lunedì 30 giugno 2008

Marrazzo copia Bassolino: anche il Lazio produrrà ecoballe da stoccare in aree idonee

Il documento presentato da Marrazzo il 24 giugno 2008 al Consiglio della Regione Lazio può essere definito un “Piano dei rifiuti”?

Sicuramente no.

Il cosiddetto piano dei rifiuti, preparato da Marrazzo e dai suoi consulenti in mesi di duro lavoro, si compone di sole 24 paginette (di cui una pagina di copertina, una pagina per l’indice, due pagine di premessa, quattro pagine con visto, viste, visti, ecc.).

Per vedere un vero Piano dei Rifiuti, potete andare, ad esempio, sul sito ufficiale della Regione Lombardia.

Il piano dei rifiuti di Marrazzo & Cerroni contiene una serie di tabelline excel con diversi errori di calcolo, frutto sicuramente delle continue e ripetute modifiche al documento.

Il documento è stato scritto con l’obiettivo di dimostrare che è necessario un quarto impianto di incenerimento. Non un impianto qualsiasi (Latina, Viterbo o Fiumicino), ma proprio l’impianto di incenerimento di Cerroni localizzato ad Albano.

Per motivare la necessità di un nuovo impianto di incenerimento, dovremmo produrre talmente tanto CDR che, secondo Marrazzo ed i suoi consulenti, nel bienno 2009-2010 ben 376mila tonnellate di CDR “potranno essere avviate a co-combustione, previa sottoscrizione di appositi accordi di programma, presso impianti tecnologicamente idonei presenti sul territorio regionale o stoccate in aree idonee”.

Finalmente anche la Regione Lazio, come la Campania, già dal prossimo anno potrà stoccare le ecoballe in apposite aree.

Molto probabilmente, Marrazzo già pensa di fornire alle banche tale ricchezza a garanzia delle voragini di bilancio della Regione Lazio e del Comune di Roma.

Nel cosiddetto piano dei rifiuti, Marrazzo non ci dice, però, dove Cerroni potrebbe stoccare le migliaia di ecoballe.

L’importante compito verrà molto probabilmente affidato al fido Di Carlo, in qualità di nuovo Assessore Regionale ai Rifiuti.

Marrazzo sbaglia i conti: l’inceneritore di Albano non è necessario


Abbiamo rifatto i conti del piano rifiuti presentato da Marrazzo il 24 giugno 2008 al Consiglio Regionale e siamo arrivati alla conclusione che il quarto impianto, quello di Albano, è assolutamente inutile per mancanza di CDR (Combustibile Da Rifiuti).

La prima cosa che ci ha colpito del documento di Marrazzo è stata l’analisi di scenario.

Scrive Marrazzo: “Nel periodo in questione, che il piano commissariale assume limitato ai prossimi cinque anni (2008-2011), nella Regione Lazio ….”.

Anche un bambino delle elementari si accorgerebbe dell’errore: dal 2008 al 2011 sono solo quattro gli anni.

Perché nel testo si parla dei prossimi cinque anni e, poi, nell’analisi è stato cancellato il 2012?

Noi abbiamo provato a replicato l’analisi considerando anche il 2012.

Proviamo a rifare insieme i conti.

Innanzi tutto, dobbiamo considerare la produzione di rifiuti (per il 2012 è stato ipotizzata la stessa percentuale di incremento dell’anno precedente).









Si deve, poi, considerare l’andamento della raccolta differenziata (per il 2012 abbiamo ipotizzato un ulteriore incremento della raccolta differenziata).






Al crescere della raccolta differenziata, diminuisce la quantità di rifiuti indifferenziati.










I rifiuti indifferenziati possono essere inviati agli impianti di produzione di CDR (nel piano sono definiti impianti di TMB, Trattamento Meccanico Biologico).

La capacità degli impianti, ripresa dal Piano Marrazzo, è di seguito riportata.










Sulla base delle quantità di rifiuti indifferenziati e della capacità degli impianti, possiamo calcolare i rifiuti trattabili presso gli impianti di TMB.

Marrazzo ci avverte che: “La differenza tra quantità trattabile e quella effettivamente trattata consegue all’obbligo di ripartizione della regione in Ambiti Territoriali Ottimali. Ogni ambito territoriale può portare a trattamento presso il proprio sistema impiantistico solo i rifiuti prodotti nel territorio di riferimento”.










Il 35% dei rifiuti trattabili dagli impianti di TMB possono diventare CDR.

Il picco massimo di produzione di CDR è previsto per il 2010 ed è pari a 630mila tonnellate.
Nel 2011 la produzione di CDR scende a 617mila tonnellate e nel 2012 si stabilizza a 574mila tonnellate di CDR.









Ma quanto CDR sono in grado di trattare gli inceneritori della Regione Lazio?

Colleferro, San Vittore e Malagrotta possono arrivare a 552mila tonnellate di CDR nel 2011.

A cosa serve, quindi, l’inceneritore di Albano per ulteriori 160mila tonnellate di CDR inesistenti?????

Solo a intascare 400 milioni di euro dalle dissestate casse dello Stato Italiano per arricchire le società del signor Cerroni???

Un’ultima considerazione: per aumentare il CDR producibile sulla carta, Marrazzo ha utilizzato un grossolano artificio contabile: “Il trattamento di ulteriori 193.457 tonnellate di rifiuti presso altri impianti regionali aventi capacità residuali”.

Provate ad immaginare, ad esempio, i costi del trasporto dei rifiuti da Latina a Viterbo, perché l’impianto di Viterbo ha capacità residuale ?????

E’ grazie a questi piani che i bilanci delle Regioni, dei Comuni, dell’AMA sono in fallimento!!!

giovedì 26 giugno 2008

Marrazzo & Cerroni

Vi segnaliamo un video molto interessante che parla anche di gestione dei rifiuti.

Nel video appare questa immagine.




Ogni riferimento a Marrazzo & Cerroni deve considerarsi puramente casuale.


Nel video Annie Leonard ci spiega qual'è il problema della corsa al consumismo iniziata negli anni 50. Il perchè oggi ci stiamo dirigendo contro un muro.

Vedi il video La storia delle cose.

mercoledì 25 giugno 2008

Marrazzo sbeffeggia il Consiglio Regionale

Solo pochi mesi fa il Consiglio Regionale aveva bocciato a larghissima maggioranza l’inceneritore di Albano e Marrazzo presenta un piano dei rifiuti che include il quarto impianto ad Albano.

Marrazzo ha completamente ignorato il voto del Consiglio Regionale ed ha riportato nel piano che “è in corso l’istruttoria per un nuovo impianto di termovalorizzazione nel comune di Albano”.

Con riferimento all’impianto di Albano, Marrazzo ha anche cestinato:
· la Valutazione di Impatto Ambientale redatta dagli uffici della Regione Lazio,
· la Valutazione di Impatto Ambientale della Provincia di Roma,
· il parere contrario del Parco dei Castelli Romani,
· gli Ordini del Giorno espressi dai Consigli Comunali di Albano Laziale, di Pomezia e di Ariccia.

Dai banchi dell’opposizione hanno ricordato a Marrazzo che la Valutazione di Impatto Ambientale non doveva essere neanche fatta, in quanto il Consiglio Regionale aveva già bocciato l’ipotesi di quarto inceneritore ad Albano.

In merito all’inceneritore di Albano, il Consigliere Robilotta ha rimproverato a Marrazzo di “decidere di nascosto” e di “aver paura delle decisioni prese”.

E’ stato, inoltre, ricordato a Marrazzo che non sono state sentite le popolazioni dei territori interessati.

Finisce la gestione straordinaria

Una delle cantilene che hanno sempre ripreso i fautori dell’inceneritore era che la Regione Lazio era in una situazione di emergenza e, come la Regione Campania, c’era il grave rischio di vedere cumuli di rifiuti nelle strade.

Marrazzo e la sua maggioranza si sono prodigati a sostenere che nel Lazio non c’era nessuna situazione di emergenza e, a dimostrazione, dal 1° luglio 2008 non ci sarebbe stata la necessità di un Commissario Straordinario ai rifiuti.

Finisce, quindi, la gestione straordinaria e i rifiuti tornano ad essere di competenza delle province (enti inutili da eliminare) e dei comuni.

Mi manda Cerroni

Come ha sottolineato il Consigliere Peduzzi, il commissariamento (ndr: anche quello di Marrazzo) ha favorito grandi interessi e grandi profitti (ndr: quelli di Cerroni).

E, in effetti, il piano dei rifiuti recepisce interamente tutti i desiderata del signor Cerroni.

Concludiamo l’articolo sul Consiglio Regionale con le azzeccatissime affermazioni del presidente della Regione Lazio Marrazzo durante la trasmissione «Terrazza Romana» sull'emittente televisiva «Roma Uno» (la televisione di Cerroni): «A Roma, lo dico al centrosinistra e al centrodestra, hanno fatto tutti chiacchiere, sia quelli che volevano gli impianti sia quelli che volevano la differenziata».

martedì 24 giugno 2008

Oggi Marrazzo presenta il piano rifiuti di Cerroni

Il 24 giugno 2008 Marrazzo presenta in Consiglio Regionale
il Piano rifiuti del signor Manlio Cerroni.


Molto si è detto e scritto sul tema dei rifiuti in questi giorni.

In particolare, si è detto che l’inceneritore di Albano è assolutamente necessario per non vedere nel Lazio le immagini di immondizia per le strade già viste in Campania.

Sulla Campania sappiamo ormai tutto: la regione è diventata la discarica illegale dei rifiuti speciali prodotti dal resto del Paese, soprattutto dei rifiuti speciali ed altamente pericolosi prodotti soprattutto nel Nord Italia.

Nel Lazio esiste una situazione unica al mondo: la gestione dei rifiuti è, di fatto, delegata ad un unico soggetto privato, il signor Manlio Cerroni.

La discarica di Malagrotta, la più grande del mondo, è di proprietà del signor Cerroni.

La discarica di Albano è di proprietà del signor Cerroni.

L’inceneritore di Malagrottà è di proprietà del signor Cerroni.

L’inceneritore di Albano viene proposto dal signor Cerroni.

In definitiva, la gestione dei rifiuti nel Lazio è di fatto MONOPOLIZZATA da un privato cittadino che incassa, ogni anno, dalle dissennate casse pubbliche centinaia di milioni di euro, a cui vanno sicuramente aggiunti gli enormi finanziamenti (altri centinaia di milioni di euro) derivanti dai CIP6 per gli inceneritori.

Le istituzioni pubbliche (lo Stato, la Regione Lazio, la Provincia di Roma, i Comuni) sono impotenti (o consensienti) di fronte a questo sistema di potere instaurato dal signor Cerroni.

La presenza di questo monopolio nella gestione dei rifiuti rappresenta uno dei motivi, forse il principale, per cui la raccolta differenziata nel Lazio è a livelli minimi, come in Campania.

Mi manda Cerroni

Il Presidente della Regione Lazio, nonché Commissario straordinario per la gesione dei rifiuti, ha fatto di tutto per assecondare il signor Cerroni, calestando tutta la sua dignità.

Addirittura, alcuni giorni fa, è andato su Tele Cerroni (tradotto: “RomaUno”) per sostenere il piano dei rifiuti del signor Cerroni.

Marrazzo sta, molto probabilmente, preparando il suo futuro di ex-presidente della Regione Lazio con la nuova trasmissione “Mi manda Cerroni”.

Le ragioni del SI

Per non apparire un blog di parte, riportiamo anche alcune affermazioni che sintetizzano le ragioni del si all’inceneritore di Albano:

“Eppure c'è chi, non dentro ai palazzi o alle sedi dei partiti, ma nelle case, nelle piazze delle nostre città, di questi Castelli Romani che hanno visto il meglio e il peggio di Roma, non pare affatto contento e anzi teme che la costruzione di un termovalorizzatore, o come alcuni preferiscono chiamarlo inceneritore, sia una sciagura per il territorio che ama e in cui vive.
Una paura che, bisogna dirlo, nasce dalla campagna imponente messa in piedi e alimentata col fuoco dell'ideologia da frange politiche e sociali che dicono di volersi curare dell'ambiente e della salute pubblica, ma che poi preferirebbero vedere il mondo e casa propria marcire, annegare dentro a un mare di rifiuti piuttosto che darla vinta alla tecnologia mammona, al diavolo della ricerca e dell'umanità evoluta, intelligente, che per fortuna oltre ai disastri, tanti, ha
prodotto pure benessere e condizioni di vita migliori”.

Commentiamo le affermazioni dei sostenitori del SI con le seguenti considerazioni:

1) Il termine termovalorizzatore è usato solo in Italia, nella Comunità Europea un inceneritore è chiamato con il suo vero nome: inceneritore!!!

2) Non abbiamo visto nessuna campagna imponente contro gli inceneritori: i comitati e le associazioni contro i nuovi ecomostri non possiedono televisioni (tutte schierate con gli inceneritori), non possiedono giornali nazionali e locali (tutti schierati con gli inceneritori), ma utilizzano solo Internet (siti, blog, mailing list, ecc.). Internet non può essere fermato, non può essere controllato e, soprattutto, non può essere comprato. In questo contesto è vero, è in atto una campagna potente di controinformazione contro gli inceneritori di Cerroni & co.

3) Le cosiddette frange sociali e politiche alimentate col fuoco dell’ideologia altro non sono che il WWF, Greanpeace, le associazioni ambientaliste e i centri sociali dei Castelli Romani, i comitati dei cittadini di Pavona, di Via Massimetta, di Santa Palomba e di Palazzo Morgana. Di ideologia ne abbiamo vista ben poca. L’elemento politico che accomuna realtà e comitati tanto diversi è la difesa dell’ambiente e del territorio dalle speculazioni dei poteri forti. In definitiva, la difesa del territorio e della sua identità culturale. In sintesi, gli argomenti “ideologici” con cui la Lega Nord ha stravinto le ultime elezioni politiche.

4) Sui benefici della tecnologia sarei leggermente più cauto: per anni abbiamo accolto a Pavona i bambini di Chernobil!!!

L’esempio della Germania

Sempre i sostenitori del SI ci avevano detto che la Germania era da prendere ad esempio, in quanto i rifiuti provenienti dalla Campania venivano inceneriti.

Invece, abbiamo scoperto che la maggior parte dei rifiuti della Regione Campania vengono trattati in Sassonia nell’impianto di trattamento dei rifiuti meccanico-biologico (“TMB”), ottimo esempio di chiusura del ciclo dei rifiuti da adottare anche nel Lazio in alternativa agli inceneritori.


Cosa farà oggi la Sinistra Arcobaleno?

Importanti esponenti della Sinistra Arcobaleno hanno ripetutamente affermato la contrarietà all’inceneritore di Albano e hanno minacciato di aprire, su questo tema, la crisi della maggioranza nella Regione Lazio.

Cosa farà oggi la Sinistra Arcobaleno sul piano rifiuti del signor Cerroni?

sabato 21 giugno 2008

Di Carlo svela la vera motivazione dell’inceneritore di Albano

Prima giornata di protesta del Coordinamento contro l’inceneritore di Albano sotto la Regione Lazio. Prossimo appuntamento per il 24 giugno 2008 al Consiglio Regionale (Via della Pisana).

Una delegazione si è incontrata con il Consigliere Regionale Di Carlo, che ha svelato la vera motivazione della scelta dell’inceneritore di Albano: “è l’unico che potrebbe accedere ai finanziamenti dei CIP6”.

Premesso che 400 milioni di finanziamenti da regalare a “Cerroni & co.” rappresentano solo un indecente sperpero di denaro pubblico, cerchiamo di spiegare a Di Carlo e a Marrazzo come funzionano i CIP6 e perché l’inceneritore di Albano non può accedere ai finanziamenti dei CIP6.

Innanzi tutto, va ricordato che la Commissione europea ha avviato una procedura di infrazione contro l'Italia per gli incentivi dati dal governo italiano per produrre energia bruciando rifiuti inorganici considerandoli "fonte rinnovabile".

Il testo della Legge Finanziaria 2007, dibattuto ed approvato in Parlamento per eliminare l'infrazione alle norme europee, escludeva tutte le fonti «assimilate» dagli incentivi alle rinnovabili, concedendo una deroga solo agli impianti di incenerimento «già in funzione», mentre il testo del «maxi-emendamento» approvato con la fiducia ha concesso una ulteriore deroga a tutti gli impianti anche solamente «autorizzati» senza che questa dicitura fosse stata concordata.

Il 7 febbraio 2007 è stato presentato dal Consiglio dei Ministri un disegno di legge finalizzato a limitare gli incentivi «ai soli impianti realizzati e operativi» come originariamente previsto dalla finanziaria 2007.

La norma è stata infine approvata nella Legge Finanziaria 2008.

Ne consegue, quindi, che l’inceneritore di Albano non ha i requisiti per accedere ai finanziamenti dei CIP6.

Di seguito riportiamo i commi 136 e 137 della Legge Finanziaria 2008, in modo che Di Carlo, se proprio vuol diventare Assessore Regionale ai Rifiuti, possa studiarli.

LEGGE FINANZIARIA 2008
136. Ai fini della piena attuazione della direttiva 2001/77/Ce del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 settembre 2001, con particolare riferimento all’articolo 2 della direttiva medesima, i finanziamenti e gli incentivi di cui al secondo periodo del comma 1117 dell’articolo
1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, sono concessi ai soli impianti realizzati e operativi.
137. La procedura del riconoscimento in deroga del diritto agli incentivi di cui al comma 1118 dell’articolo 1 della citata legge n. 296 del 2006, per gli impianti autorizzati e non ancora in esercizio, e, in via prioritaria, per quelli in costruzione, è completata dal ministro dello Sviluppo
economico, sentite le Commissioni parlamentari competenti, inderogabilmente entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge.


giovedì 19 giugno 2008

Tutti pazzi per gli inceneritori

Appunti per le manifestazioni alla Regione Lazio

Sulla gestione dei rifiuti hanno fatto tutti chiacchiere!!!

«A Roma, lo dico al centrosinistra e al centrodestra, hanno fatto tutti chiacchiere, sia quelli che volevano gli impianti sia quelli che volevano la differenziata».
È quanto ha detto il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo durante la trasmissione «Terrazza Romana» sull'emittente televisiva «Roma Uno».

Qualcuno dovrebbe ricordare a Marrazzo che lui è il Presidente della Regione Lazio, nonché Commissario Straordinario alla gestione dei rifiuti.
In questo contesto, l’unico che non ha fatto chiacchiere, ma tanti soldi, è il signor Cerroni, il padrone assoluto delle discariche del Lazio, che, mente Marrazzo faceva solo chiacchiere, ha anche costruito l’inceneritore di Malagrotta, intascando dalle dissestate finanze pubbliche (nazionali, regionali e comunali) la modica cifra di …..(per motivi di spazio, si rimandano le cifre al prossimo articolo).

Il fallimento della gestione dei rifiuti di Marrazzo

“È la prova del fallimento della gestione dei rifiuti di Marrazzo che in tre anni non ha fatto assolutamente nulla” ha confermato il Consigliere Robilotta.

Siamo completamente in disaccordo con le opinioni di Robilotta, ma su questo punto ha ragione.
La gestione dei rifiuti di Marrazzo è stata un vero fallimento.
In verità, Marrazzo ha semplicemente assecondato la gestione dei rifiuti del signor Cerroni…
… e pensare che Marrazzo ha già riproposto la sua candidatura per il 2010.
Inutile dire quale risultato emerge dalle nostre previsioni elettorali.
È bene che Marrazzo prepari il suo rientro in RAI con una nuova trasmissione che potrà chiamare: “Mi manda Cerroni”.

Il Sindaco Mattei vuole un tavolo (e una poltrona)

Finalmente, anche a seguito delle nostre denunce, il Vicepresidente della Regione Lazio Montino ha incontrato il Sindaco di Albano e gli ha “ufficialmente” comunicato che nel Piano integrato è stato inserito anche il nuovo inceneritore di Albano (la notizia era già stata anticipata da giorni sul giornale “Il Messaggero”).

Di seguito riportiamo le dichiarazioni del Sindaco Mattei, che si è opposto fermamente all’ipotesi di scempio del territorio di Roncigliano: “Apprezziamo il gesto del Vicepresidente, che ci ha incontrati personalmente, ma ricordo anche che il Consiglio Comunale di Albano ha già espresso il suo no al termovalorizzatore con l'approvazione di un ordine del giorno che prevede il mantenimento di destinazione agricola dell'area interessata”.

L’opposizione del nostro Sindaco sarà durata alcuni secondi, infatti, dalle agenzie di stampa arrivava una seconda dichiarazione assolutamente possibilista: “Detto ciò - continua Mattei - a Montino ho ribadito il nostro no, ma anche che non intendiamo rinunciare al dialogo con le istituzioni. Le barricate non ci appartengono. Resteremo al tavolo di confronto e se l'impianto si dovrà fare allora pretenderemo di partecipare alle decisioni”.

Mentre il Sindaco Mattei starà al tavolo per partecipare alle decisioni di distruzione del territorio, i cittadini staranno sulle barricate a difendere il proprio diritto alla salute, il proprio futuro e il proprio territorio.
Per fortuna tra poco tempo ci saranno anche ad Albano le elezioni comunali.
Dopo la poltrona di Consigliere Provinciale, Mattei perderà anche la poltrona di Sindaco.

Tutti a manifestare alla Regione

Per il 20 e il 24 giugno 2008 il “Coordinamento contro l’inceneritore di Albano” ha organizzato delle manifestazioni sotto la sede della Regione Lazio.

La scelta di Marrazzo di assecondare il signor Cerroni nella realizzazione dell’inceneritore di Albano rappresenta una sospensione della democrazia, in quanto calpesta:
- la volontà delle popolazioni dei Castelli Romani;
- le decisioni dei Consigli Comunali di Albano e Pomezia;
- la Valutazione di Impatto Ambientale redatta dalla Regione Lazio;
- la Valutazione di Impatto Ambientale redatta dalla Provincia di Roma;
- la presa di posizione del Parco dei Castelli Romani.

Non rimane che dichiarare Roncigliano zona di interesse strategico nazionale di competenza militare.
Ma come si fa a dichiarare il terreno di un privato, tale Cerroni, zona di interesse strategico nazionale e a metterlo sotto sorveglianza dell’esercito (il terreno, non Cerroni)?
Roncigliano è in zona Cassa del Mezzogiorno.
Finora di sperperi di denaro pubblico, clientele e prebende ne avevamo visti tanti, ma addirittura scomodare l’esercito!
Neanche fosse un golpe, è solo una pessima operazione di malaffare politico!


Tutti i politici vogliono gli inceneritori

Di fronte a così ingenti finanziamenti pubblici, tutti i politici ormai vogliono un inceneritore.
La provincia di Latina, quella di Viterbo, il comune di Fiumicino sono gli ultimi volontari che vogliono partecipare al tavolo delle decisioni in merito di inceneritori.
Altri politici sicuramente si aggiungeranno nelle prossime ore.

Come sostiene il Prof. Montanari, è ora che la gente prenda i forconi!!!

domenica 15 giugno 2008

Il Prof. Montanari demolisce l'inceneritore di Marrazzo & Cerroni

Confermate le motivazioni delle due VIA (Valutazioni Impatto Ambientale) negative

Conferenza del Prof. Montanari direttamente nella zona di Roncigliano, a pochi metri dal luogo dove Cerroni & Marrazzo vogliono costruire l’inceneritore più grande del mondo, come ama definirlo Cerroni.

L’oratorio della parrocchia di Roncigliano non è riuscito a contenere l’eccezionale partecipazione: la maggior parte dei cittadini ha seguito l’incontro dall’esterno del locale.

Assenti, come al solito, Sindaci, Assessori e Consiglieri Comunali, in tutt’altre faccende affaccendati.

Il Prof. Montanari ha illustrato le sue teorie alla Camera dei Lord, ma non avuto l’opportunità di spiegare ai Sindaci dei Castelli Romani i pericolosi effetti dell’incenerimento sull’aria, sull’acqua, sui terreni, sulle colture, sulla salute degli animali e delle persone, sulle modificazioni del DNA.

Il Prof. Montanari, nelle tre ore di intervento, ha esposto le sue scoperte in tema di nanoparticelle e i devastanti danni che queste possono portare in termini sanitari.

“L’incenerimento è la tecnica più pericolosa per trattare i rifiuti”.

Il Prof. Montanari ha spiegato che, in un processo di incenerimento, maggiore è la temperatura cui vengono bruciati i rifiuti, minore è la diossina prodotta, ma maggiore è la quantità di nanoparticelle emesse.

Bruciare una tonnellata di rifiuti ci regala:
Una tonnellata di fumi,
300 kg di ceneri “solide” inerti (rifiuti speciali da smaltire in discarica),
30 kg di ceneri volanti,
25 kg di gesso,
650 kg di acqua di scarico.
Fonte: Greenpeace

L’aria non sarà più la stessa!!!

Il Prof. Montanari ha sostenuto che i fumi prodotti dall’inceneritore, carichi di nanoparticelle e di diossina, si spargeranno nell’aria per decine di chilometri, contaminando tutta l’area dei Castelli Romani. Molto pericoloso è anche l’utilizzo del carbone.

Con riferimento alla qualità dell’aria, la VIA della Regione Lazio afferma che “il Comune di Albano è incluso nell’elenco che individua i Comuni nei quali i valori degli inquinanti (PM10) sono superiori ai limiti previsti e per i quali devono essere proposti dei piani di azione”.

In merito all’utilizzo nella combustione del carbon coke, la VIA della Provincia di Roma sembra essere stata scritta dal Prof. Montanari: “Le temperature raggiunte sono soprattutto conseguenti all’utilizzo del carbon coke per il quale lo studio di impatto non prevede misure di attenzione sia per quanto riguarda lo stoccaggio che il trattamento delle emissioni. Tale materiale produce grandi quantità di polveri, invece stranamente assenti nelle emissioni del gassificatore proposto. Problemi analoghi riguardano l’anidride solforosa ed eventuali sostanze radioattive, tipiche del coke”.

Il terreno non sarà più quello di prima!!!

L’inceneritore di Roncigliano è un ecomostro in grado di trattare 227mila tonnellate di
rifiuti all’anno
, che emette nell’aria nanoparticelle, diossine, ossido di carbonio e di azoto, anitride solforosa.

Le diossine degradano dopo decenni, si accumuleranno nel territorio circostante, sull’erba, sulle olive, sulle viti delle zone a D.O.C. Colli Albani e arriveranno a noi.

Il Prof. Montanari ha ricordato che tutte le colture di Vienna, a causa della presenza di un inceneritore, hanno perso la denominazione DOC.

Confermata, quindi, la VIA della Regione che afferma: “l’intorno è caratterizzato da colture di vite che per effetto delle variazioni meteorologiche verrebbero soggette a trasformazioni della qualità dell’umidità e delle pioggie, che in combinazione con le emissioni dell’impianto, comprometterebbero la qualità del raccolto”.

A rischio sono, quindi, i prodotti tipici dei Castelli Romani, in particolare i vini DOC dei Castelli.

In pratica, Marrazzo con l’inceneritore vuole distruggere l’80% dei vini DOC della Regione Lazio.

In merito, sempre la VIA della Regione Lazio che afferma: “l’intervento proposto ricade in un’area destinata dal vigente PRG di Albano a zona agricola, mentre ai fini della classificazione paesistica di cui al PTP n. 9 - Ambito Territoriale dei Castelli Romani la zona risulta Zona 3 - Zone agricole con rilevante valore paesistico ed ambientale”.

A conferma, anche la VIA della Provincia di Roma sottolinea che “per quanto riguarda l’ubicazione dell’impianto , quest’ultima risulterebbe interessare un’area così detta AGRICOLA DI PREGIO”.

Gli effetti devastanti sulla salute pubblica!!!

Il Prof. Montanari ha nuovamente sfidato il Prof. Veronesi a un confronto pubblico sugli effetti degli inceneritori sulla salute.

Decine di studi confermano ormai la correlazione tra presenza di inceneritori sul territorio e aumento delle malattie cancerogene.

Il Prof. Montanari ha ricordato che l’ultima ricerca, resa pubblica il 3 aprile 2008 dall’istituto statale di sorveglianza sanitaria francese, afferma che nelle popolazioni che vivono in prossimità di impianti di incenerimento dei rifiuti è stato riscontrato un aumento dei casi di cancro dal 6 al 23 per cento.

L’inceneritore ci ruberà anche l’acqua!!!

Bruciare 227mila tonnellate di rifiuti ci regalerà:
227mila tonnellate di fumi,
68mila tonnellate di ceneri “solide” inerti (rifiuti speciali da smaltire in discarica),
6.810 tonnellate di ceneri volanti,
5.675 tonnellate di gesso,
148mila tonnellate di acqua di scarico.
Fonte: elaborazione su dati Greenpeace

L’inceneritore ha bisogno di acqua, di tanta acqua.

In merito agli aspetti idrogeologici la VIA della Regione Lazio puntualizza che:
· “L’opera ricade nell’ambito delle Aree Critiche come perimetrate ai sensi dell’art. 5 LR 1 dicembre 2000, n. 30”;
· “Il progetto, prevedendo un approvvigionamento idrico da un nuovo pozzo nonché l’impermeabilizzazione di un’ampia superficie determina un aggravio dell’emungimento della risorsa idrica e un’alterazione di ricarica della falda con una diminuzione dell’infiltrazione efficace”.


In merito agli aspetti idrogeologici la VIA della Provincia di Roma afferma che:
· “Per quanto riguarda l’utilizzo di acqua, ne risulterebbe un consumo totale di 450 tonnellate al giorno (ndr: 164.250 tonnellate di acqua l’anno) in contrapposizione a quanto previsto dalle norme sulle AREE CRITICHE che vietano ogni possibile nuova captazione (l’area in questione è un’area critica)”;
· “D’altro canto è ben nota la carenza idrica della zona, dove le acque per uso idropotabile presentano numerosi problemi sia qualitativi che quantitativi”.
· “Alcuni studi recenti portati avanti dall’Università di Roma 3 indicherebbero i prelievi di Cecchina, Pavona, Pomezia, ecc., quali principali responsabili dell’abbassamento della falda idrica dei castelli con dirette implicazioni sull’annoso problema dell’abbassamento del livello delle acque del Lago di Castelgandolfo”.

L’inceneritore mette a rischio anche il Lago di Castelgandolfo!!!

Marrazzo sta dando l’estrema unzione ai Castelli Romani

Cerroni vorrebbe inaugurare l’inceneritore più grande del mondo con un intervento del Papa.

In effetti, se l'inceneritore verrà realizzato, il Papa potrebbe venire a dare l’estrema unzione a questo territorio e alla sua popolazione.

E’ tempo di prendere i forconi!!!

Non possiamo bruciare il nostro futuro, quello del nostro territorio, quello dei nostri figli.

Contro la proposta di Marrazzo & Cerroni, tutti in Regione il 20 e il 24 giugno 2008.

giovedì 12 giugno 2008

Per l’inceneritore di Albano le VIA negative sono due

Oltre alla VIA negativa predisposta dalla Regione Lazio,
esiste anche una VIA negativa redatto dalla Provincia di Roma

La notizia ha dell’incredibile.

Marrazzo vuole costruire l’inceneritore di Albano nonostante l’opposizione delle popolazioni dei Castelli Romani, il voto contrario e unanime del Consiglio Comunale di Albano, due Valutazioni di Impatto Ambientale negative.

Crolla, quindi, miseramente la tesi sostenuta da “Cerroni & co.” per cui il VIA negativo rappresenta solo una macchinazione dell’Assessore Regionale Zaratti.

La VIA della Provincia di Roma è stata inviata dalla Vicepresidente della Provincia di Roma a Marrazzo in data 18 febbraio 2008.

Di seguito sono riportate le note più significative della VIA della Provincia di Roma.

“Per quanto riguarda l’ubicazione dell’impianto, quest’ultimo risulta interessare un’area così detta agricola di pregio in contraddizione con la normativa di settore che prevede l’ubicazione di tale impianto preferibilmente in aree industriali; come è logico che sia per un impianto che produce fra l’altro grandi quantità di vapore riutilizzabili proficuamente soprattutto in aree industriali dove il calore prodotto potrebbe proficuamente essere riutilizzato da impianti industriali vicini”.

“Le temperature raggiunte sono soprattutto conseguenti all’utilizzo di carbon coke per il quale lo studio di impatto non prevede misure di attenzione sia per quanto riguarda lo stoccaggio che il trattamento delle emissioni.
Infatti il coke per le sue caratteristiche intrinseche è dotato di un enorme potere calorico (circa 2-2,5 volte il potere calorico del CDR) e non può sfuggire ad albcuno che la produzione di energia appare essenzialmente legata all’uso del coke.
Ma tale materiale produce grandi quantità di polveri, invece stranamente assenti nelle emissioni del gassificatore proposto. Problemi analoghi riguardano l’anidride solforosa ed eventuali sostanze radioattive, tipiche del coke”.

“Per quanto riguarda l’utilizzo di acqua, … ne risulterebbe un consumo totale di 450 ton/giorno pari ad un emungimento continuo di alcuni litri/sec., in contrapposizione a quanto previsto dalle norme sulle aree critiche che vietano ogni possibile nuova captazione (l’area in questione è un’area critica).
D’altro canto è ben nota la carenza idrica della zona, dove le acque per uso idropotabile presentano numerosi problemi sia qualitativi che quantitativi. Recente è la vicenda del superamento di alcuni parametri quali l’arsenico ed il fluoro nei pozzi idropotabili di Cecchina oltre a enormi problemi di distribuzione dell’acqua nelle frazioni di Cecchina e Pavona”.

Leggi la VIA negativo della Regione Lazio

Leggi la VIA negativo della Provincia di Roma

sabato 7 giugno 2008

Marrazzo: chi l'ha visto?

Marrazzo ha riscritto il piano dei rifiuti, che verrà discusso il 24 giugno 2008 nel Consiglio Regionale con le forze politiche.

Dopo mesi di ipocrisie, il Presidente della Regione Lazio esce allo scoperto con un’intervista al Messaggero.

Di seguito sono riportati gli aspetti più significativi dell’intervista.

Il Messaggero: "Perché è stato necessario riscrivere il piano?"
Marrazzo: «Perché sono un uomo che come tutti ha visto la televisione!»
In fondo Marrazzo rimane sempre (e tornerà presto ad essere) un conduttore televisivo.

Il Messaggero: "L’indicazione per il quarto impianto è per Albano, verranno recuperati così i 200 milioni di euro dei fondi statali?"
Marrazzo: «Abbiamo predisposto tutti gli atti necessari entro il 31 dicembre e quest’ultima decisione dovrebbe permetterci di mantenere l’assegnazione del finanziamento».
Questa è la tesi che ha sempre correttamente sostenuto il Consigliere regionale Robilotta e su cui Marrazzo ha sempre ipocritamente taciuto.

L’ipocrisia di Marrazzo: «Sarò quotidianamente impegnato nella concertazione con i sindaci, a parlare con i cittadini per spiegare che una discarica ben gestita non crea inquinamento e a discutere con tutti la localizzazione degli impianti» (Il Messaggero, 7 giugno 2008).
Per il vicesindaco di Albano, Vincenzo Rovere, «l'odg del Consiglio Comunale ribadisce la posizione più volte espressa dall'amministrazione ma permane l'ostinato silenzio della Regione di fronte alle nostre ripetute richieste di incontro» (ANSA, 6 giugno 2008).
Anche il “Coordinamento contro l’inceneritore di Albano” sono mesi che richiede un incontro a Marrazzo, che si fa sempre ipocritamente negare dal suo staff di segreteria!!!


A questo punto un dubbio ci assale: visto che il Sindaco di Albano e i comitati dei cittadini non sono stati sentiti, visto che la Valutazione di Impatto Ambientale fornita dagli uffici regionali è stata di fatto calpestata, il Presidente della Regione Lazio con chi ha concertato, in tutti questi mesi, la costruzione dell'inceneritore più grande del mondo (come ama definirlo Cerroni), un impianto inutile e pericoloso che costerà alle dissestate casse pubbliche la modica cifra di 400 milioni di euro????

Le ultime parole famose di Marrazzo: «Per ora ho deciso per il quarto impianto ad Albano, che è la risposta che si aspettavano i cittadini».

Marrazzo vedrà la risposta dei cittadini:
il 24 giugno 2008 tutti alla Regione Lazio.

L'intervista di Marrazzo su "Il Messaggero"

Nuovo inceneritore: “blindati”Prg e aree agricole

Il Messaggero
Sabato 07 Giugno 2008
di Enrico Valentini

Il consiglio comunale di Albano approva all’unanimità la mozione che impegna l’amministrazione a preservare la destinazione d’uso dei terreni agricoli intorno alla discarica di via Roncigliano.
Di fatto, Palazzo Savelli “blinda” così fino ad una quanto mai incerta e futuribile approvazione del piano regolatore generale (in stand by da ben oltre un decennio) la zona attualmente più pregiata di Roma e provincia: quella destinata alla costruzione del termovalorizzatore dei rifiuti.
Che molti, specialmente alla Pisana, vogliono, fortissimamente vogliono per non far sprofondare la città metropolitana in una emergenza analoga a quella della Campania.
Il niet “bipartisan” del consiglio comunale - convocato ieri l’altro su richiesta del centro sinistra - è giunto a tarda sera, sfociando in una vera e propria “notte dei miracoli”.
Primo fra tutti, la ritrovata solidarietà “paesana” dimostrata tra i politici degli opposti schieramenti, da tempo immemore mai così allineati e coperti come nel negare un progetto «sproporzionato alle esigenze locali e che prima di essere realizzato fa già sentire puzza di bruciato».
Il clima idilliaco sbricolava come d’incanto anche le annunciate contestazioni dei cittadini e dei comitati contrari al progetto, spingendo addirittura il consiglio a chiedere alla Regione, di trovare altri siti fuori dal quadrante al confine tra Albano, Ardea, Pomezia e Roma dove localizzare la mega canna fumaria.
«I consiglieri comunali - commenta il capogruppo di Rifondazione Mario Rapisardi - hanno dimostrato un grande senso di responsabilità tutelando gli interessi dei cittadini. Restiamo comunque vigili e disponibili a collaborare ad un serio progetto di raccolta differenziata per dare realmente un futuro meno complicato alle nuove generazioni».

RIFIUTI: ODG CONSIGLIO COMUNALE ALBANO CONTRO GASSIFICATORE (ANSA)

ALBANO LAZIALE (ROMA), 6 GIUGNO 2008
Il consiglio comunale di Albano Laziale «ribadisce l'assoluta contrarietà all'impianto industriale di incenerimento dei rifiuti sia nel sito di Roncigliano, sia nei territori limitrofi del quadrante Albano-Ardea-Pomezia-Roma».
È quanto contenuto in un ordine del giorno votato all'unanimità la scorsa notte dall'assemblea cittadina, convocata dal presidente Marco Silvestroni, impegnatosi al riguardo dopo le proteste dei comitati anti-discarica in occasione di una precedente seduta.
Il documento esprime anche la volontà di mantenere l'attuale destinazione agricola dell'area dov'è previsto il gassificatore, in via Roncigliano, fino all'approvazione del nuovo piano regolatore generale.
Soddisfatta l'opposizione di centrosinistra. «Grande senso di responsabilità di consiglio e cittadinanza - dice il capogruppo del Prc Mario Rapisardi - ma noi continueremo a vigilare».
Per il vicesindaco Vincenzo Rovere, «l'odg ribadisce la posizione più volte espressa dall'amministrazione ma permane l'ostinato silenzio della Regione di fronte alle nostre ripetute richieste di incontro».
(ANSA) 06-GIU-08 15:50

venerdì 6 giugno 2008

Cerroni potrà finalmente dedicarsi all’agricoltura

Il Consiglio Comunale di Albano Laziale ha approvato all’unanimità, nella seduta del 5 giugno 2008, un importante ordine del giorno che vincola i progettisti del nuovo PRG a mantenere la destinazione ad uso agricolo per i terreni di Roncigliano (pare 75 ettari) acquistati da Cerroni & co. per costruire l’inceneritore più grande del mondo.

Il Consiglio Comunale di Albano Laziale ha anche affermato all’unanimità l’assoluta contrarietà alla realizzazione di un termovalorizzatore sul proprio territorio e nei comuni limitrofi.

Grazie alla premura dei nostri consiglieri comunali, Cerroni potrà tranquillamente dedicarsi all’agricoltura in uno degli angoli più belli dei Castelli Romani.

Il Sindaco Mattei ha affermato di essere stato sempre contrario all’inceneritore e ha sottolineato che qualche mistificatore ha stravolto la realtà.

Ma chi sono i mistificatori che hanno stravolto il pensiero del nostro Sindaco.

Abbiamo rivisto la rassegna stampa del giornale “Cinque giorni” e abbiamo risolto il mistero.

Il 1° aprile 2008 Mattei scriveva una lettera (un pesce d’aprile) a Marrazzo:
“Abbi il coraggio Marrazzo di raccontare la verità. Abbi il coraggio di dichiarare che ad Albano l’impianto di selezione e trattamento dei rifiuti è sottodimensionato a causa del malodore costante, e che per chiudere il ciclo dei rifiuti è necessario un gassificatore dimensionato al nostro territorio… Sappi che noi il coraggio ce l’abbiamo avuto, rischiando anche l’impopolarità”.

Alla lettera di Mattei rispondeva il 5 aprile 2008 il Consigliere regionale Robilotta: “È ancora più grave il fatto che Marrazzo abbia lasciato da soli gli amministratori locali, che con grande coraggio e lungimiranza hanno avuto un atteggiamento aperto e disponibile verso l’impianto, caricandosi anche un interesse generale, ed oggi vengono attaccati e messi alla gogna proprio da una parte della coalizione di Marrazzo e persino da quelli che stanno in giunta con lui”.

In definitiva, Mattei e Robilotta sono i mistificatori del pensiero del nostro Sindaco.

Quante braccia sottratte all’agricoltura!!!

mercoledì 4 giugno 2008

Quando la Rai non era lottizzata!!!

Milano 1939: raccolta porta a porta, selezione e riciclo


Rifiuti a riciclo totale

L'esempio di Vedelago, nel Trevisano

Niente scarti per un milione di cittadini

Articolo pubblicato da "Il Sole 24 Ore" del 15 maggio 2008

domenica 1 giugno 2008

Un’alternativa agli inceneritori

“Nessun rifiuto del passato per le future generazioni, nessun rafforzamento dell'effetto serra attraverso i nostri rifiuti, un contributo al clima e una protezione per le risorse!”

Questa frase e questa immagine accolgono i visitatori del sito internet della società tedesca WEV (Westsaechsische Entsorgungs-und Verwertungsgesellschaft).

Der Spiegel, il più importante settimanale tedesco, già qualche mese fa aveva lanciato l'allarme, facendo un lungo reportage sui rifiuti campani esportati in Germania.

Il settimanale tedesco aveva parlato dei “treni della vergogna”, così sono definiti i treni carichi di rifiuti che dalla Campania arrivano in Germania. Una vergogna che all’Italia costa circa 200.000 euro al giorno.

Der Spiegel aveva focalizzato la sua attenzione sulla società italiana Ecolog (gruppo Ferrovie dello Stato), la società che ha trasportato via treno migliaia di tonnellate di spazzatura campana in Germania (tra gli indagati dai pm napoletani spiccano anche i vertici della Ecolog).

Due i siti di destinazione dei “treni della vergona”: da una parte l'inceneritore di Bremerhaven (nord), gestito dalla Remondis. Dall'altro, l'impianto per il trattamento meccanico-biologico dei rifiuti di Croebern, nei pressi di Lipsia (in Sassonia), controllato dalla WEV.

“Uno dei destinatari è la Remondis, la maggiore compagnia tedesca di smaltimento rifiuti, – scriveva Der Spiegel - il rimedio temporaneo che dura ormai da sette anni avrebbe fatto decidere la Remondis di costruire un nuovo inceneritore dedicato allo smaltimento dei rifiuti campani vicino alla frontiera lussemburghese”.

Gli ambientalisti tedeschi avevano immediatamente protestato.

La grande novità che emerge dall’indagine del settimanale tedesco è rappresentata dal fatto che gran parte dei rifiuti campani non sono stati inceneriti, come si ostinano a ripeterci tutti i giorni tutti i nostri politici e tutti i mezzi di informazione, ma sono stati riciclati dall’impianto per il trattamento meccanico-biologico dei rifiuti di Croebern.

Il trattamento meccanico-biologico dei rifiuti non è, quindi, una proposta utopica ma, in Sassonia, è una solida realtà.

L’impianto di Croebern ha una capacità di riciclo di 300.000 tonnellate di rifiuti urbani l’anno, è costato circa 75 milioni di euro, si sviluppa su un’area di 36 ettari.

L’impianto per il trattamento meccanico-biologico dei rifiuti di Croebern è da prendere ad esempio, in quanto rapprenta una seria alternativa alla politica degli inceneritori.

L’Italia, un Paese senza materie prime, non può permettersi di incenerire i propri rifiuti.