lunedì 25 ottobre 2010

Riuscirà il TAR a fermare il comitato d’affari degli inceneritori?

Il 23 ottobre 5.000 persone hanno partecipato al corteo contro l’inceneritore di Albano.

Una gigantesca manifestazione, mai vista ai Castelli Romani.

Un’intifada come a Napoli?

No, sembrava più la prima marcia non-violenta dei tartassati, dei cittadini laziali che pagano le imposte più alte d’Italia e forse del mondo per smaltire i rifiuti.

Vediamo di fare il punto della situazione della gravissima situazione del Lazio in vista degli importantissimi eventi della prossima settimana.

Il 27 ottobre 2010 si riunisce il TAR del Lazio per discutere i ricorsi presentati contro l’inceneritore di Albano.

A supporto di Cerroni scende in campo, sempre il 27 ottobre 2010, il PD di Roma, che punta ad intimidire il TAR del Lazio con un ridicolo convengo dal titolo minaccioso: «Attuare subito il Piano rifiuti per evitare l'emergenza a Roma».

Per chiudere degnamente la settimana, Alemanno e Polverini si stanno preparando a dare l’ennesima proroga alla discarica di Malagrotta e ad annunciare 4, 5, 9, 1.000 inceneritori nel Lazio.

Proviamo a fare il punto della gestione dei rifiuti nel Lazio, come promemoria per il TAR.

Il 29 ottobre 2008 Marrazzo ,in coppia con il suo assessore Di Carlo, affermava alla Commissione Ambiente della Regione Lazio: “Il Lazio presenta da oltre 10 anni una situazione di mercato stabile con società ed imprenditori facilmente individuabili, sia pubblici che privati, che hanno dato garanzia di affidabilità sia per il servizio reso che per le azioni poste in essere per garantire la salvaguardia dell’ambiente”.

Ma chi sono gli attori “affidabili” del comitato d’affari dei rifiuti nel Lazio?

Il primo attore è il signor Cerroni, che gestisce le discariche del Lazio: la discarica di Malagrotta, la discarica di Albano e la discarica di Bracciano. Dal monopolio delle discariche a Roma e nel Lazio, il signor Cerroni passa anche agli inceneritori (Malagrotta, Albano) che gli vengono autorizzati senza alcuna gara di appalto: nel Lazio non esistono regole e leggi, si fa tutto rigorosamente a trattativa privata (come le foto del signor Marrazzo).

Cerroni garanzia per l’ambiente, come assicurava Marrazzo?

Il responsabile della discarica di Malagrotta è stato condannato ad un anno di carcere per aver smaltito in discarica rifiuti pericolosi come i fanghi di depurazione provenienti dall’ACEA; l’inceneritore di Malagrotta è stato sequestrato dalla magistratura proprio il giorno della sua inaugurazione.

Un altro importante attore nel business dei rifiuti è il Consorzio GAIA di Colleferro, un consorzio pubblico formato da 48 comuni dei Castelli Romani e della Provincia di Frosinone.

Per inseguire il sogno degli inceneritori, il Consorzio GAIA si è indebitato per circa 300 milioni di euro e, solo nel 2005, ha presentato una perdita di 122 milioni di euro.La corsa “insensata” agli inceneritori e ai CIP6 ha di fatto provocato un vero, gigantesco disastro economico.

GAIA garanzia di affidabilità e difensore dell’ambiente, come assicurava Marrazzo?

I reati contestati a GAIA: vanno dall’associazione a delinquere a frode al gestore dell’energia per 43,5 milioni di euro, da trasporto illecito di rifiuti a accesso abusivo a sistemi informatici, da violazione dei valori limite delle emissioni in atmosfera e prescrizione delle autorizzazioni a favoreggiamento personale e vessazioni su dipendenti.

Per le gravi irregolarità verificatesi nell’inceneritore di Colleferro sono state arrestate 13 persone, tra cui alcuni dirigenti dell’AMA.

La società pubblica GAIA, fiore all’occhiello di 48 Sindaci del Lazio, è riuscita a farsi incriminare per ipotesi di truffa, frode e corruzione, emissione di fatture false, truffa ai danni dello stato e bancarotta fraudolenta.

In particolare, la storia della truffa di 30 milioni di euro per la discarica inesistente di Colleferro, con tanto di esibizione di fatture false dei lavori eseguiti e di dichiarazioni bollate che era costruita a regola d’arte, fa impallidire anche Totò con la famosa vendita della Fontana di Trevi.

Questi personaggi (il signor Cerroni, il Consorzio GAIA, ACEA, AMA) sono ormai diventati un costo insostenibile per i cittadini onesti della Regione Lazio.

Nella Regione Lazio, le tariffe dei rifiuti sono ormai le più alte d’Italia e forse del mondo!!!

La pessima e costosissima gestione dei rifiuti nel Lazio si abbina alla pessima e costosissima gestione della sanità.

Pagheremo caro!!! Pagheremo tutto!!!

Questo enorme spreco di risorse pubbliche sarà finanziato con più tasse e il pedaggio sul raccordo Anulare è solo l’inizio!!!

In questo contesto, il presidente dell’AMA Panzirotti ha dichiarato negli ultimi giorni che l’AMA, dopo aver ricapitalizzato per ripianare i debiti, ha chiesto 700 milioni di prestito alle banche per fare subito ulteriore debito (che pagheremo nel 2021).

Con il nuovo debito l’AMA intende costruire l’inceneritore di Albano (senza gara e sui terreni del signor Cerroni) e comprare il fallimentare Consorzio GAIA (in perdita per centinaia di milioni di euro dopo aver costruito un inceneritore a Colleferro).
Il presidente dell’AMA ha però evidenziato alla stampa che “Gli impianti vanno ammodernati, tutto funziona a singhiozzo”. Già, l’impianto di incenerimento di Colleferro, appena costruito, deve essere già ammodernato. Si, gli inceneritori vanno ammodernati: per l’inceneritore di Brescia la spesa prevista è di circa 100 milioni di euro e il Comune di Brescia ha pensato bene di vendere il tutto all’A2A di Milano (furbi questi padani !!!).
Per completare il quadro dei rifiuti di Roma e del Lazio rimane la questione di Malagrotta.
In merito, va ricordata la dichiarazione rilasciata in data 12 agosto 2008 da Paolo Togni, Capo del Dipartimento Ambiente del Comune di Roma: “La discarica di Malagrotta verrà innalzata di altri 10 metri e sarà in funzione per altri 15 anni”.
Per chiudere il quadro della gestione del business dei rifiuti nel Lazio va evidenziato che Paolo Togni è stato indagato nell’inchiesta di Woodcock in merito alla nuova P2, oggi un “comitato d’affari” dedito a succhiare soldi e influenzare la pubblica amministrazione, elargendo tangenti, investendo nei porti delle più grandi città di mare, nell'acqua, nel gas, puntando a piazzare impianti nell'industria energetica (i mitici inceneritori).
Questo è il quadro della gestione dei rifiuti nel Lazio.
Riuscirà il TAR del Lazio a fermare il “comitato d’affari” degli inceneritori?


Nessun commento: