giovedì 11 settembre 2008

Il signor Cerroni svela il suo sogno: spargere le scorie sulle strade della Capitale

Il signor Cerroni è costretto ad uscire dall’ombra e a scendere in campo direttamente per difendere i propri interessi.

Negli ultimi mesi, infatti, i Cerroni Boys hanno fatto dei veri e propri disastri in termini di comunicazione:
  • Marrazzo (il Presidente della Regione Lazio) ha confessato di andarlo a trovare di nascosto e “a fari spenti”;
  • Mattei (il Sindaco di Albano) di notte dice di si, mentre di giorno dice di no;
  • Robilotta (il fedelissimo Consigliere Regionale), sull’orlo di una crisi di nervi, ha attaccato la stampa locale;
  • Togni (il Capo del Dipartimento Ambiente del Comune di Roma) ha rivelato ai comitati locali che la discarica di Malagrotta verrà innalzata di altri 10 metri e sarà in funzione per ulteriori 15 anni.

I politici di oggi non sono più come quelli di una volta e il signor Cerroni è stato, quindi, costretto a rilasciare un’intervista, addirittura “in esclusiva”, a “Il Sole 24 Ore” del 10 settembre 2008; come imprenditore della monnezza e degli inceneritori (vedi l’articolo La miniera d’oro dei rifiuti di Cerroni batte la Bulgari SPA) non poteva che scegliere il giornale della Mercegaglia.

Nell’intervista il signor Cerroni confessa che “i gassificatori (ossia i termovalorizzatori di ultima generazione) sono il business più recente” (ndr: il signor Cerroni incasserà dallo stato italiano 150 milioni di euro per l’inceneritore di Malagrotta e 400 milioni di euro per l’inceneritore di Albano).

L’ultima generazione di inceneritori del signor Cerroni è talmente sicura che Luciano Piacenti, direttore dell'area "Ambiente ed energia" dell'Acea, possibile partner del signor Cerroni per il pericoloso impianto di Albano, in un’intervista rilasciata a “La Repubblica” pochi mesi fa dichiarava che gli inceneritori «sono soggetti anche a fermi non programmabili, come rotture delle linee per eventi fortuiti».

In effetti, anche il gassificatore di Karlsruhe in Germania, stessa tecnologia di quello di Malagrotta e di quello proposto per Albano, ha avuto gravi problemi operativi, quali:

  • superamento delle emissioni ammissibili di acido cloridrico, polveri, ossidi di azoto e carbone organico totale;
  • perdita di gas tossico,
  • un’esplosione,
  • rotture del refrattario della camera di combustione;
  • perdite di acque contaminate.

Nell’intervista, il signor Cerroni svela il suo sogno: spargere le scorie dell’inceneritore, considerate da tutti rifiuti tossici e nocivi, sulle strade della Capitale e della Regione, come “sottofondo stradale”.

In questo modo tutti i cittadini di Roma e del Lazio potranno godere dei benefici, in termini di salute, derivanti dall’inceneritore di Malagrotta.

Sull’anomala gestione dei rifiuti nel Lazio sta anche indagando la Corte dei Conti che, nella relazione “La gestione dell’emergenza rifiuti effettuata dai Commissari straordinari del Governo”, con riferimento all’inceneritore di Malagrotta riporta la seguente denuncia:
«Suscita notevoli perplessità e preoccupazione, per la palese violazione delle direttive comunitarie e nazionali sulla concorrenza, che “per l’impianto di gassificazione di Malagrotta sarebbero intervenuti atti amministrativi di assegnazione dei lavori di costruzione e di esercizio nell’ambito di una non meglio chiarita procedura di affidamento diretto(Nota del Dipartimento della protezione civile DPC/CG 61223 del 30/11/2006. Lo stesso Dipartimento afferma di non aver mai ricevuto risposta da parte del Commissario delegato sulla vicenda, nonostante i ripetuti solleciti)».

Sempre la Corte dei Conti ci spiega cosa ha significato la finta emergenza e la gestione straordinaria nel Lazio: «risulta evidente che l’emergenza è stata disposta unicamente allo scopo di determinare la sospensione dell’applicazione delle normative di settore, limitare gli obblighi di concertazione ed il principio di ripartizione delle competenze».

In definitiva, in questi anni nella Regione Lazio si è determinata una vera e propria sospensione delle regole democratiche e una palese e continua violazione delle norme nazionali e comunitarie.

Questa è la situazione indecente in cui il signor Cerroni ha potuto costruire il suo monopolio sulla gestione dei rifiuti nel Lazio.

L’unica cosa che il signor Cerroni non riesce a comprare è il consenso delle popolazioni, nonostante l’imponente e la martellante campagna comunicativa.

In particolare, il signor Cerroni non aveva previsto la forte e massiccia opposizione delle popolazioni dei Castelli Romani all’impianto di Albano.

La battaglia continuerà anche nei prossimi mesi.

Per difendere il nostro territorio, l’ambiente e la salute dei cittadini,
per combattere le situazione di illegalità e di sospensione delle regole democratiche
il coordinamento contro l’inceneritore di Albano ha convocato
un’ASSEMBLEA GENERALE per sabato 13 settembre 2008 alle ore 17,30 presso la sala del Consiglio Comunale di Albano e … preparatevi per la grande manifestazione del mese di ottobre ad Albano.

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