domenica 31 maggio 2009
Il corteo del popolo "No Inc" contro la "bestia"
Da Nuovo Castelli Oggi
di Emanuele Romaggioli
A Roncigliano la chiamano la "bestia".
Un soprannome carico di odio scagliato contro la discarica della Pontina Ambiente, un impianto destinato all’elisir di lunga vita con la realizzazione del settimo invaso: l’ennesimo "regalo" di Marrazzo ai Castelli Romani.
Un ampliamento che segue l’autorizzazione del "colosso" brucia-rifiuti: l’inceneritore del Coema.
Così la "bestia" sarà meno sola.
E i cittadini insorgono. Alzano la voce. S’indignano.
Ieri mattina l’ennesimo corteo di protesta: una lunga marcia partita dalla scuola di Cancelliera e terminata dinnanzi ai cancelli della discarica.
All’appuntamento hanno risposto in tanti, mille o poco meno: famiglie con bimbi al seguito, membri del coordinamento no-inc e rappresentanti dei marchi Igp e Doc dei Castelli, tra cui il presidente del consorzio panificatori di Genzano.
Dai banchi del Consiglio regionale sono arrivati anche Peduzzi e Fontana.
"Siamo qui per prendere le “misure” – spiega Danilo Ballanti, tra i fondatori del coordinamento – perché oltre al gassificatore c’è la questione aperta delle distanze tra le abitazioni e la discarica di Roncigliano. La legge regionale impone una distanza minima di mille metri tra impianti di tal genere e le case, qui invece ce ne sono appena 200. E pensare che in questo quadro la Regione vuole fare l’inceneritore. Sono i soliti favori ai potenti. Ma l’assurdo degli assurdi è che c’è una proposta di legge regionale volta ad abbassare nel Lazio la distanza tra le discariche e le case già esistenti, portandola appunto a 200 metri. Praticamente una legge fatta su misura per Roncigliano. Ma chi vogliono prendere in giro?".
Il coordinamento minaccia di portare la protesta sotto casa di Cerroni, patron della Pontina Ambiente e del Consorzio Ecologico Massimetta (Co.e.ma): la cordata pro-inceneritore formata da Ama, Acea e (per l’appunto) Pontina Ambiente.
"La prossima volta – aggiunge Ballanti - andremo direttamente sotto casa di Cerroni, all’Eur, simulando una discarica sotto la sua villa, portandogli così un pò del fetore di Roncigliano". Tweet
Nuovo Corteo anti-inceneritore
Da “Il Tempo” del 31 maggio 2009
di Emanuele Romaggioli
Hanno sfilato sull’Ardeatina “armati” di slogan, fischietti e bandiere al vento.
Un “kit d’ordinanza” per ribadire il proprio no al gassificatore di Roncigliano.
Così, dopo l’assemblea pubblica della scorsa settimana, ieri mattina il popolo anti-inceneritore è tornato di nuovo in piazza con un corteo civico.
In cinquecento si sono ritrovati sotto i cancelli della discarica di Roncigliano, impianto considerato “illegittimo – spiega Danilo Ballanti – perché troppo vicino alle case”.
Al corteo hanno preso parte anche i produttori di marchi Igp e Doc dei Castelli Romani. Tweet
No all’inceneritore: proteste e tensione
L’Ardeatina bloccata per ore.
Cecchina, centinaia al corteo arrivato fin davanti la discarica blindata
Da “Il Messaggero” del 31 maggio 2009
di Enrico Valentini
Tensione e proteste hanno caratterizzato ieri mattina la marcia dei manifestanti contro la costruzione dell’inceneritore di Cecchina, arrivata fino ai cancelli della discarica di Roncigliano fatta trovare chiusa dal nutrito drappello delle forze dell’ordine.
La Via Ardeatina è rimasta bloccata per diverse ore proprio per la grande presenza di manifestanti, oltre mille secondo il coordinamento “No inc”, poco più di cinquecento secondo la questura.
La manifestazione di protesta – la prima dopo il recente via libera della conferenza dei servizi al progetto approvato dalla Giunta Regionale del Lazio (dalla Conferenza dei Servizi ndr) è partita poco dopo le dieci dalla frazione di Cancelliera e strada facendo si è ingrossata con la presenza di molti residenti di Via Roncigliano e del vicino Villaggio Ardeatino, da dove uscivano cittadini di tutte le età e ragazzini in bicicletta attirati dall’insolito via vai di gente che sostituiva una volta tanto il traffico automobilistico sull’Ardeatina, improvvisamente chiusa alle autovetture e al traffico pesante.
Serrati, così, i cancelli della discarica, sul piazzale antistante l’impianto si organizzava un nutrito cordone di forze dell’ordine in assetto antisommossa; si temeva infatti lo “sfondamento della testa del corteo fin dentro la proprietà della società Pontina ambiente, anche se i manifestanti rassicuravano sulle pacifiche intenzioni della protesta.
Tra i partecipanti anche i rappresentanti di Rifondazione comunista da poco usciti dalla maggioranza che sostiene alla Pisana il presidente Marrazzo, con il capogruppo Peduzzi, e il presidente del Consorzio del pane casareccio di Genzano, Battistelli, in rappresentanza del particolare mondo racchiuso nella filiera agro-eno-alimentare dalla quale, nei giorni scorsi, si è levato il netto disappunto di molte cantine sociali produttrici del vino doc nell’area appiense dei Castelli Romani.
Oltre al blocco della Via Ardeatina è rimasto anche un presidio di rappresentanti del popolo “No inc” proprio davanti i cancelli della discarica da dietro i quali le forze dell’ordine assistevano alle manifestazioni di protesta e agli slogan indirizzati, in particolar modo, contro l’amministrazione regionale e le autorità di controllo (soprattutto l’Arpa Lazio) principali responsabili di quello che viene definito come un disastro ambientale “annunciato”.
Molti partecipanti si sono spinti fino alla vicina tenuta agricola “Donnaardea” a Valle Gaia, dove è in programma la manifestazione “Cantine aperte” e dove ci sono ettari e ettari di terreno coltivato a vite che, si teme, venga messo in pericolo dall’apertura dell’inceneritore.
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martedì 26 maggio 2009
30 maggio: corteo contro l'inceneritore e degustazione dei vini dei Castelli
Ingresso gratuito.
Info su http://www.donnardea.it/ oppure via email info@donnardea.it
Cordiali saluti,
Trasmondi Veronica
http://www.donnardea.it/ Tweet
lunedì 25 maggio 2009
Quando le Istituzioni nascondono la verità
Invece, nella Conferenza dei Servizi del 20 aprile 2009, convocata per l’autorizzazione del 7° invaso della discarica di Roncigliano, tutti hanno nascosto la verità e insabbiato i documenti scottanti.
In particolare, l’ARPA ha dichiarato che “il monitoraggio dell’ARPA non ha mai evidenziato criticità nelle acque sotterranee del sito di Roncigliano”.
Regione Lazio, Provincia di Roma, Comune di Albano Laziale, di Ardea e di Pomezia, le ASL (RM E e H) non hanno obiettato nulla.
Eppure, in data 12 dicembre 2001 la Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica di Velletri aveva consegnato le proprie indagini sulla discarica di Roncigliano.
Il testo è agghiacciante e chiama in causa proprio l’ARPA Lazio:
“Dall’esame della documentazione acquisita, analisi delle acque eseguite dall’ARPA Lazio, emerge che alla fine del mese di Agosto 2000 si è verificato un notevole inquinamento della falda idrica sottostante all’area della discarica”.
Quindi, l’ARPA Lazio ha eseguito le analisi che dimostrano il notevole inquinamento della falda idrica sottostante all’area della discarica e ha mentito nella Conferenza dei Servizi!!!
Ma il documento della Procura della Repubblica di Velletri ci illumina anche sui trucchi utilizzati per anni al fine di falsificare le analisi:
“In merito alla situazione dei pozzi spia, è doveroso evidenziare quanto accertato dal geologo della Regione Lazio, Giacomo CATALANO, e cioè che la localizzazione dei pozzi spia esistenti è errata in quanto, rispetto allo scorrimento della falda idrica (da SUD-EST-monte verso OVEST-valle), sono posti ai lati della discarica, e non a monte e a valle della stessa; quindi non sono significativi ai fini di una seria verifica”.
Evidentemente per i Cerroni Boys la falda idrica scorreva in salita, da EST-valle verso NORD-OVEST-monte.
Ma se i pozzi spia, scelti accuratamente per nascondere l’inquinamento della falda idrica, non erano significativi ai fini di una seria verifica, che senso hanno le analisi, di fatto “taroccate”, effettuate per anni nei punti sbagliati?
Di questo documento della Procura della Repubblica di Velletri, le Istituzioni (Regione Lazio, Provincia di Roma, Comuni di Albano, Ardea e Pomezia; ASL RM E e H) non ricordano nulla.
Delle analisi dell’ARPA Lazio citate nel documento, l’ARPA Lazio non ricorda nulla.
Va anche ricordato che il Coordinamento contro l’inceneritore di Albano, durante l’incontro del 6 agosto 2008, ha consegnato il succitato documento della Procura della Repubblica di Velletri nelle mani del Presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti e dell’Assessore alla Tutela dell’Ambiente Michele Civita.
Ma anche la Provincia di Roma non ricorda nulla.
Quale credibilità hanno queste Istituzioni che “nascondono la verità”, “taroccano i dati e le analisi”, “insabbiano i documenti scottanti”, “calpestano le più elementari regole democratiche”?
Forse è bene che di questa vicenda “indecente” si occupi nuovamente la Procura della Repubblica di Velletri.
Per ristabilire la verità: sabato 30 maggio 2009 alle ore 10 appuntamento alla scuola elementare di Cancelliera (Via Pantanelle) per un corteo fino alla discarica di Roncigliano. Tweet
sabato 23 maggio 2009
Contro l'inceneritore scendono in campo i marchi DOC dei Castelli Romani
Gli esperti hanno illustrato in maniera chiara e concisa i motivi per cui il gassificatore di Albano risulta un progetto altamente rischioso per la salute dei cittadini che vivono nelle immediate vicinanze, ma anche per la tutela dei marchi di qualità del territorio dei Castelli Romani. Un impianto di questo genere, infatti, quando anche si mantenesse nei limiti legali previsti per le emissioni di fumi andrebbe a riversare sulle colture adiacenti (appena oltre la recinzione o la strada) una quantità di diossina e di nanopolveri che inevitabilmente contaminerebbe le uve, le olive e tutte le colture presenti, alterando direttamente le materie prime e i prodotti da esse derivati. Si è illustrato l’impianto nelle sue peculiarità e si è ribadito perché con le sue caratteristiche non rappresenti una soluzione al problema rifiuti, in quanto tratterebbe CDR e produrrebbe fumi e ulteriori scarti tossici non smaltibili, laddove esistono e si applicano in Italia cicli di smaltimento e trattamento dei rifiuti ad impatto ridottissimo e nel pieno rispetto dell'ambiente e della salute umana. Si sono illustrati gli evidenti stati di dissesto idrico in cui versa la zona dove l’impianto dovrebbe sorgere, nonché la contaminazione delle falde acquifere con metalli pesanti. Si è altresì sottolineato come il sito individuato ad accogliere l’inceneritore sia un’area agricola caratterizzata da produzioni di particolare tipicità. L’impianto risulterebbe, pertanto, in contrasto con l’art. 21 D.lgs. 228/01, norma in materia di tutela dei territori con produzioni agricole di particolare qualità e tipicità, il quale al comma 2 introduce il concetto di “interferenza” riferito alla localizzazione degli impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti urbani rispetto alle aree di produzione agricola di pregio, nell’evidente intento di tutelare - le zone di produzione e lavorazione dei prodotti agricoli e alimentari a denominazione di origine controllata (DOC), a denominazione di origine controllata e garantita (DOCG), a denominazione di origine protetta (DOP), a indicazione geografica protetta (IGP) e a indicazione geografica tutelata (IGT); - le aree agricole in cui si ottengono prodotti con tecniche dell'agricoltura biologica ai sensi del regolamento (CEE) n. 2092/91 del Consiglio, del 24 giugno 1991;- le zone aventi specifico interesse agrituristico.
In tale contesto, l’approvazione del gassificatore in sede di Conferenza dei Servizi del 20 aprile 2009, in presenza di pareri contrari della Asl di competenza RMH, del voto contrario dei Sindaci di Ardea e Albano Laziale, appare un vero e proprio atto di violenza perpetrato nei confronti dei cittadini e del territorio dei Castelli Romani. I presidenti delle due maggiori Cantine sociali dell’area si sono detti estremamente preoccupati delle conseguenze che tutto ciò potrebbe avere sullo sviluppo del settore vitivinicolo dell’area, da sempre volano economico del territorio. Preso atto delle leggi in materia di tutela del territorio e dei rischi evidenti di un tale impianto, le Cantine sociali si mostrano decise ad approfondire la questione e a chiedere risposte precise alle autorità preposte al fine di evitare la perdita di importanti marchi DOC. Tweet
giovedì 21 maggio 2009
Lo scandalo della distanza della discarica dalle abitazioni
Dal giornale "Il Caffè" del 21 maggio 2009
RIFIUTI: Proposta di legge della Giunta Regionale (votata all'unanimità) per portare da 1.000 metri a 200 metri il limite dalle abitazioni.
Discariche: Marrazzo vuole ridurre le distanze.
30 maggio corteo contro l'inceneritore
Leggi tutto l'articolo.
Leggi il testo della delibera scandalo. Tweet
domenica 17 maggio 2009
Rifiuti, impianti in cambio di…
Il Sindaco Mattei ha “barattato” una serie di prescrizioni ma non si è opposto
Da “Nuovi Castelli Oggi”
17 maggio 2009
Non accenna a placarsi la tensione intorno all’argomento più delicato dell’hinterland romano: la gestione e il trattamento dei rifiuti. E lo è nell’area dei Castelli Romani per l’ormai certa realizzazione dell’inceneritore di Albano. Una realizzazione che ha fatto e continua a far registrare note di polemica e malessere.
Danilo Ballanti, membro del Comitato contro l’inceneritore di Albano, punta il dito contro Mattei, il sindaco di Albano che più volte indica come “enfant prodige della politica castellana”.
Battezzato così, ad honor del vero, in un articolo de “Il Sole 24 Ore”.
“Mattei nel contesto dell’articolo apparso sul quotidiano economico – dice Ballanti – riferisce della corrispondenza intercorsa fin dal luglio 2006, su mandato di tutti e 10 i comuni del bacino (Albano, Ariccia, Genzano, Lanuvio, Nemi, Castel Gandolfo, Marino, Rocca di Papa, Pomezia e Ardea), con il Presidente Marrazzo”.
Una corrispondenza con la quale lui stesso dice “ci siamo resi disponibili a concordare con la regione un sito per realizzare un gassificatore dimensionato alle esigenze del bacino (44mila tonnellate annue di Cdr, cioè combustibile da rifiuti) mantenendo eventualmente su Albano l’impianto esistente di produzione di Cdr”.
Basta tanto per far saltare la pazienza.
Ballanti ci va giù duro. “Il problema per l’enfant prodige della politica castellana non è rappresentato dalla pericolosa presenza di un inceneritore sul territorio, ma semplicemente dal suo dimensionamento ...”.
Segno evidente che gli interessi sono altri e alti.
“Marrazzo insieme ai vari Sindaci, guidati dall’enfant prodige della politica castellana, si sono fortemente impegnati in questi anni per curare gli interessi del signor Cerroni, il monopolista dei rifiuti nel Lazio … con conseguenze degne di nota:
- la raccolta differenziata è ferma a livelli irrisori (nel 2007 la Regione Lazio è al 12,1%, Albano al 4%);
- lo smaltimento dei rifiuti in discarica segna il record nazionale (nel 2007 la Regione Lazio ha smaltito 2.790.000 tonnellate di rifiuti in discarica);
- il costo totale pro-capite di gestione del servizio di igiene urbana è il più elevato in Italia e forse al mondo (nel 2007 il Lazio ha raggiunto i 163 euro pro-capite);
- il livello di tassa/tariffa pro-capite per il servizio di igiene urbana è il più elevato in Italia e forse al mondo (nel 2007 il Lazio ha raggiunto i 156,72 euro pro-capite)”.
Il tutto mentre “il signor Cerroni ringrazia di cuore”.
“Le istituzioni – continua Ballanti - viaggiano ormai a fari spenti. Sui cittadini del Lazio si ripercuotono le scelte di chi ha scelto per tutti”.
Paghiamo, paghiamo tutto e sempre di più in termini economici ma anche ambientali e di salute.“Paghiamo le tasse sui rifiuti più elevate in Italia e pagheremo bollette elettriche ancora più elevate per finanziare con i CIP6 i nuovi inceneritori di Cerroni a Malagrotta e proprio ad Albano. E ancora pagheremo costi ambientali e sanitari salatissimi”.
“E tanto per aumentare il conto che dovremo pagare – prosegue Ballanti - il Sindaco Mattei, l’enfant prodige della politica castellana, ha richiesto di inserire alcune “prescrizioni assolute”:
- la bonifica degli invasi esauriti (prima si autorizzano e, poi, si devono bonificare ndr);
- l’apertura di un tavolo istituzionale tra Regione, Comune di Albano e consorzio Coema (Cerroni ndr);
- l’attivazione di un osservatorio permanente di monitoraggio ambientale nel sito di Roncigliano con esperti indicati anche dal Comune di Albano (prima si sceglie di inquinare il territorio con gli inceneritori e poi bisogna monitorarne gli effetti disastrosi ndr);
- la realizzazione come priorità assoluta di interventi per eliminare la carenza idrica del territorio (forse sarebbe necessario fermare la cementificazione del territorio prevista nell’ultimo Piano Regolatore ndr);
- l’erogazione dei finanziamenti per attivare una raccolta differenziata incisiva (obiettivo 5%? ndr);
- la riduzione dell’inquinamento interrando la ferrovia nel centro di Pavona (peccato che il nostro Sindaco stia lavorando proprio alla realizzazione di un’opera inutile che impedirà l’interramento della ferrovia: il sottopasso stradale su Via Pian Savelli ndr)”.
In una sorta di “io do tu dai …”.
“Ai cittadini rimangono due possibili alternative: difendere con una straordinaria mobilitazione il territorio dei Castelli Romani, quotidianamente deturpato dalle istituzioni, oppure seguire l’esempio dato dal Sindaco di Albano, l’enfant prodige della politica castellana, andando a vivere in un altro comune”.
Una provocazione quest’ultima che certamente sarebbe il segno di una sconfitta di quella politica che si manifesta a “difesa degli interessi comuni” ma che opera su opposta direzione.
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sabato 16 maggio 2009
L’enfant prodige della politica castellana
Mattei, l’enfant prodige della politica castellana, afferma all’autorevole quotidiano economico che “dalla corrispondenza intercorsa fin dal luglio 2006, su mandato di tutti e 10 i comuni del bacino (Albano, Ariccia, Genzano, Lanuvio, Nemi, Castel Gandolfo, Marino, Rocca di Papa, Pomezia e Ardea), con il Presidente Marrazzo … ci siamo resi disponibili a concordare con la regione un sito per realizzare un gassificatore dimensionato alle esigenze del bacino (44mila tonnellate annue di Cdr, cioè combustibile da rifiuti) mantenendo eventualmente su Albano l’impianto esistente di produzione di Cdr”.
Il problema per l’enfant prodige della politica castellana non è rappresentato dalla pericolosa presenza di un inceneritore sul territorio, ma semplicemente dal suo dimensionamento (44mila invece di 220mila tonnellate di Cdr).
Marrazzo e i nostri Sindaci, guidati dall’enfant prodige della politica castellana, si sono fortemente impegnati in questi anni per curare gli interessi del signor Cerroni, il monopolista dei rifiuti nel Lazio, e hanno ottenuto brillanti risultati, ampiamente documentati dal Rapporto rifiuti 2008 predisposto dall’ ISPRA, che di seguito riportiamo:
- la raccolta differenziata è ferma a livelli irrisori (nel 2007 la Regione Lazio è al 12,1%, Albano al 4%);
- lo smaltimento dei rifiuti in discarica segna il record nazionale (nel 2007 la Regione Lazio ha smaltito 2.790.000 tonnellate di rifiuti in discarica);
- il costo totale pro-capite di gestione del servizio di igiene urbana è il più elevato in Italia e forse al mondo (nel 2007 il Lazio ha raggiunto i 163 euro pro-capite);
- il livello di tassa/tariffa pro-capite per il servizio di igiene urbana è il più elevato in Italia e forse al mondo (nel 2007 il Lazio ha raggiunto i 156,72 euro pro-capite).
Mentre il signor Cerroni ringrazia di cuore, le istituzioni viaggiano ormai “a fari spenti” (dichiarazione ANSA di Marrazzo sul suo incontro con Cerroni - 15 luglio 2008).
Sui cittadini del Lazio si ripercuotono le scelte scellerate di Marrazzo e dei nostri Sindaci, guidati dall’enfant prodige della politica castellana:
- paghiamo i contributi ambientali al Consorzio Nazionale Imballaggi (CONAI) sui prodotti che acquistiamo ogni giorno, ma riprendiamo le briciole dal CONAI stesso, in quanto la raccolta differenziata è a livelli ridicoli;
- paghiamo le tasse sui rifiuti più elevate in Italia, in quanto ricade sui cittadini l’elevatissimo costo di ammortamento (quasi 500 milioni di euro) degli inceneritori di Cerroni (da quando è iniziata la costruzione dell’inceneritore di Malagrotta le tasse sui rifiuti nella Regione Lazio sono quasi raddoppiate);
- pagheremo bollette elettriche ancora più elevate per finanziare con i CIP6 i nuovi inceneritori di Cerroni (Malagrotta e Albano);
- pagheremo costi ambientali e sanitari salatissimi.
Tanto per aumentare il conto che dovremo pagare, il Sindaco Mattei, l’enfant prodige della politica castellana, ha richiesto di inserire alcune “prescrizioni assolute”, così come dichiarato a “Il Sole 24 Ore”, che di seguito elenchiamo:
- la bonifica degli invasi esauriti (prima si autorizzano e, poi, si devono bonificare ndr);
- l’apertura di un tavolo istituzionale tra Regione, Comune di Albano e consorzio Coema (Cerroni ndr);
- l’attivazione di un osservatorio permanente di monitoraggio ambientale nel sito di Roncigliano con esperti indicati anche dal Comune di Albano (prima si sceglie di inquinare il territorio con gli inceneritori e poi bisogna monitorarne gli effetti disastrosi ndr);
- la realizzazione come priorità assoluta di interventi per eliminare la carenza idrica del territorio (forse sarebbe necessario fermare la cementificazione del territorio prevista nell’ultimo Piano Regolatore ndr);
- l’erogazione dei finanziamenti per attivare una raccolta differenziata incisiva (obiettivo 5%? ndr);
- la riduzione dell’inquinamento interrando la ferrovia nel centro di Pavona (peccato che il nostro Sindaco stia lavorando proprio alla realizzazione di un’opera inutile che impedirà l’interramento della ferrovia: il sottopasso stradale su Via Pian Savelli ndr).
La scelta scellerata di produrre e bruciare CDR, effettuata da Marrazzo e da tutti i Sindaci dei Castelli Romani, guidati dall’enfant prodige della politica castellana, determina e determinerà costi salatissimi per tutti i cittadini (tranne ovviamente il signor Cerroni).
L’inceneritore di Albano è, quindi, solo una proposta indecente.
Ai cittadini rimangono due possibili alternative: difendere con una straordinaria mobilitazione il territorio dei Castelli Romani, quotidianamente deturpato dalle istituzioni, oppure seguire l’esempio dato dal Sindaco di Albano, l’enfant prodige della politica castellana, andando a vivere in un altro comune.
sabato 9 maggio 2009
MARRAZZO FINO AL 2015? NO GRAZIE
«L'unità della coalizione e la candidatura di Marrazzo a presidente per le prossime elezioni regionali sono due tra le numerose carte vincenti a disposizione del centrosinistra».
Lo dichiara, in una nota, Enrico Fontana, capogruppo della Sinistra al Consiglio regionale del Lazio.
«In questo ultimo anno di legislatura - ricorda Fontana - saranno disponibili ingenti risorse per affrontare la crisi e rilanciare l'economia: dal reddito sociale agli investimenti in ambiente, infrastrutture e innovazione teconologica. Ma abbiamo ancora molto lavoro da svolgere: dal piano energetico a quello regionale dei rifiuti, dal piano sanitario a quello paesistico. Non c'è davvero bisogno di esternazioni che creano inutili tensioni e distolgono la maggioranza dagli obiettivi da raggiungere».
«Il governo del centrosinistra - conclude Fontana - ha avuto il merito di risanare una regione al collasso, per questo la maggioranza ha tutte le carte in regola per governare con Marrazzo il Lazio fino al 2015».
Marrazzo fino al 2015?
No grazie!!!!
Combatteremo contro l’inceneritore di Albano, simbolo degli “investimenti (di Marrazzo) in ambiente, infrastrutture e innovazione tecnologica”.
Dopo l’inceneritore di Albano, l’inceneritore di Malagrotta, l’inceneritore di Colleferro, la turbogas di Aprilia, quale altro lavoro vi è rimasto da svolgere sul piano energetico e sul piano dei rifiuti?
I cittadini hanno tutte le carte in regola per mandarvi a casa, per sempre!!!!
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giovedì 7 maggio 2009
L'inceneritore è stato chiesto dai Sindaci dei Castelli Romani
Come avevano invocato i Sindaci dei Castelli Romani.
Una riunione ed una lettera per sollecitare la costruzione
dell’impianto a Cancelliera e l’ampliamento della discarica
Letto, firmato e sottoscritto dai Sindaci dei Comuni di:
Albano Laziale Marco Mattei,
Ardea Carlo Eufemi,
Ariccia Emilio Cianfanelli,
Castel Gandolfo Maurizio Colacchi,
Genzano Enzo Ercolani,
Lanuvio Umberto Leoni,
Marino Adriano Palozzi,
Nemi Alessandro Biaggi,
Rocca di Papa Pasquale Boccia.
Che aspettano "lor signori" a rassegnare le dimissioni?
Leggi l'articolo pubblicato dal giornale "Il caffè". Tweet
martedì 28 aprile 2009
Dopo lo scandalo di Albano, Marrazzo perde Rifondazione
Marrazzo continuerà a difendere gli interessi di Cerroni???
A quale prezzo per l'ambiente, per la salute dei cittadini, per la democrazia???
Quale patto lega Marrazzo, Di Carlo e Cerroni????
COMUNICATO STAMPA REGIONE. PRC ESCE DALLA MAGGIORANZA
“Rifondazione lascia la maggioranza di governo della Regione Lazio”. La decisione è stata presa ieri sera all’unanimità dal Comitato politico regionale e comunicata oggi nel corso di una conferenza stampa dalla segretaria regionale del Prc Loredana Fraleone e dal capogruppo alla Pisana Ivano Peduzzi.
“Una decisione – ha spiegato Fraleone - su cui la condivisione del partito è stata totale, fondata su ragioni oggettive. Abbiamo assistito a un progressivo allontanamento del presidente Marrazzo da quelli che erano gli impegni programmatici e nell’ultima fase a una vera e propria rottura. Basta pensare al ticket sanitario, che inizialmente era stato abolito e che ora è stato reintrodotto e persino aumentato rispetto a quello di Storace, e al caso emblematico dell’inceneritore di Albano a cui la Regione ha dato il via libera nella Conferenza dei servizi della settimana scorsa. Ma così facendo Marrazzo non ha rotto solo con noi, ha rotto anche con la cittadinanza. Il suo livello di compromissione con i poteri forti è tale che non crediamo si spezzerà da qui a un anno. Certo, tutto è possibile. Ma se la situazione resta questa non potremo condividere una eventuale sua ricandidatura. Questo per noi è un elemento di coerenza”.
“Gli impegni che erano stati presi in campagna elettorale - ha aggiunto Fraleone - sono diventati carta straccia. Il caso dell’inceneritore di Albano e della turbogas di Aprilia la dicono lunga su come vengono affrontate le questioni di carattere ambientale e persino industriale. La crisi che viviamo impone scelte alternative e politiche ambientali che creino una nuova concezione dello sviluppo e nuova occupazione. Nel Lazio, assistiamo a una deriva privatistica che impoverisce una serie di attività strategiche che potrebbero rispondere alla crisi. Marrazzo mostra un’incapacità di cogliere questi nodi e una subalternità rispetto alle politiche nazionali che consegnano al mercato settori importanti”.
“Da mesi – ha proseguito Peduzzi - chiediamo un confronto sul programma di fine legislatura ma non abbiamo ricevuto da Marrazzo nessuna apertura. Si sancisce così la volontà di fare a meno del partito della Rifondazione comunista”.
Poi tornando sulle prossime regionali ha aggiunto: “La presentazione di Marrazzo come candidato significherebbe che il Pd intende consegnare la Regione al centrodestra. Se, invece, la scelta cadrà su un candidato diverso vorrà dire che il quadro sta cambiando e a quel punto valuteremo il da farsi. Oggi alla Regione siamo in un clima berlusconiano. E’ più di un anno e mezzo che non si fa una riunione di maggioranza e si prendono decisioni oligarchiche da parte di una Giunta monocolore. Siamo allo svuotamento delle istituzioni democratiche e del ruolo costituzionale degli enti locali”.
Roma, 28 aprile 2009 Tweet
venerdì 24 aprile 2009
Più forte il PD, più forte CERRONI
Scarica e diffondi.
E' iniziata la campagna per le elezioni europee 2009 e anche noi abbiamo preparato il primo manifesto sull'inceneritore di Albano.
La Regione Lazio (Marrazzo) e la Provincia di Roma (Zingaretti) hanno deciso nella Conferenza dei Servizi di dare l'Autorizzazione di Impatto Ambientale all'inceneritore più grande del mondo, come AMA definirlo Cerroni.
Contro tutto e contro tutti.
Contro il parere della popolazione.
Contro il parere di 6 consigli comunali (anche Lanuvio ha votato la mozione contro l'inceneritore di Albano).
Contro il parere della ASL di Albano, che ha messo in evidenza l'emergenza idrica che vive il territorio (8 comuni dei Castelli Romani sono in deroga rispetto alle normative nazionali sulle acque) e l'emergenza sanitaria connessa con un eccezionale aumento della mortalità per tumori.
Invece di difendere il diritto alla salute degli abitanti dei Castelli Romani, Marrazzo e Zingaretti hanno scelto di servire Cerroni.
"Il Lazio è la nuova Gomorra!" ha titolato il settimanale L'Espresso.
La Corte dei Conti ha denunciato che nel Lazio "l’emergenza è stata disposta unicamente allo scopo di determinare la sospensione dell’applicazione delle normative di settore, limitare gli obblighi di concertazione ed il principio di ripartizione delle competenze".
"Suscita notevoli perplessità e preoccupazione, per la palese violazione delle direttive comunitarie e nazionali sulla concorrenza, che" (Corte dei Conti) "per l’impianto di gassificazione di Malagrotta sarebbero intervenuti atti amministrativi di assegnazione dei lavori di costruzione e di esercizio nell’ambito di una non meglio chiarita procedura di affidamento diretto" (Dipartimento della Protezione Civile).
Anche per l'inceneritore di Albano non c'è stata alcuna gara, nazionale o internazionale. Tutto è stato deciso con l'accordo della coda alla vaccinara.
Inoltre, come ha rilevato il Consiglio di Stato, si è creato il rischio di consolidare la sovrapposizione di un sistema amministrativo e di gestione alternativo a quello ordinario con l’effetto “di estromettere completamente i Comuni e quindi le comunità che esprime la Amministrazione di livello locale dalla gestione di
significativi aspetti della vita delle comunità medesime”.
Siamo, quindi, alla sospensione delle regole democratiche.
Le responsabilità di Marrazzo e di Zingaretti sono gravissime.
Non ci sono regole nella Regione Lazio: vale solo la Legge di Cerroni.
E' ora che il popolo dia una severa lezione al partito dei Cerroni Boys (il PD) alle prossime elezioni europee (e poi alle regionali).
Di fronte a questa grave emergenza democratica, chiediamo agli alleati (Sinistra e Di Pietro) di prendere una posizione chiara di rottura delle alleanze con il PD di Cerroni.
Scarica e diffondi.
Tweetmercoledì 22 aprile 2009
E' rivolta contro l'ok all'inceneritore
dal Messaggero del 22 aprile 2009
di Bruno Valentini
Pioggia di contestazioni per il nulla osta all'inceneritore di Albano. Le bordate più pesanti contro la Regione Lazio giungono dai comitati cittadini, una quarantina, in gran parte raccolti nel coordinamento "NO INC".
"Siamo alla sospensione delle regole democratiche - attacca Danilo Ballanti, del comitato di Pavona - Si è deciso un progetto folle nonostante la netta opposizione di molti Comuni".
Intanto il coordinamento "NO INC" ha già manifestato l'intenzione di rivolgersi al TAR.
"Oltre all'inceneritore si allarga la discarica con un settimo invaso - spiega Claudio Fiorani dal coordinamento - Il parere della ASL è stato ignorato in spregio alle norme di legge. La Regione potrà ribaltare tutti i pareri contrari ma non riuscirà a fermare la volontà dei cittadini".
Il Sindaco di Castel Gandolfo Maurizio Colacchi riporta la vicenda sul piano politico: "Dopo il rilascio dell'autorizzazione occorre valutare con i comuni limitrofi e ai cittadini la situazione che si va delineando, in contraddizione con il volere popolare e le determinazioni di molti consigli".
Durissimo il commento dell'assessore all'ambiente di Albano Domenico Roma: "La Regione ha peccato ancora una volta di arroganza, approvando un piano che non tiene conto delle esigenze di un territorio popoloso quanto una medio grande provincia italiana".
Oggi è convocato il consiglio regionale. Per il segretario laziale di Rifondazione Loredana Fraleone l'ok della Pisana "crea un ulteriore scollamento della giunta Marrazzo dalle comunità locali e compromette i rapporti di maggioranza".
Polemico anche Enrico Fontana, capogruppo de La Sinistra: "Non si può realizzare questo impianto contro tutto e tutti". Tweet