La Commissione europea ha inviato all'Italia un secondo avvertimento formale
con un parere motivato in cui boccia le norme per il pretrattamento dei rifiuti
nella discarica di Malagrotta (di proprietà del signor Cerroni) e negli altri
siti del Lazio (sempre di proprietà del signor Cerroni).
Le discariche che operano in violazione della normativa dell'UE sui rifiuti, dice ancora il comunicato della Commissione, "costituiscono una seria minaccia alla salute umana e all'ambiente”.
Su raccomandazione del commissario all'Ambiente, Janez Potocnik, la Commissione ha deciso di inviare un parere motivato all'Italia in cui si richiede l'adempimento entro due mesi.
In caso
contrario, la Commissione potrà decidere di adire la Corte di giustizia dell'Unione europea,
con la prospettiva di una sentenza di condanna con pesanti sanzioni
finanziarie per l’Italia.
La situazione è, quindi, quanto mai seria e critica!!!
La
direttiva sulle discariche "stabilisce che i rifiuti devono essere trattati prima di essere interrati e
cioè devono subire processi fisici, termici, chimici, o biologici,
inclusa la cernita, allo scopo di ridurne il volume o la natura pericolosa
e di facilitarne il trasporto o favorirne il recupero”.
“Da
un'indagine Eu Pilot è emerso che nella discarica di Malagrotta, e forse
in altre discariche del Lazio, parte dei rifiuti vengono interrati senza
essere prima trattati”.
La Commissione Europea “rileva con preoccupazione che le autorità italiane non adottano misure sufficienti a ridurre i possibili effetti negativi sull'ambiente e gli eventuali rischi per la salute umana, come prescritto nella direttiva quadro sui rifiuti”.
Le
preoccupazioni della Commissione Europea sono confermate dai risultati dello
studio epidemiologico sugli effetti della discarica di Albano (nel caso delle
donne vivere nelle immediate vicinanze della discarica, da 0-1 km, provoca una
mortalità superiore del 20%) e dai numerosi casi di interruzioni di gravidanze denunciate dal nostro blog (in questi giorni ci sono arrivate decine di segnalazioni in merito ad
altissime incidenze di interruzioni di gravidanza, sia in seguito di diagnosi
prenatale di gravi malformazioni congenite sia per gravidanze extrauterine).
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