lunedì 5 luglio 2010

Chi pagherà le follie del signor Cerroni?

Il giorno 15 giungo 2010 la Commissione Parlamentare sulle attività illecite nella gestione dei rifiuti ha invitato in audizione il signor Cerroni.

Il signor Cerroni ha riportato, alla Commissione parlamentare, una notizia importantissima e riservatissima: “Io dico che ho una sorella che cucina bene le fettuccine: se non le do la farina doppio zero e le uova buone, ma il mais, lei non può prepararmele. Questo è il punto. È tutto qui”.

Va sottolineato che, terminata l’audizione, la Commissione parlamentare ha sentitamente ringraziato il signor Cerroni.

Oltre alle fettuccine della sorella, il signor Cerroni ha deliziato la Commissione con gli spaghetti (“quando facevamo tutto noi, si mangiavano spaghetti la mattina sulle strade di Roma”).

Abbiamo poi potuto ammirare le competenze tecniche del signor Cerroni, competenze che gli permettono di eludere qualsiasi gara di appalto e di andare direttamente a trattativa rigorosamente privata.

Di seguito riportiamo il Cerroni pensiero sugli inceneritori; “Ma non dimenticate che avevamo dodici inceneritori del tal quale a Rocca Cencia e a Ponte Malnome. Quando allora c'era la scafatura, da febbraio ad aprile, cioè quando i piselli e le fave le donne li facevano in casa, noi, per far funzionare i forni, dovevamo dare olio combustibile, petrolio, perché il potere calorifico di quei rifiuti non consentiva la combustione”.

Chiusa la lezione culinaria su fettuccine, spaghetti, fave e piselli, la Commissione parlamentare si è interrogata sulla mancanza di CDR nel Lazio e sulla effettiva necessità di tanti inceneritori (Colleferro, San Vittore, Malagrotta ed Albano).

Il signor CERRONI ha così risposto: “Quando il cerchio sarà chiuso e, probabilmente, si farà la raccolta differenziata, non al 50/60 per cento, come dicono, ma solo al 35 per cento, noi dovremo importare i rifiuti, perché non ce li abbiamo”.

E se manca il CDR, cosa ci faremo dell’inceneritore di Albano?

Il signor CERRONI ha così risposto: “Funzionerebbe anche con il rifiuto talquale, che però non produce energia, e si dovrà cambiare l'autorizzazione”.

Questo si ripercuoterà sul costo dei rifiuti ai cittadini?

Il signor CERRONI ha così risposto: “Con l'incenerimento tal quale, i costi sono da 200 a 300 euro, mettiamocelo bene in testa tutti”.

Il tutto è semplicemente folle: per far funzionare 12 linee di inceneritori, la regione Lazio dovrà importare rifiuti dalle altre regioni e, forse, anche dall’estero !!!

Le follie del signor Cerroni e del suo immenso impero, garantito dall’assoluto monopolio e da una classe politica completamente asservita, ci costano già oggi molto care: dal rapporto ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) risulta che il Lazio ha i costi e le tariffe più alte d’Italia (163 euro è il costo totale per abitante), di gran lunga superiore alle altre regioni (Campania 127 euro, Veneto 109 euro, Lombardia 100 euro, Friuli 94 euro).

Considerato che nel Lazio già manca il CDR da bruciare, gli inceneritori dovranno bruciare il tal quale e i costi esploderanno a 300 euro, mettiamocelo bene in testa tutti !!!

Chi pagherà le follie del signor Cerroni?

Sulla base del federalismo fiscale saranno i cittadini del Lazio a pagare a piè di lista le spese folli del signor Cerroni e della banda dei Cerroni Boys (Marrazzo, Alemanno, ACEA, AMA, Di Carlo, Robilotta, Mattei, Zaratti, ecc.).

Il Ministro Tremonti ha iniziato la Relazione del Governo alle Camere sul Federalismo Fiscale con il seguente pensiero: “come e perché l’albero della finanza pubblica è diventato un albero storto”.

Nella Regione Lazio, purtroppo, non c’è più alcun albero della finanza pubblica, ci sono solo le “idrovore” e la fallimentare gestione della sanità e dei rifiuti nel Lazio sono solo la punta di un iceberg.

Leggi tutto il testo dell'audizione.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Come al solito. I cittadini sono sempre quelli che devono pagare, per tutto.
Ciao,
Paolo

Anonimo ha detto...

Se non mi facessero così ridere le stronzate del Cerroni, ci sarebbe da piangere.

Mari