giovedì 27 novembre 2008

Dopo Report nulla sarà come prima

Complimenti a Report.

Dopo la trasmissione nulla sarà come prima.

Anche se Report ha detto solo il 10% della verità sulla gestione dei rifiuti nel Lazio, il primo 10% ha avuto effetti esplosivi.

E’ la prima volta che un servizio giornalistico non trasmette un senso di reverenza nei confronti del signor Cerroni

Dopo una miriade di articoli “ridicoli” su Cerroni pubblicati su “Il sole 24 ore”, su “L’espresso”, su “Left”, finalmente un servizio “serio” come quello di Report.

Di seguito riportiamo, però, alcuni consigli per le prossime trasmissioni di Report.

Mister 2.583 euro

Questo è l’utile netto dichiarato dalla COLARI Spa del signor Cerroni.

La società che gestisce la discarica di Malagrotta ha dichiarato nel 2007, a fronte di ricavi per 90 milioni di euro, un misero utile netto di 2.583 euro.

Come ha riportato il servizio di Report, il signor Cerroni si sposta in elicottero, ma dichiara nei bilanci un utile netto inferiore a quello di un comune “stracciarolo”.

Peccato che il redditometro predisposto dall’Amministrazione fiscale si basi sulle autovetture e sugli incrementi patrimoniali, ma non preveda gli elicotteri.

Comunque, il povero Cerroni chissà quante code alla vaccinara avrà dovuto pagare alla classe politica romana e bresciana.

L'alternativa italiana agli inceneritori

Finito l’eco sulla coda alla vaccinara dell’Assessore PD Di Carlo, del servizio rimarrà il messaggio che la soluzione per la gestione dei rifiuti sono gli inceneritori.

Tutto quello che non si può riclicare, si può bruciare.

Perchè anche una trasmissione come Report è caduta in questa trappola mediatica, finendo per sponsorizzare la potente lobby di Brescia?

Cara Report, l’alternativa agli inceneritori di Cerroni non sono gli inceneritori di Berlino!!!

Ogni inceneritore ha bisogno di una discarica a monte, per la selezione del CDR (Combustibile da Rifiuti), e di una discarica a valle (per le ceneri, rifiuto speciale e pericoloso).

Come afferma il Prof. Paul Connett: “L’incenerimento è costosissimo, pericoloso, non sostenibile, non necessario, e non crea posti di lavoro. E’ stupido e rovina la vita. Anche se gli inceneritori fossero sicuri, non saranno mai intelligenti. Non potrai mai riavere l’energia impiegata per fare una bottiglia, una scatoletta bruciandola. Se fanno l’inceneritore ad Albano o a Latina, fra 25 anni sarete alle stesso punto di adesso, avrete un mucchio di ceneri residue (una tonnellata ogni 3 tonnellate di rifiuti bruciati, oltre a quelle volatili delle ciminiere)”.

Cara Report, dovremmo bruciare tonnellate di CDR (le ecoballe di carta e plastica, come si è visto nel servizio) per ottenere tonnellate di rifiuti speciali e pericolosi, da stoccare in discariche speciali?

L’incenerimento è una cosa è semplicemente folle!!!

Dopo la trasmissione ho finalmente capito il motivo per cui i Cerroni Boys della Provincia di Roma e della Regione Lazio stanno insabbiato le autorizzazioni per il nuovo impianto di Colleferro, modello Vedelago.

Bisogna eliminare ogni possibile alternativa, in modo cha anche le trasmissioni come Report non abbiano un’alternativa credibile da confrontare con gli inceneritori!!!

E se gli impianti tipo Vedelago fossero 5, andrebbe completamente rivisto il piano regionale dei
rifiuti.

La coda alla vaccinara

Di Carlo è uno dei principali artefici del fallimento della gestione dei rifiuti nel Lazio.

La raccolta differenziata non è mai decollata, l’AMA è ridotta al fallimento, i comuni hanno accumulato un debito da oltre 200 milioni di euro con Cerroni, i cittadini di Roma e del Lazio pagano tariffe salatissime per i rifiuti e .. Di Carlo si dimette per un piatto di coda alla vaccinara?!?!?

La cosa non può finire in burla.

Siete tutti invitati il 5 dicembre 2008 a protestare sotto la Presidenza della Regione Lazio per chiedere la riscrittura del Piano regionale dei rifiuti, in modo che non favorisca “i soliti noti”, come affermato dall’Assessore Nieri.

Ci sarà coda alla vaccinara per tutti!!!!!!!!!

PS – Pare, sembra, si dice che il Presidente dei Cerroni Boys, tale Marrazzo, alla riconsegna della delega ai rifiuti da parte di Di Carlo abbia esclamato: “Non ci sono problemi. Tanto il lavoro sporco per l’inceneritore di Albano è stato già fatto!!!!”

domenica 23 novembre 2008

Una denuncia alla Commissione Europea contro i CIP6 dedicata al Prof. Paul Connett

Le vicende di questi giorni dimostrano che in Italia l’affare della gestione dei rifiuti è fortemente condizionato dagli ingenti finanziamenti pubblici in gioco.

In tema di inceneritori nel Lazio, le vicende di questi mesi sono state molto preoccupanti:
- l’incidente all’inceneritore di San Vittore (estate 2008);
- il sequestro dell’inceneritore di Malagrotta (addirittura l’impianto antincendio non era in regola);
- l’indagine della Guardia di Finanza sull’inceneritore di Colleferro;
- la nuova VIA per l’inceneritore di Albano (questa volta positiva per Cerroni) contro la volontà della popolazione dei Castelli Romani.

Per fermare questo sperpero di denaro pubblico, ci siamo rivolti direttamente alla Direzione generale Concorrenza , Protocollo Aiuti di Stato, della Commissione Europea.

Il testo della denuncia è riportato nel sito, nella sezione "Per l'Italia che guarda".

Invitiamo tutti i cittadini e le associazioni a replicare la denuncia, inviandola via email al seguente indirizzo stateaidgreffe@ec.europa.eu

Questa denuncia è stata ispirata dal Prof. Paul Connett, di cui riportiamo i brani più salienti di una bellissima intervista rilasciata al giornale “Il caffè”.

Le sue parole spiegano nel modo migliore i motivi della denuncia contro i finanziamenti agli inceneritori.

“Quando ci sono persone d’affari molto potenti, che possono corrompere il sistema politico, arrivano situazioni molto negative, da dinosauri, come gli inceneritori, anche se gli danno un nome elegante come “gassificatore” o “termovalorizzatori”. Li fanno passare per modalità di recupero delle risorse. In realtà sono sistemi per la distruzione delle risorse. Ma dove la corruzione non è il fattore decisivo, più di 2.000 comuni in Italia hanno adottao la raccolta “porta a porta”: separano gli scarti e li mettono dentro diversi contenitori accanto all’uscio di casa. E passano a ritirarli per poi riciclarli….”

“Politici e uomini d’affari insistono sull’incenerimento perché è una soluzione pigra, una macchina magica che “risolve” tutto e poi perché quando si costruisce un inceneritore è come un maialino, tutti ci mangiano. Negli anni ’90 il governo italiano ha introdotto un aiuto finanziario, nato per le fonti rinnovabili, ma poi esteso a questi impianti. Dovete liberarvi di mafie e corruzione”.

Ognuno dovrebbe diventare un “Nimby”! Tutti dovrebbero fare come qui ad Albano e proteggere il proprio territorio. Il problema è quando le persone se ne fregano perché il “giardino” è di qualcun altro. Reagire a una cosa pessima quando stanno minacciando la tua salute, i tuoi figli, il valore della tua proprietà, è una cosa giusta. Occorre trasformare la rabbia in organizzazione tra le persone e “porta a porta”, per migliorare. Bisogna reagire!”

“Vi spiego le due leggi dell’inquinamento. La prima legge: il livello di inquinamento aumenta in rapporto proporzionale a quanto cresce il livello di corruzione. Seconda legge: il livello di inquinamento diminuisce in rapporto a quanto aumenta il livello di partecipazione pubblica. C’è bisogno della gente per mettere in ordine il sistema politico e l’ambiente. Abbiamo bisogno di politici onesti ed una responsabilità industriale a monte per produrre meno rifiuti; la gente gli deve dire “se non possiamo riusarli, riciclarli, trasformarli in concime, quei prodotti non dovete più fabbricarli”. Ma soprattutto serve un buon governo politico che prema sull’industria insieme alla comunità. Altrimenti il pianeta collasserà!”

giovedì 20 novembre 2008

Gli ordini di Cerroni sul PRG di Albano

Il 5 aprile 2008 abbiamo pubblicato sul nostro sito la notizia che il Comune di Albano Laziale stava approvando una gigantesca variante al Piano Regolatore Generale, trasformando i terreni di Cerroni da zona agricola a zona artigianale.

A seguito della ferma e decisa protesta del Coordinamento contro l’inceneritore, il Consiglio Comunale di Albano Laziale ha approvato all’unanimità, nella seduta del 5 giugno 2008, un importante ordine del giorno che vincola i progettisti del nuovo PRG a mantenere la destinazione ad uso agricolo per i terreni di Roncigliano (pare 75 ettari) acquistati da Cerroni & co. per costruire l’inceneritore più grande del mondo.

In quella seduta del Consiglio Comunale, il Sindaco Mattei ha affermato di essere stato sempre contrario all’inceneritore e ha sottolineato che qualche mistificatore aveva maliziosamente stravolto la realtà.

Il 24 luglio 2008, il Consiglio Comunale ha votato la variante generale al Piano Regolatore Generale confermando l’impegno a preservare, per i terreni di Cerroni, l’attuale destinazione agricola (E2), invece che artigianale (D4).

In questa vicenda oscura, una domanda era rimasta senza risposta:
perché qualcuno voleva cambiare la destinazione d’uso dei terreni di Cerroni?

Il mistero è stato svelato dalla Valutazione di Impatto Ambientale della Regione Lazio, redatta in data 8 ottobre 2008, che in merito ai terreni di Cerroni riporta:
“L’area interessata dall’intervento risulta ubicata nel Comune di Albano Laziale ed è prevista nel PRG vigente come “zona E Agricola”. Essa è adiacente ad un’area destinata a “Zona D – Sottozona D1” di proprietà della Pontina Ambiente Srl.
In considerazione di ciò, la Pontina Ambiente Srl ha avviato le procedure affinchè il Comune di Albano Laziale estendesse la zona “D” all’area dell’impianto proposto, con la redazione della variante generale al PRG”.

Non sappiamo con esattezza quali procedure abbia avviato il signor Cerroni per trasformare decine di ettari di terreno da agricolo ad artigianale. Possiamo solo immaginarle!!!

Un dubbio però andrebbe chiarito:
il Sindaco Mattei ha dichiarato il falso davanti a tutto il Consiglio Comunale di Albano?
Oppure la nuova Valutazione di Impatto Ambientale della Regione Lazio riporta pedissequamente gli ordini del signor Cerroni?

Un altro oscuro capitolo della ignobile vicenda dell’inceneritore di Albano.

mercoledì 12 novembre 2008

L'11 novembre dei Cerroni Boys

SEQUESTRATO L’INCENERITORE DI MALAGROTTA,
CONDANNATA LA CERRONI spa PER LA DISCARICA DI MALAGROTTA,
OPERAZIONE DELLA GUARDIA DI FINANZA SULL’INCENERITORE DI COLLEFERRO


Tutto è iniziato il 29 ottobre 2008.

Il presidente dei Cerroni Boys, Marrazzo, si è presentato alla Commissione Consiliare Ambiente della Regione Lazio per illustrare la “Relazione sullo stato di attuazione degli interventi e azioni richiamate nel decreto commissariale n. 24 del 24 giugno 2008”.

Una relazione veramente istruttiva, curata nei minimi dettagli dall’Assessore Di Carlo, che per Cerroni è come un figlio.

Marrazzo prima ha sottolineato gli importanti risultati raggiunti:

“Allo stato attuale l’esposizione debitoria dei comuni nei confronti dei gestori, sia pubblici che privati, sta assumendo dimensioni rilevanti, quantificabili in circa 200 milioni di euro e il trend in atto porta a pensare che, a breve, tali cifre subiranno una notevole crescita”

.…poi ha concluso ringraziando Cerroni & co.:

“…il Lazio presenta da oltre 10 anni una situazione di mercato stabile, con società ed imprenditori facilmente individuabili, sia pubblici che privati, che hanno avviato programmi di investimento importanti e che, fino ad ora, hanno dato garanzia sia per il servizio reso che per le azioni poste in essere per garantire la salvaguardia dell’ambiente.”

Appena Marrazzo finiva il suo illuminato intervento, le agenzie di stampa diffondevano le prime verità sulle società e sugli imprenditori che hanno dato così tante garanzie a Marrazzo.

Il comando provinciale della Guardia di Finanza di Roma, su delega della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Velletri, ha eseguito un'attività investigativa nei confronti del gruppo societario riconducibile al consorzio Gaia Spa, la società che gestisce l’inceneritore di Colleferro, finalizzata alla ricostruzione delle cause del dissesto finanziario evidenziato dal bilancio economico chiuso al 31 dicembre 2005 ed al riscontro di eventuali reati.

Come fa sapere la Guardia di Finanza, sulla base delle risultanze delle indagini, condotte dalle fiamme gialle di Colleferro, l'autorità giudiziaria di Velletri ha emesso avvisi di informazione di garanzia nei confronti di 24 persone per ipotesi di reato tra le quali spiccano quelle di peculato, truffa aggravata, corruzione e bancarotta fraudolenta.

Contestualmente, i militari della Guardia di Finanza hanno proceduto al sequestro di 38 immobili - tra i quali vi sono anche abitazioni di pregio - e delle disponibilità finanziarie nei confronti di 9 persone, sino al valore di 52.300.000 euro. Per tale operazione, denominata ''Cash Cow'', sono stati impiegati, sull'intero territorio nazionale, oltre 250 finanzieri.

Ma dove vive Marrazzo, sulla luna???

Proviamo a rileggere con attenzione la sua relazione:

“…il Lazio presenta da oltre 10 anni una situazione di mercato stabile, con società ed imprenditori facilmente individuabili, sia pubblici che privati, che hanno avviato programmi di investimento importanti e che, fino ad ora, hanno dato garanzia sia per il servizio reso che per le azioni poste in essere per garantire la salvaguardia dell’ambiente.”

A conferma della lucida analisi di Marrazzo, il 3 novembre 2008 il Giudice Francesco Patrone ha condannato per "mala gestio" il responsabile della discarica di Malagrotta, Francesco Rando, alla sanzione di anni uno di arresto.

Il processo doveva stabilire se era corretto smaltire in discarica rifiuti pericolosi, in particolare il percolato (il risultato della liscivazione e putrefazione dei rifiuti) ed i fanghi di depurazione provenienti dall'ACEA.

Questa è la terza condanna penale subita da Cerroni & co.

Ma i guai per i Cerroni Boys non finiscono qui.

L’11 novembre 2008, mentre Marrazzo e Di Carlo stavano già preparando i discorsi per l’inaugurazione dell’inceneritore di Malagrotta, è arrivata l’incredibile notizia.

I Carabinieri del Noe, Nucleo Operativo Ecologico, su ordine della Procura di Roma, hanno proceduto al sequestro preventivo dell'inceneritore di Malagrotta disposto dal gip di Roma.

L'inceneritore è risultato privo della indispensabile 'Certificazione di Prevenzione Incendi', non rispondendo, nel contempo, ad altri requisiti di legge.

Le inadempienze sono state riferite dai carabinieri al Procuratore della Repubblica di Roma e ai titolari del procedimento penale che hanno chiesto in via d'urgenza al gip il sequestro preventivo dell'impianto.

Il gip ha ritenuto che è ''…indubbio ed estremamente inquietante il 'periculum in mora' desumibile dalla natura dell'attività svolta nell'impianto di gassificazione, dai materiali utilizzati per il processo di combustione e dalla presenza nelle immediate vicinanze di siti pericolosi in particolare una raffineria e un deposito di Gpl.

Sussiste, infatti - continua il gip - fondato pericolo che la prosecuzione dell'attuale esercizio dell'impianto e la libera disponibilità di cose pertinenti al reato possa agevolare o protrarre le conseguenze del reato, ovvero - conclude il gip - agevolare la commissione di altri reati, trattandosi di esercizio di impianto in totale carenza dei requisiti di legge''.

Per Manlio Cerroni e Francesco Rando, indagati nell'inchiesta, il procuratore aggiunto Achille Toro e il pubblico ministero Simona Maisto hanno ipotizzato la violazione del decreto legislativo in materia di tutela della salute e della sicurezza pubblica nei luoghi di lavoro.

In particolare, la violazione riguarda l'art. 46 del decreto il quale stabilisce che nei luoghi di lavoro soggetti alle previsioni di questa normativa devono essere adottate misure per prevenire gli incendi e per tutelare l'incolumità dei lavoratori.

Giorni terribili per i Cerroni Boys.

Ma cosa succederà nei prossimi giorni?

I rappresentanti del Wwf hanno chiesto in una conferenza stampa al presidente Marrazzo “chiarezza, trasparenza e assunzione di responsabilità per una nuova pagina della gestione dei rifiuti del Lazio”.

Chiarezza, trasparenza e assunzione di responsabilità?

La scandalosa vicenda dell’inceneritore di Albano è la dimostrazione della ‘mala gestio’ di Marrazzo & co.

Chiarezza? Politici che di giorno dicono di “NO” e di notte dicono di “SI”.

Trasparenza? Atti secretati e chiusi nelle casseforti.

Assunzione di responsabilità? Due valutazioni di impatto ambientale negative cestinate e riscritte illegalmente ad uso e consumo dei “soliti noti”.

Sarà bene che la Magistratura e la Corte dei Conti comincino ad indagare anche sulle illegalità connesse all’iter autorizzativo dell’impianto di Albano, un regalo ai “soliti noti”.

Di fronte a questo inquietante scenario, le forze politiche, i consiglieri regionali, i Sindaci, la stampa, i giornali, le televisioni, le forze sociali e culturali della città di Roma e della Regione Lazio non possono più rimanere in ossequioso silenzio.

Le popolazioni devono riprendere in mano la gestione del proprio territorio, dell’ambiente in cui vivono e del proprio futuro.

sabato 8 novembre 2008

Lasciate un obolo a Cerroni & Marrazzo


Il fallimento della gestione Marrazzo

Il 29 ottobre 2008 si è riunita la Commissione Consiliare Ambiente della Regione Lazio per discutere la “Relazione sullo stato di attuazione degli interventi e azioni richiamate nel decreto commissariale n. 24 del 24 giugno 2008”.

Nella relazione è riportato il fallimento della gestione commissariale di Marrazzo:

“Allo stato attuale l’esposizione debitoria dei comuni nei confronti dei gestori, sia pubblici che privati, sta assumendo dimensioni rilevanti, quantificabili in circa 200 milioni di euro e il trend in atto porta a pensare che, a breve, tali cifre subiranno una notevole crescita”.

Le ultime parole famose riportate nella relazione:

“…il Lazio presenta da oltre 10 anni una situazione di mercato stabile, con società ed imprenditori facilmente individuabili, sia pubblici che privati, che hanno avviato programmi di investimento importanti e che, fino ad ora, hanno dato garanzia sia per il servizio reso che per le azioni poste in essere per garantire la salvaguardia dell’ambiente.”

Una situazione di mercato stabile?

La frase è gravissima perché dimostra che è stato pianificato in questi 10 anni di proteggere il monopolio di Cerroni e non è stato consentito ad altri operatori di effettuare una sana concorrenza nel settore, in modo da calmierare le tariffe.

In particolare, citiamo il nuovo impianto di Colleferro, tipo Vedelago, in grado di trattare 50.000 tonnellate di rifiuti, senza discariche e senza inceneritori, fermo da mesi in attesa delle autorizzazioni provinciali e regionali.

Quanti altri impianti tipo Vedelago sono insabbiati dalla Provincia di Roma e dalla Regione Lazio perché turbano una situazione di mercato stabile?

Cerroni garanzia per la salvaguardia dell’ambiente?

Il 3 novembre 2008 il giudice Francesco Patrone ha condannato la Cerroni & co. per "mala gestio" della discarica di Malagrotta ad una sanzione di anni 1 di arresto.

Questa è la terza condanna penale subita dall'amministratore unico della discarica di Malagrotta.Il processo doveva stabilire se era corretto smaltire in discarica rifiuti pericolosi, in particolare il percolato (il risultato della liscivazione e putrefazione dei rifiuti) ed i fanghi di depurazione provenienti dall'ACEA.

Marrazzo, invece, si fida di Cerroni & co. e gli affida, a trattativa privata, l'inceneritore di Albano.

Chi ha pagato l’inceneritore di Malagrotta?

Cerroni pensa di essere un benefattore!!!
Marrazzo dice che i privati, cioè Cerroni, hanno avviato investimenti importanti!!!
I comuni per gestire i rifiuti vedono esplodere i loro debiti a breve, che sono arrivati a 200 milioni di euro!!!

Cosa lega questi eventi?

Il filo che lega questi eventi è rappresentato dall’inceneritore di Malagrotta.

Cerroni decide nel 2004 di costruire l’inceneritore a Malagrotta.
Le istituzioni, come sempre, lo assecondano.
Ma per costruire un inceneritore ci vogliono i soldi, tanti soldi.
Allora Cerroni, che gestisce i rifiuti nel Lazio in regime di assoluto monopolio, decide di finanziare l’inceneritore con un forte aumento delle tariffe sui rifiuti.

Ciò ha comportato in questi anni:
- il raddoppio delle imposte sui rifiuti per tutti i cittadini e le imprese;
- il raddoppio dei ricavi per le società di Cerroni;
- il raddoppio dei debiti a breve dei comuni.

Chi ci guadagna e chi ci perde dalla politica degli inceneritori?

I cittadini sostengono il peso delle scelte scellerate di Marrazzo e sono costretti a pagare bollette salatissime.
I comuni sono maggiormente esposti e ricattabili sul piano finanziario, senza risorse per lanciare la raccolta differenziata.
L’unico che ci guadagna è Cerroni, che effettua un imponente investimento a spese dei cittadini ed usufruirà per otto anni dei contributi statali dei Cip6.

Complimenti a Marrazzo che, come scrive il Sole 24 Ore, ha “fortemente voluto l’inceneritore di Malagrotta per chiudere il ciclo dei rifiuti”.

Lo sperpero dei Cip6

Tutto il mondo è fortemente preoccupato per la gravissima crisi economica e finanziaria che grava sulle imprese e sulle famiglie, e invece l’Assessore Regionale Di Carlo, che per Cerroni è come un figlio, dichiara in data 5 novembre 2008 al Sole 24 Ore: “il mio auspicio è che il gassificatore di Albano a questo punto rientri negli impianti in regola per usufruire degli incentivi statali (il cosiddetto Cip6)”.

Sui CIP6 ha le idee chiare anche il signor Cerroni che al compiante giornale della Mercegaglia dichiara: “Faccio presente che in entrambi i casi (inceneritore di Malagrotta e di Albano) non ci sono stati, né ci saranno, contributi statali per l’investimento. Il beneficio del cosiddetto Cip6 si verificherà con la produzione continua di energia elettrica, per un periodo di otto anni, e consisterà in un incentivo aggiuntivo sul prezzo dell’energia elettrica immessa in rete, oggi pari a 0,1228 euro/kwh: l’incentivo si riverbera sull’economicità della tariffa a carico dei cittadini”.

In Italia il Governo taglia i fondi per la formazione, la scuola, la ricerca e l’università, mentre lo stato sperpera 2.216 milioni di euro in contributi statali, denominati Cip 6, per finanziare gli inceneritori (fonte: Memoria per l’audizione presso la X Commissione attività produttive, commercio e turismo della Camera dei deputati - Roma, 30 ottobre 2003).

Il Piano Regionale dei rifiuti va rivisto alla luce della crisi economica

La gravissima crisi economica e finanziaria ha effetti pesantissimi sui bilanci e sui consumi delle imprese e delle famiglie.

Alla luce di questa crisi va completamente riscritto il Piano regionale dei rifiuti, elaborato in modo fallimentare da Marrazzo.

L’aumento previsionale dei rifiuti rappresenta, di fronte alla crisi in atto, pura fantasia.

La contrazione dei consumi connessa con la crisi economica e la possibilità di aprire il mercato ad altri operatori rendono, di fatto, inutile l’inceneritore di Albano.

Chi pagherà, poi, l’inutile inceneritore di Albano?
I cittadini e le imprese con altri aumenti sulle già salatissime tasse sui rifiuti?
I comuni saranno costretti ad una maggiore esposizione debitoria, in un momento di crisi finanziaria?

Di fronte a questo inquietante scenario, le forze politiche, i consiglieri regionali, i Sindaci, , la stampa, i giornali, le televisioni, le forze sociali e culturali della città di Roma e della Regione Lazio rimangono in ossequioso silenzio.

Lasciate un obolo a Cerroni

Un ultimo appunto per quanti andranno il 13 novembre 2008 all’inaugurazione dell’inceneritore di Malagrotta.

Lasciate un obolo a Cerroni: la sua società che gestisce la discarica di Malagrotta, la COLARI, ha dichiarato per il 2007, a fronte di ricavi per quasi 90 milioni di euro, un misero utile netto di 2.863 euro!!!

sabato 1 novembre 2008

L’ordine impartito ai Cerroni Boys: insabbiare insabbiare, insabbiare

Le esigenze di Cerroni

Un inceneritore ha bisogno di due discariche:
- una a monte, per raccogliere i rifiuti che non possono diventare CDR (Combustibile Da Rifiuti);
- una a valle, per i rifiuti speciali prodotti dall’inceneritore.

Per ridurre le spese di trasporto, la prima discarica deve stare vicino all’inceneritore e la seconda nelle vicinanze.

Non è un caso che Cerroni sceglie di localizzare gli inceneritori a fianco delle storiche discariche di Malagrotta e di Albano.

Considerando che solo il 30% dei rifiuti diventa CDR e che il 30% del CDR bruciato in un inceneritore diventa cenere, la seconda discarica per rifiuti speciali dovrebbe essere molto più piccola di quella di Malagrotta.

Visto che il signor Cerroni freme per partire con l’inceneritore di Malagrotta per incassare i 150 milioni di euro dallo Stato Italiano, serve con urgenza la seconda discarica, quella per i rifiuti speciali.

Marrazzo e Di Carlo al servizio di Cerroni

Subito il fido Marrazzo va dalla stampa e sentenzia: “A Roma (ndr: a Cerroni) serve una nuova discarica”.

Poi, se ne lava le mani: “E’ il Sindaco Alemanno che ci deve dire dove farla”.

Sugli aspetti tecnici interviene l’Assessore regionale Di Carlo (PD) che dichiara: “Giudico positivamente la proposta (ndr: di Cerroni) di aprire una nuova discarica nella zona chiamata Monti dell’Ortaggio, area che dista circa 3 chilometri dall’attuale discarica di Malagrotta. A conti fatti (ndr: da Cerroni) penso che la nuova discarica dovrebbe essere 20 volte più piccola della vecchia e dovrebbe accogliere circa 3 milioni e mezzo di metri cubi di scarti (ndr: ceneri).”

Marrazzo ha inoltre sentenziato: “Malagrotta si sta per esaurire e comunque, sia bruciando i rifiuti e sia con la raccolta differenziata, c’è sempre una parte dell’immondizia che diventa scarti e dobbiamo trovare i siti dove sistemarla: chi dice il contrario dice il falso”.

A dire la verità, il Piano dei rifiuti presentato a giugno 2008 da Marrazzo al Consiglio Regionale dice il falso. La discarica di Malagrotta è nel piano, ma nessun cenno viene fatto all’esigenza di una nuova discarica per rifiuti speciali da collocare vicino all’inceneritore. Ne consegue che Marrazzo dice il falso.

De Lillo, di giorno a Roma dice di NO ma di sera ad Albano dice di SI

In merito alla nuova discarica, l’Assessore all’Ambiente del Comune di Roma dichiara alla stampa “Questa scelta mi sembra una presa in giro. E' un sito che potrebbe andare bene. Temo si potrebbe riaprire una piaga dove ce n'è un'altra aperta da 30 anni”. Valuteremo altre ipotesi, ci confronteremo con la Regione, ecc.

De Lillo conosce bene la verità; il futuro della discarica di Malagrotta è stato già anticipato nel mese di agosto dal Capo Dipartimento del Comune di Roma: la discarica verrà innalzata di 10 metri e sarà in funzione per altri 15 anni.

Quindi, ne consegue che De Lillo e Alemanno si trovano in una situazione di grande imbarazzo.

Però, mentre di giorno a Roma l’Assessore De Lillo mette in scena i suoi dubbi amletici, di sera il Senatore De Lillo organizza convegni ad Albano per convincere gli abitanti di Albano che l’inceneritore rappresenta un’opportunità .

Che opportunità ci potrà mai essere nel trasformare la Strada dei Vini dei Castelli Romani nella nuova Malagrotta?!?.


Chi conosce bene il territorio sa che Albano sopporta la piaga della discarica di Roncigliano da 30 anni. I cittadini sopportano giorno e notte una puzza nauseante e le acque della falda sono state inquinate dalla discarica.

Il Sindaco di Albano Mattei, famoso perché di giorno dice di No mentre di notte dice di SI, non trova nulla da obbiettare.

Anzi, per il ridicolo convegno consegna la sala del Consiglio Comunale di Albano, in segno di resa a Cerroni e ai suoi Boys.

Intanto, Marrazzo vuole ampliare la discarica di Albano per esaurimento delle volumetrie.

Che nessuno tocchi i rifiuti di Cerroni

Marrazzo fa di tutto per assecondare le esigenze di Cerroni: cestina e falsifica le Valutazioni di Impatto Ambientale, firma atti illegali per gli inceneritori di Cerroni e poi li chiude in cassaforte, ecc.

Mentre le pratiche del Cerroni viaggiano su una "corsia raccomandata", le autorizzazioni per gli altri operatori vengono insabbiate.

E’ il caso, ad esempio, del nuovo impianto di Colleferro, tipo Vedelago, già pronto da molti mesi, ma bloccato in attesa delle autorizzazioni regionali e provinciali.

Tale impianto è in grado di trattare circa 50.000 tonnellate di rifiuti l’anno, non brucia nulla e non ha bisogno di discariche.

Per questo è un gravissimo pericolo che turba i sonni dei Cerroni Boys.

E quanti impianti tipo Vedelago stanno per arrivare nel Lazio? Tre, quattro, cinque?

L’ordine che è stato impartito è: insabbiare, insabbiare, insabbiare!!! ...in tutti i modi!!!