venerdì 29 agosto 2008

INIZIA LA DISOBBEDIENZA CIVILE: IL RIFIUTO È DI PROPRIETÀ DEI CITTADINI CHE L’HANNO COMPRATO!!!

Se proviamo a differenziare i nostri rifiuti domestici, possiamo notare che la maggior parte sono costituiti da imballaggi (plastica, carta, cartone, vetro, alluminio).

Sono imballaggi che abbiamo pagato al momento dell’acquisto dei prodotti e sono, quindi, di nostra proprietà.

Questa semplice constatazione può mettere in discussione tutta la gestione dei rifiuti.

Se, come nel Lazio, le pubbliche amministrazioni osteggiano la raccolta differenziata e si ostinano nel perseguire le politiche degli inceneritori, politiche devastanti per la salute, per l’ambiente e per il territorio;

se, come nel Lazio, le istituzioni regalano l’enorme affare della gestione dei rifiuti ad un unico soggetto privato, il signor Cerroni, che con le sue 51 società dichiara ormai un fatturato superiore alla Bulgari Spa;

se, come nel Lazio, la volontà delle popolazioni viene quotidianamente calpestata per assecondare la holding economico-criminale che gestisce i rifiuti sul territorio nazionale;

ALLORA È DOVEROSO ARRIVARE
AD UNA FORTE AZIONE DI DISOBBEDIENZA CIVILE.

I rifiuti sono nostri, non sono del signor Cerroni.

Possiamo utilizzarli, valorizzarli, consegnarli e, perché no, venderli a chi vogliamo!!!!

Diamo, perciò, il benvenuto agli Ecopunto.

Si tratta dei nuovi negozi in franchsing a cui i cittadini potranno vendere i propri rifiuti.

Il cittadino potrà portarvi alluminio, vetro, plastica, carta e altri rifiuti opportunamente separati, che verranno pagati a peso in base alle quotazioni di mercato.

Orientativamente un chilo di alluminio potrà essere pagato 50 centesimi, il ferro 20 centesimi; 18 centesimi si potranno ricavare da un chilo di pet e 5 centesimi dalla carta.

Tradotto in cifre, una famiglia di quattro persone potrà guadagnare anche oltre 200 euro.

L'idea è della Recoplastica, un'azienda del Canavese specializzata nel recupero dei rifiuti.

Dal 6 settembre saranno in funzione i primi tre Ecopunti nel Piemonte e, successivamente, l’iniziativa verrà estesa a tutto il territorio nazionale.

Sosterremo l’istituzione degli Ecopunti nel nostro territorio e denunceremo ogni forma di ostracismo e di intimidazione da parte delle pubbliche amministrazioni e dei Cerroni Boys.

AGLI INCENERITORI DI CERRONI & MARRAZZO
POSSIAMO LASCIARE LA PARTE UMIDA DEI RIFIUTI!!!!!!!!!!

domenica 24 agosto 2008

‘U ‘nceneritore, ‘u circu, ‘e Logge P2

di Lucia 'a Panacca

‘A gran callaccia de chist’anno è ‘na fregna che ‘n z’era mai vista!

Sarà statu ‘u bucio dell’orzòno, sarà statu l’effettu-serra, fattustà che se semo sciòti come ghiaccioli dentro ‘a ciocio de ‘na gatta ‘n calore …

Pe’ ffinì, bisogna dì che ‘a callaccia e ‘u solliò enno partorito ‘n mostru più ributtante de ‘a mummia: ‘u inceneritore de Malagrotta.

‘U giornu dopo Ferragosto, so’ scenta ‘n piazza a comprà ‘na stozza de pà.

Lemme lemme, so ‘arrivata ‘a bottega e ‘a pizzicarola m’ha ditto: “A Lucì, bella ciocietta mia, ma nu’ ‘u si saputu ‘u fattu? Pare che sta gran callaccia è colpa de ‘u ‘nceneritore de’ Malagrotta!!! … e pare che ‘e scorie so peggio de’ Cernobbìll!!!”.

“Ah, fregna…! Ma davero me dichi?” – gne ribatto comme ‘u martello de carzolaru – “Ma chi l’ha ditto?”

“L’ha ditto Paolo Togni”.

“Chi, quellu de ‘u circu?”

“No, Lucì, ‘u novu Capu dipartimento Ambiente de ‘u Commune de Roma”.

“Fregna, Marì, me si ffatto rimanè comme ‘n torzu de brocculu!”

‘A fortuna vostra è che so ‘na perzoncìna tanto riservata … ‘E chiacchiere de ‘a gente a mmì ‘n me fanno né callo, né freddo: da ‘na recchia me entrino, e … da ‘a bbocca me èscino!!!

Ahò, l’avvucatu a 84 anni s’è proprio scemito …. invece de pensà a fa sposà ‘a figlia con l’assessuore, se mette ‘a ccenne ‘u ‘nceneritore a Ferragosto?

Pe’ nun parlà de Alemannu: pur da fasse elegge sindicu, ‘n cià mica penzatu du’ vote a travestisse da perzona seria.

Sembrava unu co’ ‘u cervello ‘n capo, ‘n mezzo a tutti ‘ssi scemi…!

E invece issu, chi te mette a Capu dipartimento Ambiente de ‘u Commune: ‘u venerabile Maestru de ‘e Logge P2, unu capace de sparà 80 cazzate a ‘u minutu.

Allora, ho telefonato a ‘u sindicu Alemannu pe’ chiede spiegaziò.

E issu: “A Lucì, che t’è successo, te vedo mezza infregnata?!”

“Sto’ infregnata sì! – gne risponno – Chevvepozzinommazzavve!!! ‘U ‘nenceritore, ‘u circu, ‘e Logge P2: stessimo scarsi a pajacci…!”

E Alemannu me fa: “Ma quale circu, Lucì, l’avvucatu c’ha fatto ‘na schiccheria! ‘U ‘nceneritore de Malagrotta ce costa solo 150 miglioni de euri. Pe’ nun parlà de ‘u ‘nceneritore tuo de Arbano che ce vogliono altri 400 miglioni de euri.”

Allora gne rilloco: “Ma che me sta a coglionà? 400 miglioni de pallettoni … saria da davve: io saccio solo che nun riesco più a arrivà alla fine del mese!”

E ‘u Sindicu: “A Lucì, ma qual è ‘u probblema? Mica ho pagatu de saccoccia mia!”

Aumentino sì ‘e tasse: issi vanno cazzareggenno, e ‘u contu gnu paghemo noi!!

Stretta la foglia, larga la via, qua sfregnino i soldi e chi paga è: LUCIA!!!



PS – Se passate ‘a notte ‘n bianco rincojoniti davanti ‘a Internette, leggete:

Logge segrete e affari
Corriere della sera
Parliamo di «logge massoniche in seno alle quali venivano svolte attività dirette a interferire sull'esercizio delle funzioni di organi costituzionali, di amministrazioni pubbliche, di enti pubblici anche economici nonché di servizi pubblici essenziali di interesse nazionale». Parliamo di «soggetti» in grado di pianificare «interventi diretti ad accaparrarsi appalti, concessioni o risorse pubbliche, sfruttando i legami e le entrature scaturiti da rapporti di natura massonica, rapporti non certo fini a se stessi», piuttosto «piegati alla realizzazione di finalità illecite». Parliamo, ancora una volta, di un'inchiesta di Henry John Woodcock.
Leggi tutto l’articolo:

http://archiviostorico.corriere.it/2007/giugno/05/Logge_segrete_affari_perquisizioni_tutta_co_9_070605014.shtml

Ecco i nuovi piduisti
La Stampa
Nel ritorno della P2 il linguaggio è quello dei «pizzi», degli «intrallazzi» e delle «questioncelle». Un «comitato d'affari» dedito a succhiare soldi e influenzare la pubblica amministrazione, elargendo tangenti, investendo nei porti delle più grandi città di mare, nell'acqua, nel gas, puntando a piazzare impianti nell'industria energetica.
Leggi tutto l’articolo:
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200706articoli/22363girata.asp

domenica 17 agosto 2008

La holding affaristico-criminale attiva sul territorio nazionale nel ciclo dei rifiuti



Di seguito pubblichiamo le conclusioni del “Documento sugli assetti societari degli operatori del ciclo dei rifiuti” predisposto dalla “Commissione Parlamentare d’Inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse”.

“Come detto in sede di premessa, il punto di partenza di quest’attività di ricerca è il sequestro – richiesto dalla Commissione – di un’area nominalmente adibita a lavaggio di bidoni per il trasporto di rifiuti pericolosi. Dalla società operante in quell’area (ndr: la Sir Srl di Roma) si è avviata la ricerca dei nessi societari e organizzativi con altre aziende attive nel ciclo dei rifiuti.

I gruppi citati rappresentano una rilevante quota dell’imprenditoria di settore: quello descritto se non è ancora un cartello, è certamente un sistema che presenta elementi rilevanti di distorsione del mercato, con ricadute negative sullo stesso funzionamento delle regole della libera concorrenza.

Le ragioni delle cointeressenze possono infatti prevalere su quelle della concorrenza, con evidenti svantaggi per quelle società che sono al di fuori di questo panorama e soprattutto per il settore pubblico ed i cittadini che invece hanno tutto da guadagnare in un corretto sistema di mercato.

Devono quindi essere messi in evidenza una serie di elementi: il primo riguarda l’incrocio tra i nominativi delle società citate in questa relazione e la loro presenza o meno in atti giudiziari a disposizione della Commissione.

Da questo punto di vista è opportuno segnalare come le maggiori inchieste giudiziarie condotte dalla magistratura e dalle forze dell’ordine in questo campo hanno riguardato società o personaggi qui citati, dall’inchiesta sulla discarica di Pitelli all’operazione Trash, dalle indagini sui compostatori-fantasma a quella sugli appalti del comune di Anzio.

Si tratta pertanto di società e persone coinvolte a vario titolo in una gestione del ciclo dei rifiuti che – per tutti gli anni 80 e buona parte degli anni 90 – aveva assunto le caratteristiche di un settore senza regole, pienamente inserito nel meccanismo poi divenuto noto come «Tangentopoli».

Non solo: si può affermare per molte delle società citate (in particolare la Sir o le società facenti capo a Orazio Duvia) che le stesse agiscono su un doppio binario, quello della legalità e quello dell’imprenditoria deviata.

Dalla lettura del documento, emerge poi in maniera netta che i diversi gruppi imprenditoriali sono al tempo stesso concorrenti e partner, con evidenti ricadute negative sul sistema e sulla trasparenza degli appalti nel settore.

C’è da osservare il ruolo di alcune società che si presentano come incroci di diversi interessi: la Slia S.p.A., la Slia-Spra, la Etr, la Ecoservizi SpA e la Gsa.

Nella Slia SpA (detenuta in maggioranza dal gruppo Cerroni) l’11,1% del capitale sociale è in possesso di Francesco Rando, che ricopre – tra l’altro – l’incarico di presidente del consiglio di amministrazione della Ines Sud Srl, società del gruppo Sir.

Per quanto riguarda la Slia-Spra, si tratta di una società in cooperativa tra la Slia e la Spra e quindi tra il gruppo Cerroni e il gruppo Colucci-Pisante.

Nella Etr, invece, il 90% del capitale sociale risulta detenuto dal gruppo Falck e il 10% dal gruppo Colucci-Pisante. Il capitale sociale della G.s.a., invece, è suddiviso paritariamente tra la Waste Italia e la Ecosesto S.p.a., azienda del gruppo Falck.

Infine la Ecoservizi S.p.a., azienda del gruppo Waste Italia, nella quale ricopre, dal 27 novembre 1998, l’incarico di consigliere Manlio Cerroni.

L’ultimo elemento da mettere in evidenza – per le sue ricadute di scarsa trasparenza – è la riconducibilità di molti dei gruppi citati ad aziende svizzere o lussemburghesi.

Come si è visto dalla lettura del documento, infatti, la ripartizione del capitale sociale di queste società estere non è noto, e non è pertanto possibile risalire ai reali titolari dei gruppi citati.

Dal punto di vista delle quote di proprietà, un’anomalia è rappresentata dal fatto che in molte occasioni società con un capitale di centinaia di milioni (quando non di miliardi) sono controllate da società con il minimo capitale sociale previsto dalla legge (20 milioni). Ciò si accompagna al cosiddetto meccanismo delle «scatole cinesi» per cui le società si controllano a vicenda, e non è possibile comprendere in definitiva la reale titolarità dell’impresa.

Esiste infine un ultimo elemento da evidenziare, connesso a quel meccanismo di concorrenza-partenariato sopra richiamato: un mercato così costituito è di fatto povero di risorse, che generano anomalie anche rilevanti. Si verificano casi di appalti suddivisi in diversi lotti a cui partecipa un numero di società pari ai lotti in assegnazione. Un meccanismo illustrato alla Commissione per quanto riguarda la città di Catania, ma che risulta essere in atto anche per Napoli.

Illeciti nel settore ambientale ed amministrativo, una concorrenza non piena nonché una scarsa trasparenza: si tratta di tre elementi che emergono in maniera forte da questo che è solo un primo screening”.

Leggi tutto il documento


mercoledì 13 agosto 2008

Le ultime notizie da Malagrotta

Gli amici di Malagrotta hanno incontrato in data 12 agosto 2008 il Capo del Dipartimento Ambiente del Comune di Roma.

Di seguito riportiamo le affermazioni più significative emerse durante l’incontro.

Il 4 agosto 2008 è stato acceso l’inceneritore di Malagrotta. Non so se c’era l’autorizzazione.
Capo del Dipartimento Ambiente del Comune di Roma (12 agosto 2008)

Nella foto allegata le prime scorie prodotte, “fresche di giornata”, consegnate dal signor Cerroni al Comune di Roma.
Dal 4 agosto 2008 tutta la città di Roma potrà godere dei benefici del nuovo inceneritore del signor Cerroni, ultimo ritrovato tecnologia Thermoselect.
Chi e come sta controllando l’inceneritore del signor Cerroni?
E’ naturalmente nella fase di accensione che avvengono i più pericolosi sforamenti di diossina, se non c’è controllo.
Vale la pena di ricordare che l’unico gassificatore in Europa costruito dalla Thermoselect a Karlsruhe è stato chiuso nel Novembre 2004 dopo aver accumulato una perdita di 500 milioni di dollari. I problemi operativi dell’impianto hanno indotto i giornali tedeschi a soprannominarlo “Thermodefect”.
Il gassificatore di Karlsruhe ha superato le emissioni ammissibili di acido cloridrico, polveri, ossidi di azoto e carbone organico totale.
I problemi operativi esibiti dal gassificatore di Karlsruhe includono una perdita di gas tossico, un’esplosione, rotture del refrattario della camera di combustione e perdite di acque contaminate.


La discarica di Malagrotta verrà innalzata di altri 10 metri e sarà in funzione per altri 15 anni.
Capo del Dipartimento Ambiente del Comune di Roma (12 agosto 2008)

No comment.

Dal piano Marrazzo restano fuori oltre un milione di tonnellate di rifiuti e che se non ci sbrighiamo a mettere in cantiere altri inceneritori oltre a quelli esistenti, compreso Malagrotta e quello di Albano di cui si sta discutendo, finiremo come a Napoli.
Capo del Dipartimento Ambiente del Comune di Roma (12 agosto 2008)

Va ricordato che Napoli è uscita dall’emergenza rifiuti senza l’utilizzo di inceneritori.
Gli inceneritori, come quello di Acerra, di Malagrotta e di Albano, servono solo per dilapidare denaro pubblico, tanto denaro pubblico.
Come il Capo del Dipartimento Inceneritori del Comune di Roma saprà, sono finanziati con i CIP6 solo gli inceneritori che bruciano CDR (Combustibile Da Rifiuti).
Il CDR rappresenta solo il 30% dei rifiuti indifferenziati ed è composto in prevalenza da carta e plastica.
Se noi facciamo una buona raccolta differenziata della carta e della plastica, cosa rimane nel rifiuto indifferenziato per produrre CDR?
Nulla.
Ne consegue che per il Piano Cerroni è assolutamente necessario che Roma non faccia seriamente la raccolta differenziata.
Anche la Campania supera il Lazio nella raccolta differenziata.
In questo Veltroni e Rutelli hanno dato il loro grande contributo.
E Alemanno non sarà certo da meno, basta vedere i suoi primi provvedimenti:
- vanno schedati e cacciati tutti i rom, pericolosi concorrenti del signor Cerroni nel riciclo dei rifiuti;
- vanno multati e arrestati tutti quelli che provano a mettere il naso e a rovistare nei rifiuti di Cerroni.
Le dichiarazioni del Capo del Dipartimento Inceneritori del Comune di Roma confermano, però, il dubbio che abbiamo avanzato leggendo l’articolo dell’Espresso (vedi La grande corsa all’oro degli inceneritori): per arrivare al miliardo e mezzo di finanziamenti citati nell’articolo servono altri inceneritori, molti altri inceneritori, oltre quello di Malagrotta (150 milioni di euro) e quello di Albano (400 milioni di euro).
I Cerroni Boys stanno, quindi, allegramente lavorando per regalarci altri inceneritori su Roma e Provincia (già si fa strada l’ipotesi di Civitavecchia, mentre è noto che il Sindaco di Fiumicino si straccia le vesti per averne almeno uno).

lunedì 11 agosto 2008

La miniera d’oro dei rifiuti di Cerroni batte la Bulgari SPA

800 milioni di euro è il “faraonico” fatturato delle 51 società del signor Cerroni per la gestione dei rifiuti (fonte: Il Sole 24 Ore), a cui vanno aggiunti 150 milioni di euro per l’inceneritore di Malagrotta e 400 milioni di euro per l’inceneritore di Albano.

Cosa ancor più sorprendente: il fatturato della Cerroni SPA (800 milioni di euro, cui vanno sommati altri 550 milioni dagli aiuti di Stato per gli inceneritori) supera nettamente il volume d’affari della Bulgari SPA, che si ferma nel 2007 a circa 1.100 milioni di euro.

Il monopolio di Cerroni nella gestione dei rifiuti e degli inceneritori nel Lazio vale proprio una miniera d’oro.

E pensare che Bulgari è una delle maggiori realtà mondiali nel settore dei gioielli e degli articoli di lusso ed in particolare è il terzo gioielliere al mondo dopo Cartier e Tiffany.

La capogruppo Bulgari SpA ha la responsabilità di sviluppare le strategie e di coordinare il sistema produttivo, il marketing e la finanza.

La strategia di diversificazione ha portato la società in segmenti del comparto lusso quali orologi, profumi e accessori.

Attualmente il gruppo di Bulgari possiede oltre 136 negozi nel mondo.

La Bulgari SPA è una società quotata in borsa.

Cerroni, invece, è solito “lavorare nell’ombra” (fonte: Il Sole 24 Ore).

Da Cerroni i politici vanno “a fari spenti” (fonte: Ansa).

Alcune domande sorgono spontanee.

Cosa penserà Bossi, così attento agli sprechi di “Roma ladrona”, dello sperpero di 550 milioni di euro come dono al signor Cerroni, ministro ombra della monnezza e ideatore del “modello Roma”.
Cosa penserà il Ministro Brunetta, così rigoroso con i raffreddori degli statali.

Cosa penserà il Ministro Tremonti, che sta facendo i salti mortali per far quadrare il dissestato Bilancio dello Stato.

Su Di Pietro, ultimo grande sostenitore della grande corsa all’oro degli inceneritori, stendiamo invece un velo pietoso.

La drammatica verità è che il Paese è in declino.

I dati di Contabilità Nazionale resi noti dall’Istat nello scorso febbraio mostrano, a consuntivo 2007, un significativo calo degli investimenti in macchinari, attrezzature e mezzi di trasporto.

La bassa propensione ad innovare delle imprese italiane dei settori tradizionali si è sicuramente tradotta in un deficit di competitività, che è emerso con chiarezza all’indomani dell’affermazione di economie emergenti come al Cina e dell’introduzione dell’euro (fonte: Prometeia).

La nuova classe imprenditoriale (Marcegaglia, Cerroni & co.) non investe in nuove tecnologie e in nuovi prodotti, ma ama vivere sulle spalle del Paese che lavora, beneficiando di contributi enormi (i CIP6) che gravano sulle famiglie e sulle imprese.

E’ una nuova forma di assistenzialismo di Stato, non più diretto verso le imprese protagoniste del “Made in Italy”, ma destinato agli inceneritori, opere assolutamente inutili e dannose per il territorio e per la salute dei cittadini.

E’ in questo quadro “oscuro” che una figura “anonima” come il signor Cerroni è potuto diventare il più potente ed influente “imprenditore” (si fa per dire) della Regione Lazio.

venerdì 8 agosto 2008

Che nessuno tocchi i rifiuti di Cerroni!!!

Mercoledì 6 agosto 2008 il Coordinamento contro l’inceneritore di Albano si è incontrato con il Presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, e con l’Assessore alla Tutela dell'Ambiente, Michele Civita.

A differenza di Marrazzo, il Presidente della Provincia si è reso disponibile per un confronto con i cittadini e con il coordinamento.

Zingaretti ha iniziato l’incontro sottolineando il forte impegno della sua amministrazione per lanciare finalmente la raccolta differenziata nella Provincia di Roma, denunciando l’inerzia delle precedenti amministrazioni che hanno governato la provincia negli ultimi 13 anni, sia quelle di centrodestra che quelle di centrosinistra.

Proprio partendo da questo annuncio di forte impegno sulla raccolta differenziata, come Coordinamento abbiamo chiesto al Presidente Zingaretti un obiettivo ambizioso: la politica dei rifiuti zero come Los Angeles.

Un serio lavoro sulla raccolta differenziata, l’impegno delle istituzioni, delle Associazioni di Categoria, delle forze ambientaliste, dei cittadini possono produrre risultati molto significativi che rendono, di fatto, inutile il pericoloso impianto di incenerimento di Albano.

Il Coordinamento ha sostenuto che un modello di gestione dei rifiuti alternativo alle politiche del “boss” dei rifiuti del Lazio, il signor Cerroni, è rappresentato dall’impianto di Vedelago che ricicla completamente i rifiuti di un milione di persone.

Un impianto simile rappresenterebbe la fine del problema dei rifiuti nella Provincia di Roma, cioè la fine di Cerroni.

Come Coordinamento abbiamo anche chiesto al Presidente Zingaretti e all’Assessore Civita se sono a conoscenza di una richiesta di autorizzazione per l’installazione nella Provincia di Roma, a Colleferro, di un impianto simile a quello di Vedelago e se è confermata la notizia che tale richiesta risulterebbe insabbiata da più di un anno negli uffici della Provincia di Roma.

Mentre l’Assessore Civita ha chiesto “Cos’è Vedelago?”, il Presidente Zingaretti si è detto favorevole ad analizzare al più presto l’ipotesi dell’impianto di Vedelago.

Il Presidente Zingaretti ha, inoltre, detto che non possiamo chiedergli di modificare il Piano Marrazzo (ndr il Piano Cerroni per l’esattezza) e di prendere posizione contro l’inceneritore di Albano (ndr l’inceneritore di Cerroni per l’esattezza).

Il suo impegno sarà quello di applicare diligentemente il piano di Marrazzo (ndr il piano di Cerroni per l’esattezza): un pò di raccolta differenziata e il quarto inceneritore, quello di Albano.

Nulla ci è stato detto, purtroppo, sui siti in cui verranno stoccate le 376mila tonnellate di CDR previste nel mitico Piano Marrazzo (le famose ecoballe con cui Marrazzo pensa forse di risanare il disastroso bilancio della sanità della Regione Lazio).

In definitiva, l’incontro con il Presidente della Provincia di Roma è stato molto deludente.

Niente obiettivi ambiziosi!!!

Roma non sarà come Los Angeles!!!


Anche perché, come ci ha riferito l’Assessore Civita, "la Provincia di Roma, a differenza di Los Angeles, non può assumere, in nero e sottopagati, migliaia di messicani per differenziare i rifiuti".
Zingaretti, infine, svestendosi del ruolo di Presidente della Provincia e riassumendo quello di segretario regionale del PD, ci ha confessato di essere fortemente preoccupato per i ritardi nella raccolta differenziata imputabili ai comuni amministrati dal centrodestra, in particolare il Comune di Roma.

In effetti, Alemanno, invece di preoccuparsi dell’inceneritore di Malagrotta, che a giorni comincerà ad inquinare tutta la capitale, sta affrontando di petto e con ferma decisione i problemi veri della città: che nessuno tocchi i rifiuti di Cerroni!!!

domenica 3 agosto 2008

Chi si occupa di inceneritori sa benissimo che la diossina che l’inceneritore produce ha effetti devastanti sulla salute

Pubblichiamo l'intervento del Prof. Genovesi
Presidente dell’Associazione “SOS Utenti”
nella trasmissione sull’inceneritore di Albano
Teleambiente, 27 luglio 2008

“Intanto una precisazione: gli inceneritori sono in assoluto una soluzione sbagliata per lo smaltimento dei rifiuti.

È chiaro che nessuno vorrebbe l’inceneritore a casa sua.

Ma non si tratta di trovare il posto giusto per fare gli inceneritori.

È sbagliata in assoluto la modalità, perché l’inceneritore è un produttore di diossina, un grosso produttore di diossina; e le diossine sono sostanze che hanno effetti addirittura sul DNA, sul genoma.

Quindi, andiamo anche molto al di là di quello che può essere l’effetto delle nano particelle o delle polveri, che hanno effetti infiammatori che possono poi produrre nel tempo fenomeni degenerativi fino al cancro, un certo tipo di cancro.
La diossina ha un effetto che si esplica a livello di DNA, quindi, un effetto che ha una ricaduta sulle generazioni successive.

La diossina ha una ricaduta nell’immediato e nel futuro.

Quindi, è un danno incalcolabile quello che effettivamente può produrre lo smaltimento dei rifiuti attraverso gli inceneritori.

Lo dimostrano le esperienze di Seveso e di molte altre parti del mondo.

Il problema dei rifiuti può essere risolto attraverso la diversificazione delle materie prime, che sarebbe estremamente facilitata se ognuno avesse il senso civico di differenziare la raccolta dei rifiuti e, quindi, di mettere nel cassonetto blu piuttosto che nel verde il metallo, il vetro, eccetera. Questo produrrebbe dei grandi vantaggi.

Nel mondo ci sono delle esperienze positive, negli Stati Uniti, a Los Angeles per esempio.

I vantaggi connessi con lo smaltimento dei rifiuti attraverso gli inceneritori sono vantaggi economici per i singoli, per quelli che hanno gli appalti per la produzione degli inceneritori.

Ho saputo ora per la prima volta che c’è un unico nome nel Lazio.

Non mi stupisce che ci siano degli interessi privati.

Non ho nulla in contrario sul fatto che lavorando si possa guadagnare.

Ma non si può assolutamente tollerare che questo guadagno avvenga sulla pelle, in questo caso proprio sulla pelle, cioè sulla salute delle persone; tra l’altro in forma assolutamente dolosa e consapevole perché chi si occupa di inceneritori sa benissimo che la diossina che l’inceneritore produce ha effetti devastanti sulla salute.

Tanto per fare un esempio: il bambino vaccinato è un soggetto al quale viene fortemente minato il sistema immunitario ed è lui che ne paga principalmente le conseguenze.

Invece, la produzione di diossina e, quindi, i danni che può subire il DNA a causa della diossina hanno effetti sulle generazioni successive, perché la madre che ha subito dei danni al livello del DNA delle sue cellule uovo produrrà un feto, un bambino, un nascituro con gravissimi danni a livello genetico, in senso di malformazioni e non solo di malformazioni.

E questo, nel caso in cui le mutazioni siano puntiformi, cioè nel caso in cui le mutazioni non siamo così eclatanti da dare mostruosità, avrà delle ricadute sulle generazioni successive in termini di cancro, in termini di malattie autoimmuni, in termini di demenza, in termini di neourodegenerazioni (parliamo di sclerosi multipla, eccetera).

Questo è quello che accade con gli inceneritori.”