mercoledì 12 novembre 2008

L'11 novembre dei Cerroni Boys

SEQUESTRATO L’INCENERITORE DI MALAGROTTA,
CONDANNATA LA CERRONI spa PER LA DISCARICA DI MALAGROTTA,
OPERAZIONE DELLA GUARDIA DI FINANZA SULL’INCENERITORE DI COLLEFERRO


Tutto è iniziato il 29 ottobre 2008.

Il presidente dei Cerroni Boys, Marrazzo, si è presentato alla Commissione Consiliare Ambiente della Regione Lazio per illustrare la “Relazione sullo stato di attuazione degli interventi e azioni richiamate nel decreto commissariale n. 24 del 24 giugno 2008”.

Una relazione veramente istruttiva, curata nei minimi dettagli dall’Assessore Di Carlo, che per Cerroni è come un figlio.

Marrazzo prima ha sottolineato gli importanti risultati raggiunti:

“Allo stato attuale l’esposizione debitoria dei comuni nei confronti dei gestori, sia pubblici che privati, sta assumendo dimensioni rilevanti, quantificabili in circa 200 milioni di euro e il trend in atto porta a pensare che, a breve, tali cifre subiranno una notevole crescita”

.…poi ha concluso ringraziando Cerroni & co.:

“…il Lazio presenta da oltre 10 anni una situazione di mercato stabile, con società ed imprenditori facilmente individuabili, sia pubblici che privati, che hanno avviato programmi di investimento importanti e che, fino ad ora, hanno dato garanzia sia per il servizio reso che per le azioni poste in essere per garantire la salvaguardia dell’ambiente.”

Appena Marrazzo finiva il suo illuminato intervento, le agenzie di stampa diffondevano le prime verità sulle società e sugli imprenditori che hanno dato così tante garanzie a Marrazzo.

Il comando provinciale della Guardia di Finanza di Roma, su delega della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Velletri, ha eseguito un'attività investigativa nei confronti del gruppo societario riconducibile al consorzio Gaia Spa, la società che gestisce l’inceneritore di Colleferro, finalizzata alla ricostruzione delle cause del dissesto finanziario evidenziato dal bilancio economico chiuso al 31 dicembre 2005 ed al riscontro di eventuali reati.

Come fa sapere la Guardia di Finanza, sulla base delle risultanze delle indagini, condotte dalle fiamme gialle di Colleferro, l'autorità giudiziaria di Velletri ha emesso avvisi di informazione di garanzia nei confronti di 24 persone per ipotesi di reato tra le quali spiccano quelle di peculato, truffa aggravata, corruzione e bancarotta fraudolenta.

Contestualmente, i militari della Guardia di Finanza hanno proceduto al sequestro di 38 immobili - tra i quali vi sono anche abitazioni di pregio - e delle disponibilità finanziarie nei confronti di 9 persone, sino al valore di 52.300.000 euro. Per tale operazione, denominata ''Cash Cow'', sono stati impiegati, sull'intero territorio nazionale, oltre 250 finanzieri.

Ma dove vive Marrazzo, sulla luna???

Proviamo a rileggere con attenzione la sua relazione:

“…il Lazio presenta da oltre 10 anni una situazione di mercato stabile, con società ed imprenditori facilmente individuabili, sia pubblici che privati, che hanno avviato programmi di investimento importanti e che, fino ad ora, hanno dato garanzia sia per il servizio reso che per le azioni poste in essere per garantire la salvaguardia dell’ambiente.”

A conferma della lucida analisi di Marrazzo, il 3 novembre 2008 il Giudice Francesco Patrone ha condannato per "mala gestio" il responsabile della discarica di Malagrotta, Francesco Rando, alla sanzione di anni uno di arresto.

Il processo doveva stabilire se era corretto smaltire in discarica rifiuti pericolosi, in particolare il percolato (il risultato della liscivazione e putrefazione dei rifiuti) ed i fanghi di depurazione provenienti dall'ACEA.

Questa è la terza condanna penale subita da Cerroni & co.

Ma i guai per i Cerroni Boys non finiscono qui.

L’11 novembre 2008, mentre Marrazzo e Di Carlo stavano già preparando i discorsi per l’inaugurazione dell’inceneritore di Malagrotta, è arrivata l’incredibile notizia.

I Carabinieri del Noe, Nucleo Operativo Ecologico, su ordine della Procura di Roma, hanno proceduto al sequestro preventivo dell'inceneritore di Malagrotta disposto dal gip di Roma.

L'inceneritore è risultato privo della indispensabile 'Certificazione di Prevenzione Incendi', non rispondendo, nel contempo, ad altri requisiti di legge.

Le inadempienze sono state riferite dai carabinieri al Procuratore della Repubblica di Roma e ai titolari del procedimento penale che hanno chiesto in via d'urgenza al gip il sequestro preventivo dell'impianto.

Il gip ha ritenuto che è ''…indubbio ed estremamente inquietante il 'periculum in mora' desumibile dalla natura dell'attività svolta nell'impianto di gassificazione, dai materiali utilizzati per il processo di combustione e dalla presenza nelle immediate vicinanze di siti pericolosi in particolare una raffineria e un deposito di Gpl.

Sussiste, infatti - continua il gip - fondato pericolo che la prosecuzione dell'attuale esercizio dell'impianto e la libera disponibilità di cose pertinenti al reato possa agevolare o protrarre le conseguenze del reato, ovvero - conclude il gip - agevolare la commissione di altri reati, trattandosi di esercizio di impianto in totale carenza dei requisiti di legge''.

Per Manlio Cerroni e Francesco Rando, indagati nell'inchiesta, il procuratore aggiunto Achille Toro e il pubblico ministero Simona Maisto hanno ipotizzato la violazione del decreto legislativo in materia di tutela della salute e della sicurezza pubblica nei luoghi di lavoro.

In particolare, la violazione riguarda l'art. 46 del decreto il quale stabilisce che nei luoghi di lavoro soggetti alle previsioni di questa normativa devono essere adottate misure per prevenire gli incendi e per tutelare l'incolumità dei lavoratori.

Giorni terribili per i Cerroni Boys.

Ma cosa succederà nei prossimi giorni?

I rappresentanti del Wwf hanno chiesto in una conferenza stampa al presidente Marrazzo “chiarezza, trasparenza e assunzione di responsabilità per una nuova pagina della gestione dei rifiuti del Lazio”.

Chiarezza, trasparenza e assunzione di responsabilità?

La scandalosa vicenda dell’inceneritore di Albano è la dimostrazione della ‘mala gestio’ di Marrazzo & co.

Chiarezza? Politici che di giorno dicono di “NO” e di notte dicono di “SI”.

Trasparenza? Atti secretati e chiusi nelle casseforti.

Assunzione di responsabilità? Due valutazioni di impatto ambientale negative cestinate e riscritte illegalmente ad uso e consumo dei “soliti noti”.

Sarà bene che la Magistratura e la Corte dei Conti comincino ad indagare anche sulle illegalità connesse all’iter autorizzativo dell’impianto di Albano, un regalo ai “soliti noti”.

Di fronte a questo inquietante scenario, le forze politiche, i consiglieri regionali, i Sindaci, la stampa, i giornali, le televisioni, le forze sociali e culturali della città di Roma e della Regione Lazio non possono più rimanere in ossequioso silenzio.

Le popolazioni devono riprendere in mano la gestione del proprio territorio, dell’ambiente in cui vivono e del proprio futuro.

2 commenti:

Unknown ha detto...

ciao
molto chiare ed istruttive le notizie su Malagrotta, Colleferro, Albano etc. Stasera ho visto una parte di Report (non tutto, ho dovuto mettere a letto la bambina), trovando poi sul vostro blog in pratica gli stessi argomenti. Quello che mi secca parecchio è la sostanziale complicità, in Regione, di tutte le forze politiche al governo. Complimenti e grazie per il vostro lavoro che citerò nel blog www.amicoqua.org

No Inceneritori ha detto...

Rifiuti e pajata: guardate la istruttiva puntata di Report sull'oro dei rifiuti a Roma.
Andate/andiamo avanti: forse cambiare è possibile!

http://inceneritori-no-grazie.blogspot.com/2008/11/report-roma-e-nel-lazio-rifiuti-e.html