Il signor Cerroni
interveniva di persona «ai massimi livelli» con deputati e politici ma anche
piccoli funzionari
Articolo pubblicato dal “Corriere della Sera”.
Dal leader massimo al funzionario minimo. Generoso con tutti, Manlio Cerroni, interveniva di persona «ai massimi livelli». Deputati, politici, consiglieri di lungo corso, rappresentanti delle istituzioni, piccoli funzionari. Tra le pieghe di un’inchiesta che ricostruisce lo smaltimento dei rifiuti negli ultimi anni figurerebbero anche tangenti, regali, «dazioni» e benefici al «potente» di turno. Nei prossimi giorni la procura depositerà altro materiale (informative, intercettazioni) che documenta finanziamenti e favori a beneficio di questo o quel politico.
La sommossa
popolare contro l’individuazione del sito
alternativo di Corcolle? «Non vedeva estraneo il gruppo Cerroni», dice il gip
Massimo Battistini nell’ordinanza. Abituato al controllo e reso nervoso dalla
prospettiva della chiusura di Malagrotta, l’avvocato Cerroni si dava da fare in
prima persona. In una telefonata con Cesare San Mauro, in prossimità della
chiusura di Malagrotta, quest’ultimo lo rincuora: «Oggi ho visto a mezzogiorno
Zingaretti, tanto per dirti uno qualsiasi». «’mbe va bè Zingaretti non è roba
di Zingaretti» osserva Cerroni. Semmai, la gestione dei rifiuti, è un discorso
«a livello di Catricalà non so, roba del genere», aggiunge il navigato Cerroni.
Sapeva muoversi il «Supremo». Così fra gli indagati c’è anche il responsabile dell’Arpa Lazio, Fabio Ermolli, destinatario di versamenti fino al 2010 da parte della cerroniana «Systema Ambiente srl». Quando lo dicevano i cittadini dei comitati, li prendevano per matti. Spunta anche una manipolazione dell’informazione, a proposito della ricerca del sito alternativo a Malagrotta. Il sospetto che Cerroni abbia pilotato la rivolta degli abitanti contro il sito di Corcolle è confermato dall’accusa : «Le attività investigative evidenziano come anche la `sommossa popolare´ contro l’individuazione del sito di Corcolle non vedeva estraneo il Gruppo Cerroni», sottolinea il gip.
Sapeva muoversi il «Supremo». Così fra gli indagati c’è anche il responsabile dell’Arpa Lazio, Fabio Ermolli, destinatario di versamenti fino al 2010 da parte della cerroniana «Systema Ambiente srl». Quando lo dicevano i cittadini dei comitati, li prendevano per matti. Spunta anche una manipolazione dell’informazione, a proposito della ricerca del sito alternativo a Malagrotta. Il sospetto che Cerroni abbia pilotato la rivolta degli abitanti contro il sito di Corcolle è confermato dall’accusa : «Le attività investigative evidenziano come anche la `sommossa popolare´ contro l’individuazione del sito di Corcolle non vedeva estraneo il Gruppo Cerroni», sottolinea il gip.
«Abbiamo
lavorato per superare il monopolio - ha detto
ieri il ministro Andrea Orlando -, non ho scelto Monti dell’Ortaccio perchè
ritengo che la Valle Galeria abbia pagato un prezzo molto alto dal punto di
vista ambientale in questi anni».
Nell’inchiesta per associazione a
delinquere sono indagate 22 persone, sette della quali sono sottoposte agli
arresti domiciliari (incluso lo stesso Cerroni che, assistito dall’avvocato
Bruno Assumma, sarà ascoltato per l’interrogatorio di garanzia entro martedì).
L’attività portata avanti dai carabinieri del Noe è stata seguita in prima
persona dal procuratore capo Giuseppe Pignatone.
Beppe Fioroni, Ermete Realacci, Edo Ronchi i
nomi di politici di rilevanza nazionale (al terzo Cerroni diede 20mila euro per
la sua fondazione «Sviluppo Sostenibile», «Donazione liberale, nessun
condizionamento» ha replicato ieri Ronchi). Accusato di abuso d’ufficio e falso Piero Marrazzo mentre a Giovanni Hermanin, ex assessore
all’Ambiente e manager Ama, è contestata l’associazione per delinquere:
«Assurdo, i miei atti sono sempre stati improntati alla correttezza
amministrativa».
Sempre in
bilico fra minaccia e adulazione alla politica,
l’imprenditore dei rifiuti. C’era la quotidiana adulazione dei suoi uomini ai
funzionari regionali: «Illustre sentinella del bene» dice Landi al capo
segreteria dell’assessore all’Ambiente Pietro Di Paolo (Pdl). E le
intimidazioni che oggi ricorda il deputato pidiellino Marco Marsilio: «Ricciuto
(consigliere Ama che votò contro la costituzione del consorzio cerroniano
Coema, ndr) fu minacciato di morte. E’ tutto nella sua denuncia ai
carabinieri».
Pensava al
dopo Malagrotta, Cerroni. Al modo di veicolare al «suo
gruppo imprenditoriale la possibilità di provvedere allo smaltimento dei
rifiuti urbani capitolini anche dopo la chiusura di Malagrotta» scrive il gip.
Non si costruisce un impero senza saper schivare qualche mina vagante. Il 25
maggio 2012 Manlio Cerroni scrive la «lettera aperta al premier Mario Monti»
agitando il consueto spauracchio dell’emergenza rifiuti. Il 26, Pecoraro si
dimette. Gli subentra Goffredo Sottile con il quale l’interlocuzione è, decisamente,
più facile.
Il 7 giugno
2012 il Commissario straordinario Sottile domanda a Cerroni a quale tecnico convenga rivolgersi per una perizia. E
Cerroni: «Ma, io credo che la cosa migliore...rivolgetevi al nostro progettista
... il professor Barrucchello no?». Il commissario straordinario per
l’emergenza abitativa di Roma accoglie con slancio l’idea, Cerroni vuol
facilitarlo: «Vi dò il telefono?» E Sottile: «No, no, io il telefono di
Barrucchello ce l’ho» . Cerroni insiste per alleggerirgli la giornata: «Adesso
faccio, chiamo Barrucchello e gli dico di chiamarla...». Al prefetto non resta
che ringraziare : «Grazie, grazie mille».
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