Come avevamo
già scritto nel blog di “Sotto terra il treno” il 28 novembre 2010 “il signor
Cerroni ha già acquistato i terreni per la nuova discarica di Roma in località
Solforate a confine con il comune di Pomezia. Così, con l'inceneritore di Albano
sarà tutto casa e bottega”.
Di seguito riportiamo un articolo di
Andrea Palladino pubblicato oggi su “Il Fatto Quotidiano”.
In un lettera al prefetto Goffredo
Sottile del 12 giugno scorso Manlio Cerroni butta lì un’idea: “E da
ultimo un nuovo sito suggeritoci dalla nostra collegata, Pontina
Ambiente, in località Quarto della Zolforatella nel
quadrante Sud Est della città sulla via Laurentina nel
territorio del Comune di Roma”.
In un terreno già da tempo nella
disponibilità della società del gruppo che si occupa di una discarica nel comune
di Albano, a circa cinque o sei chilometri dal luogo indicato, in
grado di accogliere 3 milioni di metri cubi di monnezza romana.
Un terreno formalmente nel territorio
della capitale, ma abbastanza distante dal grande raccordo anulare, in una zona
dove la densità di cittadini-elettori è decisamente molto bassa. Quello che il
proprietario di Malagrotta non dice è che quell’area è attraversata da una
riserva naturale ed è considerata nei piani paesaggistici regionali come “zona
di alto valore agricolo”. Non solo. In quell’area vennero trovati alcuni resti
risalenti ad Enea e, secondo le associazioni archeologiche
della zona, vi sono molti, moltissimi reperti di epoca romana e medioevale.
Tutti vincoli ben conosciuti, tanto da essere riportati in un documento della
Regione Lazio che ilfattoquotidiano.it ha potuto consultare.
Nel 2007 – nello stesso luogo indicato dalla Colari di Manlio Cerroni, il
Quarto della Zolforatella sulla via Laurentina – una società di Colleferro presentò
un progetto per un parco fotovoltaico. Ecco quello che i tecnici regionali
scrivevano sul luogo prescelto: “L’area di progetto è interessata dal paesaggio
agrario di valore (…), l’area di progetto interessa la fascia di rispetto dei
beni paesaggistici “Costa dei laghi, aree archeologiche”, e si trova
all’interno di un’area con il vincolo “Beni d’insieme (Dm 25/01/10)” Ambito
meridionale dell’agro romano compreso tra le vie Laurentina e Ardeatina,
adiacente ad est punti archeologici, adiacente ad ovest Aree protette”.
Il nuovo sito
indicato da Cerroni si trova nell’area di una ex miniera di
zolfo al confine tra il comune di Roma e quello di Pomezia. Una
zona oggi inserita all’interno della riserva naturale di Decima Malafede,
delimitata da più di dieci anni. E’ una lunga fascia verde che parte da Trigoria,
alle porte di Roma, estendendosi per più di dieci chilometro verso sud,
arrivando alle porte della zona industriale di Pomezia. In sostanza l’ultimo
polmone verde rimasto prima di un paesaggio letteralmente devastato dal punto
di vista ambientale.
Di fronte al limite del parco ci sono oggi
industrie e centri per il trattamento di rifiuti pericolosi; a cinque
chilometri circa, lungo la via Ardeatina che corre parallela, c’è la discarica
di Roncigliano – gestita dal gruppo Cerroni – ed è il luogo
scelto per realizzare due linee di incenerimento di rifiuti dal consorzio Coema (oltre
a Cerroni composto da Acea e Ama). E ancora, in via valle Caia, a pochissimi
chilometri di distanza, c’è una megadiscarica di amianto, sequestrata dalla
Procura di Velletri anni fa e non ancora bonificata. Dunque quell’area protetta
svolge oggi una funzione fondamentale per mantenere un minimo di vivibilità in
questo quadrante ad una decina di chilometri dal raccordo anulare.
La preoccupazione nella popolazione era ieri palpabile.
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