Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
IN ATTESA DI AUTORIZZAZIONE UNICA POTREBBE SORGERE UNA CENTRALE ELETTRICA ALIMENTATA A BIOMASSA NEL
CUORE COMMERCIALE DEL TERRITORIO ARICCINO SULLA NETTUNENSE (EX-PORK'S HOUSE)
di
Elena Taglieri
Non c'è pace tra gli
ulivi recita un vecchio detto popolare. Dopo l'autorizzazione concessa dalla
Provincia di Roma (Determina Dirigenziale n.3698 del 4 giugno 2012) alla soc. Power Oil di Albano di costruire
una centrale elettrica alimentata ad olio vegetale e diesel in via di
Cancelliera 14/B, si affaccia in zona un altro impianto che smaltirà la F.O.R.S.U.
(Frazione Organica del Rifiuto
Solido Urbano) in un fabbricato in disuso già esistente (quello della
UNICOOP Tirreno SC) a pochissimi metri da un grande noto supermercato e da
numerosi altri esercizi merceologici di vendita al pubblico, proprio nel 'cuore' del Centro
Commerciale 'Pork's House' sulla via Nettunense, frequentato ogni giorno e ad
ogni ora da tante persone che trovano concentrate in questo quadrante tutte le
opportunità di acquisto alimentare e non solo.
Già, perchè come si legge nel progetto della Biovis, “all’interno
di questo impianto saranno due le attività di recupero e smaltimento rifiuti:
la lavorazione di rifiuti urbani per la produzione di energia da biogas
ottenuto durante la fermentazione e trasformato in energia attraverso un cogeneratore
(elettricità e calore)” e la “lavorazione di rifiuti urbani per la
produzione di compost ottenuto mediante triturazione e fermentazione”.
Peccato però che nel documento si parli di alcuni elementi
poco rassicuranti, come ad esempio di “percolato anaerobico/aerobico”
che se “in eccesso subisce un processo di depurazione adeguato (osmosi
inversa) e poi immesso nel circuito fognario, che a sua volta termina in un
depuratore a fanghi attivi, prima di immettersi nel collettore pubblico”.
Da non sottovalutare neppure la presenza di “canne
fumarie dei cogeneratori, della fiaccola d’emergenza del biogas (che
permette di garantire la combustione del biogas eccedente impedendone
l’accumulo in maniera eccessiva) e del biofiltro”.
Il motivo di questo progetto, come si legge nella Sintesi
dello studio preliminare ambientale dell'Arch. Buzi, è che “nell’area a sud
di Roma ed, in particolare, nell’area dei Colli Albani e dei Castelli Romani,
si è avviato un circuito virtuoso nello sviluppo della raccolta differenziata.
Molti comuni la attuano con successo ed altri la stanno avviando (Ardea,
Ariccia, Ciampino, Genzano di Roma, Pomezia, Albano Laziale) “, e che
risulterebbe innovativo dal momento che “Non vi sono progetti simili nell’
ambito comunale dell’area dei Castelli Romani; risulta altresì in corso di
progettazione ed autorizzazione l’impianto della Volsca Ambiente e Servizi
S.p.a., per “impianto per digestione anaerobica dei rifiuti frazione organica
da raccolta differenziata in loc. Lazzaria” , nel comune di Velletri (RM)”.
Insomma una audace panacea in quanto “tutto ciò
consentirà, entro breve tempo, di poter disporre nella zona dei Colli Albani di
una quantità di FORSU sufficiente a fornire combustibile e giustificativa per
la costruzione di un impianto di valorizzazione. Nel tempo l’aumento della
FORSU prodotta dalla raccolta differenziata renderà necessaria ed
economicamente autosufficiente, la realizzazione di nuovi impianti di
trattamento” per una “maggiore tutela ambientale
determinata: dalla notevole riduzione dei quantitativi di rifiuti da avviare in
discarica; dal recupero di materia dai rifiuti; dalla produzione di energia da
fonti rinnovabili.”.
Ma leggendo attentamente si tratta di un impianto che
comunque dichiara la sussistenza di alcuni fattori ambientali di rischio (“Stabilimenti
ed impianti ove si producono e/o impiegano gas infiammabili e/o comburenti con
quantità globali in ciclo superiori a 25 Nm3/h.”) e che prevede comunque
degli inquinanti .”quindi i fumi prodotti rispettano le prescrizioni
di cui alla parte III dell’All. 1 D.Lgs. 152/06 e comunque dovranno effettuare
il controllo annuale previsto per le emissioni. Tali impianti devono comunque
rispettare i valori limite di emissione previsti dal Dlgs 152/2006 espressi
come concentrazioni massime ammissibili per ciascun inquinante presente nei
fumi di combustione, a seconda del tipo di motore e combustibile impiegato.
L’inquinante previsto è il biogas (CH4 55%)”. E così vengono minuziosamente elencate le emissioni in
atmosfera dell'impianto nel suo ciclo produttivo: emissioni provenienti da
biofiltro, dalla centrale di cogenerazione attraverso il camino di emissione
del gruppo di cogenerazione; emissioni da sfiati di sicurezza delle valvole di
sovrappressione dei digestori; emissioni da traffico logistico nell’area
esterna dovute a emissioni da tubi di scarico dei mezzi di conferimento dei
materiali funzionali all’impianto di trattamento. In ultimo, la fonte di
inquinamento che potrebbe derivare dai liquidi prodotti dai processi. ma anche
da rumore ambientale (Gruppi per la produzione di energia elettrica sussidiaria
con motori).
Insomma, una centrale che lavora 24 ore al giorno per 7
giorni alla settimana, il cui impatto riguarda la S.S. 207 – Via Nettunense, e
la strada locale di accesso al complesso immobiliare ( Via delle Grotte) , ma
la cui attività “non può avere effetti sulla salute pubblica” anche se
nel documento di Sintesi viene sottolineato che “i tipi di inquinamenti
possibili potrebbero derivare dalle emissioni in atmosfera”.
Dopo questo inatteso 'regalo' post-natalizio alle nostre
spalle, l'unica cosa che ci resta da fare è iniziare a monitorare costantemente
l'eventuale autorizzazione provinciale che verrà rilasciata in modo da poterci
attivare per un serio ricorso legale contro l'ennesima imposizione alla
cittadinanza di 'bruciatori legalizzati' che stanno ormai imperversando e
spuntando come funghi.
(elena.taglieri@gmail.com)
Questi impianti industriali trattando RIFIUTI debbono
essere posizionati in AREE INDUSTRIALI, ed in base al Testo Unico Sanitario
(impianti insalubri di classe 1°) debbono essere posizionati a distanza
adeguata dai centri abitati (1 km. case sparse, 2 Km nuclei abitati).
La Legge nella Regione Lazio non viene mai rispettata:
le discariche e gli inceneritori vengono autorizzati anche a 100 metri dalle
abitazioni.
1 commento:
Per diffusione.
http://www.eur.roma.it/il-quartiere/news/articolo/un-altro-bel-regalo-dalla-provincia-di-roma.html?no_cache=1
Ciao,
Paolo
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