La USL RM-E ha
predisposto, su richiesta della magistratura, uno studio epidemiologico per
valutare il rischio di mortalità e di ospedalizzazione dei residenti nell’area
di Malagrotta a Roma.
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Lo studio epidemiologico
sui residenti nell’area di Malagrotta ha evidenziato un quadro molto
preoccupante, sia per la mortalità e soprattutto per le ospedalizzazioni, con eccessi di rischio per malattie respiratorie, cardiovascolari e per alcune
forme tumorali.
Nell’area di Malagrotta
sono aumentate le patologie dell’apparato cardiovascolare (donne) e
respiratorio (uomini).
Per le patologie
tumorali, si osserva tra le donne un eccesso di tumore della laringe, del
pancreas e della mammella.
I residenti (uomini e
donne) più prossimi agli impianti ricorrono più frequentemente alle cure
ospedaliere (+8%), in particolare per malattie circolatorie, urinarie e
dell’apparato digerente.
Va innanzitutto
evidenziato che per le malattie cardiovascolari e per quelle respiratorie il
periodo tra esposizione ed effetto sanitario è più contenuta; mentre per quanto
riguarda i tumori, l’esposizione rilevante è quella avvenuta 15-30 anni prima
della comparsa della malattia.
L’aumento di rischio per le malattie
dell’apparato cardiovascolare e dell’apparato respiratorio è stato osservato, in particolare, tra residenti che
risiedono vicino all’inceneritore di rifiuti speciali di Malagrotta. Questo
dato sanitario trova riscontro in recenti studi scientifici che hanno valutato
l’impatto su ambiente e salute del ciclo dei rifiuti.
Anche i dati sull’eccesso di tumori del pancreas e della laringe emersi dallo studio epidemiologico di Malagrotta
risultano confermati da due indagini condotte in Canada tra le persone
residenti vicino alla discarica di Miron Quarry, la terza discarica per
grandezza del Nord America. Da tali indagini è emersa in modo significativo
l’associazione tra la residenza vicino la discarica e alcuni tumori, tra cui
quello del fegato, dei reni, del pancreas e il linfoma non-Hodgkin.
L’eccesso di tumori
della laringe tra le donne era già stato osservato negli studi sulle discariche
condotti negli anni ’90 da Elliot e da Michelozzi, quest’ultimo condotto
proprio nell’area di Malagrotta.
Tra le donne residenti
nell’area di Malagrotta è stato anche osservato un aumento del rischio di tumore della mammella, in particolare per quelle esposte ad alte
concentrazioni di PM10 (inceneritore di rifiuti speciali). Questi risultati
confermano quelli recentemente trovati tra le donne residenti nei pressi
dell’inceneritore di Coriano. Il cancro della mammella è anche associato ad
esposizioni di tipo industriale, in particolare ad esposizioni a diossine, come
fu documentato a Seveso.
Come nello studio
epidemiologico sulla discarica di Albano, gli eccessi di rischio sanitario sono
stati osservati soprattutto fra le donne. Le donne, infatti, vivono
maggiormente la casa e il territorio.
Lo studio epidemiologico
della USL RM-E sull’area di Malagrotta conferma i pesanti rischi sanitari
connessi alla presenza di discariche ed inceneritori a ridosso delle abitazioni
(Malagrotta come Albano).
Per questi seri motivi
la USL RM-H, competente per territorio, aveva dato parere negativo sia
all’autorizzazione del VII invaso della discarica di Albano sia
all’inceneritore di Albano.
Con quale competenza
istituzionale e con quali argomentazioni scientifiche la stessa USL RM-E ha
potuto autorizzare la discarica e l’inceneritore di Albano a soli 180 metri
dalle abitazioni????
La USL RM-E porta la
gravissima responsabilità delle conseguenze sanitarie di scelte così scellerate
operate solo in nome SOLO degli interessi del signor Cerroni.
2 commenti:
Caro Danilo,
ma allora chiediamo, con un esposto di migliaia di firme, alla magistratura di intrevenire rapidamente, prima che la situazione peggiori.
Ciao Giorgio
Caro Giorgio,
sono mesi che sto denunciando con gli articoli sul blog la pericolosa situazione sanitaria che vivono le persone, ma soprattutto le donne, che abitano vicino alla discarica (Albano come Malagrotta).
Il fatto che diverse donne di Albano hanno ultimamente dovuto interrompere la gravidanza al sesto mese per gravi malformazioni ai feti dà il senso della gravità della situazione. Decine sono poi i casi di aborti per gravidanze extrauterine.
Ho la sincera impressione che le autorità, la stampa e gli altri comitati stiano sottovalutando questo drammatico problema.
Un saluto
Danilo
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