domenica 13 giugno 2010

Grazie a Manlio Cerroni, Lazio da quarto mondo

Rapporto rifiuti ISPRA, Lazio da quarto mondo
Articolo tratto dal blog Energia-Ambiente

Il problema ha più accenti. E' chiaramente politico, per la manifesta incapacità degli amministratori regionali (ed in molti casi provinciali e locali) succedutisi negli ultimi 15 anni, di trovare una congruente politica di uscita dal tunnel rifiuti. Ciò, soprattutto con la spedita andatura europea che ha riformato il settore fissando linee guida molto importanti nel trattamento, nella gestione e nello smaltimento dei rifiuti. Confine labile quello politico, perchè si passa immediatamente all'analisi economica di una querelle che non arriva a trovare soluzione ed è destinata (nel Lazio, nel medio-lungo termine) a rimanere problematica. Forse, addirittura, soprattutto per la nostra regione avviene il percorso contrario, dove la lobby di discariche e termodistruttori incide a prescindere, a monte, ogni scelta amministrativa.

Lo smaltimento attuato in questi decenni, infatti, è figlio di una gestione inadeguata dal punto di vista della comunità e adeguatissimo per ciò che attiene alla speculazione economica. Presto la vera emergenza rifiuti potrebbe esplodere anche nel Lazio, portando con se, uno dopo l'altro, tutti gli altri lati della vicenda: l'impatto sanitario di un piano rifiuti mal strutturato con siti autorizzati in modo poco trasparente, il problema inerente la civiltà di una regione che brucia, che interra ed infine, l'inscindibile dipendenza politica dal sistema di gestione monopolista.
La situazione appare grave e solo in presenza di scelte coraggiose, di fondi distratti alla termodistruzione e reimpiegati verso il recupero di materia unito ad un sostanziale scollamento politico - gestorio, solo così nella Regione Lazio si potrà pervenire a scelte maggiormente perequate in chiave di sostenibilità ambientale, economica e sanitaria. Il Lazio porta l'86% del monte rifiuti (meglio specificato negli articoli sotto) in discarica, Roma esercita una pressione estrema esternalizzando i suoi problemi fuori dal proprio territorio. La capitale, la Regione Lazio non conoscono la parola raccolta differenziata, questo evidenzia come la situazione vada lentamente verso livelli di drammaticità assoluta, dove le discariche lavoreranno ancora per moltissimi anni che ne dicano politici e gestori del mondo rifiuti.

In questo quadro, con simili volumi di produzione di tal quale, sebbene la politica a più livelli continui a premere per scelte inutili proprio per non toccare il monopolio delle discariche, appare del tutto superfluo anche l'inceneritore di Albano. Impianto che appariva inutile già prima del rapporto rifiuti dell'Ispra, ma che ora assume estremi connotati speculativi e non di interesse pubblico.

Quest'impianto "vanta" infatti un iter autorizzativo ai limiti della decenza e pur di essere approvato l'ente Regione Lazio (e non solo) ha esibito il lato peggiore della politica che amministra nel teorico interesse pubblico.

Da molti profani tale impianto è visto come la panacea al problema delle discariche e rifiuti nel Lazio, cosa che ovviamente non è; dai molti coinvolti per interesse diretto, invece, è stato definito come l'impianto scaccia emergenza.

In realtà, partendo da un presupposto fisico dove la termodistruzione del Cdr non elimina alcun tipo di rifiuto bensì semplicemente lo moltiplica trasformandolo, si perviene anche alla banalissima conclusione che stante, appunto, i numeri prodotti dall'ultimo rapporto rifiuti dell'ISPRA, l'inceneritore di Albano e dei Castelli Romani non servirà a niente.

E questo è giusto che lo sappiano anche gli organi amministrativi chiamati a decidere il futuro di questo inceneritore. Il Lazio ha numeri da trattare di una "caratura" tale che vanno ben oltre l'inutile e dannosa scelta della termocombustione, superando per giunta le oltre 160.000 tonnellate di Cdr. Ma, soprattutto, la regione amminsitrata da Renata Polverini è zeppa di tal quale e, appunto, non ha Cdr.

Attualmente resta pendente un piano rifiuti commissariale che ha concentrato le forze su di un impianto ora più che mai del tutto inutile ed il cui iter non è mai passato al vaglio del precedente consiglio regionale.

Il Lazio si avvicina all'emergenza rifiuti per una vera mancanza di volontà atta ad evitare tale crisi. Il problema che si pone non è quello delle infrastrutture, peraltro obsolete se parliamo ancora di discariche e gassificatori, il problema che si pone è di gestione. Se non si risolve tale problema riconducendo il monopolio ad un sistema almeno moderato di conduzione, dove più attori possono recitare la loro parte e dove il potere politico-amministrativo riesca a mettere in campo decisioni concrete e svincolate, l'emergenza sarà prossima. Occorre quindi ricalibrare l'intera struttura di controllo e comando, partendo dall'assunto che chi ora detiene questo controllo, facendo si che Roma ed il Lazio conferiscano nelle proprie discariche l'86% dell'intero stock rifiuti e presentando l'obsoleto (inceneritori) come il nuovo, non sarà certo incline a tali decisioni.

Servono appunto scelte coraggiose.

In ballo non ci sono solo miliardarie baronie, c'è il futuro territoriale e sanitario di un'intera città e di un'intera regione per almeno i prossimi 30 anni. Il problema di emergenza dunque è prima ancora un problema di legalità con accenti politico-economici da dirimere, pena il limbo del quarto mondo, territori devastati e cittadini malati, il tutto consapevolmente.Regione Lazio ancora da record con risultati al limite del sottosviluppo economico, sanitario e di civiltà per ciò che attiene la gestione, il trattamento e la produzione di rifiuti solidi urbani. La nostra Regione “vanta” due record: il primo riguarda livelli di raccolta differenziata estremamente bassi, il secondo concerne lo stock del monte rifiuti conferito in discarica, ben l’86 % (leggete bene, l’ottantasei per cento).

Questi numeri da delirio civile non sono certo frutto del caso.

Rappresentano in primis il risultato della oggettiva “maggiore” competenza sbandierata in un famoso video dall’ex assessore con delega ai rifiuti, Mario Di Carlo, ma è chiaro come il problema risieda anche altrove e cioè in una filiera rifiuti completamente distorta nella sua gestione.

Finchè i cittadini e le istituzioni si confronteranno con monopolisti assoluti delle discariche e degli inceneritori del calibro di Manlio Cerroni, quest’ultimo non avrà mai interesse a riciclare e differenziare.

Il Lazio infatti è la Regione che annovera la discarica più grande d’Europa in mano ad un privato monopolista, sito che gli amministratori regionali e comunali (Roma) non riescono a chiudere da anni perchè in preda ai dictat dello stesso che esercita il bello ed il cattivo tempo.

L’ente Regione Lazio è l’istituzione che nell’ultimo commissariamento rifiuti ha concepito un piano rifiuti (Marrazzo) autorizzando l’inceneritore dei Castelli Romani senza gara d’appalto, viziando il procedimento autorizzativo con provvedimenti farsa e collocando (logicamente) l’impianto di termodistruzione all’interno dell’ennesima discarica del monopolista di cui sopra ed a cui sarà assegnata anche la gestione del paventato gassificatore.

Buche e bruciatori in nome della speculazione e del dramma sanitario autorizzato dagli organi istituzionali. Il Lazio ha la rotta segnata per i prossimi 30 anni, indirizzo garantito da Badaloni e Storace, rafforzato da Marrazzo e che Renata Polverini non sembra certo voler cambiare.

Nel Lazio la vera emergenza rifiuti è quella che stanno creando, si brucia, si interra e non si differenzia, la “civiltà” prima di tutto.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

gia gia si interrano e si inquinano oltremodo le Acque sotterranee ..
poco tempo fa (sempre e solo grazie alla Rete) scapparono proprio all'ISPRA i dati dell'inquinamento delle Acque del 2006 .. roba da niente ma certamente da interrare e non fare uscire assolutamente sulla stampa e sui media: l'acqua che abbiamo bevuto nel 2006 era contaminata di ben 113 pesticidi .. e allora nel 2010? e nei Castelli Romani dove grazie al cancrovalorizzatore già sappiamo l'acqua con tutti i metalli pesanti presenti .. tanto da voler offrire molto gentilmente a questi signori un bel brindisi con l'acqua all'Arsenico!

http://www.terranauta.it/a2163/salute_e_alimentazione/acque_inquinate_da_pesticidi_i_risultati_del_monitoraggio_nazionale.html

Anonimo ha detto...

Trasporti di Materie Radioattive e Fissili Speciali - D.M. 18/10/2005

Tutte le attività di tipo industriale, medico di ricerca o legate alla produzione di energia elettrica da fonte nucleare nelle quali è previsto l'impiego di materie radioattive o fissili, impongono necessariamente il trasporto dai luoghi di produzione di tali materie a quelli di utilizzazione e da questi ultimi verso i luoghi di trattamento e/o deposito dei rifiuti radioattivi.
La legislazione italiana stabilisce che il trasporto di materie radioattive e fissili speciali debba essere effettuato, salvo particolari esenzioni, da parte di vettori autorizzati (art. 5 Legge 31.12.1962, n. 1860 come modificato dal D.P.R. 30.12.1965, n. 1704).
L’art. 21 comma 3 del D.Lgs. 230/95 stabilisce l’obbligo, per ogni vettore autorizzato al trasporto di materie radioattive, di inviare all’ISPRA un riepilogo dei trasporti effettuati con l’indicazione delle materie trasportate.
Il Decreto Ministeriale del 18/10/2005 del Ministero delle attività produttive, pubblicato sulla GU. n° 252 del 28/10/2005 ed emesso in attuazione dell’art. 21 comma 3 del D.Lgs. 230/95, stabilisce i criteri applicativi e le modalità del riepilogo contenente i dati sui trasporti effettuati. L’art. 2 del sopra citato Decreto Ministeriale prevede inoltre che l’ISPRA renda disponibili sul proprio sito internet apposite linee guida per la preparazione e l’invio dei dati.

In base al numero di trasporti complessivamente effettuati ed al tipo di organizzazione operativa il vettore autorizzato può decidere di preparare ed inviare i riepiloghi trimestrali, contenenti i dati sui trasporti di materie radioattive e fissili speciali, secondo una delle seguenti modalità:

* Preparazione ed invio dei dati con modello cartaceo Tradat2005 Allegato II del D.M. 18/10/2005 in accordo alle linee guida ISPRA LG TEC 02 Rev. 0;
* Preparazione ed invio dei dati con proprie procedure informatizzate in accordo alle linee guida ISPRA LG TEC 01 Rev. 1;
* Preparazione ed invio dei dati attraverso l’uso del programma TRIME2004
TraDaWeb. Invio telematico delle dichiarazioni

Nota: L’adozione delle linee guida LG TEC 01 Rev. 1 comporta, per coloro che utilizzano un sistema di preparazione dei dati in linea con la Rev.0, il solo cambiamento del nome da assegnare al file. La nuova versione (Vs.9.8) di TRIME2004 prepara il file nel formato e con la codifica del nome idoneo alla trasmissione telematica TraDaWeb.

http://www.apat.gov.it/site/it-IT/Modulistica_e_Software/Trasporti_di_Materie_Radioattive_D.M._18-10-2005/

Anonimo ha detto...

Le informazioni più aggiornate e recenti sullo stato della qualità dell’aria sono attualmente disponibili in Italia su siti web gestiti da diverse Autorità locali: Regioni, Province, Comuni e Agenzie Regionali e Provinciali per la Protezione dell’Ambiente (ARPA e APPA). Selezionando la Regione di interesse dalla mappa a lato, si potrà accedere a tali siti.
Le informazioni disponibili sono generalmente relative ai seguenti inquinanti: ozono (O3), particolato PM10, biossido di zolfo (SO2), biossido di azoto (NO2), monossido di carbonio (CO) e benzene (C6H6). La frequenza di aggiornamento delle informazioni è nella maggior parte dei casi giornaliera.
In considerazione della “tempestività” di diffusione dei dati, la maggior parte delle informazioni sono da considerare provvisorie. Indicazioni sullo stato di validazione dei dati sono disponibili solo in alcuni casi.

vado avanti e cerco il Lazio su: Lista completa dei siti di Qualità dell'aria a livello locale .. boh .. sarà un caso? mhmm non credo: la pagina del Lazio è l'Unica tra tutte le regioni a non essere disponibile .. provare x credere .. magari siete più fortunati di me: http://www.apat.gov.it/site/it-IT/Servizi_per_l%27Ambiente/Dati_di_Qualita%27_dell%27aria/