domenica 6 aprile 2008

I NUOVI VANDALI

Cerroni, Ama, Acea, Veltroni, Marrazzo, Mattei
vogliono costruire l’inceneritore più grande del mondo
nei luoghi della Latinità descritti da Virgilio:
l’antica Albunea e il Crocevia delle Fate

Vandalo è chi distrugge l’antico. Ma non solo. Vandalo è chi distrugge l’antico perché la città assuma una fisionomia più consona a interessi privati e non pubblici, perché il suo territorio venga spremuto al pari di una risorsa dalla quale ricavare più reddito possibile per turpe avidità di denaro, per ignoranza, volgarità d’animo o semplice bestialità: stiamo dando spettacolo al mondo”.
Antonio Cederna

La scoperta dei luoghi virginiani, nell’area metropolitana di Roma, coincide con una ciclica espansione della “città eterna” nella campagna: l’espansione edilizia della Capitale nel territorio latino continua a saldarsi con quella altrettanto disordinata e speculativa dei piccoli comuni vicini. Le trasformazioni del territorio, che coinvolgono milioni di persone inconsapevoli, stanno avvenendo senza una visione d’insieme del Lazio virginiano come se nella periferia a sud ovest di Roma ci fosse soltanto uno spazio vuoto da riempire di cemento con il “modello romano” dei “saldamenti”.
(…) Il nuovo piano regolatore di Roma prevede, in particolare, il passaggio a sud ovest in direzione del mare, fuori dal Grande Raccordo Anulare, con una colossale espansione edilizia tra la via Cristoforo Colombo (Ostia-Acilia) e la via Ardeatina (Santa Palomba) per saldarsi con quella esistente, abusiva e legale prevista dai comuni limitrofi come Pomezia, Ardea.
Questa espansione edilizia avviene come se intorno alla Capitale ci fosse il vuoto anche perché non esiste alcun piano territoriale di coordinamento della Provincia di Roma che dovrebbe tutelare, con una logica d’insieme sistematica ed integrata, le diversità locali, gli interessi vitali ed i bisogni collettivi della popolazione che vive nei comuni e nei municipi dell’area metropolitana corrispondente al Lazio virginiano.
(…) Il disastro è successo, e continuerà, perché si è incapaci di comprendere il valore incommensurabile dell’Agro romano che, tra l’altro, è la più importante riserva archeologica d’Italia, forse del mondo, il nucleo originario dell’identità latina e romana. Roma è la campagna romana: simul stabunt simul cadent.
A nessuna persona di buona cultura, con la mente non offuscata da interessi fondiari, verrebbe in mente di costruire nella valle dei Templi di Agrigento o nella fascia di rispetto intorno alla città di Paestum.
Sono pochissimi, invece, quelli che cercano di opporsi alla concezione della campagna romana come terra persa, buona a tutti gli usi
.”
Vezio De Lucia

Nessun commento: