giovedì 27 gennaio 2011

Discarica, qui le donne muoiono di più


Lo afferma lo studio epidemiologico della Asl sulla discarica di Albano, che ha mappato pure le famiglie di Aprilia, Ardea, Ariccia e Pomezia

20% l’aumento di mortalità tra le donne che vivono entro i mille metri dalla discarica di Albano

Marazzo e Polverini l’hanno fatta ampliare contro il parere della ASL e nonostante gravi irregolarità

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L'acqua all'arsenico: la gente si ribella, class action in vista

Sull’acqua all’arsenico si temporeggia in attesa di nuova deroga, ma la verità è che questo veleno non dovrebbe proprio esserci

L’arsenico è un veleno, ora devono risolvere

LE REAZIONI I cittadini pronti a fare causa ai gestori

La gente si ribella, class action in vista

“Vogliamo promuovere una class action, ossia una causa legale collettiva, per chiedere che sia riconosciuta una assistenza specifica (non un semplice rimborso economico) alle persone che hanno eventualmente subìto danni alla salute, in particolare proprio ammalandosi di Parkinson e Alzheimer, bevendo, senza esserne informati, acqua all'arsenico in tutti questi anni» spiega Danilo Ballanti, residente di Pavona (Albano) e Presidente del Comitato "Sotto terra il treno, non i cittadini", che sta preparando le carte per questa azione legale contro le istituzioni e Acea Ato2.

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sabato 22 gennaio 2011

Risultati allarmanti dello studio epidemiologico sulla discarica di Albano: il rischio di mortalità per le donne è più alto del 20%

Il 29 gennaio 2010 il Dipartimento Territorio della Regione Lazio ha trasmesso alla Provincia di Roma, ai Sindaci di Albano Laziale e di Ardea, al COEMA e all’ARPA, la “Valutazione Epidemiologica dello stato di salute della popolazione residente nelle vicinanze della discarica sita in Albano”.

La discarica è situata a Roncigliano, una località del comune di Albano Laziale, ed è in funzione dagli inizi degli anni ’80.

Lo studio epidemiologico inizia con la seguente considerazione: “Le conoscenze epidemiologiche ad oggi disponibili, ancorchè non conclusive, fanno ritenere che il conferimento in discariche controllate, costruite e condotte in accordo alla normativa nazionale e comunitaria, non comporti un rischio per l’ambiente e per la salute delle popolazioni insediate nelle vicinanze dello stabilimento”.

La premessa è sicuramente condivisibile, ma non si adatta assolutamente alla discarica di Cerroni a Roncigliano, che è illegale in quanto non rispetta la legge regionale in tema di distanza dalle abitazioni.

La legge regionale del 2002, infatti, prevede per le discariche una distanza minima di 1.000 metri dalle abitazioni.

A Roncigliano, invece, 2.381 persone (uomini e donne, anziani e … 313 bambini) vivono entro il raggio di un chilometro dalla discarica.

Avete capito bene: 2.381 persone vivono nel raggio di un chilometro dalla discarica.

E’ come se tutti gli abitanti del comune di Nemi vivessero in un raggio di un chilometro dalla discarica: praticamente tutti gli abitanti di un piccolo comune vivono dentro una discarica.

Ma cosa comporta vivere dentro una discarica????

Nello studio epidemiologico, predisposto dalla famosa ASL RM-E, sono stati georeferenziate tutte le famiglie dei Comuni di Albano, Aprilia, Ardea, Ariccia e Pomezia.

L’imponente studio epidemiologico ha analizzato i dati di 309.413 persone, classificate a seconda della distanza dalla discarica (0-1, 1-2, 2-3, 3-5 km).

E’ stato analizzato un indicatore socio-economico (SES) in modo da rappresentare le diverse dimensioni dello svantaggio sociale.

Lo studio epidemiologico ha fotografato un livello socio-economico molto basso nelle immediate vicinanze della discarica (entro il famoso chilometro).

Per i soggetti deceduti è stata recuperata l’informazione sulla causa di morte facendo uso del Registro Nominativo delle Cause di Morte della Regione Lazio.

Lo studio epidemiologico afferma che “non ha evidenziato la presenza di una associazione tra la distanza dell’impianto e la mortalità totale e causa specifica”.

Nel caso degli uomini, “per la mortalità generale non si evidenziano sostanziali differenze legate alla distanza dalla discarica. A parità di età e di condizione socio-economica, il gruppo di residenti nelle immediate vicinanze della discarica (0-1 km) mostra una mortalità che non si discosta (Rischi Relativi=0,99) da quella del gruppo di riferimento (3-5 km)”.

Nel caso delle donne, invece, nonostante le formali rassicurazioni dello studio epidemiologico, emerge dalle tabelle pubblicate un problema molto grave: a parità di età e di condizione socio-economica, il gruppo delle residenti nelle immediate vicinanze della discarica (0-1 km) mostra una mortalità superiore del 20% (Rischi Relativi =1,20) rispetto a quella del gruppo di riferimento (3-5 km).

In sintesi, vivere dentro una discarica provoca un incremento della mortalità femminile del 20%.

Sono le donne che vivono maggiormente la famiglia, la casa e il territorio.

Le donne sono le vittime della illegalità della discarica di Roncigliano, che opera dal lontano 1980 a ridosso delle abitazioni.

Le donne sono le vittime delle decisioni del Consiglio Comunale di Albano Laziale, che negli anni ’80 ha autorizzato per tre volte gli invasi della discarica di Roncigliano (invaso I, II, III).

Le donne sono le vittime delle decisioni della Regione Lazio, che nell’ultimo decennio ha autorizzato per ulteriori tre volte gli invasi della discarica di Roncigliano (invaso IV, V, VI).

Le donne sono le vittime delle decisioni della Polverini, Presidente della Regione Lazio, che nell’ultimo anno ha autorizzato l’aumento delle quote degli invasi IV e V della discarica di Roncigliano.

Alcune domane sorgono spontanee:

Le autorità competenti hanno per caso letto lo studio epidemiologico?

Perché la legge regionale sulla distanza delle distanze non viene applicata?

Perché gli interessi del signor Cerroni hanno la precedenza rispetto alle condizioni di vita di migliaia di persone?

Prima Marrazzo, Di Carlo e Zaratti, poi la Polverini, Alemanno e Zingaretti, Mattei e Marini stanno offrendo al mondo uno spettacolo indecoroso, quello del Lazio come la Regione del Bunga Bunga, la Regione dove gli interessi del signor Cerroni hanno la precedenza sulle condizioni di vita di migliaia di persone (quanti assessori e consiglieri hanno cenato con lui????), la Regione dove le leggi sono sistematicamente calpestate (come dimostra la sentenza del TAR sull’inceneritore di Albano), la Regione dove lo sperpero di denaro pubblico (le parentopoli di destra e di sinistra) è stato superato dalle operazioni di truffa aggravata ai danni dello Stato (vedi il caso del Consorzio GAIA di Colleferro).

Nella Regione Lazio l’intervento della magistratura è ormai assolutamente improcrastinabile (sia ad Albano, sia a Colleferro, sia a Malagrotta).

giovedì 20 gennaio 2011

I conti di Cerroni sulla discarica di Albano non tornano; parte l’inchiesta della Procura di Velletri

Sotto inchiesta la discarica di Cerroni ad Albano.

La Procura di Velletri ha acceso i riflettori sulla "contabilità" dell'invaso. I magistrati vogliono verificare se l'immondizia scaricata coincide coi soldi pagati dai Comuni per la quantità di rifiuti che producono e portano in discarica. Gli accertamenti sono affidati ai carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Roma. Richieste di documentazione sono state inviate ai Comuni di Albano, Ardea, Ariccia, Castel Gandolfo, Genzano, Lanuvio, Marino, Nemi, Pomezia e Rocca di Papa. I militari vogliono avere le fatture emesse dalla società che gestisce la discarica - la Pontina Ambiente - dal 1° gennaio 2005 a oggi, «avendo cura di precisare quali di queste sono state liquidate».

Le curiosità dei magistrati vanno oltre. Riguardano anche le condizioni ambientali della discarica. I pm hanno chiesto «i verbali di ispezione di sopralluogo dell'Arpa, dal 1° gennaio 2008 a oggi. E i rapporti di prova relativi ai controlli effettuati sulle diverse matrici ambientali», sempre nello stesso arco di tempo. Non vengono tralasciate neppure le carte regionali. Cioè: «Elaborati progettuali dell'impianto di discarica per rifiuti non pericolosi, con particolare riferimento a 4°, 5° e 6° livello dell'invaso. Relazioni tecniche e descrittive delle indagini geologiche e idrogeologiche e di quelle riferite agli impianti tecnologici (antincendio, di captazione biogas, raccolta percolato e altri)».

A fine 2010, la presidente del Lazio Renata Polverini ha firmato un'ordinanza che alza i limiti della discarica. Le quote degli invasi IV° e V° possono essere aumentate “al fine di dare continuità morfologica con il VI° invaso che presenta quote di riferimento più alte”. Già, la Presidente della Regione Lazio Polverini non ci dorme la notte per il grave problema morfologico: il IV° e V° invaso presentano quote di riferimento più basse rispetto al VI° invaso.

Finalmente una iniziativa seria da parte della Procura di Velletri, che rimarrà a bocca aperta quando vedrà i verbali dell’ispezione dei NOE e dell’ARPA del 23/09/2010, che alleghiamo all’articolo.

Dalla lettura del verbale dei NOE del 23/09/2010 emerge che:
• NOE e ARPA hanno effettuato il controllo senza avere a disposizione alcuna documentazione (nessun elaborato, nessuna autorizzazione, nessuna fatturazione, niente di niente, neanche un metro);
• Il progettista, nonché direttore della discarica di Cerroni, meglio noto come Ing. Bruno Giudobaldi, era assente ingiustificato, praticamente scomparso;
• Presso la sede della società non è risultata disponibile alcuna documentazione ufficiale di ausilio per la verifica (nessun elaborato, nessuna autorizzazione, nessuna fatturazione, niente di niente, neanche un metro);
• Dalla perizia giurata dell’Ing. Guidobaldi del 26 luglio 2010 risulta che le quote raggiunte dal VI° invaso corrispondono sostanzialmente a quanto autorizzato;
• NOE e ARPA non hanno operato alcun controllo su tale perizia, giurata dall’ingegnere misteriosamente scomparso ;
• NOE e ARPA hanno improvvisato una “valutazione indiretta” e molto spannometrica che “grosso modo” porta a stimare un movimento di 90.000 mc di rifiuti in discarica, di molto superiore a quanto autorizzato.

Questo è il modo con cui si fanno i controlli?

Quanto distano il IV°, V° e VI° invaso della discarica di Albano dalle abitazioni delle famiglie di Roncigliano?

Chi ha autorizzato tali discariche illegali che non rispettano sulle distanze neanche la normativa regionale?

Può la Presidente Polverini autorizzare l’innalzamento degli invasi della discarica di Albano, non rispettando la legge regionale?

Ci aspettiamo dalla Procura della Repubblica di Velletri una serie indagine e non il solito bunga-bunga !!!

Leggi il verbale del NOE.
Leggi il verbale dell'ARPA.

giovedì 13 gennaio 2011

Rifiuti, la Regione si consegna a Cerroni


Spallata finale per dare tutto in mano a uno solo, invece di fare davvero la raccolta differenziata.
Lo scopo è bruciare più rifiuti possibili e la raccolta porta a porta è un impiccio amministrativo.
Aumenteranno le bollette e continueranno a dare sussidi pubblici a chi inquina.

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La gente “brucia” l’inceneritore al Tar

Così i cittadini hanno dimostrato l’assurda pericolosità dell’inceneritore di Albano, vicino Ardea, Pomezia e Aprilia.
Marrazzo e certi funzionari hanno stravolto l’iter... e i politici locali zitti.
"Due anni di caccia ai documenti nascosti e scontri con Sindaci e Assessori complici e omertosi"
Gli esperti: una bomba ecologica e radioattiva: "Bruciando anche il carbon coke, emetterebbe radionuclidi tipo quelli delle centrali nucleari".


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Le pietose bugie di Marrazzo e della Polverini sulla discarica di Albano

Correva l’anno 2009 e il 17 giugno la Regione Lazio di Marrazzo con la Determinazione n. B2576 ordinava a Cerroni di chiudere definitivamente il IV°, il V° e il VI° invaso della discarica di Roncigliano (Albano).
Marrazzo permetteva contestualmente a Cerroni di aumentare la volumetria degli invasi IV° e V° per 40.000 metri cubi. Perché??? La motivazione è assolutamente pietosa: “al fine di dare continuità morfologica tra gli invasi preesistenti e il VI° invaso che presenta quote di riferimento più alte” .

I cittadini che vivono intorno alla discarica si sono accorti di imponenti movimenti nel IV°, V° e VI° invaso della discarica.

Gli invasi crescevano a vista d’occhio, giorno dopo giorno.

Nessuna autorità (Regione, Provincia, Comune, ARPA, ASL) ha mai controllato se il signor Cerroni rispettava le autorizzazioni concesse????

Dopo numerosi esposti da parte dei cittadini e dei comitati, il 23 settembre 2010 sono intervenuti i carabinieri del NOE e hanno appurato, insieme all’ARPA, che:
• Cerroni non ha chiuso nè il IV°, né il V°, né il VI° invaso;
• Cerroni ha aumentato le volumetrie degli invasi non per 40.000 tonnellate di rifiuti, come da autorizzazione, ma per 90.000 tonnellate (più del doppio).

Sulla base delle pesanti irregolarità commesse da Cerroni, certificate dai NOE e dall’ARPA, la nuova Presidente della Regione Lazio Polverini è corsa in soccorso di Cerroni e in data 18/10/2010 ha emesso un’ordinanza per:
• garantire a Cerroni la possibilità di aumentare la volumetria degli invasi IV° e V° per altri sei mesi;
• avviare le procedure di chiusura degli invasi IV°, V° e VI°, in ottemperanza a quanto previsto dalla Determinazione n. B2576 del 2009.

Perché la Polverini vuole aumentare i vecchi invasi?

La Polverini ha copiato la pietosa motivazione di Marrazzo: “al fine di dare continuità morfologica con il VI° invaso che presenta quote di riferimento più alte”.

In sintesi, in tema di gestione dei rifiuti la Polverini è l’esatta fotocopia di Marrazzo.

Anzi, la Polverini ha superato Marrazzo concedendo altri 3 anni di vita alla discarica di Malagrotta.

Ricordiamo le pietose bugie della Polverini durante la campagna elettorale del 2009: «La discarica di Malagrotta è abusiva, perché fuori norma sia in Italia sia in Europa. Deve chiudere!!!».

L’AMA di Alemanno e dei suoi parenti ha deciso di acquistare i debiti, per centinaia di milioni di euro, del consorzio GAIA di Colleferro.

Spesso mi chiedo: ma quanto ci costa questo sistema di potere???

Il giornale “Il Sole 24 Ore” titola: “A Roma le tasse più alte d’Italia. Battuta Milano”.

Romani tartassati d’Italia. Con il debutto delle super-addizionali decise dal Campidoglio (in questi giorni alle prese con un difficile rimpasto di giunta) e Regione Lazio, per tappare le falle dei propri bilanci, un contribuente capitolino arriverà a pagare nel 2011 anche il triplo di un milanese nelle sue stesse condizioni economiche”.

Per concludere il bel quadro, l’ACEA di Alemanno e dei suoi parenti ci fornisce acqua non potabile con arsenico.

martedì 11 gennaio 2011

Arsenico nell’acqua, Pavona resta sopra i limiti

Da “Il messaggero” dell’11 gennaio 2011
Di Enrico Valentini

Arsenico nell’acqua: Albano è rientrata sotto la soglia dei 10 microgrammi/litro. Con una nota l’Acea Ato2, gestore del servizio idrico, tranquillizza anche la popolazione della frazione di Cecchina mentre a Pavona gli ultimi dati si attestano al di sopra del limite di guardia.

Dunque solo a Pavona continua il divieto di utilizzo a scopi alimentari dell’acqua per i bambini al di sotto dei 3 anni e si prevede, a breve, l’erogazione di acqua potabile con serbatoi mobili a Via Roma, in Piazza Leonardo da Vinci – nel Comune di Castel Gandolfo – e in altri vari siti, scuole e giardini, frequentati da bambini.

La situazione – spiega una nota diffusa dal Comune – è drasticamente migliorata grazie alla messa in rete dell’acqua proveniente dagli impianti idrici della Capitale e al contemporaneo minor utilizzo dei pozzi locali. Nei prossimi mesi anche Pavona beneficerà dell’acqua capitolina proveniente dalla centrale idrica di Santa Palomba riuscendo, così, a far rientrare nei limiti legali degli inquinanti.

Questione di giorni, invece, per l’avvio della campagna informativa dedicata ai cittadini interessati dall’emergenza arsenico, predisposta da Acea ato2, Comune e Asl Roma H.

La buona notizia non ferma però i promotori della class action sugli effetti nefasti potenziali o già provocati negli ultimi anni agli ignari utenti del servizio fornito dagli acquedotti pubblici locali.

“Per anni e anni – spiega Danilo Ballanti presidente del comitato di Pavona “Sotto terra il treno, non i cittadini” – ci hanno fatto bere acqua non potabile contenente arsenico e altri minerali oltre i limiti di legge. Il fatto che i dati reali, solo di recente, siano diventati di dominio pubblico non esclude la responsabilità di quanti – continua Ballanti – con i loro comportamenti colpevoli o reticenti, possono aver causato danni più o meno gravi alla salute dei cittadini, soprattutto tra i più giovani e i più anziani”.

lunedì 10 gennaio 2011

Pronto il ricorso al TAR contro l’autorizzazione per il VII invaso della discarica di Albano

Il 13 agosto 2009 Marrazzo, sotto ricatto per gli squallidi filmini porno con la transessuale, poi morta in circostanze misteriose, ha firmato l’autorizzazione per l’inceneritore di Albano, poi bocciata dal TAR del Lazio in nome del popolo italiano!!!

Nello stesso giorno Marrazzo e la Regione Lazio hanno dato l’autorizzazione per il VII invaso della discarica di Albano.

Il Coordinamento contro l’inceneritore di Albano e i vari comitati di cittadini stanno predisponendo il ricorso al TAR contro tale autorizzazione.

L’autorizzazione è palesemente illegale, in quanto la discarica è a soli 200 metri dal centro abitato.

La Legge Regionale del 2002 prevede una distanza minima di 1.000 metri dai centri abitati.

Ci sono le case a pochi metri dalla recinzione dell’impianto e, cosa ancora più grave, la scuola elementare, la scuola materna e l’asilo nido di Roncigliano sono ad una distanza inferiore ai 1.000 metri dalla recinzione dell’impianto.

Ci domandiamo: perché tutte queste palesi illegalità nella Regione Lazio?

In quale altra regione italiana o in quale altro Paese del mondo, viene autorizzata una discarica a 200 metri dalle abitazioni e dalle scuole?

In quale altra regione italiana o in quale altro Paese del mondo, viene autorizzata una discarica con il parere contrario dell’Autorità Sanitaria Locale?

In quale altro comune italiano o del mondo, il Sindaco e la sua Giunta spergiurano di non sapere nulla, nonostante i documenti ufficiali dimostrano esattamente il contrario?

Dai documenti ufficiali che abbiamo visionato, la vicenda è molto grave ed ha anche risvolti penali.

Riteniamo che il tutto vada pubblicato su Internet, in quanto la democrazia si difende con la trasparenza.

A partire dai prossimi giorni pubblicheremo la storia del VII invaso della discarica di Roncigliano, sperando che il sito del “Comitato Sotto Terra il Treno” non venga oscurato.

Resistere, resistere, resistere !!!!

venerdì 7 gennaio 2011

GLI INCENERITORI CONDIZIONANO PESANTEMENTE LA VITA POLITICA DEL PAESE

Alla fine del 2010 è emerso in maniera evidente che la politica degli inceneritori condiziona pesantemente la vita politica del Paese.

Tutto è diventato di pubblico dominio quando il Ministro alle Pari Opportunità, Mara Carfagna, ha minacciato le proprie dimissioni e ha dichiarato: “Nel Pdl c’è una guerra tra bande, dove vige la prepotenza e l'arroganza. E mi impediscono di battermi per la legalità”.

Il gesto plateale di Mara Carfagna è solo la punta dell’iceberg di quella «guerra tra bande», espressione da lei stessa coniata, che ha portato la regione campana al disastro ambientale.

La posta in palio della guerra tra bande è la realizzazione dei tre inceneritori di Napoli e Salerno, un affare da un miliardo di euro.

Sempre nel contesto inceneritori, abbiamo assistito sbigottiti alla visita del segretario Pd, Pierluigi Bersani, a Palazzo Chigi.

Bersani si è recato nella sede del governo per discutere del problema rifiuti in Campania e per illustrare la ricetta del suo partito.

Stupito anche il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, che ha definito "irrituale" la mossa del segretario Pd.

Il titolare del Viminale ha anche aggiunto "non so se fosse mai successo qualcosa di simile!!!".

Bersani è salito a Palazzo Chigi (udite, udite!!!) per prendere parte alla guerra tra bande, sostenendo che gli inceneritori campani non vanno affidati alle amministrazioni provinciali.

L’ultimo episodio della politica degli inceneritori riguarda Silvano Moffa, ex Sindaco di Colleferro e grande sponsor del Consorzio Gaia di Colleferro.

Il Consorzio GAIA di Colleferro è un consorzio pubblico formato da 48 comuni dei Castelli Romani e della Provincia di Frosinone.

Per inseguire il sogno degli inceneritori, il Consorzio GAIA si è indebitato per circa 300 milioni di euro e, solo nel 2005, ha presentato una perdita di 122 milioni di euro. La corsa “insensata” agli inceneritori e ai CIP6 ha di fatto provocato un vero, gigantesco disastro economico.

I reati contestati a GAIA: vanno dall’associazione a delinquere a frode al gestore dell’energia per 43,5 milioni di euro, da trasporto illecito di rifiuti a accesso abusivo a sistemi informatici, da violazione dei valori limite delle emissioni in atmosfera e prescrizione delle autorizzazioni a favoreggiamento personale e vessazioni su dipendenti.

Per le gravi irregolarità verificatesi nell’inceneritore di Colleferro sono state arrestate 13 persone, tra cui alcuni dirigenti dell’AMA.
La società pubblica GAIA, fiore all’occhiello di 48 Sindaci del Lazio, è riuscita a farsi incriminare per ipotesi di truffa, frode e corruzione, emissione di fatture false, truffa ai danni dello stato e bancarotta fraudolenta.
In particolare, va segnalata la storia della truffa di 30 milioni di euro per la discarica inesistente di Colleferro, con tanto di esibizione di fatture false dei lavori eseguiti e di dichiarazioni bollate che era costruita a regola d’arte.

E’ semplicemente incredibile: da quando il presidente dell’AMA Panzirotti ha dichiarato che l’AMA, dopo aver ricapitalizzato grazie al contributo del governo Berlusconi, intende comprare il fallimentare Consorzio GAIA (in perdita per centinaia di milioni di euro dopo aver costruito un inceneritore a Colleferro), l’Onorevole Silvano Moffa è diventato il più grande sostenitore di Silvio Berlusconi, abbandonando in tutta fretta sia Fini sia FLI.

Mercato dei voti in Parlamento?


No, è il mercato degli inceneritori in Parlamento. Grazie ai CIP6 !!!!

E’ bene ricordare l’inchiesta di Woodcock in merito alla nuova P2, oggi un “comitato d’affari” dedito a succhiare soldi e influenzare la pubblica amministrazione, elargendo tangenti, investendo nei porti delle più grandi città di mare, nell'acqua, nel gas, puntando a piazzare impianti nell'industria energetica (i mitici inceneritori).

Va, infine, evidenziato che la politica degli inceneritori rappresenta la prima sperimentazione vera del federalismo.

Considerando che gli inceneritori sono concentrati nel Nord del Paese, con i CIP6 si assiste da anni ad un imponente spostamento di risorse dal Sud al Nord del Paese.

Di fatto, i CIP6 hanno sostituito la vecchia Cassa del Mezzogiorno con la nuova Cassa della Padania.

mercoledì 5 gennaio 2011

L’ultimo regalo di Marrazzo: l’autorizzazione per il VII invaso della discarica di Albano


Il 13 agosto 2009 Marrazzo, sotto ricatto per gli squallidi filmini porno con la transessuale, poi morta in circostanze misteriose, ha firmato l’autorizzazione per l’inceneritore di Albano, poi bocciata dal TAR del Lazio in nome del popolo italiano!!!

Nello stesso giorno Marrazzo e la Regione Lazio hanno dato l’autorizzazione per il VII invaso della discarica di Albano.

Tale autorizzazione è stata abilmente nascosta dai Cerroni boys (Marrazzo, Polverini, Di Carlo, Mattei, Robilotta, Zingaretti, Alemanno, Zaratti, Marini, ecc.).

Durata prevista per il settimo invaso della discarica: 8 (otto) anni!!!!

L’autorizzazione è palesemente illegale, in quanto la discarica è a soli 200 metri dal centro abitato.

Il Piano Regionale del 2002 prevede una distanza minima di 1.000 metri dai centri abitati.

Ci sono le case a pochi metri dalla recinzione dell’impianto e, cosa ancora più grave, la scuola elementare, la scuola materna e l’asilo nido di Roncigliano sono ad una distanza inferiore ai 1.000 metri dalla recinzione dell’impianto.

Dobbiamo stare tranquilli in quanto, come ha sottolineato in un atto ufficiale il Direttore del Dipartimento Territorio della Regione Lazio, Cerroni ha stimato che la distanza di ricaduta delle emissioni odorigene è risultata pari a 25 metri e, inoltre, sempre il signor Cerroni si è impegnato ad adottare in fase di costruzione e di esercizio i seguenti accorgimenti operativi:
- innaffiamento di frequente delle superfici carrabili in terra battuta;
- installazione, lungo il perimetro dell’area interessata dal VII invaso, di impianto di spruzzo di deodorante in modo da abbattere eventuali emissioni di cattivi odori non preventivati.

Di fronte a questo schifo il Comune di Albano Laziale dice di non sapere nulla.

Una cosa Marini, l’attuale sindaco di Albano, invece la sa.

Alcuni mesi fa un consigliere comunale gli ha consegnato la delibera dell’ex Sindaco di Roma in merito alla discarica di Malagrotta: l’obbligo per il gestore (che è sempre Cerroni) di coprire tutte le sere la discarica con del terreno, in modo da limitare i cattivi odori.

La cosa era molto semplice: bastava copiare la delibera ed applicare tale obbligo anche per la discarica di Albano.

Invece, dopo diversi mesi il neo-Sindaco Marini e la sua Giunta non hanno fatto NULLA per non disturbare gli affari del Signor Cerroni.

Per questo anche “Marini & la sua Giunta” meritano di essere omaggiati con il famoso titolo di “Cerroni Boys”!!!!
PS - Chiaramente queste notizie non le troverete sul giornalino (la Pravda) del Comune di Albano, un foglio di pura propaganda pagato con i soldi dei cittadini.

domenica 2 gennaio 2011

Continuano i festeggiamenti per la sentenza del TAR del Lazio che boccia l’inceneritore di Cerroni e dei suoi boys




















Simone ha deciso di festeggiare l’arrivo del nuovo anno con un tuffo nelle acque gelide del Tevere la mattina del 1° gennaio 2011.

Con l’occasione Simone ha voluto festeggiare la sentenza del TAR del Lazio che, in nome del popolo italiano, ha bocciato l’inceneritore di Albano.

Per l’impresa storica, Simone ha scelto anche un chiaro massaggio: “Albano 1 - Cerroni 0”.

Cerroni e i suoi boys (Marrazzo, Polverini, Di Carlo, Alemanno, Mattei, Robilotta, ecc.) sono avvisati: i cittadini di Albano sono pronti a tutto pur di fermare l’inceneritore.

A Simone dedichiamo un bellissimo aforisma di George Bernard Shaw:
L'uomo ragionevole si adatta al mondo.
L'uomo irragionevole pretende che il mondo si adatti a lui.
Perciò il progresso è opera di uomini irragionevoli.