martedì 20 novembre 2012

Comincia a crollare il sistema Cerroni


Albano, inchiesta rifiuti: si dimette Rando, l'amministratore unico di Pontina Ambiente
Francesco Rando, amministratore unico di Pontina Ambiente, si dimette per effetto dell'inchiesta per associazione a delinquere al traffico illecito di rifiuti che coinvolge la discarica di Albano


L'inchiesta per associazione a delinquere al traffico illecito di rifiuti nel Lazio, che è partita da Albano e dalla discarica di Roncigliano, vede una prima vittoria: Francesco Rando, amministratore unico di Pontina ambiente che gestisce la discarica di Albano ha rassegnato in serata le dimissioni.

martedì 6 novembre 2012

Le falsità e le pietose bugie di Acea e dei Sindaci: ai Castelli Romani è allarme per il rischio arsenico

Relazione tecnica sull'arsenico nelle acque distribuite da ACEA-ATO2 in zona Castelli Romani

LAVORO predisposto dal coordinamento Contro l’inceneritore di Albano


Acea aveva dichiarato per Albano, Ariccia, Castel Gandolfo e Velletri il rientro nei limiti della normativa (D.L. 31/2001) entro settembre 2011, per Genzano il 30 giugno 2011, per Lanuvio e Lariano il 31 dicembre 2012.

Per il Comune di Ariccia Acea ha dichiarato l’avvenuta messa in funzione dell’impianto di dearsenizzazione al pozzo di Montegentile (Monte Tondo) e l’allaccio della zona Ginestreto, Fontana di Papa, Campoleone di Ariccia all’acquedotto Acea di Mola Cavona. In effetti il 13 maggio 2011 a via della Moletta l’arsenico (As) era sceso da 12 a 2,7 mg/L. L’analisi del 30 ottobre 2012 (piano di rientro Acea fissato al 30 settembre 2011) nel medesimo punto di prelievo documenta che il valore, anche se di poco, è tornato a superare i 10 mg/L.

domenica 4 novembre 2012

Il triste primato dei Comuni dei Castelli Romani: Arsenico nelle acque potabili e il più alto rischio di mortalità della Provincia di Roma

La catastrofica situazione dei Castelli Romani

I valori dell’arsenico imposti dalla legge sono rimasti disattesi per 10 anni e prima della norma le concentrazioni erano intorno ai 50 microgrammi, dunque è chiaro che per le popolazioni dei Castelli Romani l’esposizione all’arsenico nelle acque non è stata occasionale, ma prolungata e cronica e, dunque, altamente rischiosa.

Le istituzioni e i Sindaci dei Castelli Romani hanno per anni “dolosamente” nascosto la verità ai cittadini.

giovedì 1 novembre 2012

Acqua e Arsenico, crisi senza fine

Acqua all'arsenico, tempo scaduto: rubinetti chiusi in 50 comuni del Lazio 
Anticipazione da IL SALVAGENTE del 1° novembre 2012

Due anni di emergenza non sono bastati. La terza e ultima deroga concessa a molti comuni del Lazio dall'Unione Europea scade il 31 dicembre. Dal nuovo anno i cittadini non potranno più bere l'acqua di rubinetto con valori di arsenico (un cancerogeno) oltre la norma. Dovranno rifornirsi con autobotti o fontanelle filtrate.
Quando si dice un’azione pubblica tempestiva e previdente: a nove anni dall’entrata in vigore della legge (del 2001 ma operativa dal 2003) e a due anni dall’ultimatum lanciato dall’Unione europea (era l’ottobre 2010) l’emergenza arsenico in Italia è tutt’altro che superata. È quello che denuncia il settimanale il Salvagente nel numero in edicola da giovedì 1 novembre, con un’inchiesta dal titolo: “Acqua e Arsenico, crisi senza fine”. E che si sia lontani dalla soluzione, secondo il settimanale dei consumatori, è innegabile almeno in quei comuni, tutti laziali, in cui il livello di questo metallo nell’acqua resta superiore a 10 microgrammi litro, la soglia massima consentita dalla legge e considerata “sicura”.