "Mangiano enormi capitali pubblici, alimentano la corruzione, danneggiano la vita", ha detto Connett che pure ha espresso grande apprezzamento per l'impegno della gente dei Castelli, accorsa all'incontro da Albano città, Pavona, Cancelliera, Santa Palomba, Genzano e altre zone.

"Ma ci ha anche spiegato come venire fuori da questa truffa: con una seria raccolta differenziata porta a porta, concretamente capace di fare recupero, riutilizzo e riciclaggio degli scarti" spiega Amadio Malizia dell'Associazione Cancelliera Salute Ambiente, in prima linea contro il mega-inceneritore che Acea-Ama e gruppo Cerroni vogliono imporre nella zona.

Nuovo incontro con medici ed esperti il 14 ottobre presso la Parrocchia della Sacra Famiglia, in Via Pantanelle a Cancelliera. Info: 328.35.48.628.

Il 18 ottobre manifestazione ad Albano, inizio alle ore 15,30 da Piazza Mazzini.

martedì 7 ottobre 2008

Perché nel Lazio non è mai decollata la raccolta differenziata?

C’è una domanda, in tema di gestione dei rifiuti, che ad oggi non ha trovato una risposta esauriente:
perché la raccolta differenziata nel Lazio è a livelli inferiori addirittura alla Regione Campania?

Tale incredibile anomalia ha spinto anche l’autorevole quotidiano economico “Il Sole 24 Ore” ad ipotizzare che nel ritardo della differenziata nel Lazio una qualche responsabilità il signor Cerroni la dovrà pur avere.

Per comprendere il ruolo del signor Cerroni nel fallimento di ogni tentativo di raccolta differenziata a Roma e nel Lazio pubblichiamo “in esclusiva” ampi stralci di una sua “storica” lettera del 30 marzo 1974 al Sindaco di Roma.

“Come è noto alla Signoria Vostra, le sottoscritte Società S.A.R.R. – So.R.A.In. e CECCHINI dal luglio 1973 sono impegnate a smaltire i rifiuti rispettivamente dei Settori Nord, Est e Sud per un tonnellaggio di circa 600.000 Tonn/anno, pari a ¾ dei rifiuti solidi urbani della Città di Roma.
Il sistema di smaltimento utilizzato è quello del riciclaggio. Esso consente (a parte tutti gli aspetti positivi sulla validità e sulla necessità della riutilizzazione di risorse naturali che altrimenti andrebbero disperse) all’Amministrazione comunale, oltre che la soluzione razionale di un problema (che a quanto ci risulta nessuna città al mondo ha definitivamente risolto) notevoli economie.
….. A questo punto si deve dire chiaramente che per assicurare il mantenimento delle favorevoli situazioni determinatosi a Roma nello smaltimento dei rifiuti urbani, l’Amministrazione comunale dovrà tenere nella dovuta considerazione le nostre imprescindibili esigenze che nell’ordine sono:
1. …..
2. Necessità che i normali prodotti contenuti nelle immondizie, quali carta, parti edibili, non vengano preventivamente “selezionati” dalle persone addette al servizio perché essi rappresentano una parte notevole del corrispettivo del servizio. Questo negativo fenomeno particolarmente accentuato in questi ultimi tempi, è stato più volte rappresentato verbalmente e per iscritto al servizio di N.U.
3. …..
Per concludere, abbiamo il dovere di rappresentare alla Sua sensibilità politica ed amministrativa che, ove non venissero soddisfatte e subito le nostre legittime richieste, non potremo in alcun modo garantire la regolare continuità del servizio, con tutte le conseguenze facilmente prevedibili.”

L’incredibile lettera al Sindaco di Roma contiene due dei temi continuamente ripetuti dal Signor Cerroni:
- la storiella che il Comune di Roma ha usufruito da sempre di tariffe agevolate per lo smaltimento dei rifiuti;
- la minaccia sulle possibili conseguenze dell’interruzione del servizio della discarica di Malagrotta.

Dalla missiva emerge in maniera grave la responsabilità del signor Cerroni che impone al Comune di Roma di non effettuare alcuna selezione preventiva dei prodotti contenuti nelle immondizie “perché essi rappresentano una parte notevole del corrispettivo del servizio” (tradotto: del guadagno del signor Cerroni). Ancora più grave l’affermazione successiva: “Questo negativo fenomeno particolarmente accentuato in questi ultimi tempi, è stato più volte rappresentato verbalmente e per iscritto al servizio di N.U.”

In definitiva, il signor Cerroni ha sempre guadagnato due volte sui rifiuti:
- la prima per la gestione dello smaltimento dei rifiuti;
- la seconda per la vendita dei prodotti riciclati (carta, plastica, ferro, ecc.).

Gli anni passano, ma la reverenza della classe politica romana è sempre la stessa.

Non a caso il Sindaco Alemanno ha già preparato la famosa ordinanza dal titolo: “Che nessuno tocchi i rifiuti di Cerroni”.

mercoledì 1 ottobre 2008

La pietra al collo del signor Cerroni si chiama Thermoselect (E NOI PAGHIAMO!!!)

“Abbiamo girato il mondo, dalla Finlandia al Giappone, alla America e via dicendo. Per quanto riguarda l'Europa, il paese che è all'avanguardia è la Finlandia, dove c'è la Thermoselect, e la Germania, con quello di Karlsruhe ed altri impianti”
(Cerroni, seduta parlamentare del 28 settembre 2004).

Nel mese di settembre doveva essere inaugurato l’inceneritore di Cerroni a Malagrotta.
L’apertura dell’inceneritore è, invece, slittata a Gennaio 2009.
Il dipartimento dei Vigili del Fuoco, interessato dal Prefetto Carlo Mosca, ha chiesto nuova documentazione al signor Cerroni “in quanto ritenuta utile per una migliore attività di controllo: una specifica e dettagliata dichiarazione sulle tipologie di sostanze pericolose presenti e gli esiti di altri procedimenti amministrativi-autorizzativi o di attività di collaudo».


Il fallimento del signor Cerroni si chiama “Termoselect”!!!


I fallimenti della THERMOSELECT
in Germania (Karlsruhe) e in Italia (Fondotoce)
FONTE: GAIA (Global Alliance for Incinerators' Alternatives)

Thermoselect (Svizzera - www.thermoselect.com) è la casa madre che ha fornito la tecnologia per l'impianto di Karlsruhe.

Questo impianto era di proprietà di una filiale di un grosso gruppo tedesco dell'energia, la Energie Baden-Wuerttemberg (EnBW.www.enbw.com).

La tecnologia Thermoselect è fornita su licenza anche alla Interstate Waste Technologies per gli Stati Uniti e i Caraibi, alla JFE in Giappone, e alla Daewoo della Corea del Sud. La stessa tecnologia è stata anche esportata sotto il nome di Thermolink in Irlanda e di GADAT nelle Filippine.

L`impianto Thermoselect di Karlsruhe era uno dei più grandi gassificatori di rifiuti solidi urbani del mondo ed era stato costruito per trattare 225.000 tonnellate di rifiuti l'anno.

Problemi operativi ricorrenti - che portarono la stampa locale a ribattezzarlo "Thermodefect" - hanno impedito all'impianto di raggiungere la piena capacità operativa. Durante il periodo di attività l'impianto è stato in grado di trattare solamente un quinto della quantità totale dei rifiuti che doveva smaltire, obbligando le città, che avevano fatto dei contratti per smaltirvi i propri rifiuti, a trovare soluzioni alternative. Al momento in cui la società proprietaria EnBW decise di chiudere l'impianto nel 2004, le perdite di gestione ammontavano a 400 milioni di euro (circa 500 milioni di dollari).

Il materiale promozionale della Thermoselect, compreso il suo sito web, contiene asserzioni sulla performance ambientale di questa tecnologia sul tipo delle seguenti frasi:
° "Distrugge completamente le diossine e i furani",
° "Le sostanze nocive contenute nei rifiuti sono completamente distrutte".

Nessuna di queste due affermazioni corrisponde a verità. Ciò è evidente del resto dalla stessa contradditoria presentazione fatta dalla società. Nella medesima pagina web, infatti, c'è una tavola che elenca le emissioni prodotte, che comprendono diossine e furani, diossido di zolfo, monossido di carbonio, cloruro di idrogeno, fluoruro di idrogeno, carbonio totale, mercurio, cadmio, tallio e metalli pesanti totali.

L'impianto di Karlsruhe fu costretto a chiudere temporaneamente nel 2000, quando vennero riscontrate fughe di gas tossico. Fra i problemi operativi citati ci fu un pericolo di esplosione, delle incrinature nel cemento della camera ad alte temperature provocate dalla corrosione e dal calore, e perdite di liquido da un bacino di sedimentazione che conteneva acque di scolo contaminate da cianuro. Il governo regionale ammise che i muri della camera ad alte temperature erano ridotti così male che dei pezzi si erano staccati e si sarebbe potuta produrre un'esplosione. Durante il primo anno di attività si scoprì, inoltre, che l'impianto aveva utilizzato un camino di emergenza per i gas, la cui esistenza non era stata notificata alle autorità ed agli osservatori durante la fase autorizzativa.

L'impianto diede segnali di allarme per le emissioni di carbonio organico totale (TOC) e ossidi di nitrogeno (Nox) nel 2002 e superò i limiti di emissione consentiti nel 2000. Le emissioni furono sopra i limiti per le diossine, i metalli pesanti ed altri inquinanti. Un altro campione di monitoraggio riscontrò che le diossine nei gas filtrati erano al di sopra dei livelli regolamentari. In due casi su tre, il monitoraggio verificò che i livelli di diossine erano più alti nei gas "ripuliti" che nei gas non ancora sottoposti ai meccanismi di filtraggio dell'impianto.

In certe occasioni, inoltre, le emissioni di cloruro di idrogeno (Hcl) sono state nettamente sopra i limiti. L'Hcl, com'è noto, è il precursore nella formazione di diossine.

Le difficoltà operative di Thermoselect Karlsruhe hanno avuto anche una ripercussione nel bilancio energetico dell'impianto. Nel 2002 l'impianto ha utilizzato 17 milioni di metri cubi di gas naturale, senza alcuna produzione né di elettricità né di calore da parte dell'impianto stesso.

EnBW iniziò la costruzione di un altro inceneritore per la gassificazione dei rifiuti nella città tedesca di Ansbach, ma questo nuovo impianto non fu mai autorizzato a causa dei problemi dell'impianto "confratello" di Karlsruhe.

In seguito alle pesantissime perdite finanziarie subite, EnBW ha sporto querela contro Thermoselect per i costi connessi allo smantellamento dell'impianto e per il rimborso del prestito.

I problemi operativi dell'inceneritore Thermoselect di Karsruhe sono insorti dopo che la società aveva già subito delle condanne giudiziarie per violazioni ambientali commesse con il primo impianto di gassificazione di rifiuti solidi urbani, a Fondodoce, in Italia.

Nel dicembre 1999 il fondatore e ingegnere capo di Thermoselect e due membri del consiglio d'amministrazione sono stati condannati da tribunali italiani per violazioni ambientali nel primo impianto di gassificazione per rifiuti solidi urbani a Fondotoce, in Italia, sul Lago Maggiore.

Le violazioni ambientali si riferivano, in questo caso, anche all'inquinamento del lago con composti tossici, compreso il cianuro, il cloro e composti di azoto.

I funzionari della Thermoselect sono stati condannati a sei mesi di arresto con la condizionale e al pagamento di multe.

Questo impianto ha avuto anch`esso problemi operativi e non è stato in grado di funzionare a piena capacità per più di un mese ad ogni tentativo, prima di chiudere definitivamente.

L'uso dell'acqua, com'è ben noto, è una questione d'importanza critica per molte comunità.

Nonostante le asserzioni sul sito web di Interstate Waste Technnologies, secondo le quali le tecnologie Thermoselect non hanno emissioni nelle acque, l'impianto di Karlsruhe nel 2003 ha smaltito circa 120.000 metri cubi di acqua di lavaggio nel Reno.

Inoltre, in Italia, come indicato sopra, dei funzionari Thermoselect sono stati condannati per aver riversato acque di scolo inquinate nel Lago Maggiore.

La reputazione della Thermoselect, infine, è stata danneggiata anche da scandali.

Nel 1995 la società versò 100.000 marchi (approssimativamente 85.000 dollari) al partito cristiano- democratico (CDU) del Baden-Wuerttemberg, allora al potere.

La società è stata anche coinvolta in tentativi di corruzione di politici al fine di ottenere autorizzazioni per localizzazioni di impianti in Svizzera e in Austria.

L'inceneritore di Karlsruhe ha suscitato l'opposizione della società civile e dei politici locali.

I ripetuti guasti e le interruzioni nel funzionamento dell'impianto hanno provocato reazioni da parte dell'opinione pubblica che hanno contribuito a bloccare i progetti per l'installazione di nuovi impianti Thermoselect in altre città tedesche, come Herten, Brema, Berlino e Hanau, oltre che in Libano, in Austria, in Polonia e, infine, in Svizzera (nel Ticino, vicino al centro direzionale di Thermoselect).