lunedì 18 marzo 2013

Altri 17 milioni di euro dilapidati dalla Regione Lazio


Dopo 6 anni di amministrazione straordinaria, il consorzio Gaia di Colleferro viene acquistato dalla società Lazio Ambiente della Regione Lazio. 

Sperperati altri 17 milioni di euro.

Il 29 ottobre 2008 Marrazzo, Commissario Straordinario per l’emergenza rifiuti nel Lazio e Presidente della Regione, in coppia con il suo assessore Di Carlo, affermava alla Commissione Ambiente della Regione: “Il Lazio presenta da oltre 10 anni una situazione di mercato stabile con società ed imprenditori facilmente individuabili, sia pubblici che privati, che hanno dato garanzia di affidabilità sia per il servizio reso che per le azioni poste in essere per garantire la salvaguardia dell’ambiente”.

Ma chi sono gli attori “affidabili” del comitato d’affari dei rifiuti nella Regione Lazio?

Il primo attore è il signor Cerroni, che gestisce le discariche del Lazio: la discarica di Malagrotta, la discarica di Albano e la discarica di Bracciano. Dal monopolio delle discariche a Roma e nel Lazio, il signor Cerroni passa anche agli inceneritori (Malagrotta, Albano) che gli vengono autorizzati senza alcuna gara di appalto: nel Lazio non esistono regole e leggi, si fa tutto rigorosamente a trattativa privata (come le foto del signor Marrazzo).

Cerroni garanzia per l’ambiente, come assicurava Marrazzo?

La Repubblica Italiana verrà sanzionata dalla Comunità Europea per la disastrosa gestione della discarica di Malagrotta.

Grazie al signor Cerroni, l’Italia pagherà una sanzione da un milione di euro al giorno, come ha specificato nei giorni scorsi il Ministro Clini.

Un altro importante attore nel business dei rifiuti è stato il Consorzio GAIA di Colleferro, un consorzio pubblico formato da 48 comuni dei Castelli Romani e della Provincia di Frosinone.

Per inseguire il sogno degli inceneritori, il Consorzio GAIA si è indebitato per circa 300 milioni di euro e, solo nel 2005, ha presentato una perdita di 122 milioni di euro. La corsa “insensata” agli inceneritori e ai CIP6 ha di fatto provocato un vero, gigantesco disastro economico.
GAIA garanzia di affidabilità e difensore dell’ambiente, come assicurava Marrazzo?
I reati contestati a GAIA: vanno dall’associazione a delinquere a frode al gestore dell’energia per 43,5 milioni di euro, da trasporto illecito di rifiuti a accesso abusivo a sistemi informatici, da violazione dei valori limite delle emissioni in atmosfera e prescrizione delle autorizzazioni a favoreggiamento personale e vessazioni su dipendenti.

Per le gravi irregolarità verificatesi nell’inceneritore di Colleferro sono state arrestate 13 persone, tra cui alcuni dirigenti dell’AMA.

La società pubblica GAIA, fiore all’occhiello di 48 Sindaci del Lazio, è riuscita a farsi incriminare per ipotesi di truffa, frode e corruzione, emissione di fatture false, truffa ai danni dello stato e bancarotta fraudolenta.

In particolare, la storia della truffa di 30 milioni di euro per la discarica inesistente di Colleferro, con tanto di esibizione di fatture false dei lavori eseguiti e di dichiarazioni bollate che era costruita a regola d’arte, fa impallidire anche Totò con la famosa vendita della Fontana di Trevi.

La fallimentare gestione del consorzio GAIA avrebbe già prodotto danni all’erario per oltre 200 milioni di euro, così come stabilito dai giudici della Corte dei conti che oggi perseguono l’ex amministratore del Gaia e numerosi altri ex dirigenti ritenuti responsabili del crack finanziario.
Per ripianare i debiti del consorzio GAIA, che è in amministrazione straordinaria dall’agosto del 2007, la Regione Lazio ha costituito nel 2011 la nuova società Lazio Ambiente Spa.

Per accollarsi le perdite accumulate per centinaia di milioni di euro e debiti per oltre 300 milioni di euro, la società Lazio Ambiente Spa ha incredibilmente offerto 14,1 milioni di euro al consorzio GAIA per subentrare nella gestione dell’inceneritore Colleferro 1 (posseduto al 100% da Gaia attraverso la società Mobilservice Srl) e altri 2,7 milioni di euro per l’acquisizione del 60% dell’impianto di trattamento di recupero energetico alimentato a Cdr e denominato Colleferro 2 (posseduto attraverso la società E.P. Sistemi Spa, il restante 40% appartiene all’Ama Spa di Roma).

In sintesi, la Regione Lazio dilapiderà altri 17 milioni di euro nel brutto affare dell’inceneritore di Colleferro.

Avete mai visto una società che, per accollarsi perdite per centinaia di milioni di euro e debiti per oltre 300 milioni di euro, è disposta a buttare altri 17 milioni di euro?

Tutto è possibile nella Regione Lazio dei Marrazzo, dei Fiorito, dei Maruccio, dei Cerroni e dei Di Carlo.

E quanti soldi riusciranno a dilapidare Zingaretti, Alemanno, Cerroni, AMA e ACEA con l’inceneritore di Albano, l’inceneritore più grande del mondo?

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