"E' già costato molto autorizzare Albano e vorrei completare quel lavoro".
Lo ha detto il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo al termine del summit che si è svolto sulla questione dei rifiuti a Palazzo Chigi insieme al sindaco di Roma Gianni Alemanno, al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, al capo della Protezione civile Guido Bertolaso e all'Amministratore Delegato di Ama.
Le parole di Marrazzo suonano sempre come pietre.
“L’inceneritore me l’hanno chiesto i Sindaci” tuonava Marrazzo nella riunione del 23 giugno 2009 davanti ai cittadini riuniti nel Coordinamento contro l’inceneritore di Albano.
Si, l’inceneritore l’hanno chiesto i Sindaci, i nostri Sindaci: Marco Mattei (Sindaco di Albano), Enzo Ercolani (Sindaco di Genzano), Carlo Eufemi (Sindaco di Ardea), Maurizio Colacchi (Sindaco di Castel Gandolfo), Emilio Cianfanelli (Sindaco di Ariccia), Alessando Biaggi (ex Sindaco di Nemi), Adriano Palozzi (Sindaco di Marino), Pasquale Boccia (Sindaco di Rocca di Papa), Umberto Leoni (Sindaco di Lanuvio).
Dagli incontri in Regione è emerso in modo chiaro che per l’inceneritore di Albano le carte non sono in regola.
Ma le autorizzazioni per l’inceneritore di Albano continuano ad essere date: nonostante gli impegni presi da Marrazzo (“ad agosto non ci saranno sorprese”), un’altra autorizzazione, quella di Impatto Ambientale (AIA), è stata concessa nella “storica” giornata del 13 agosto 2009.
Per l’inceneritore Marrazzo e i Sindaci hanno sempre lavorato di nascosto, a partire dalla lettera dei Sindaci a Marrazzo per chiedere un mostro sul territorio dei Castelli Romani.
E’ stata tradita la volontà dei cittadini dei Castelli Romani, fortemente contrari a questo mostro.
Sono state ignorate le risoluzioni contro l’inceneritore espresse all’unanimità da interi Consigli Comunali (Albano, Ariccia, Castel Gandolfo, Lanuvio, Pomezia, Ardea).
L’inceneritore di Albano viene ostinatamente portato avanti da Marrazzo, come diceva Totò, “a prescindere”.
“A prescindere da quanto prevede la legge nazionale in tema di gara d’appalto” (l’inceneritore di Albano, come quello di Malagrotta, viene affidato da Marrazzo al signor Cerroni, un vecchietto di 84 anni, con una “misteriosa”, quanto “oscura”, trattativa privata).
“A prescindere da quanto prevede la legge regionale” (la Legge Regionale impone che le discariche debbano stare a 1.000 metri dalle abitazioni. A Roncigliano le case sono a soli 200 metri dalla discarica. Il 22 dicembre 2008 la Giunta Regionale ha votato all’unanimità una proposta di riduzione a 200 metri delle distanze delle abitazioni dalle discariche. Una legge “ad personam” per il signor Cerroni e la sua discarica di Roncigliano, che dista solo 200 metri dalle abitazioni).
“A prescindere dall’autorevole parere contrario espresso dalla ASL RMH di Albano” (seriamente preoccupata della situazione ambientale del territorio, in particolare del pericoloso abbassamento del livello delle falde acquifere. Marrazzo ha arbitrariamente cancellato il parere della ASL di Albano sostituendolo con quello del Dott. Perucci di cui abbiamo ampiamente parlato nell’articolo “Inceneritore, tumori sottostimati di 1000 volte” sul Caffè del 16 luglio 2009).
“A prescindere della volontà dai partiti della sua stessa maggioranza” (Rifondazione Comunista ha abbandonato Marrazzo per colpa della sua ostinazione per l’inceneritore di Albano. I Comunisti Italiani avevano già lasciato Marrazzo. Oggi l’Italia dei Valori chiama Marrazzo nell’aula del Consiglio Regionale per urgenti spiegazioni sull’inceneritore di Albano).
Ma l’inceneritore di Albano non può essere costruito “a prescindere” dalla volontà dei cittadini, che non vogliono diventare le cavie di Perucci, di Cerroni, di Marrazzo e dei loro Sindaci.
Tweet
Nessun commento:
Posta un commento