mercoledì 11 settembre 2013

Mancata differenziata alla Corte dei Conti

Dal giornale “Il Caffè dei Castelli Romani”
RIFIUTI: Esposto alla Procura regionale: amministratori e dirigenti comunali di Albano rischiano di dover pagare i danni

La mancata raccolta differenziata ai Castelli Romani arriva sul tavolo della Corte dei Conti. In Comune ci hanno dormito sopra? Ora paghino i danni, come è successo recentemente in Liguria.


Questa la sostanza dell’articolato esposto inviato al Procuratore regionale della magistratura contabile del Lazio, dottor Angelo Raffaele De Dominicis. Il documento, firmato dal blogger e storico leader del Comitato “Sotto terra il treno” di Pavona, Danilo Ballanti, chiede di accertare “eventuali responsabilità erariali ovvero l’illegittimità di atti amministrativi nelle modalità di esecuzione della raccolta differenziata da parte degli amministratori e dei dirigenti  del Comune di Albano Laziale”.

Oltre alla normativa nazionale ed europea la “denuncia” si rifà alla recente, epocale sentenza della Corte dei Conti di Genova. Questa ha condannato a pagare 183mila euro di danno erariale, cioè i maggiori costi per lo smaltimento dei rifiuti in discarica, Sindaci e Assessori, attuali e passati, e il Responsabile del Servizio Ambiente del Comune di Recco proprio per il mancato raggiungimento delle percentuali di raccolta differenziata previste dalla legge.

Già entro la primavera del 1999 la differenziata avrebbe dovuto raggiungere il 15%. Percentuale che progressivamente avrebbe dovuto raggiungere il 65% entro dicembre scorso. Obiettivi mai centrati ad Albano, dove la raccolta “porta a porta” è partita a fine giugno 2013 in soli 3 quartieri (Villa Ferraioli, Miramare e Musicisti) per 9.500 abitanti su circa 41mila.
“Ogni comitato e ogni cittadino può riprendere per denunciare di danno erariale i propri inefficienti amministratori e dirigenti comunali per i bassi risultati nella raccolta differenziata”, si legge su internet sul blog sotto-terra-il-treno.blogspot.it.
Nei soli ultimi tre anni, il mancato riciclaggio dei rifiuti ha comportato nel Lazio la perdita di circa 808 milioni di euro. Danni per i quali Sindaci, assessori, capi e capetti comunali ora rischiano, quasi dappertutto, di dover risarcire cifre consistenti.

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