domenica 13 febbraio 2011

Parte la vendetta del signor Cerroni: traballa il Sindaco di Albano

Una manifestazione mai vista ai Castelli Romani, oltre 5.000 persone hanno protestato contro il sistema Cerroni, il TAR del Lazio ha bocciato l’inceneritore di Albano e la Procura della Repubblica di Velletri sta indagando sugli illeciti nella gestione dei rifiuti nella discarica di Albano.

Troppi affronti per per il signor Cerroni, l’ottavo re di Roma.

Lui che è abituato a calpestare tutte le leggi e tutte le regole (regionali, nazionali e comunitarie), lui che detta legge a tutte le istituzioni (Comune e Provincia di Roma, Regione Lazio), lui non può subire tutti questi affronti.

Il signor Cerroni ha, quindi, ordinato ai suoi boys di sfiduciare il Sindaco di Albano, reo di aver appoggiato i cittadini e i comitati nel ricorso al TAR contro l’inceneritore di Albano.

Si sono, quindi, attivati molti dei Cerroni Boys (Mattei, Ciocchetti, Esposito, Sannibale e tanti altri), che hanno tentato di arrivare alla sfiducia della Giunta di Albano guidata da Nicola Marini.

Il tentativo di sfiducia è per ora fallito: i congiurati non sono riusciti a raccogliere 16 firme (si sono fermati a quota 15), ma iniziano ad arrivare le dimissioni e il ritiro delle deleghe.

Il primo è stato l’assessore al Bilancio ed esponente della Federazione di Centro, Raffaele Esposito, che ha rassegnato di persona le sue dimissioni.

Poi, dopo una riunione di maggioranza, il sindaco Marini ha ritirato la delega al vice-sindaco e assessore all’urbanistica Maurizio Sannibale, esponente dell'UDC, uno dei principali autori della congiura.

L’impressione è che la congiura sia stato solo un primo tentativo, una prova generale di crisi politica.

La vecchia classe politica di Albano è “profondamente” legata al signor Cerroni.

Si narra di rapporti strettissimi con il signor Cerroni, cementati in indimenticabili pranzi (nulla da invidiare alle mitiche cene di Arcore).

Vedremo nei prossimi giorni quali altri personaggi politici di Albano si uniranno ai Cerroni Boys.

domenica 6 febbraio 2011

Insabbiati i risultati degli studi epidemiologici per difendere gli interessi di pochi

Due anni fa, l’8 febbraio 2009 la Regione Lazio iniziava un progetto molto importante: la “Valutazione epidemiologica dello stato di salute della popolazione esposta a processi di raccolta, trasformazione e smaltimento dei rifiuti urbani nella regione Lazio”.

L’8 febbraio 2009 è stato predisposto il “Progetto esecutivo ai sensi della DGR n. 929/08 e Legge finanziaria regionale n.31/2008 art 34”.

Il progetto prevedeva:
• La sintesi delle conoscenze scientifiche sul tema;
• Il censimento dei siti presenti nella regione Lazio;
• La stima delle emissioni relative a ciascun impianto esistente o di futura realizzazione;
L’analisi degli effetti sulla salute della popolazione esposta ad impianti già esistenti;
La Valutazione epidemiologica dello stato di salute dei lavoratori esposti, con lo studio sulla mortalità dei lavoratori che hanno prestato servizio nei diversi impianti della regione;
• La valutazione dello stato di salute ex-ante delle popolazioni interessate dai nuovi insediamenti;
• La progettazione e coordinamento di indagini speciali in situazioni di emergenza;
• La formazione, la comunicazione e la pubblicizzazione dei risultati;
• La realizzazione di un sito Internet dedicato al progetto che costituirà il veicolo fondamentale della comunicazione ai decisori, ai cittadini, ai tecnici, ai media.

Gli attori del progetto:
• La Direzione regionale Energia e Rifiuti, Dipartimento Territorio della Regione Lazio;
• L’ARPA Lazio;
• Il Dipartimento dei Epidemiologia della ASL Roma E.

A due anni, nessun sito Internet è stato aperto, nessuna comunicazione è stata data ai decisori, ai cittadini, ai tecnici, ai media.

Di questo imponente progetto è trapelato solo lo studio epidemiologico sulla discarica di Albano, da cui emerge il clamoroso dato sulla mortalità femminile (+20%) entro un chilometro dalla discarica. Parlare di studio epidemiologico è ridicolo: 20 paginette inviate via fax ai Comuni, nessuna nota metodologica. Ma i dati parlano chiaro: gli effetti sulla popolazione che vive entro un chilometro dalla discarica sono allarmanti.

Perché il progetto è stato insabbiato?

Quali sono le verità che devono essere nascoste per tutelare gli interessi di pochi?

Leggi il Progetto Esecutivo della Regione Lazio.