Continua il viaggio nelle audizioni alla “Commissione Parlamentare di Inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti”.
Nella seconda puntata pubblichiamo il testo dell’audizione del capitano Pietro Rajola Pescarini, Comandante del Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri di Roma.
In questa puntata si parla dell'attività di indagine del NOE in merito agli inceneritori di Colleferro, coordinata dalla procura di Velletri.
Dall’indagine del NOE sono scaturite nella province di Roma, Latina, Frosinone, Napoli, Avellino, Bari, Foggia, Grosseto e Livorno 13 ordinanze di custodia cautelare e 25 avvisi di garanzia per reati importanti, quali l'associazione a delinquere, l'attività organizzata per il traffico illecito dei rifiuti, falso ideologico, truffa aggravata ai danni dello Stato, favoreggiamento, violazione dei valori limite di emissione in atmosfera, accesso abusivo a sistemi informatici.
Questo è il frutto del sistema di gestione dei rifiuti organizzato per la Regione Lazio da Marrazzo.
L’ex Presidente della Regione Lazio è stato miseramente sbugiardato durante tutta l’audizione.
Antonio Rugghia: “È stato detto dal Presidente Marrazzo che, sulla base della convenzione sottoscritta nel 2006 con i NOE, sono stati attivati una serie di controlli, sulla base di informazioni fornite dalla Regione Lazio, che hanno portato a diverse indagini, tra cui questa”.
Pietro Rajola Pescarini (Comandante del Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri di Roma): “Assolutamente no”.
Il Presidente Gaetano Pecorella: “Mi pare che si debba domandarle se, specificamente, la Regione Lazio vi abbia rappresentato il problema Colleferro, per cui l'indagine è partita da tale segnalazione”.
Pietro Rajola Pescarini (Comandante del Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri di Roma): “Assolutamente no … Questa indagine è iniziata perché un dipendente dell'impianto, tale Celli, ha voluto sporgere denuncia. Siamo andati a parlare con il dottor Cirielli, che ci ha dato la delega e così abbiamo iniziato un'attività riservatissima, che si è conclusa con gli arresti”.
Anche l’AMA di Alemanno ha fatto un figurone nel corso dell’audizione.
Infatti, dall’audizione del Comandante del NOE è emerso che:
“… Secondo elementi probatori e dati certi, che hanno retto anche al di fronte al GIP e al tribunale del riesame, l'impianto AMA di Roma conferiva copertoni, coltelli da cucina, forchette, panni, umido e altro anziché CDR”.
“… Dalle indagini svolte, il materiale che l'AMA conferiva all'impianto di Colleferro non era CDR, tant'è vero che anche il responsabile dell'impianto AMA è stato tratto in arresto”.
“… Il materiale conferito era spacciato per CDR, ma non era accompagnato dalle analisi previste dopo la decantazione, né da quelle settimanali, era accompagnato da analisi false”.
“.. Il materiale spacciato per CDR e conferito negli impianti faceva saltare i limiti di emissione in atmosfera previsti dal Consorzio Gaia ed in remoto, dalla Toscana, si provvedeva a far rientrare i limiti nella norma in modo informatico.
Sono stati arrestati anche i responsabili del laboratorio informatico in seguito al reperimento di elementi probatori continuati nel tempo. Nel corso di un anno, in modo continuativo e sistematico, sono state raccolte prove di reato, fino a pochi giorni prima dell'arresto”.
Nell’audizione è stato fondamentale il contributo del commissario Antonio Rugghia, autorevole senatore dei Castelli Romani, nel conteggio, clamorosamente sbagliato, degli impianti di incenerimento nel Lazio.
Antonio Rugghia: “Le domando specificamente se nel Lazio ci sarebbe la possibilità di mantenere in funzionamento cinque linee di termovalorizzazione attraverso gli impianti che producono CDR”.
Pietro Rajola Pescarini (Comandante del Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri di Roma): “Le linee sono più di cinque. Infatti, tre dovrebbero partire a Malagrotta, due a Colleferro, tre a San Vittore (dove stanno già usando la terza) e due o tre ad Albano. Quindi, si tratta di 11 o 12 linee.
Allo stato non penso ci siano impianti CDR tali da alimentare 12 linee.
Allo stato non esistono impianti di CDR tali da supportare l'alimentazione «Lazio su Lazio» di tutte queste linee.”
Ma allora perchè fare 12 linee di incenerimento?
La senatrice Daniela Mazzucconi ha constatato amaramente che “Si tratta di un modello che genera spaventevoli costi per l'amministratore comunale e per i cittadini e che innesca una serie di reati a catena” e ha concluso con una terribile domanda: “Vorrei capire, in tutta questa vicenda che lei ci ha narrato, quale sia stato il ruolo delle province di questa regione”.
Si, anche noi vorremmo capire il ruolo della Provincia di Roma e del suo inutile Presidente Zingaretti.
Leggi ora con attenzione tutta l’audizione e scaricala sul tuo pc (questo blog potrebbe essere oscurato): audizione del dottor capitano Pietro Rajola Pescarini, Comandante del Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri di Roma.
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1 commento:
Bella Dani'
ciao
Francesco
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