sabato 27 dicembre 2008

La profezia dell’Espresso:“Se un domani il parlamento italiano cambiasse la legge, allora gli investimenti di Cerroni avrebbero molto, ma molto senso"

Il 31 luglio 2008 il settimanale “L’Espresso” pubblicava un breve ma significativo articolo sulla gestione dei rifiuti nella regione Lazio che è bene ricordare.


“Il piano da un miliardo di euro varato dalla Regione prevede di arrivare nel giro di cinque anni ad avere quattro impianti: due ci sono già e sono quelli di Colleferro e di San Vittore, il terzo è in costruzione a Malagrotta e l’ultimo dovrebbe sorgere ad Albano sui terreni di Cerroni. Cerroni starebbe anche per rilevare, insieme ad altri soci, l’impianto di Colleferro della Gaia. Secondo stime che circolano a Roma, significa che il suo gruppo sta investendo oltre un miliardo e mezzo di euro nei termovalorizzatori e punta a poter trattare almeno il quintuplo del “Cdr” oggi prodotto nel Lazio. Perché così tanto? Il modello sarebbe quello della Germania, dove i termovalorizzatori bruciano praticamente tutto, salvo i rifiuti speciali, e non solo il “Cdr”. Se un domani il parlamento italiano cambiasse la legge, allora gli investimenti di Cerroni avrebbero molto, ma molto senso.

La profezia dell’Espresso si è, purtroppo, avverata.

Con la conversione in legge del Decreto sull'emergenza rifiuti si estende il meccanismo Cip6 per tutti gli impianti di incenerimento del paese.

Il 22 dicembre 2008, il Senato ha approvato, in via definitiva, con 139 voti favorevoli, 101 contrari ed una astensione il decreto sull’emergenza rifiuti.

Il decreto riconferma il meccanismo Cip6, cioè l’acquisto da parte del GSE (Gestore dei servizi elettrici) dell’elettricità prodotta da certi tipi di impianti (“a fonti rinnovabili o assimilate”) a una tariffa maggiorata.

L’Italia continuerà a incentivare, come se fossero rinnovabili, fonti che non lo sono.

Il tutto è finanziato con un prelievo dalle bollette degli utenti, le famiglie e le imprese italiane.

In particolare, l'articolo 9 del decreto legge modifica la Finanziaria 2008.

Non solo le Regioni dell’emergenza potranno costruire nuovi inceneritori incentivati, ma il regime agevolato Cip6 verrà riconosciuto a tutti gli impianti in costruzione o entrati in esercizio prima del 31 dicembre 2008.

E non solo Cip6, ma a tutti i termovalorizzatori d’Italia è riconosciuto anche l’accesso al meccanismo dei certificati verdi per il 51% dell’elettricità prodotta.

Il decreto sull’emergenza rifiuti, inoltre, non fa alcuna distinzione tra gli impianti che bruciano solamente la frazione secca e quelli che invece usano il rifiuto “talquale” compresa, cioè, la frazione organica.

Tutti gli inceneritori di rifiuti, quindi, potranno usufruire dell’estensione degli incentivi statali destinati in origine alle energie rinnovabili.

Tutto ciò in netto contrasto con le indicazioni in materia dell'Unione Europea che nel 2005 aveva avviato una procedura d’infrazione proprio per questo motivo.

Ricordiamo, in proposito, la denuncia che abbiamo già inviato alla Direzione della Concorrenza della Commissione Europea (Una denuncia alla Commissione Europea contro i CIP6 dedicata al Prof. Paul Connett).

Quanto costeranno gli incentivi che il nuovo decreto ha esteso?

Il decreto produrrà un aggravio dei costi dell’energia elettrica per le famiglie e le imprese italiane per circa 2 miliardi di euro.

Secondo quanto reso noto dalla Direzione Generale per l’Energia e le Risorse Minerarie, 1,6 dei 2 miliardi di euro di spesa aggiuntiva saranno destinati alle regioni del Sud Italia. In particolare, 1,4 miliardi di euro andranno a finanziare gli inceneritori siciliani. A questa somma vanno poi aggiunti 1,9 miliardi di euro che il Governo ha già destinato agli inceneritori campani (Acerra, Santa Maria La Fossa, Napoli e Salerno).

Questo provvedimento colpisce pesantemente le famiglie e le imprese italiane in un periodo di grave crisi economica e finanziaria.

Il tutto per accontentare la lobby degli inceneritori (Marcegaglia, Cerroni & co.).

Per le imprese italiane, che già pagano il costo dell’elettricità più alto d’Europa (vedi il grafico), sarà un colpo durissimo.















Come evidenziato dal Centro Studi della Confindustria nella pubblicazione “Scenari economici” n. 4 di dicembre 2008 “le imprese italiane soffrono maggiormente del caro-energia. Le piccole imprese, in particolar modo, sono le più danneggiate anche in termini di competitività internazionale. I prezzi per l’energia elettrica sono superiori del 16,6% a quelli della Germania e addirittura del 54,1% a quelli della Francia”.

Appesantendo i costi dell’energia elettrica il governo pensa di aiutare le imprese italiane ad uscire dalla crisi e ad essere più competitive sul piano internazionale?

Aumentando i costi delle bollette elettriche il governo pensa di aiutare le famiglie italiane ad incentivare i consumi?

“Se un domani il parlamento italiano cambiasse la legge, allora gli investimenti di Cerroni avrebbero molto, ma molto senso.”

In sintesi: il Paese diventa sempre più povero, mentre Cerroni sempre più ricco!!!

venerdì 26 dicembre 2008

Alemanno chiede a Marrazzo di non usare la tecnologia dell’inceneritore di Albano

A livello nazionale, i governi e il parlamento sono intervenuti più volte per regolamentare le modalità della raccolta differenziata, fissando gli obiettivi da raggiungere.

Il Decreto Legislativo 22/97 originariamente prevedeva il raggiungimento del 15% di raccolta differenziata per il 1999 e del 35% per il 2003, successivamente posticipato al 2006 dal Decreto Legislativo 152/06 (con obiettivi del 45% e 65%, da conseguirsi, rispettivamente, entro la fine del 2008 ed del 2012).

La legge finanziaria 2007 (legge n. 296 del 27 dicembre 2006) ha introdotto obiettivi ancora più elevati e pari a 40% per il 2007, 50% per il 2009 e 60% per il 2011 (vedi Tabella 1).







Con il Piano Regionale, presentato il 24 giugno 2008, Marrazzo aveva già fortemente ridotto gli obiettivi di raccolta differenziata, riducendoli al 50% per il 2011.

Nell’articolo Marrazzo sbaglia i conti: l’inceneritore di Albano non è necessario” avevamo già dimostrato che il raggiungimento dell’obiettivo del 60% di raccolta differenziata rendeva inutile l’inceneritore di Cerroni ad Albano.

Nell’incontro del 22 dicembre 2008, Marrazzo e Alemanno hanno siglato un accordo per ridurre ulteriormente gli obiettivi della raccolta differenziata, scendendo al 40% nel lontanissimo 2013.

All’incontro hanno partecipato anche gli Assessori all’Ambiente della Regione Lazio, Filippo Zaratti, e del Comune di Roma, Fabio De Lillo.

Obiettivo dichiarato: far posto al quinto inceneritore della Regione Lazio.

In merito, il Corriere della Sera del 23 dicembre 2008 riporta che “Comune e Regione sembrano molto distanti, secondo quanto trapelato, sul quinto impianto per bruciare rifiuti: Alemanno lo vorrebbe a capitale completamente pubblico e chiede a Marrazzo di non usare la tecnologia del gassificatore per il quarto impianto programmato ad Albano”.

Se Alemanno ha tutti questi dubbi sulla tecnologia dell’inceneritore di Albano, per quale motivo non interviene sulle sue società (AMA e ACEA), soci di maggioranza (si fa per dire) nell’affare con Cerroni?

Quali informazioni tecniche “riservate” ha in possesso Alemanno che lo portano a chiedere, per il quinto inceneritore, di escludere Cerroni e di non usare la tecnologia del quarto impianto programmato ad Albano?

Se Alemanno è così preoccupato sulla tecnologia dell’inceneritore di Albano, perché manda nottetempo il suo assessore De Lillo, in qualità di senatore, a cercare di convincere i cittadini di Albano che l’inceneritore di Cerroni rappresenta una grande opportunità?

L’inceneritore di Cerroni doveva rappresentare un’opportunità per i cittadini di Albano?

Intanto, i cittadini di Albano dovranno spendere 250.000 euro (decisione del Consiglio Comunale) per finanziare una prima ricerca dell’Istituto Superiore di Sanità sugli effetti della discarica di Cerroni e per monitorare il nuovo inceneritore di Cerroni-AMA-ACEA.

Questo è uno dei primi costi che ricadranno sulla popolazione di Albano e dei Castelli Romani e che chiederemo, come risarcimento danni, a Cerroni, AMA, ACEA, Marrazzo, Alemanno, Zaratti e De Lillo.



sabato 20 dicembre 2008

A Roma la questione morale si chiama Cerroni!

Anche Augello (PDL) si è finalmente accorto che a Roma c’è una situazione anomala e ha dichiarato: “Sono 10 anni che, nel settore dei rifiuti, a Roma non c’è nulla di normale”. E poi aggiunge: “Il problema è come sia possibile essersi assunti la responsabilità di un rapporto così squilibrato in favore del principale imprenditore del settore (ndr: il signor Cerroni)”.

Sulla base di questo ragionamento il Sindaco di Roma Alemanno ha detto di NO alla nuova discarica di Monti dell’Ortaccio (sempre a Malagrotta, sempre sui terreni di proprietà del signor Cerroni).

La nota dell’ufficio stampa del Sindaco di Roma spiega che “la motivazione di questa scelta deriva dall’inaccettabilità di aprire una nuova discarica nella stessa zona di Malagrotta e in un’area di proprietà dello stesso imprenditore Manlio Cerroni, che già gestisce l’impianto attuale”.

Per ritorsione, il signor Cerroni ha presentato il conto al Campidoglio: due anni di arretrati, 135 milioni di euro non pagati, 35 dei quali vanno versati subito perché altrimenti “nessuna assicurazione può essere data sul trattamento dei rifiuti”.

Il tutto è contenuto in una delle sue solite letterine.

“Non sappiamo, signor Sindaco, fino a quanto possa durare questa situazione che ci vede in uno stato di incertezza circa l’attuazione dei nostri programmi per il futuro e al tempo stesso creditori dell’Amministrazione per miliardi di lire. Se un giorno, anche non lontano, il servizio di smaltimento dei rifiuti (che a Roma, la sola città al mondo, ha risolto completamente ed egregiamente il problema) dovesse andare a “rotoli” si sappia fin d’ora a chi addebitare la responsabilità”. Così scriveva Cerroni al Sindaco di Roma il 23 gennaio 1976.

Si, sono più di 30 anni che il signor Cerroni ricatta e minaccia il Sindaco (di turno) di Roma.

Il signor Cerroni rappresenta la vera questione morale della capitale.

Il PD, Rutelli, Veltroni, Di Carlo portano una gravissima responsabilità.

E Alemanno che fa?

Il Sindaco Alemanno (PDL) vuole mettersi in affari con Cerroni costruendo, con la società mista Cerroni-AMA-ACEA ideata da Di Carlo (PD), l’inceneritore di Albano sui terreni di Cerroni e su un progetto di Cerroni.

I politici romani (tutti) continuano ad affidare la gestione dei rifiuti al solito monopolista, quello che 30 anni fa scriveva che Roma era “la sola città al mondo che ha risolto completamente ed egregiamente il problema”.

Dopo 30 anni di discariche, Albano e Malagrotta (“la più grande discarica del mondo”), oggi ci propongono gli inceneritori, Malagrotta e Albano (“il più grande inceneritore del mondo”, come AMA definirlo Cerroni), il tutto al fine di “risolvere completamente ed egregiamente il problema”.

… e Alemanno già pensa al quinto inceneritore.

Ma dove troveranno tutto questo CDR (Combustibile Da Rifiuti)?

Semplice.

Bisogna far fallire la raccolta differenziata (troppo complicata, troppo costosa, troppo difficile).

Bisogna insabbiare le autorizzazioni per gli impianti alternativi all’incenerimento (l’impianto di Colleferro tipo Vedelago, in grado di trattare 50.000 tonnellate di rifiuti, aspetta da mesi le autorizzazioni dalla Provincia di Roma).

L’impianto di Colleferro, tipo Vedelago, è molto pericoloso per i Cerroni Boys: toglie 50.000 tonnellate di rifiuti, frazione secca, agli inceneritori.

Stiamo parlando di 50 milioni di euro di CIP6 persi dalle Cerroni SPA!!!!

SI, il signor Cerroni rappresenta la vera questione morale della capitale.

giovedì 18 dicembre 2008

Inceneritori, diossine e danni ambientali

Ad Albano arriva l’Istituto Superiore di Sanità

Il Comune di Albano Laziale attiva un monitoraggio ambientale in collaborazione con l'Istituto Superiore di Sanità.

“L'investimento di 250mila euro – ha spiegato Mattei Sindaco di Albano a http://www.castellinews.it/ – servirà a mettere in atto un monitoraggio ambientale che riguarderà le zone interessate dall'edificazione del gassificatore. Il capillare programma prevede il rilievo dei fattori di rischio attuali e futuri, nel caso prendesse corpo la realizzazione di questo impianto sul nostro territorio”.
Per il medico Mattei riportiamo i comunicati stampa del Comitato Direttivo di Medicina Democratica su “Inceneritori e diossine negli alimenti” e del Coordinamento Nazionale dei Comitati dei Medici per l’Ambiente e la Salute “La valutazione parziale del danno causata dall’incenerimento dei rifiuti”.

Questo è solo l’inizio del calvario per Roncigliano, Pavona, Cecchina, Albano e tutti i Castelli Romani.

Inceneritori e diossine negli alimenti
Da dove viene la diossina nella carne? Ci dicono dai mangimi.

E nei mangimi come ci arriva? Solo, "accidentalmente" da olii contaminati?

E gli animali contaminati dove vanno a finire?

Chi ci assicura che non diventeranno nuovi mangimi direttamente o ancor più con l'incenerimento?

La notizia che anchequesta volta non è stata data nella vicenda dei "maiali (e non solo) alla diossina" è che la diossina proviene per la maggior parte dall'incenerimento di rifiuti urbani, ospedalieri ed industriali.

Da qui la follia di volere costruire nuovi inceneritori ed ampliare quelli esistenti con la inevitabile conseguenza di aumentare la diossina che va afinire nei nostri piatti.

Medicina Democratica ribadisce la sua assoluta contrarietà a questi impiantinocivi, costosi ed assolutamente inutili.

Medicina Democratica denuncia, inoltre, come pericoloso il consumo dialimenti di qualsiasi tipo già contaminati essendo la diossina uncontaminante persistente che si accumula nei viventi.

In particolare non esiste una esposizione "accettabile" alle diossine o ad altri inquinanti cancerogeni al di sotto della quale non vi sia rischio perle persone.

Il Comitato Direttivo di Medicina Democratica
Firenze 14 dicembre 2008
http://www.medicinademocratica.org/


La valutazione parziale del danno causata dall’incenerimento dei rifiuti

Innanzi tutto si parla di valutazione parziale perché per danni di particolare importanza quali quelli genetici e neuro comportamentali, una causa-effetto è molto difficile da determinare per il numero estremamente elevato di agenti chimici responsabili e la loro possibile interferenza nel provocare una patologia.

Rabl, Spadaro e Zougnaib, ricercatori della famosa Ecole des Mines di Parigi, hanno recentemente pubblicato sulla nota rivista internazionale Waste Management & Research un articolo dal titolo “Environmental impacts and costs of solid waste: a comparison of landfill and incineration”.

Lo studio, effettuato da autori di particolare rilievo ed esperienza, ha cercato di determinare i costi per la società, in termini economici, per tonnellata di rifiuti smaltiti attraverso sia il loro incenerimento che lo smaltimento in discarica.

Gli autori per la loro valutazione del danno hanno utilizzato tutta l’esperienza racchiusa nei risultati del progetto ExterneE della Commissione Europea.

Negli ultimi 20 anni c’è stato un notevole progresso nell’analisi dei costi per i danni ambientali ed alla salute provocati dalle emissioni di inquinanti causata, in particolare, dalla produzione di energia.

Il progetto della Commissione Europea ExterneE European Research Network ha coinvolto 50 centri di ricerca in oltre 20 paesi e, attraverso studi di particolare rilievo scientifico quali lo “European Environment and Health Strategy”, lo “Environmental Technologies Action Plan” ed il “Clean Air for Europe” (CAFÉ) programme, ha prodotto una metodologia che è diventata il metodo di riferimento per la valutazione del danno da inquinamento.

Nello studio gli autori francesi hanno rilevato che, se si escludono le spese per la produzione di gas serra quali la CO2 (ExternE 19 € per tonnellata di gas), la CH4 e gli N2O, oltre il 95 % dei costi esterni è causato da danni alla salute, in particolare dalla mortalità. La morbilità, soprattutto la bronchite cronica, l’asma bronchiale, i giorni di lavoro persi, i ricoveri ospedalieri ecc., rappresentano circa un terzo dei costi del danno da polveri PM10, NOx ed SO2.

Secondo i risultati della ricerca LA COMBUSTIONE DI UNA TONNELLATA DI RIFIUTI, IN TERMINI DI DANNI ALLA SALUTE ED ALL’AMBIENTE, ARRIVA A COSTARE 21.2 euro.

Questi costi per ogni tonnellata di rifiuti bruciati possono scendere paradossalmente fino a 4.5 euro se compensati con il recupero di energia, calore e materiali. Tuttavia, il caro prezzo per la mortalità e la morbilità rimane invariato.

Oltre ai danni dell’effetto serra, l’aumento della CO2, causando l’incremento sia della temperatura che del vapore acqueo, fa salire i livelli dell'ozono terrestre. Quest'ultimo compromette la funzionalità polmonare, irrita le vie respiratorie e sembra essere la chiave dell’aumento delle morti per cause cardiovascolari durante le ondate di calore (Occup Environ Med 2007).

Ad ogni aumento di un grado Celsius di temperatura corrispondono circa 1000 decessi per inquinamento e 20 – 30 nuovi casi di cancro. Il 40 % di queste morti è causata dall'ozono, mentre il resto è probabilmente causato dalle polveri sottili che aumenterebbero in seguito alla capacità della CO2 di aumentarne la stabilità, l'umidità ed i feedback biogenici (Geophysical Research Letters, 2008).

L’INCENERIMENTO ANNUO DI 400.000 TONNELLATE DI RIFIUTI POTREBBE COMPORTARE UNA SPESA PER I DANNI ALLA SALUTE ED ALL’AMBIENTE DI OLTRE 8.000.000 DI EURO. DOPO 20 ANNI DI ATTIVITÀ, I COSTI POTREBBERO ESSERE PARI A 160.000.000 DI EURO.

L0 SMALTIMENTO DI UNA TONNELLATA DI RIFIUTI IN DISCARICA, IN TERMINI DI DANNI ALLA SALUTE ED ALL’AMBIENTE, ARRIVA A COSTARE 12.8 EURO.

Adesso che, anche se in modo parziale, si può scientificamente valutare il danno causato dalla combustione dei rifiuti, a fronte di valide alternative che non provocano impatti sanitari ma che, anzi, possono creare numerosi, nuovi posti di lavoro, la popolazione deve iniziare ad intraprendere percorsi legali aventi come scopo sia la richiesta di risarcimento che l’obbligo per tutti i comuni italiani di intraprendere un percorso virtuoso della gestione dei rifiuti.

Dr. Giovanni Ghirga
Portavoce del
Coordinamento Nazionale dei Comitati dei Medici per l’Ambiente e la Salute (Lazio)

domenica 14 dicembre 2008

Il patto scellerato tra Di Carlo e Cerroni

Sabato 13 dicembre 2008 si è tenuto nella sede della Provincia di Roma un convegno organizzato dalla campagna pubblica “Non bruciamoci il futuro” cui ha partecipato la signora Poli, responsabile dell’impianto di riciclo di Vedelago.


Il convegno ha avuto il pregio di demolire le tesi dei Cerroni Boys (Marrazzo, Di Carlo, Fontana, Robilotta, ecc.), strenui sostenitori degli inceneritori e degli enormi affari del signor Cerroni.

Uno degli elementi di maggiore interesse emersi dal convegno è stata la valutazione economica delle diverse modalità di smaltimento dei rifiuti.
L’impianto di Vedelago prevede un basso investimento inziale (solo 5 milioni di euro), tre tipologie di entrate (i Ricavi da conferimento, i Contributi CONAI per il riciclo degli imballaggi, i Ricavi da vendita dei materiali riciclati) e una sola voce di uscita, i costi di lavorazione dei materiali.
Per una discarica, invece, le entrate si limitano ai Ricavi da conferimento, mentre nelle voci di uscita vanno considerati i Costi di allestimento, i Costi di gestione, i Costi di post-esercizio, i Costi di bonifica e, infine, i Costi ambientali e sociali. Va anche segnalato che, conferendo i rifiuti ad una discarica, i comuni perdono i contributi CONAI sul riciclo degli imballaggi.
Gli inceneritori, infine, richiedono un elevato investimento iniziale (circa 200 milioni di euro), le entrate sono costituite dai Ricavi da conferimento e dai Contributi CIP6, nei costi vanno ricompresi i Costi di gestione, i Costi di discarica per le ceneri, i Costi di bonifica, i Costi ambientali e sociali. Va segnalato che, conferendo i rifiuti ad un inceneritore, i comuni perdono i contributi CONAI sul riciclo degli imballaggi.

Il confronto tra le diverse soluzioni mostra che per i comuni (quindi, per noi cittadini) la soluzione più vantaggiosa sul piano economico è rappresentata dall’impianto tipo Vedelago, sia per il basso investimento iniziale (5 milioni di euro), sia perché possono ridursi i costi del conferimento (cioè le imposte sui rifiuti) grazie ai contributi CONAI e ai ricavi derivanti dalla vendita dei materiali riciclati.

Un inceneritore, invece, richiede un forte investimento iniziale (circa 200 milioni di euro), una discarica speciale per smaltire le ceneri ed alti costi sociali e ambientali.
Perché Di Carlo, Marrazzo, Robilotta e Fontana hanno scelto la soluzione più costosa per i cittadini del Lazio, anteponendo gli interessi di Cerroni a quelli della collettività che rappresentano?
I cittadini di Roma e del Lazio si sono già accorti che la costruzione dell’inceneritore di Malagrotta ha comportato in questi anni il raddoppio delle imposte pagate per lo smaltimento dei rifiuti.

Quanto ci costerà inoltre la costruzione dell’inceneritore di Albano?

Va anche considerato che, dato l’elevato investimento iniziale, i piani di ammortamento degli inceneritori sono di almeno 30 anni.

Questo significa che il patto scellerato tra Di Carlo e Cerroni costituisce una pesante ipoteca sui Castelli Romani per i prossimi decenni!!!


Ancora bloccato l’impianto di riciclo di Colleferro, tipo Vedelago
Di Carlo ha affermato che a Roma c’è solo Cerroni perché gli altri imprenditori non fanno proposte.

E’ falso. A Colleferro è stato costruito ed è pronto per entrare in funzione un impianto, tipo Vedelago, in grado di trattare 50.000 tonnellate di rifiuti differenziati l’anno. Le autorizzazioni per l’inizio delle attività sono insabbiate da mesi alla Provincia di Roma.

Morale: per Cerroni si fanno carte false, mentre per gli altri imprenditori si bloccano le autorizzazioni!!!

Il punto della situazione sugli inceritori nel Lazio
Sul Piano Regionale presentato da Marrazzo il 24 giugno 2008 non c’è l’impianto di riciclo di Colleferro, ma solo inceneritori (San Vittore, Colleferro, Malagrotta e Albano).

Facciamo il punto della situazione degli inceneritori.

Il famoso inceneritore di Malagrotta è ancora sotto sequestro da parte della magistratura.
Il Coordinamento contro l’inceneritore di Albano ha presentato un ricorso al TAR contro la Valutazione di Impatto Ambientale “alla vaccinara” (prima era negativa, poi con l’incarico a Di Carlo è stata taroccata ed è diventata positiva).

Proseguono, inoltre, le indagini della Guardia di Finanza sull’inceneritore di Colleferro.
In merito, dal giornale “Il caffè” riprendiamo le seguenti notizie:

“I carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Roma stanno lavorando sulla gravissima ipotesi per cui il Combustibile da Rifiuti (CDR) era in realtà solo spazzatura impacchettata.
Sullo sfondo, una fitta rete di complicità di funzionari e amministratori pubblici, locali e regionali. Uno scenario simile a quello che portò all’emergenza rifiuti in Campania.
I due inceneritori di Colleferro targati Gaia che dovrebbero bruciare combustibile da rifiuti (CDR) avrebbero la patente scaduta. Oltre ai dubbi su cosa effettivamente bruciassero, la Regione Lazio non avrebbe ancora rinnovato le autorizzazioni.
Il Nucleo Ecologico di Roma ha trovato inoltre almeno altre due irregolarità: l’assenza di un sistema elettronico di rilevamento dei fumi, che permette di intervenire in caso di emissione di rifiuti tossici, e la presenza di un filtro industriale proveniente dalla Campania, pronto per essere bruciato”.

…e pensare che Marrazzo ci ha messo anche la faccia
Questa è la fotografia della situazione indecente della gestione dei rifiuti nella Regione Lazio.

La raccolta differenziata viene appositamente insabbiata per dare spazio a Cerroni e agli inceneritori, mentre Marrazzo sperpera quasi un miliardo di euro per mettere il suo faccione da presentatore televisivo su tutti i muri della regione.

Ci vuole proprio una bella faccia tosta!!!!

venerdì 12 dicembre 2008

Quel maledetto sottopasso ferroviario

L’11 dicembre 2008 un violento nubifragio ha colpito Roma e provincia. Il bilancio è di un morto. Una donna è rimasta intrappolata in un'auto sommersa da acqua e fango in un sottopasso ferroviario a Monterotondo.















A recuperare il corpo i vigili del fuoco insieme ai sommozzatori dopo una segnalazione giunta verso le 6.30 alla centrale operativa del comando provinciale di Roma. L'auto era sommersa da circa 4 metri d'acqua. Il cadavere è stato trovato sul sedile di dietro dove, probabilmente, la donna si era spostata per cercare di salvarsi.

L'ultima telefonata per chiedere aiuto. L'ex marito ha raccontato che la donna aveva chiamato con il cellulare una collega per avvertirla che era rimasta bloccata e che l'acqua stava entrando nell'auto. Poi, in pochi secondi la tragedia. Gli abitanti della zona fanno sapere che non è la prima volta che il sottopassaggio si allaga.

Sequestrato il sottopasso. Chiuso e posto sotto sequestro dai carabinieri il sottopassaggio ferroviario.

Aperto fascicolo per omicidio colposo dalla procura di Tivoli. Gli inquirenti intendono capire ora le cause dell'allagamento del sottopassaggio, se per problemi strutturali o legati alla manutenzione, oppure per il maltempo.

Il sottopasso di Monterotondo è uguale a quello proposto da RFI per Pavona. Quando i cittadini di Pavona hanno cominciato la loro battaglia contro il sottopasso stradale sulla Via del Mare, al centro del paese, i tecnici delle ferrovie rispondevano che il sottopasso di Pavona sarebbe stato uguale a quello di Monterotondo.

Alcuni di noi sono anche andati a Monterotondo e i cittadini incontrati hanno denunciato che il sottopasso si allagava in continuazione.

















Chi porta la grave responsabilità di questo omicidio colposo?
La responsabilità morale è di RFI che propone opere inutili, costose, scellerate e pericolose.
L’allagamento di quel maledetto sottopasso ferroviario poteva causare anche una strage.

Continueranno il Sindaco e il Consiglio Comunale di Albano Laziale ad insistere con il sottopasso su Via Pian Savelli????

domenica 7 dicembre 2008

Manifestazione sotto la sede della Regione

Segnalazione articolo su CastelliNews.it
Il "No" all'inceneritore di Albano arriva fino alla Pisana


Una “Social Card” per il signor Cerroni

Nonostante la pioggia incessante , grande manifestazione dei comitati che rappresentano le vertenze territoriali (No turbogas di Aprilia, No Fly di Ciampino, No Inceneritore di Albano, il comitato di Malagotta, No corridoio, Non bruciamoci il futuro e tanti altri) il 5 dicembre 2008 alla Regione Lazio.

Grandi assenti Marrazzo e la sua Giunta.

Spariti, dissolti, scomparsi, svaniti, dileguati, dissolti, fuggiti, nascosti...

... non c’è aggettivo che renda lo stato inqualificabile dello squallore in cui versa ormai la Giunta regionale.

“Un Giunta alla vaccinara”, citava uno striscione, che ha paura di confrontarsi con “i movimenti all’arrabbiata”.

Sparito Marrazzo, il presentatore televisivo che voleva fare il Presidente della Regione Lazio (Pippo Baudo ha avuto la serietà di non presentarsi alle elezioni regionali in Sicilia).

Spariti gli “inutili” assessori della Sinistra Arcobaleno, che dopo aver votato il Piano regionale dei rifiuti (un piano che fa gli “interessi dei soliti noti”, come ha dichiarato l’Assessore Regionale al Bilancio Luigi Nieri) non sa più dove andarsi a nascondere.

Sparito anche l’Assessore Di Carlo, che in due mesi di delega ai rifiuti è riuscito solo a taroccare la Valutazione di Impatto Ambientale sull’inceneritore di Albano.

Un esempio di vergognosa sottomissione ai desiderata del signor Cerroni.

Citiamo alcune prescrizioni per Cerroni contenute nella nuova ed illegale Valutazione di Impatto Ambientale, che dimostrano l’inettitudine e l’inefficienza degli uffici regionali (altro che fannulloni, come direbbe il Ministro Brunetta):
- tutte le strade ed i piazzali dovranno essere adeguatamente pavimentate;
- dovrà essere garantita la raccolta e la depurazione delle acque di prima pioggia;
- dovranno essere effettuati interventi di piantumazione perimetrale e sistemazione a verde, i quali dovranno essere condotti raccordandosi coerentemente a tutte le aree costituenti il complesso impiantistico, attraverso l’utilizzo delle tecniche di ingegneria naturalistica nonché di essenze arbustive ed arboree in accordo con le caratteristiche vegetazionali dei luoghi.

Cerroni vuol mettere un inceneritore che produde diossina, inquina l’ambiente (l’aria, la terra, le acque), distrugge le produzioni dei vini doc dei Castelli, minaccia la salute dei cittadini, e i burocrati fannulloni della regione si preoccupano della pavimentazione dei piazzali, della depurazione delle acque di prima pioggia e delle siepi da installare nel perimetro della zona???

Si, questa Giunta Regionale è proprio alla vaccinara!!!!!!

Le popolazioni “arrabbiate” della Regione Lazio la spazzeranno via alle prossime elezioni !!!

ULTIM’ORA
Ancora insabbiate, da parte dei Cerroni Boys della Regione Lazio e della Provincia di Roma, le autorizzazioni per l’impianto di Colleferro, tipo Vedelago, pronto da mesi per differenziare 50.000 tonnellate annue di rifiuti, senza incenerire. (... e poi Di Carlo si lamenta che Cerroni ha il monopolio perchè gli altri imprenditori non presentano i progetti !?!?!).

Al signor Cerroni, oltre ai 550 milioni di euro di finanziamenti pubblici CIP6 per gli inceneritori di Malagrotta ed Albano, verrà anche consegnata una “Social Card”, in quanto la società che gestisce la discarica di Malagrotta (la Colari Spa) ha dichiarato, a fronte di 90 milioni di euro di ricavi, 2.583 euro di utile netto. La “Social Card” porterà gli autografi di Marrazzo, Alemanno e Di Carlo. Anche l’Assessore Nieri, che si è spesso occupato di politiche sociali, firmerà la speciale “Social Card” del signor Cerroni.

venerdì 5 dicembre 2008

Di Carlo, Cerroni e 'a coda alla vaccinara

Lettera di Lucia 'a panacca

Quanno succedino certe freche, e comme fa’ a statte zitta?

Sentète chesta: ‘mpo’ de giorni fa stevo a spettà ch’apreva ‘a bottega de pane sul corso de Albano.

A ‘u certu puntu, te vedo Di Carlo l’assessuore alla monnezza, ribbadizzatu “u figliu de Cerroni”, che steva a fa combinella con Matteu ‘u sindacu, chillu che de giorno dice de “NO” e de notte dice de “SI”. C’era pure Marrazzu e Robilottu, tutti Cerroni Boys.

Allora ho fatto faccia e gnò ditto: “Aè, ma che è ‘ssu ridunacciu? Congressu de vorpi, stragge de galline, eh?”

‘Chiappa e mme risponne ‘u sindicu de Albano: “A Lucì, stemo a spettà Cerroni. Tenemo da ì a Roma a vede certa robba de ‘nceneritore, ‘a valutazione de impattu ambientale. A Lucì, voi venì co noi?”

Semo montati sopra a ‘n elicotteru de lusso e se ne semo iti.

Arrivati a Roma, semo iti a magna al ristorante co’ 5 ‘ngegneri de a Regione.

Stavamo a magna ‘u piattu de coda alla vaccinara, quanno Cerroni ha ditto:

“L’ultima coda alla vaccinara, magna che te rimagna, m’ha cominciato a bullì ‘a panza come ‘na pila de facioli de ‘a regina.

Pè fortuna che, dopo ‘n quarticellu d’ora de scoregge vestite come ‘na briscola, so’ ito liscio e ho cominciato a pià sonno.

Sarà statu ‘u stommicacciu, ma ho cominciato subbito ‘a fa’ tutti sogni strunzi!

Prima me so’ sognato ‘a manifestaziò de ‘o coordinamento contro l’inceneritore de Albano (issi so proprio ‘na rottura de cojoni).

Poi … che ‘a magistratura chiudeva ‘a discarica de Malagrotta e d’Albano.

Dopo … che i pompieri spegnevano ‘u ‘nceneritore de Malagrotta.

Sta bbotta m’hanno fatto ‘u malocchiu, ‘u contrumalocchiu, ‘a macumba e sett’otto fatture!”

Chillu scemotto dell’assessuore ha ditto: “Tranquillo pà: coi sordi de’ CIP6, altro che sta coda alla vaccinara!”

Stretta la foglia, larga la via, qua sfregnino i sordi e chi paga è: LUCIA!!!

mercoledì 3 dicembre 2008