venerdì 27 dicembre 2013

PASSARE DALLE PAROLE AI FATTI


Dopo Albano anche a Colleferro i comitati denunciano gli amministratori alla Corte dei Conti per la mancata raccolta differenziata

 

Mentre a Roma il Sindaco Marino sta sperimentando nuove tecniche per la raccolta differenziata dei rifiuti, la Rete per la Tutela della Valle del Sacco e il Comitato Residenti Colleferro hanno presentato in data 21 dicembre 2013 un esposto-denuncia alla Corte dei Conti della Regione Lazio contro l’Amministrazione comunale di Colleferro per il mancato raggiungimento delle percentuali di raccolta differenziata (RD) fissate dalla Legge n. 152/2006.

“Un atto dovuto” afferma Alberto Valleriani,  “un obbligo di legge” aggiunge Ina Camilli, rappresentanti rispettivamente dell’Associazione e del Comitato, “che deve essere osservato, mentre anche questa volta, proprio come per tutte le varie sollecitazioni che abbiamo presentato insieme ad altri gruppi associativi dell’area comunale, non hanno mai avuto un seguito”.

“In questi anni abbiamo sempre chiesto il rispetto della legge e messo in pratica tutto ciò che per noi era possibile, senza mai avere avuto un riscontro positivo dall’Amministrazione del nostro Comune. Se andiamo a verificare le percentuali di RD nel Comune di Colleferro dal 2006, anno di emanazione della Legge n. 152 ad oggi, ci rendiamo conto che l’inefficienza dell’Amministrazione è oggettiva ed evidente”. “ Si passa dal 4,9% del 2006 all’ 11,25% del 2009, fino al 16,53% del 2011 per scendere al 15,25% del 2012”, quando la soglia fissata dall’art. 24 della citata legge è del 65% entro il 2012. Praticamente vi è stato il totale disinteresse negli ultimi anni ad applicare quanto stabilito da una Legge vigente, emanata in ottemperanza alle Direttive Europee.

Il comportamento omissivo dell’Amministrazione, ovvero il colpevole ritardo nell’applicazione della legislazione si traduce in una violazione contabile sanzionabile come danno erariale per l’ente comunale, e quindi per i cittadini contribuenti, a causa del mancato raggiungimento della quota prevista dalla normativa in materia di raccolta differenziata, a partire dal 2006.

Questo è quanto ha stabilito la Sentenza n. 83 del 27/05/2013, emessa dalla Corte dei Conti, Sezione giurisdizionale della Liguria, in merito alla analoga situazione del Comune di Recco.

In conclusione, a carico degli Amministratori comunali e dei dirigenti del servizio Ambiente si configura un comportamento di sostanziale inerzia riguardo a legittime e doverose attività volte al miglioramento ed al costante monitoraggio del livello qualitativo e quantitativo del servizio di raccolta differenziata; tale comportamento denota inescusabile negligenza e grave trascuratezza nella cura dell’interesse pubblico, che avrebbe dovuto essere, invece, tutelato attraverso il doveroso e diligente svolgimento delle funzioni istituzionali e degli obblighi di servizio loro attribuiti. Tutto ciò evidenzia la sussistenza di quell’elemento soggettivo indispensabile per l’affermazione della responsabilità amministrativo-contabile individuale e personale, riconosciuta dalla citata Sentenza di Recco.

Nonostante il collegato ambientale alla Legge di Stabilità per il 2014 intenda tutelare l’inefficienza di Amministrazioni come la nostra, prevedendo una proroga, noi abbiamo il dovere, affermano i ricorrenti, di presentare l’esposto alla Corte dei Conti per la violazione di un adempimento inderogabile, posto a tutela dell’interesse generale, per il grave pregiudizio creato alla finanza locale, per i maggiori oneri a carico dei contribuenti, per i danni alla salute pubblica e all’ambiente.

La proroga non basterà a salvare quegli Amministratori e Amministrativi comunali che al 31 dicembre 2014 non hanno raggiunto la soglia del 35% di raccolta differenziata, come nel caso della nostra Giunta Comunale che si ferma molto al di sotto e per questo farà si che venga applicata una maggiorazione del 20% del relativo tributo di conferimento in discarica, che va a gravare sulle finanze comunali, cioè sui cittadini e di conseguenza sulla possibile erogazione di servizi di welfare.

“Alle associazioni, ai comitati e ai cittadini”, conclude Valleriani, “spetta avviare un processo virtuoso di rispetto del diritto, anche quando una Legge Nazionale va in soccorso dei Comuni”, “perché è il cittadino che chiede”, commenta Camilli, “l’accertamento di eventuali profili di illegittimità nei comportamenti dei nostri Amministratori e dirigenti comunali in termini di responsabilità erariale.”

1 commento:

Anonimo ha detto...

Messo qui http://www.amicoqua.org/?p=13213
Sto mettendo cose che mi sembrano girare poco in questi giorni.
Per fortuna (che meraviglia!) basta aprire i giornali per leggere di Cerroni e company
Ciao
mario